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Autore: OblivionRoseSide    23/11/2015    0 recensioni
I computer sono una grande fonte di guadagno e cosa non si farebbe per la fama... Joe lo sa e non si fermerà davanti a niente... nemmeno davanti alla bocca ambigua di un ragazzo singolare che saprà purtroppo risolvere tutti i suoi problemi...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel ragazzino continuava a tormentarmi, i suoi capelli bianchi mi tornavano in mente ogni qualvolta vedevo qualcosa che potesse ricordarmeli. Da quando si era messo in testa di voler partecipare a quel progetto non faceva che assillarmi con telefonate e messaggi.
Il campanello ero suonato due volte in modo convinto, mi ero alzato per andare a vedere chi fosse e dallo spioncino della porta avevo visto quel viso innocente. L'avevo maledetto silenziosamente forse una quarantina di volte prima di aprire e poi avevo messo la mano sul pomello della porta per girarlo lentamente. Il ragazzo si era fiondato dentro la stanza guardandosi attorno forse per vedere dove fossi. Ora che ci pensavo era la prima volta che si presentava a casa mia e la vedeva, non mi aspettavo che gli piacesse e nemmeno ci avevo pensato, sapevo solo che quel ragazzino mi avrebbe causato problemi e la cosa non mi piaceva. Si era fermato quando mi aveva visto appoggiato alla porta con le braccia conserte dopo aver chiuso. Lo guardavo serio ma non sembrava fargli effetto, si avvicinò comunque a me con il suo visino innocente e i suoi propositi non troppo tali.
-Ho un'idea... -
Aveva esordito con sguardo sognante portando le mani aperte davanti a lui forse a enfatizzare quell'emozione che dagli occhi esondava. Qualsiasi idea avesse avuto nel tempo aveva portato miglioramenti ma mi rifiutavo categoricamente di far diventare un minorenne come lui e con i suoi problemi socio di un'attività di hackeraggio, nel modo più assoluto. La grande macchina che avevamo creato io e Louis aveva i suoi difetti e quel ragazzetto era in grado di trovarne tutte le pecche, la cosa mi scioccava ogni volta e non me lo sapevo spiegare, mi ero messo in dubbio molte volte dopo aver passato notti a pensare a come risolvere i problemi e lui se n'era arrivato il giorno dopo con una parola diversa risolvendo tutto, l'avevo maledetto un milione di altre volte per altre cose.
Sospirai imponendomi di stare calmo, avevamo un grosso problema oltre a lui. La macchina non era protetta a dovere e se anche l'avessimo spenta la sua attività sarebbe potuta essere registrabile dai dispositivi attaccati, eravamo in una posizione delicata e forse quel ragazzo aveva la soluzione di quel fottutissimo puzzle, il pezzo mancante. Mi guardava con degli occhi curiosi e vivi, tipici della sua età, i 17 anni arrivavano una volta sola.
-Un generatore di codici... -
Si limitò a dire sussurrando in modo stranamente suadente. Aggrottai la fronte riflettendo su ciò che aveva appena detto, non smisi di guardarlo mentre pensavo... tornava tutto. Deglutii pensando che un'altra volta ci aveva tolto dai casini. Mi spostai dalla porta per andare vicino alla grande vetrata che dava sulla città, presi il cellulare e digitai il numero di Louis con una calma innaturale. I precisi squilli, e furono tre, si fecero attendere. La voce di Louis mi parve normale, troppo normale, forse perché ancora non sapeva come risolvere quel grosso casino in cui ci eravamo cacciati di nostra spontanea volontà.
-Joe... -
Lo sentii esordire con calma.
-Louis... -risposi di rimando con altrettanta calma, mi misi una mano nella tasca mentre girato verso la città lasciavo vagare lo sguardo sullo skyline della città..- un generatore di codici... -
Dirlo non mi diede così tanta soddisfazione ma avevamo bisogno di risolvere quel problema e prima era, meglio sarebbe stato. La risposta del mio interlocutore non fu immediata ma quando rispose mi spiazzò leggermente.
-è stato il tuo schiavetto?-
Il mio schiavetto... lo aveva seriamente detto e la mia testa non lo volle accettare per qualche secondo. Sospirai.
-Nathan... è stato Nathan... -
Gli risposi dopo poco, la linea cadde e scostai il cellulare dall'orecchio per guardare lo schermo. Mi aveva riattaccato in faccia, alla mia sorpresa del momento di aggiunse la mano di quel ragazzino sulla mia schiena, cosa diavolo voleva ora pure lui? Non avevo abbastanza problemi? Era salita convinta fino alla mia spalla forse per farmi girare. Mi ero girato appena l'avevo sentita e lo avevo guardato non poco male... Si era sempre comportato in quel modo strano e troppo facilmente mal interpretabile. Si stava mordendo il labbro e non capii bene cosa dover fare. Era tutto così dannatamente inusuale, Louis che mi riattaccava in faccia e quel ragazzino che mi guardava a quel modo. Dovevo ancora interiorizzare il tutto, non ero mai stato veloce e geniale. Non aveva allontanato la mano dalla mia spalla e schiuse le labbra forse per dire qualcosa, mi cadde l'occhio proprio su quelle labbra ancora giovani e piene.
