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Autore: wick_    24/11/2015    0 recensioni
Con "L'amore ai tempi di whatsapp" vorrei proporvi una relazione poco idealizzata. I due adolescenti scopriranno assieme quanto possa essere allo stesso tempo bello e stressante l'amore. Per scoprire la grandezza di questo sentimento Maggie e Jack dovranno prima conoscere l'ostacolo da oltrepassare: la famiglia. Whatsapp come tutti gli altri social sarà sempre una pietra nella scarpa leggendo potrete notare il doppio scopo nel postare una foto: si mostra felicità o si finge? Una commedia che entra nel vivo delle relazioni adolescenziali. Buona lettura!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Guardami un ultima volta e abbi il coraggio di lasciarmi così piuttosto che continuare per chissà quanto in modo penoso per essere mollata con un inutile messaggio. Mollami adesso, non farmi soffrire " supplicavano gli occhi di Maggie dopo aver fatto la fatidica domanda l'ultima notte in Francia.

-Che ne sarà di noi? - così semplice rispondere all'apparenza. Davanti gli occhi si presentavano due strade, la prima dava loro la possibilità di lasciare tutti quei sentimenti nella vacanza studio e far finta di non conoscersi, la seconda, più turbolenta, li spingeva a continuare nella vera vita davanti agli amici, nemici, familiari e tutti i problemi vari. Maggie, troppo buona per natura, riusciva solo a guardarlo attentamente cercando di capire cosa volesse fare, dare il suo mille e soffrire per chi non avesse intenzione di continuare allo stesso modo non la rendeva così contenta. Eppure in quella colonia estiva si erano donati così tanto amore nello sfondo romantico di Parigi e lasciarlo andare senza lottare non le migliorava l'umore. Jack rispondeva al suo gioco di sguardi impaurito di prendere una decisione. In poco tempo avevano scoperto un grande sentimento destinato a durare, se avessero voluto. Agli occhi del malizioso Jack quella fanciulla sembrava l'apparizione di un angelo troppo fragile per esser toccata da una qualsiasi mano. Quando si parlava di lei sentiva l'esigenza di mostrare il meglio sia di sé che dell'esterno mondo, voleva dimostrare ad ogni costo che il mondo accanto a lui era più colorato di mille arcobaleni. Non sapendo come descrivere queste sensazioni e troppo impaurito dalla parola "amore" si consolava vivendo l'attimo convinto, se vero amore, sarebbe durato in eterno. Si promise di chiamare questa emozione con il suo nome solo dopo aver prima versato almeno una lacrima per lei. Da quando erano state annunciate le date per il ritorno in città loro due si erano allontanati, sia per i saluti e gli addii che per evitare quel momento imbarazzante. Questo, per Jack, non era il primo viaggio organizzato dalla scuola nel quale trovava una ragazza e ormai come tattica definitiva per evitare una drastica rottura piena di lacrime e insulti decideva di scappare via, irreperibile per un'intera settimana e tornato a Seattle come per magia si ritrovava single.

-Forse è meglio tagliarla qui. Abbiamo passato tanti bei momenti, però la vita reale non è così. IO non so così, non posso accompagnarti a scuola ogni mattina, non posso passare interi pomeriggi in un parco a ridere spensierato, quello che ho passato con te è stato meraviglioso e vorrei ricordarlo così. - Disse per la prima volta ad una ragazza un addio, se solo qui ci fosse stata sua sorella sarebbe stata fiera, nei limite concessi dalla situazione.

-D'accordo, ci vediamo al ritorno- Proferì con un sorriso maligno e sicuro. Continuò a guardarlo negli occhi leggendo divertita il suo stato d'animo, rimase spiazzato dal rintocco della sua decisione, non si aspettava di certo lacrime o suppliche almeno un accenno di tristezza, non poteva abbandonarlo con lo stesso patos con il quale si dice addio ad un professore rompipalle!

-No, aspetta- la prese per un braccio volendo chiarimenti

-Capisco, non vuoi nulla di serio. Preferisci gli amici e il football o le belle ragazze, non quelle come me. Fa nulla.  Buona vita Jack Russell ci si vede in giro- disse mostrando incertezza nel guardare quelle perle che si trovava al posto degli occhi. Mentre si allontanava terminò la sua frase con un "sempre se ti ricorderai come si salutano le persone come me" lasciando ben immaginare quanta stima avesse per gente come lui. Per consolarsi poteva sempre dire di aver avuto l'ultima parola, per la prima volta. Jack rimase di sasso guardandola andar via. Cosa voleva dire con quella frase? Chi pensa di avere davanti?  L'avrebbe salutata al ritorno... se non fosse riuscito a dimenticarla. Dopo una decina di minuti decise di tornare a casa e tra una risata e una cena si ritrovò nella sua camera a guardare la finestra dalla quale riusciva a vedere in lontananza la grande Torre, ricordò senza volerlo la prima volta che la tenne abbracciata a sé dopo svariati baci in quel letto quando le promise che terminati gli studi sarebbero tornati. Adesso in quella stanza non c'era più nulla e in Francia non ci avrebbe messo più piede, frasi dette per entrare nelle sue grazie risultando inutile davanti a simile intelligenza. Si ritrovò a fantasticare a quando finalmente Maggie concederà la chiave del suo amore e gli si tolse il respiro a sapere che non sarebbe stato lui, pensò ai baci e alle belle parole che sapeva dire nei momenti meno adatti o quanto potesse esser sensuale la sua castità. Capì che forse era meglio non pensare più a nulla avendo fatto una grande cazzata, Maggie non voleva più uscire dalla sua testa. La notte passò così, tra un insulto a sé stesso e cento modi per chiederle scusa; i suoi occhi erano la dimostrazione del poco sonno assieme al suo irascibile umore. Dopo aver terminato le questioni burocratiche del ritorno- quindi saluti alla famiglia, sistemazione valigia, viaggio fino all'aeroporto- trovò finalmente il suo tesoro accanto ad una dozzina di ragazze. Il suo sguardo era vuoto, nascondeva i suoi bellissimi occhi nocciola dietro dei grandi occhiali da sole e indossava lo stesso abito di quando si scontrarono alla fermata del bus. Senza un piano e un discorso si avvicinò fermandosi ad un palmo dal naso respirando la stessa aria.

-Sai che? Se mi prometti il tuo sorriso tutte le mattine io vengo a prenderti, se mi fai ridere anche quando prendo una F io imparerò a dormire sotto gli alberi, se mi prometti di restare anche quando ti caccio io non potrò fare a meno di te. Sono stato un cretino, lo sono sempre, ci penso dopo e faccio la figure del coglione, ma pensarti distante mi fa morire dentro- concluse porgendole il suo cuore ripieno di speranze. Lei lo squadrò dalla testa ai piedi e poté constatare la sua disperazione. Dal suo canto passò l'intera nottata in lacrime mangiando cibo spazzatura e facendosi tirar su il morale dalle sue compagne di stanza. Divertita si avvicinò come se volesse baciarlo e in un secondo la faccia di Jack ospitava il rossore della manata di Maggie.

-La prossima volta che osi fare il coglione scordati di riavermi al tuo fianco- proferì il suo avvertimento dopo averlo baciato. In fin dei conti questo viaggio non si era rilevato così malvagio

  
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