Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Meiux_    23/11/2015    1 recensioni
“Nonostante il tardo orario, lei era li, seduta con le cuffiette nelle orecchie che aspettava il pullman. Non mi ero avvicinato più di tanto, al contrario, rimasi distante ad osservarla, tra l’indifferenza e la curiosità.
Come se si fosse accorta della mia presenza, non tardò a posare il suo sguardo su di me,rivelandomi il verde acceso dei suoi occhi, mi sorrise lievemente. Per un attimo mi parve di conoscerla già, ma scacciai quasi subito quella sciocca ipotesi."
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: Incontro [titolo completamente random]
Dedica: Al ragazzo che mi piace, Marco [anche se so che non leggerà mai, sigh]
Parole: 623 paroline, secondo word.
Note: Questa piccola "cosetta" inizialmente è venuta fuori solo per riempire la noiosissima ora di italiano, poi mi son detta che pubblicarla sarebbe stato anche un modo carino per augurare il mio ritorno su EFP dopo mesi e mesi. E' la prima volta che mi ritrovo a pubblicare qualcosa al di fuori del fandom degli Anime/Manga, quindi capirete l'ansia che sto piangendo. 

Spero solo che possa piacervi e lasciate una vostra opinione se vi va, mi farebbe molto piacere.



 


 
#01- Incontro

Non voglio più avere a che fare con il passato, è doloroso ritornare a quei tempi … eppure sono di nuovo qui.
Nemmeno le condizioni meteorologiche sono dalla mia parte. Oggi tutto sembra riportarmi a quel giorno: il freddo che mi pizzica le guance nonostante sia coperto dalla testa ai piedi, la quiete che caratterizza questa strada, frequentata solo da un paio di automobili, viene squarciata solo dal lento fruscio delle foglie, mosse dal costante vento che sembra non voler cessare.
Mi rassegno sospirando e comincio a percorrere a passo incredibilmente felpato questa stradina che porta ad un parco, lontano dal centro abitato.
Affondo il mio naso, ormai completamente rosso, nella calda sciarpa e faccio scivolare la mani nelle tasche dei pantaloni.
Mi fermo poco dopo all’incrocio, precisamente sotto la luce del lampione che illumina parte del marciapiede e osservo con sguardo assente la panchina dall’altra sponda della strada.
Tutto mi sembra maledettamente identico, nulla è cambiato, se no quella poca neve che ricopre la panchina, la stessa dello scorso inverno, dove la incontrai.

*** “Nonostante il tardo orario, lei era li, seduta con le cuffiette nelle orecchie che aspettava il pullman. Non mi ero avvicinato più di tanto, al contrario, rimasi distante ad osservarla, tra l’indifferenza e la curiosità.
Come se si fosse accorta della mia presenza, non tardò a posare il suo sguardo su di me, rivelandomi il verde acceso dei suoi occhi, mi sorrise lievemente. Per un attimo mi parve di conoscerla già, ma scacciai quasi subito quella sciocca ipotesi.
Mi avviai verso la stessa fermata dell’autobus, senza un’apparente motivo e, inaspettatamente mi rivolse la parole, salutandomi, pronunciando un semplice “ciao”.
La osservai perplesso, ricambiando distrattamente il saluto con un cenno della mano. La sentii sbuffare sonoramente e subito dopo ridacchiare – Dopo tutto questo tempo, non mi riconosci nemmeno? - disse.
Mi ci vollero alcuni istanti per ricollegare tutto e cercando di mascherare lo stupore dissi – Sei cambiata molto -.
-Invece vedo che tu in sette anni non sei cambiato per nulla-.
-E … sarebbe un bene o un male?-.
-Credi che sarei ritornata se avessi saputo che eri cambiato? – mi fece una linguaccia degna di una perfetta bambina di appena cinque anni e, lei probabilmente ne aveva già compiuti diciotto.
Non sono mai stato una persona di molte parole, infatti tra di noi piombò il silenzio per qualche minuto, anche se in realtà avevo tante cose da dirle, eppure la sorte volle che in quel momento arrivasse il mezzo che la ragazza attendeva.
Si alzò ma poco prima di salire si fermò, dandosi della stupida: frugò nella sua borsa e ne estrasse un piccolo oggetto, incartato con della carta da regalo blu, porgendomelo.
-Voglio che questo lo tenga tu. non lo perdere però come tuo solito eh- scherzò sorridendo per poi tornare sui suoi passi. – Beh, ora devo andare, a presto – e sparì dietro la porta dell’autobus.
Osservai il mezzo fino a quando non scomparì definitivamente dietro l’angolo e spostai la mia attenzione sull’oggetto tra le mie mani.
Mi sedetti con poca grazia sulla panchina e mi rigirai tra le mani più volte il pacchetto. Solo dopo mi decisi ad aprirlo: scartai con estrema cura la carta blu, rivelando un quadernetto, lo stesso dove da piccoli io e lei scrivevamo le giornate passate assieme a combinarne di tutti i colori. Verso la fine notai qualcosa che usciva dai bordi del quaderno: una foto di noi due al luna park, mano nella mano.”***

Ancora adesso mi viene da sorridere ricordando quel giorno, quando a distanza di un anno, lessi le parole riportate dietro la fotografia, quel “Ti amo” che mi lasciò senza fiato.
Eppure non l’ho più rivista da quella volta e chissà se un giorno, potrò rispondere alle sue parole.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Meiux_