Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: kerryjackson95    25/11/2015    0 recensioni
Nancy è una ragazza di venticinque anni, è una giornalista famosa, è di bell'aspetto, talentuosa e piena di vita, insomma ha tutte le carte in regola per fare carriera e diventare qualcuno. Nonostante sia famosa ha una vita abbastanza tranquilla dato che non ha permesso ai media di sapere molto su di lei... vita tranquilla? beh si... con 9 bambini adottati, una casa a tre piani... piuttosto normale non c'è che dire. La gente che la circonda chiacchiera su di lei ponendosi molte domande sul suo conto. Si narra infatti che abbia avuto contatti con l'ormai compianto re del pop: Michael Jackson, ma lei sostiene di essere solo una delle tante fan. Ciò che per tutti è misterioso è il suo passato che nessuno conosce e a cui lei nemmeno accenna. Com'era quando era piccola? E' sempre stata così? Bella? Prestante? Allegra? Invidiata? Con una vita così comoda e generosa? Perché una giovane donna di quell'età dovrebbe sprecare i suoi anni migliori a curare nove bambini, invece di godersi la vita come farebbe una qualsiasi donna al suo posto? Insomma pare che Nancy sia inconoscibile e qualcuno sostiene che porti una maschera, che abbia un'identità segreta che nasconde al mondo.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tre mesi dopo, era ormai autunno. Willy e Kerry erano ormai fidanzati e passeggiavano per le vetrine di Los Angeles, non faceva molto freddo, stavano bene entrambe con la felpa. Ad un certo punto, si fermarono davanti ad un negozio di dischi e in vetrina c’era una bellissimo 80 giri di Michael Jackson in vinile. A Kerry i illuminarono gli occhi, Willy disse:
“Aspettami qui, vado a prendertelo!”
“No Willy, ma sei matto? Non c’è fuori nemmeno il prezzo.”
“Chi se ne importa, sono l’erede di Michael Jackson, suo nipote, anzi figlio come dicono tanti…”
“Ah certo e cosa credi di averlo gratis per questo?”
“No, ma sono pieno di soldi perché non dovrei spenderli per chi amo di più?”
“No Willy, non è necessario, ho già tante cose di Michael che mi ha dato lui personalmente, perché devi spendere un capitale per un disco firmato da lui, o almeno così dicono.”
“Beh, il primo motivo è che ti conosco e so che se è qualcosa di Michael non dici mai di no; perché non ti basta mai la sua roba, è un disco originale e ho visto come appena l’hai visto ti sono brillati gli occhi; e poi so cosa piace a me e so che piace anche a te… Negalo se hai il coraggio.”
Kerry che non riusciva a fingere rise divertita e disse: “Hai vinto, compralo pure!”
Willy entrò nel negozio.
Kerry si guardò in giro, in mezzo alla folla, notò una faccia antipatica, anzi, la più antipatica che avesse mai visto: Betty! Il suo cuore tremò e sentì una fitta allo stomaco, la stessa sensazione che le faceva all’orfanotrofio. Cercò d nascondersi, ma lei la vide.
Capelli biondo platino, lunghi fino al sedere e piastratissimi, Minigonna, calze trasparenti, tacchi a spillo giacca di pelo vero color beige e striato di grigio, occhiali da sole fucsia, rossetto fucsia lucido, borsa giffata, si avvicinò , lei cercò di ignorarla… era ancora attorniata dalle stesse oche dell’orfanotrofio.
“Kerry, ma chi si vede!”
Kerry si girò dopo essersi fatta forza e ave respirato profondamente: “Ciao Betty!”
La salutò con aria scocciata.
“Cosa ci fai qui, a Los Angeles? Questa non è una città per ragazze come te.”
“E per quale motivo tu saresti più adatta di me vipera?”
