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Autore: lynary    24/11/2015    1 recensioni
Luke Windsor è il pubblicist di Tom Hiddleston. Luke e Tom sono anche grandi amici, e ho immaginato che Luke non si occupi di altri particolari della vita di Tom, come comprargli i vestiti, come farebbe un fratello premuroso.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutte.

La one shot che segue è stata scritta per la mia amica Barbara (LaFenice97), come regalo per il suo compleanno, la pubblicazione è stata permessa da lei in persona.

E' nata in un pomeriggio, eravamo in chat io, Barbara e Marta (NerdGirl), sbavando sulle foto in arrivo dal Toronto film Festival, quando Marta se ne esce con il commento: “Mi piacciono questi nuovi outfit, Luke deve avergli bruciato l'armadio per la disperazione!” ed ecco che la mia immaginazione è partita.

Spero vi piaccia, e vi prego commentate!

 

I VESTITI NUOVI DELL'IMPERATORE.

 

Tom rientrò nel suo giardino dal retro, la playlist che ascoltava per correre, aveva una sola canzone da suonare, quindi aveva accelerato il passo della sua corsa mattutina. Gli accadeva sempre quando era eccitato o preoccupato, in questo momento provava entrambi i sentimenti.

Stava per cominciare il nuovo tour per la presentazione dei suoi film, la cosa gli metteva una energia pazzesca! Rimase a godersi Bono Vox che cantava “Whit or Whitout”, mentre faceva stretching e respirava l'aria frizzante del mattino. Settembre era arrivato repentino regalando a Londra le prime spruzzate di oro e bronzo. Tom amava alzarsi quando la città ancora dormiva, infilava le cuffiette e sotto il cappuccio della felpa poteva godersi la calma e la tranquillità, niente fans, niente cellulari, niente sorrisi di circostanza, solo lui, il sole che sorge e il ritmo cadenzato del suo respiro! Certo Tom amava incontrare le fans, sapeva quanto un suo sorriso o un cenno di saluto contasse per loro e non si tirava mai indietro; secondo alcuni era troppo disponibile ma nei prossimi mesi avrebbe fatto indigestione di fans ed ora voleva fare il pieno di solitudine godendosi gli ultimi giorni prima di rimettersi sotto i riflettori.

Fra qualche giorno sarebbe partito per Toronto dove avrebbe presentato due dei tre film che aveva in uscita, poi NY per Crimson Peak, San Sebastian e Roma; successivamente le anteprime di Parigi, Berlino, Barcellona, Vancouver, New Orleans e per finire Nashville. La sua casa nei prossimi mesi sarebbe stata delle fredde camere d'albergo, aeroporti e studi televisivi; avrebbe incontrato i fan, la stampa. La parte più glamour e nello stesso tempo più odiosa del lavoro che tanto amava. I tre film in cui aveva lavorato erano decisamente state scelte coraggiose: “Crimson Peak” un horror gotico in cui interpretava un ambiguo sir inglese; “High Rise”, la trasposizione di un romanzo di fantascienza diretto da uno semi sconosciuto regista inglese e “I saw the light”, dove interpretava Hank Williams un cantante country americano degli anni '40, sconosciuto in Europa ma un'icona per il pubblico americano che lo idolatrava. Quest'ultimo ruolo gli creava ansia, aveva dovuto perfezionare l'uso della chitarra e prendere lezioni di canto e per questo aveva passato cinque settimane con un personal trainer d'eccezione Rodney Crowell; aveva lavorato duramente, era stato costretto a dimagrire ed ad indossare scomodissime lenti a contatto colorate. Ciò nonostante era soddisfatto del suo lavoro ma temeva il confronto che i fan più accaniti avrebbero fatto con Hank Williams.

