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Autore: ragazzacolbicchieredacqua    24/11/2015    1 recensioni
Ofelia, lasciati i Volturi, parte per Forks per diventare anche lei un vampiro "vegetariano". La sua scelta non sarà facile da seguire, ma creerà seri problemi anche nel clan dei Cullen, sarà però soprattutto la vita di Jasper ad essere più stravolta da una vampira più simile a lui di quanto tutti i Cullen possano esserlo mai stati.
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jasper Hale, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga, Contesto generale/vago
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«Passaporto e biglietto, prego»

Consegnai tutto quanto all'hostess al banco per imbarcarmi sull'aereo. Il volo mi avrebbe portata a Seattle, ma era Forks la mia destinazione finale.

Era da qualche mese ormai che avevo deciso di cambiare stile di vita e solo la famiglia Cullen avrebbe potuto aiutarmi. Sapevo che erano ormai un clan molto grande e variegato ma volevo provarci, mi sarebbe bastato anche qualche giorno a contatto con loro, parlargli della mia decisione e farmi consigliare su quanto possibile, al resto potevo pensarci anche da sola.

Avevo sentito parlare di loro tra i Volturi, Alice ed Edward Cullen facevano ancora molta gola ad Aro e anche a distanza di anni dal loro ultimo incontro non smetteva di pensarci.

Anch'io facevo parte dei Volturi ma esattamente un mese fa avevo dato le mie dimissioni.

Avevo vissuto decenni, secoli secondo lo stile usuale dei vampiri. Avevo avuto modo di conoscere il modo “vegetariano” già molto tempo addietro ma non mi era mai interessato, fino a quando non ricordai anch'io la mia umanità. Da lì in poi fu un crescendo continuo di emozioni sempre più forti e continuare la mia normale vita sembrava essere impossibile. Ogni persona a cui toglievo la vita diventava un peso in più dentro di me. Ero diventata instabile e insoddisfatta.

Far parte dei Volturi non mi aiutava e il pensiero di un modo per evitare quei terribili sensi di colpa mi divorava giorno e notte. Evitavo di farmi leggere la mente da Aro, probabilmente mi avrebbe fatta uccidere con una scusa qualsiasi in meno di due giorni, se solo avesse saputo il mio piano. Avevo un grande timore nei suoi confronti ma sapevo che ero libera di andarmene quando avrei voluto. Per quanto fossi un'arma con una certa importanza per la sua guardia, aveva altri vampiri da cui poter avere una giusta difesa.

Quando decisi di abbandonare il mio posto mancava una settimana alla “caccia” di Heidi, mi ero gustata già quella precedente ed ero pronta a non prendervi più parte per molto tempo. Andai da Aro, ed evitando accuratamente di farmi toccare, gli consegnai le mie dimissioni: la mia giustificazione era semplicemente che credevo fosse arrivato il momento per cambiare vita e viaggiare. Aro non sembrava turbato dal mio discorso, non volle nemmeno leggermi la mente, piuttosto allargò le braccia e disse solo « Se è ciò di cui hai bisogno, va' mia cara Ofelia. Qui a Volterra sarai sempre la benvenuta» e così me ne andai.

 

«Signore e signori, stiamo atterrando all'aeroporto di Port Angeles. Piove e la temperatura a terra è di 50° Fahrenheit» informò l'altoparlante con la voce dello steward.

A Seattle avevo preso il secondo volo, quello appunto per Port Angeles. Per la maggior parte del tempo, per entrambi i voli, finsi di dormire. Non avevo nessun lavoro da sbrigare e il mio vicino era un tipo fin troppo loquace per i miei gusti, era il modo migliore per far passare il tempo senza troppe seccature. Nel frattempo ne approfittai per pensare. Non conoscevo personalmente nessuno della famiglia Cullen, sapevo però che se le voci sul conto di Alice erano vere, allora erano già tutti informati del mio arrivo. Cercai di prepararmi un discorso ma il nervosismo che serbavo mi fece confondere più e più volte, così alla fine rinunciai. Avrei detto ciò che mi passava per la mente, l'unica cosa che era certa è che avrei chiesto direttamente di parlare con Carlisle, la sua fama di vampiro buono e disponibile lo precedeva da secoli.

 

All'arrivo a Port Angeles, affittai un'auto e in meno di un'ora arrivai a Forks. Non avendo bisogno di dormire o di mangiare o di qualsiasi altra cosa avesse bisogno un qualsiasi umano, decisi che avrei anche potuto fare a meno di prendere una camera in albergo, perciò mi misi subito alla ricerca della casa dei Cullen.

Per quanto il mio talento non fosse essere un segugio, mi fu semplice trovarli. Posteggiai l'auto un paio di chilometri prima della casa, già la vedevo ma preferivo percorrere l'ultima tratto con una veloce corsa.