-Joseph... -
Sussurrò piano e tornai a guardarlo negli occhi. Ero profondamene irritato da quella situazione, ora pure Louis lo aveva notato. Era diventato un problema avere quel ragazzino tra i piedi, poi si era messo pure a ricordarsi il mio nome intero. Era da anni che non lo sentivo pronunciato e mi fece ancora più impressione.
-Ho già troppi problemi... -esordii con il mio solito sguardo inquisitore- non ho tempo di risolvere pure i tuoi... -
Conclusi sperando che sarebbe finita lì. Aspettavo la telefonata di Louis che mi diceva che la macchina era stata messa in sicurezza. La bramavo come un ossesso e non riuscivo a pensare a molto altro, saremo potuti essere sbattuti in galera... avrei voluto almeno risparmiare a quello stupido il freddo di una cella e le fin troppo delicate carezze dei poliziotti. Mi si era avvicinato sorridendo divertito ed avevo sentito il terrore montarmi dentro, non era mai un buon segno... la sua esaltazione era la mia rovina.
-i miei non sono problemi... -scosse piano la testa umettandosi le labbra, si passò una mano tra i capelli scostandoseli dal viso- Tu hai bisogno di me...sono io che risolvo non solo i miei problemi ma anche i tuoi e quelli di Louis...-
Non potevo che essere d'accordo ma non mi piaceva che mi fosse sbattuto in faccia così... era dannatamente vero e dovetti stare zitto anche se mi fu estremamente difficile. La mascella era serrata e il mio sguardo fermo nei suoi occhi.. ero in una dannatissima gabbia.
-e quindi?- Gli chiesi, non sapevo cosa sarebbe arrivato a chiedermi ma avevo idea che lo avrei scoperto prima della fine della serata.
-Quindi senza di me la vostra macchina vi creerà solo grossi problemi... certo... tu sei l'uomo che ha avuto questa idea tremendamente geniale ma se davvero vuoi agire come un fantasma devi affidarti a chi conosce questa magia... -spiegò fin troppo chiaramente, intanto aveva passato una mano sulla cravatta per poi afferrarla forse troppo saldamente. Si era alzato sulle punte dei piedi appoggiandosi a me e aveva avvicinato il viso al mio, avevo già provveduto a girarmi da un'altra parte. La cosa non si metteva bene e se gli avessi detto di no non sarebbe stato troppo contento.
Sembrò leggermente deluso dal mio muto rifiuto e andò a sedersi sulla sedia della mia scrivania lì vicino. Si era messo a frugare tra le mie cose e istintivamente ero andato a fermarlo, girando la sedia verso di me per guardarlo di nuovo serio, non voleva seriamente capire... mi ero piegato in avanti ad avvisarlo delle conseguenze, non poteva fare quello che voleva.
-Non allargarti così tant- Aveva afferrato di nuovo la cravatta questa volta con più convinzione e mi aveva fatto sbilanciare verso di lui. Il contatto era stato inevitabile e avevo maledetto la fisica un decina di volte. Lui aveva puntato a qualcosa di molto poco innocente ma non mi ero fatto ingannare, la mano poggiata sulla scrivania mi aiutò a tirarmi indietro... non dico che me lo aspettavo ma le mire di quel ragazzino non erano mai state i soldi. Avevo provato più volte a mandarlo a casa con un ingente assegno ma niente, non lo aveva nemmeno guardato. Non sapevo seriamente come risolvere quel problema... era un gioco perverso che non avevo voglia di giocare ma a cui ero costretto a partecipare e ora lui era lì. Pronto per una partita. Mi allontanai di due passi e lo guardai vagamente irritato. Non capiva e non voleva capire, faceva il bambino piccolo e in un certo senso poteva permetterselo ma quella cosa doveva finire.
-Con questo comportamento da bambino viziato cosa speri di ottenere?-
Gli chiesi chiaramente, non ero sicuro di voler sapere la risposta visto ciò che aveva cercato di fare ma volevo togliermi il dubbio per poter cercare di risolvere quella situazione a certe scoperte. Come avevo immaginato si era alzato con fare non troppo innocente, pur essendo molto più basso di me mi guardava come un vincitore guarda il nemico. Sorrideva spudoratamente sapendo di avermi in pugno, avevo vagamente capito la situazione in cui mi trovavo e non mi piaceva. Non sapevo seriamente come uscirne e come se non bastasse il mio socio in affari non pareva volermi aiutare. Speravo solo che stesse lavorando al generatore di codici che il ragazzino ci aveva suggerito. Cosa mi toccava fare per un po di fama...

 

   
 
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