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Autore: Emera96    24/11/2015    1 recensioni
4x14, Cristina viene a sapere che Burke ha vinto l’Harper Avery. Da qui le sue riflessioni e le considerazioni su ciò che ha fatto per l’uomo che amava.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cristina Yang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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But I’m only human

 
Nick dell'autore: Elisita (Emera 96 su EFP)
– Titolo: But I’m only human
– Fandom: Grey’s Anatomy
– Canzone scelta: Only Human, Christina Perri
– Citazioni utilizzate: “Ci sono diversi modi di morire e il peggiore è rimanendo vivi.”
– Genere: Romantico, Introspettivo
– Avvertimenti: //
– Raiting: Verde
– Introduzione: 4x14, Cristina viene a sapere che Burke ha vinto l’Harper Avery. Da qui le sue riflessioni e le considerazioni di ciò che ha fatto per l’uomo che amava.
– N.d.A: Le riflessioni di Cristina sono ambientate esattamente nell’episodio 4x14, e ho infatti inserito un paio di frasi davvero dette da Lexie a Cristina in obitorio.
 
Il silenzio mi entra dentro le ossa fin quasi ad appesantirmi la testa. Il bisturi in mano, un camice che adesso sembra troppo stretto, così stretto da bloccarmi il respiro, fino a lasciarmi senza fiato. La mia mano a mezz’aria, sospesa, come se posandola sul corpo sottostante potessi nuocere al cadavere. Come se, dopo aver letto quella notizia, non fossi più in grado di pensare lucidamente.
“Il cardiochirurgo più talentuoso della West Coast vince l’Harper Avery.”
 
“I can hold my breath, I can bite my tongue
Posso trattenere il respiro, posso mordermi la lingua.”
 
Trattengo il fiato per un secondo, cerco di focalizzarmi sul petto freddo e senza vita dell’uomo steso sotto il mio sguardo. Eppure, le parole di quell’articolo continuano a scorrermi davanti agli occhi, girando vorticosamente fin quasi a farmi venire la nausea. Rivedo gli elogi, la descrizione di una tecnica resa possibile grazie alle mie mani ferme, pronte a sostituirlo al più minimo errore. Quelle mani silenziose e a tratti invisibili, che avevano rattoppato le sue mancanze senza mai chiedere niente in cambio.
Mi sono morsa la lingua tante volte, come se concentrarmi su quel minimo senso di dolore rendesse più facile mantenere il suo segreto.
Un segreto che, adesso, viene premiato.
 
«Dottoressa Yang, tutto bene? Volevo solo controllare, visto che ha rinunciato alla possibilità di assistere ad un trapianto con la dottoressa Hahn. Forse è per il premio del dottor Burke? So che voi due eravate una coppia e…»
 
La voce di Lexie mi sfiora appena, lontana e indistinta. Trattengo a stento una risata di fronte alla pochezza delle sue parole. Burke ed io non eravamo una coppia: eravamo due mani che tengono lo stesso bisturi. Giorno dopo giorno, segreto dopo segreto, avevo finito per farmi assorbire dal suo modo d’essere, dalla sua visione delle cose, fino ad essere solo un appendice abbastanza ferma da sorreggerlo nelle sue cadute. E non era per il modo che aveva di guardarmi, né per come, amandomi, era riuscito a trasformarmi in ciò che voleva.
Lui era tutto quello che io avevo sempre voluto essere.
 
“I can stay awake for days if that’s what you want, be your number one
Posso stare sveglia per giorni se questo è quello che vuoi, essere la tua numero uno.”
 
Risento le palpebre pesanti, gli occhi stanchi tenuti aperti dalla paura di fallire, di deluderlo.
Rivedo Meredith intuire che stavo perdendo me stessa a vista d’occhi, la promessa di esserci in ogni caso, anche se fossi caduta, anche schiantandomi come la ragazza più ordinaria.
Ma a Burke una donna qualsiasi non sarebbe bastata.
Lui voleva l’eccellenza, qualcuno che riuscisse a tenere il passo con lui, durante quella corsa accelerata verso l’autodistruzione. E ogni pezzo perso era una nuova procedura da memorizzare, ulteriori ore da passare sui libri, l’ennesimo segreto da tacere al mondo.
Ogni sì a Burke era un no verso me stessa.
Senza mai pormi il dubbio se meritassi di meglio.
“Give you all I am, I can do it, I can do it,
Darti tutto quello che sono, posso farlo, posso farlo.”
 
Il primo segreto, e concedevo un frammento della mia dignità.
Il primo tremore al momento sbagliato, e mi privavo del mio valore come chirurgo.
La prima volta che ho messo mano al tabellone degli interventi, e rinunciavo all’amore verso me stessa. Ti avrei detto sì, Preston, pure di fronte a tua madre e senza sopracciglia, costretta in un abito che non avrei mai scelto e con una collana che pareva soffocarmi.
Avrei rinunciato a quell’ultima, imprescindibile parte di me, per te.
Dicono che ci sono diversi modi di morire, e che il modo peggiore sia rimanendo vivi.
Io a te sono sopravvissuta, fino a trasformarmi in un’ombra di tutto ciò in cui credevo.
Fino a diventare talmente insignificante da non meritare nemmeno di essere menzionata in un articolo appeso in bacheca, come un trofeo da ammirare con gli occhi pieni d’orgoglio.
 
“Your words in my head, knives in my heart,
You build me up and then I fall apart, but I’m only human.
Le tue parole nella mia testa, come coltelli nel mio cuore,
Tu mi costruisci e io crollo a terra, ma sono solo umana.”
 
«Sei stata tu a convincermi a mantenere il segreto.»
«Tu volevi che io fossi Preston Burke, volevi il chirurgo famoso.»
Frasi sconnesse, accuse a cui ho finito per credere, perché ciò che lui diceva sapeva di verità. Per lui ero come una serie di caselle da spuntare da una lista, cancellando a mano a mano tutto quello che mi rendeva ciò che sono. Lui ha visto il mio crollo prima che potessi farlo io, e ha deciso che era più facile scappare, per poter essere grande da solo.
 
E ora, eccomi qui.
Io, sola in un obitorio troppo silenzioso, ridotta ad un fantasma.
E Burke, intento a fissare prima il suo premio, poi la sua mano.
Consapevole di aver perso l’unica vera mano ferma a sua disposizione.
 
 
 
 
 
   
 
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