Entrando in casa e dirigendosi in cucina per prepararsi la colazione, ripensò alla conversazione avuta con sua madre giusto la sera prima: gli aveva palesato le sue paure mangiando l'ottimo pudding che gli cucinava ogni volta che andava a cena da lei. Ricordava con tenerezza le sue parole quando carezzandogli la guancia e baciandolo sulla fronte aveva sentenziato:

“Tesoro hai fatto del tuo meglio? Ti sei impegnato al massimo senza risparmiarti? Sono sicura di si, quindi non devi preoccuparti, potrai affrontare le eventuali critiche a testa alta.” Razionalmente sapeva che sua madre aveva ragione, ma paradossalmente non era cosi facile mettere in pratica i suoi buoni consigli.

Mentre tostava il pane e seguiva il corso disordinato dei suoi pensieri, sentì un rumore provenire dal piano di sopra, rumori di passi e come di ante sbattute, rimase con la tazza di tea a mezz'aria guardando il soffitto preoccupato, “Ottimo ci mancavano solo i ladri.” pensò; il cuore gli aveva ripreso a battere forte come durante la corsa, pensieroso e agitato si chiese: “E ora che faccio? Niente esco piano piano e chiamo la polizia, meglio evitare brutti incontri.” Fece per posare la tazza sul ripiano della cucina, quando sentì un cellulare suonare, rimase in ascolto credendo di riconoscere la suoneria, sembrava, no era “Get Lucky”, la stessa suoneria di Luke, il suo pubblicist, gli sfuggì un sorriso ironico e contemporaneamente sentì la voce di Luke, tirò un sospiro di sollievo, niente brutte sorprese solo una visita del suo migliore amico. Luke era andato a casa sua quando sapeva di non trovarlo, che cosa curiosa pensò, andò di sopra facendo le scale saltando i gradini, decidendo di restituirgli i due minuti di terrore che aveva provato, si avvicinò di soppiatto alla porta della sua camera, da dove sentiva venire la voce del suo amico, quando lo sentì riagganciare il telefono, aprì la porta di scatto: “BECCATO!!!” urlò, Luke sobbalzò e girandosi verso la porta lancio un piccolo urlo.

“Tom maledizione a te… cosa diavolo ti salta in mente, vuoi farmi venire un infarto?”

“Guarda che hai cominciato tu, aggirandoti in casa mia in gran segreto, credevo ci fossero dei ladri! Che cosa ci fai qui?”

Luke arrossì leggermente imbarazzato, Tom allora si guardò intorno, c'erano un paio di sacchi della spazzatura per terra, dei porta abiti appesi alle ante dell'armadio spalancate e un sacco di buste di boutique.

“Cosa stai facendo Luke?” chiese ancora Tom.

“Ti ho fatto shopping!” sospirò Luke allargando le braccia.

“Cosa!?”

“Si Tom, ti ho fatto shopping, ho rinnovato il tuo guardaroba, visto che sono mesi che ti chiedo di comprarti dei nuovi vestiti.”

“Ma Luke….”

“All'inizio te l'ho chiesto gentilmente, poi ti ho implorato, poi ti ho minacciato, e tu che hai fatto? Mi hai ignorato, cosi l'ho fatto io. Puoi ringraziarmi quando vuoi!”

“Ringraziarti? Ho trentaquattro anni e mia madre ha smesso di comprarmi i vestiti quando ne avevo quattordici.”

“Infatti alcune delle magliette che porti sono le stesse di allora.” ribatté Luke indicando la maglietta nera che Tom usava per correre.

“Questo non è vero” rispose Tom offeso, sbirciò dentro i sacchi della spazzatura, vide alcune delle sue magliette preferite, “Comunque mi piacciono le mie magliette, cosa hai intenzione di farci con la mia roba?”

“Spero la accettino all'Esercito della Salvezza!”