“Oh, Kerry ma mi tratti sempre così male, io sto solo cercando di metterti in guardia per il tuo bene. In questa città per vivere bisogna avere certe qualità, essere alte, snelle, tirate a lucide, avere l’aria popolare, ricercata, trendy e chic e non da orfanella ingenuotta che non sa come vestirsi e camminare. E’ necessario essere ricchi, avere fascino, essere furbi, intelligenti ed essere sensuali e seducenti. In poche parole, tu sei un’ intrusa qui, anche perché non sei cambiata per niente, sei sempre la stessa di 12 anni fa… ingenua, perdente, senza un po’ di furbizia…”
“Anche tu non sei cambiata, sei sempre stupida, falsa, vuota, superficiale, cattiva, egoista, solo capace a ferire… non ti è proprio cresciuto il cervello.”
“Allora perché io vinco sempre in tutto e tu sei sempre così. Io ho vestiti firmati, sono bella, alta, ho successo con gli uomini, sul lavoro, e tu? Ti ritieni già fortunata ad essere qui. Ma certo, tu, ti alzi la mattina ti mangi quattro ciambelle che vanno ad alimentare la  tua cellulite e le tue cellule adipose, ti fai la doccia senza nemmeno farti una piega dopo, credendo di aver già fatto chissà cosa lavandoti, ammesso che tu ora lo faccia dato che il tuo odore non è cambiato,  credi di fare un gesto eroico mettendoti un po’ di matita e mascara, poi apri il tuo armadio infili quella felpa da ragazzina emarginata, quei jeans comprati a cinque dollari in qualche outlet, quelle scarpe da ginnastica scontate del 60%,esci ti metti a guardare queste vetrine da cui non potrai mai comprare niente, ti limiti a sognare di avere quello che vedi e credi che questa sia vita…”
Aspirò dalla sua sigaretta:
“E pretendi di confonderti con tutti questi vip e gente ricca e di successo? Smetti di sognare Kerry! Non sei più la guerriera del faraone.”
“La vuoi smettere stupida? Che cosa vuoi da me? Perché fai così?”
“Così come? Ti dico solo la verità!”
Willy intanto mentre pagava, guardava fuori dal negozio, Kerry era accerchiata da quelle ragazze, ma non sembravano sue amiche, non avrebbero potuto esserlo: aria troppo stupida, troppo superficiale, lo sguardo di Kerry era sofferente, infine sembrava che loro la deridessero.
Willy sentì le loro conversazioni.
“Ora smettila Betty!”
“So che la verità fa male, ah ti piace ancora Michael Jackson? Ohh, era bravo coi bambini vero? Chissà cosa ti ha fatto in quel bellissimo ranch; ti avrà fatto sognare con i suoi giochetti fantastici. Quante volte ti ha stuprato?”
“Stai zitta brutta vipera. Fai schifo! Non ti permettere di parlare male di Michael ok?”
“Se no? Cosa fai? Mi fai sanguinare il naso? O mi strappi i capelli come l’altra volta? Oppure non so viene qua lui e mi spacca la faccia?”
Kerry stava per scoppiare quando a un tratto smisero tutte di ridere e fissarono dietro di lei.
Lei si girò, Willy uscì dal negozio.
Si avvicinò a lei e disse:
“Salve bellissima signorina!”
“Salve!”
“Ehm… qual è il suo nome?”
“Kerry!” rispose lei stando al gioco, ma senza capire che stava succedendo.”
“Piacere Kerry, io mi chiamo Willy. Potrei offrirle un milk shake?”
“Certo Willy, vengo volentieri con lei.”
Poi si avvicinò a Kerry e disse: “Accetta?” toccandole i capelli ricci e setosi.
“Si, certo Willy!”
“E dopo ci sposiamo?” chiese Willy.
Kerry guardò Betty che aveva un’espressione da ebete ed era rimasta a bocca aperta, come le sue amichette.
“Certo che si!”
“Bene. Beh… ho pensato che era giusto portarle un pensiero. So che le piacciono i fiori, i girasoli giusto?”
“Si!”
“Eccoli qui! Sono per lei!”
Betty disse: “La finiamo con questa pagliacciata? Devi conoscerla per forza se sai i suoi gusti! Non puoi averle portato i girasoli, per andare sul sicuro si portano le rose.”
“A tutte le ragazze comuni!” replicò Willy: “A una ragazza così stupenda si portano i girasoli, perché seguano la sua luce proprio come fanno col sole.”
“Grazie bellissimo sconosciuto!” disse Kerry prendendo i girasoli.
“Ehm, signorina come si chiama?”