Invece di entrare immediatamente mi fermai dietro un albero e mi fermai per qualche istante ad osservare l'edificio. Le mura così alte e chiare riuscivano ad armonizzarsi con il verde attorno e la scalinata bassa in legno sembrava come una continuazione del sentiero. Dalle vetrate riuscivo a vedere l'attività all'interno. Per un attimo fui presa dal panico ed ero quasi decisa a fare dietro-front e correre via. Ma proprio in quel momento sentii alla mia destra una voce calda e bassa.

«Benvenuta Ofelia. Ti aspettavamo. » mi girai di scatto e vidi un vampiro alto, biondo e con gli occhi dorati.

«Io... Grazie» risposi disorientata. «Sei Carlisle, giusto?»

«Sì, esattamente. Ma ti prego, entra in casa. Potremo parlare meglio» e con una mano mi indicò la scalinata.

D'altronde ero venuta per questo no? Avevo fatto un viaggio lungo e mi ero tormentata per giorni, come minimo dovevo almeno provarci.

Feci solo un cenno con il capo e lo precedetti lungo la stradina. Mi aprì la porta ed entrando in casa il nervosismo piano piano cominciò a scemare. Mi fece strada verso il salotto dove mi presentò sua moglie Esme, Rosalie ed Emmett, la famosa Alice e il suo compagno Jasper. Quando cercai di presentarmi, Alice, con tono entusiasta, mi fermò immediatamente.

«Oh ti ho vista subito Ofelia! Siamo così contenti del tuo arrivo, vedrai ti troverai bene con il nostro stesso stile di vita, fidati!»

«Grazie, lo spero proprio» dissi sottovoce e un po' titubante.

Emmett e Rosalie non sembravano fare tanto caso a me, dopo le presentazioni infatti se ne andarono dalla stanza senza dire una parola.

Decisi di non andare tanto per le lunghe, avevo tante curiosità dentro e non vedevo l'ora di soddisfarle.

«Ecco, non so bene come funzionano le visioni di Alice, ciò che so deriva dal sapere dei Volturi, ma credo vi debba qualche informazione in più comunque su di me, sul mio passato e sulle mie intenzioni» dissi rivolta ai rimasti.

«Certo cara, noi cercheremo di soddisfarti più che potremo» rispose Carlisle con un sorriso.

«Lo apprezzo molto, grazie» cercai di sorridere anch'io in modo sincero ma il nervosismo mi stava paralizzando perfino nel compiere le azioni più banali.

«Come ho detto il mio nome è Ofelia, sono nata in quella che è l'odierna Italia nel 1807 circa, nella città di Lucca che al tempo era nel Granducato di Toscana. Sono diventata un vampiro all'età di ventuno anni, alla fine del XIX secolo entrai a far parte dei Volturi per rimanere nella mia terra senza problemi. Ho passato una vita senza rimorsi causati dalla mia dieta, fino a poco tempo fa. Ho vissuto un'esperienza che mi ha colpita molto e cambiata dentro, così ho deciso che era il momento di trovare una soluzione al malessere che provavo.» In quel momento sentii qualcuno entrare, più di una persona ma pulsava un cuore tra di loro. Mi girai di scatto, come di riflesso, e davanti mi ritrovai due vampiri e un ibrido, non potevano che essere Edward, Bella e Renesmee Cullen. Gli porsi la mano. «Voi dovete essere Edward, Bella e Renesmee. Piacere di conoscervi. Io sono...» «Ofelia, piacere di conoscerti» mi anticipò Edward stringendomi la mano a sua volta, mi fu involontario scoccargli un'occhiata torva.

«Ti ho vista nella visioni di Alice» mi rispose alzando le spalle.

«Ora è chiaro. Mi sembrava strano ti ricordassi di me dall'ultima volta che vi ho incontrati.» a quelle parole tutti i presenti nella stanza si voltarono verso di me con espressioni di sorpresa e paura in volto. Mi ero riproposta di non rivelargli il mio talento o riprendere eventi passati, ma purtroppo mi ero fregata da sola e ora non potevo non dargli delle spiegazioni.

«Sono riuscita ad entrare tra i Volturi e nella guardia di Aro anche per il mio talento particolare, lo stesso che mi ha permesso di conoscervi, anche se indirettamente, tempo fa senza che voi ve ne accorgeste.» a quel punto decisi che fosse meglio mostrare direttamente ciò che mi è possibile fare e non spiegarlo a parole: divenni così invisibile ai loro occhi.

«Non ti sento più» disse Edward in tono allarmato cercando di fissare insistentemente, nonché inutilmente, il punto in cui ero un attimo prima di scomparire.

«Ti preoccupi di non sentirla quando non la vediamo nemmeno?!» sbottò Emmett ridendo.

Vidi sul volto di Carlisle un sorriso, mentre Rosalie, ritornata da poco insieme ad Emmett, aveva assunto un'espressione agitata e avrei giurato che potesse avere un attacco di panico da un momento all'altro.