“Non puoi buttare questa.” disse Tom estraendo dai sacchi una maglietta verde, “la indossavo in America quando mi hanno fatto lanciare la prima palla ad una partita di baseball”

“E questa? E' mia camicia preferita!” Esclamò tenendo stretta in mano una camicia scozzese rossa, Luke lo guardo di sbieco strappandogli di mano gli indumenti

“Sono sdrucite, sembrano stracci per la polvere, hai visto come ridotto questo colletto?” mostrandogli il colletto della camicia tutto sbrindellato

“Questa è la maglietta del Coriolano, le mie fan la adorano, non puoi buttarla, e questa bianca? Sai in quanti telefonini è salvata la mia partecipazione all'Ice Bucked Challenge?”

“E tu lo sai che Harrod's le vende a 12,99 sterline il pacco da quattro?” cosi dicendo gli lanciò un pacco di magliette azzurre.

Tom mise il broncio, cercando di riprendersi una camicia azzurrina, ma ancora una volta Luke fu più veloce e si prese i sacchi chiudendoli, “Tra l'altro tutte le camice ti tirano sul petto dopo che hai messo su muscoli per “The Night Manager!”

Tom incrociò le braccia sul petto, si sedette sul letto e tentò ancora:

“Già appunto, come sai che la roba nuova mi bene?”

“Ho chiesto a Kevin le tue misure”

“Kevin? Il costumista tatuato che mi seguiva sul set? Quello con cui flirtavi?”

“Non flirtavamo.” esclamò il pubblicist, “Beh ok, forse un pochino!” ammise guardando Tom di sottecchi, che sorrise leggermente, “Comunque, è a Londra, l'ho chiamato per un consiglio e lui si è offerto di accompagnarmi, è stato lui a suggerirmi di far sparire anche le tue camicie, i tuoi pettorali ora sono davvero grossi e lui giustamente ha detto che anche le camicie e le giacche dovevano essere ricomprate; poi c'è il problema dei pantaloni, il tuo sedere non è cosi esagerato ma ora vanno di moda i pantaloni cosi stretti che le misure devono essere perfette altrimenti davanti segnerebbero troppo e...”

“OK, dacci un taglio” lo interruppe Tom, “Non sono sicuro mi piaccia sapere che tu e un altro uomo parlate del mio fisico e di come mi stanno i pantaloni sul davanti!”

Luke lo guardò sarcastico “Ti infastidisce che io parli del tuo fisico e passi le ore a scambiarti Link di fan fiction slash, di te e Chris o di Loki e Ironman con Robert Downey Jr?”

“Come fai a saperlo?” chiese Tom accigliandosi; era un gioco magari un po morboso, ma divertente che faceva con Rob, da quando quest'ultimo aveva postato una fan art bondage di Loki e Ironman; Tom aveva scoperto un mondo di storie dove lui, Chris, Rob o meglio i loro personaggi intrecciavano torbide e passionali relazioni: Chris pensava fosse tutto troppo bizzarro e non condivideva quella piccola perversione.

“Mi hai mandato gli screenshoot dei vostri commenti” rispose Luke con uno sguardo divertito.

“L'ho fatto per sbaglio, volevo mandarli a Liam il fratello di Chris, per farmi quattro risate alle sue spalle; comunque, a parte che alcune sono scritte davvero bene, è solo un passatempo” si difese Tom.

“Come no!” lo derise Luke scuotendo la testa, “In ogni modo, stai per iniziare il tour promozionale dei tuoi film, devi apparire al meglio, altrimenti di cosa scriveranno le tue fan?” continuò prendendolo in giro. “Nelle sacche ci sono i completi per i red carpet ai festival più importanti; Kevin è sicuro delle misure, ma provali e se non ti stanno bene chiamalo, abbiamo ancora qualche giorno c'è tempo per le modifiche; per i Photocall e gli incontri con la stampa puoi vestire più informale, ricordati che staremo via per tanti giorni di seguito, assicurati di portarti abbastanza roba. E' importante Tom, lo so che sembro ti sembro esagerato, ma davvero...”

“Si mamma, ho capito!” esclamò Tom esasperato, alzando gli occhi al soffitto.

Luke lo incenerì con lo sguardo, non gli diede una rispostaccia solo perché il suo telefono ricominciò a suonare e dovette rispondere, mentre Luke era sul pianerottolo, Tom andò a guardare i completi nelle custodie, un abito gessato blu, una abito grigio con giacca a doppio petto, uno smoking nero, uno blu cangiante, ad ognuno era abbinata una camicia di seta e una cravatta, Tom accarezzò la stoffa, valutando il taglio e il colore, non era vanitoso, in linea di massima preferiva jeans e magliette più comode rispetto a giacca e cravatta, ma sui red carpet gli piaceva essere elegante e ammirato. E gli abiti erano favolosi avrebbe fatto un figurone, Luke aveva gusto non si poteva negare. Quel ragazzo faceva un lavoro superlativo per lui, Tom sapeva di essere fortunato, poteva fidarsi ciecamente di Luke e nel suo ambiente non era così scontato; poteva contare sui suoi consigli e sul suo appoggio incondizionato, ogni volta che aveva un dubbio c'era un problema, quando ogni tanto si faceva prendere dalla paranoia, bastava un messaggio e Luke era li per lui, a rincuorarlo, a sostenerlo, a risolvergli i problemi.

Luke chiuse la telefonata “Devo andare, ti manderò il programma aggiornato del viaggio via mail, partiremo insieme un paio di giorni prima della premier di “I Saw the Light” a Toronto, mi raccomando di provare i completi. Ci vediamo.”

Cosi dicendo si infilò giù per la scala, Tom rimase ad osservarlo un momento prima di richiamarlo “LUKE ASPETTA!!” lo raggiunse ai piedi della scala Luke lo guardava interdetto, “Cosa c'è?” ...Tom lo interruppe stringendolo in uno dei suoi famosi abbracci, lo strinse forte nonostante le proteste “Tom che fai….” .

“Grazie! Non te lo dico spesso, ma so quanto ti sbatti per me, per la mia carriera e non credere che non lo apprezzi, dovrei dirtelo più spesso. Ce l'ho con te per aver fatto sparire le mie magliette preferite… Ti voglio bene!” Cosi dicendo Tom posò un sonoro bacio a stampo sulla bocca di Luke, che arrossì violentemente. Luke si sentiva sempre imbarazzato dalle manifestazioni di affetto palese di Tom, a dire il vero detestava proprio questo aspetto del carattere dell'amico. Luke era un ragazzo schivo, riservato, si sbatteva volentieri per Tom, come per tutti i suoi clienti, era il suo lavoro, ma non poteva negare che sentire l'affetto e l'approvazione di Tom, lo faceva inorgoglire, lo rendeva felice, perché Tom era molto più di un cliente.

“Beh… grazie… “ disse impacciato “Devo andare adesso!” Cosi dicendo si divincolò dall'abbraccio di Tom e dopo avergli rivolto un sorriso grato, si diresse verso la porta. Tom lo guardò appoggiandosi al corrimano e incrociando le braccia sul petto quando Luke fu sulla porta, lo richiamò ancora:

“Luke… in rete ci sono un sacco di storie anche su di noi! Se vuoi ti mando i link!”

Luke avrebbe voluto sprofondare sottoterra per l'imbarazzo, se andò seguito dalla risata di Tom, che aveva avuto la sua piccola vendetta.


 

Nota dell'autrice: di seguito il link della foto a cui mi sono ispirata per la conclusione.

http://www.google.it/imgres?imgurl=https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/736x/1f/f0/6a/1ff06a070242794cd7993849db37a27e.jpg&imgrefurl=https://www.pinterest.com/pin/252694229069704983/&h=1099&w=736&tbnid=AApS_W9uNmsK8M:&docid=c8D0In2cPRzGYM&itg=1&hl=it&ei=4X5UVsH2JsWFPu23qNAI&tbm=isch

   
 
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