«Ma questo è fantastico! Ecco perché non ti abbiamo mai vista, stupendo!» disse tutto d'un fiato Alice, senza smettere di sorridere a 32 denti. «Ma neppure io vedo le tue prossime mosse ora» aggiunse però, con una nota di disappunto nella voce.
Appena riapparsi, Alice ed Edward sembrarono calmarsi per aver ripreso pieno possesso dei propri poteri anche su di me, Rosalie si riprese da quel momento di debolezza e con uno sguardo truce si allontanò di nuovo, andò verso la porta ma rimase lì, senza uscire.

«Sì, ecco, questo è il mio talento: l'invisibilità. Quando scompaio nessuno riesce a rintracciarmi, né con talenti fisici né con quelli della mente, neppure chi è in possesso di un talento scudo può difendersi da me in quel momento. Scompaio da tutti i radar ma posso colpire chiunque, e non solo con le principali doti dei vampiri, l'invisibilità mi permette anche di creare e utilizzare dei campi magnetici che posso usare come e contro chi voglio» conclusi spostando il mio sguardo verso il soffitto.

«Mi ricordo di te» disse Carlisle, ancora sorridente. «Aro si era molto vantato per il suo ultimo acquisto ai tempi ma non ero mai riuscito ad incontrarti di persona, o meglio a “vederti” di persona» concluse sorridendo ancora di più.

«Ecco sì, per anni non mi sono fatta vedere da nessuno nemmeno tra i Volturi stessi» risposi sorridendo di rimando.

«Allora come possiamo aiutarti, Ofelia?» mi chiese Esme in tono dolce.

«Sono venuta qui perché appunto vi ho visti in qualche occasione e perché conoscevo di fama il vostro stile di vita. Immagino che per chiunque di voi sia stato difficile e vorrei chiedervi come affrontare al meglio questo cambiamento di “dieta”, ma ho modo di pensare che per Jasper lo sia stato di più visto che ha condotto una vita da vampiro diversa dalla maggior parte di voi ma più vicina alla mia e perciò sapere cosa va evitato più possibile quando si è vissuto come noi» e così dicendo mi voltai verso Jasper che dall'espressione che aveva assunto capii che si aspettava tutto da me meno che lo interpellassi così direttamente. Anche Alice ora lo guardava e gli sorrideva dolcemente sussurrandogli qualcosa che non riuscivo a sentire però.
«Non vi prenderò troppo tempo, davvero. Le direttive generali e sapere le vostre esperienze personali è tutto ciò che mi basta, sul serio.» dissi concitata e con un tono di voce più alto di alcune ottave rispetto al solito. Il loro silenzio lo stavo interpretando in maniera negativa.

Mi voltai per la stanza cercando i loro sguardi: Jasper teneva gli occhi chiusi e sembrava ancora confuso ma si stava concentrando sulle parole che Alice gli stava ancora dicendo, Esme mi guardava come se cercasse di capire cosa fosse giusto dirmi, Emmett era vicino a Rosalie sulla porta, indecisi se partecipare alla discussione o meno, Renesmee gli passò davanti uscendo lentamente, probabilmente la cosa non gli era di nessun interesse, Bella invece guardava Edward ma lui sembrava tenere un discorso silenzioso con Carlisle mentre si guardavano a vicenda. Nessuno mi aveva ancora risposto e stavo diventando irrequieta e paranoica per questo. La mia non mi sembrava una richiesta così eccessiva, che considerassero il modo per diventare “vegetariani” esclusivo e di loro proprietà? Allora perché hanno portato avanti per anni contro i Volturi la loro idea?

Mentre la mia mente spaziava tra i più vari pensieri riguardo quest'attesa silenziosa, inconsciamente ero diventata invisibile, fui grata a me stessa vista la piega poco gentile che stavano prendendo e che sicuramente Edward avrebbe interpretato male se non peggio, ma me ne accorsi solamente quando Carlisle mi chiese dove fossi finita.

Riapparsi immediatamente, non gli lasciai nemmeno il tempo di finire la frase.

«Eccoti qui! Scusaci tutti, per quanto sapessimo quale fossero le tue intenzioni già prima del tuo arrivo, non sapevamo ancora chiaramente come comportarci. A me ed Edward piacerebbe parlarti un po' più approfonditamente, se non ti dispiace.» concluse con il suo solito sorriso gentile.

Non mi aspettavo una sorta di interrogatorio, rimasi interdetta così feci solo un cenno di assenso ma deciso. «Jasper, vuoi venire pure tu?» aggiunse subito dopo.

Anche Jasper fece solo un cenno con la testa, così Carlisle si incamminò verso le scale, subito dietro di lui lo seguiva Edward, poi mi aggiunsi io e infine Jasper.  

  
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