“Kerry! Kerry Jackson!”
“Che bellissimo nome. Mi chiamo Willy Jackson… curioso che abbiamo lo stesso cognome! Volevo chiederle se viene con me a prendere un caffè e un gelato così possiamo discuterne.”
“Poi mi offrirà anche un hamburger con patatine fritte?”
“Si, tutto quello che vuole.”
“Anche del pollo fritto e della Cheesecake?”
“Certo. Però a patto che dopo ci sposiamo!”
“Certo che si.”
“Grazie signorina.” E così dicendo le diede un bacio dolce e delicato sulle labbra.
Poi guardò le altre che erano ormai scioccate.
Willy si rivolse a Betty:
“Su, prendi la macchina partiamo!”
“Cosa?” chiese Betty.
“Oh, oh che sciocco, credevo fossi la sua autista.”
Betty spalancò gli occhi.
Kerry disse: “No affatto! E’ una ragazza che mi tormenta da quando ero bambina!”
“Ah capisco Kerry. E’ una di quelle ragazze che ti chiedono i soldi e siccome gli hai dato qualche spicciolo una volta non te le schiodi più vero?” poi si rivolse a Betty: “Ma perché in questa città è così pieno di accattoni! Perché non andate a lavorare invece, di importunare la gente chiedendo denaro. Dite che non riuscite a trovare lavoro perché Los Angeles è crudele e da lavoro solo a chi è raccomandato o disposto a vendersi. Facile dire così! No assolutamente, questo è quello che dite per compatirvi.”
Poi disse rivolto a Kerry, che si stava scompisciando: “Oh mamma! Questi barboni senza un po’ di dignità!”
“Ma come ti permetti? Io non sono una barbona!”
“Oh, beh allora complimenti ci somigli proprio. Sveglia! Non hai capito dove ti trovi? Sei Los Angeles: la città dei sogni, del successo e del talento dove le stelle nascono, per essere qualcuno è necessario essere ricchi, avere fascino, essere furbi, intelligenti ed essere sensuali e seducenti, In questa città per vivere bisogna avere certe qualità, essere alte, snelle, tirate a lucide, avere l’aria popolare, ricercata, trendy e chic proprio come Kerry a cui tu vorresti assomigliare. In poche parole tu qui sei un’intrusa.”
“Come ti permetti? Non lo vedi come è conciata, io sono quella vestita bene, io sono quella cogli abiti firmati, sempre in tiro e senza mai un capello fuori posto, io sono ricca, trendy e chic, sensuale, seducente, ci tengo alla linea e seguo la moda. Non lei, lei… lei mangia carboidrati!” disse Betty disperatamente incredula di dover dare delle spiegazioni, e non riuscendo a capacitarsi di come un ragazzo come quello potesse aver scelto Kerry al posto suo. Willy continuò divertito:
“Ma certo. Allora perché lei ha sempre avuto successo in tutto e tu sei sempre così. Questo non ha nulla a che vedere con te vero? Tu ti alzi l mattina e credi di essere fantastica perché riesci ad essere magra mangiando cinque mandorle e bevendo un caffè che chiami colazione e che vanno a darti l’energia si e no per aprire la portiera della macchina, ti fai la doccia con un sacco di lozioni e ti vanti e rimani sorpresa che dopo esserti concessa tutte quelle cure hai una pelle quasi accettabile che la maggior parte delle ragazze hanno di natura, senza fare assolutamente nulla di ciò che fai tu, credi di fare qualcosa di geniale ed esilarante passando una media di quattro ore davanti allo specchio tra trucco e parrucco e ti consideri meravigliosa solo perché dopo tutto questo tu riesca ad avere un aspetto quasi normale e credendo di essere pronta a sfidare e poterti misurare con delle ragazze che sono più belle di te anche solo lavandosi la faccia, poi apri il tuo armadio e ti pretendi di essere considerata affascinante solo perché ti metti quel vestito che sembra un sacco e che diventa qualcosa di divino solo perché qualche cretino, in questo caso tu,  è disposto a pagarlo più di 300 dollari solo perché qualche deficiente dopo averlo creato dopo una sbornia ha anche deciso di metterci la firma, poi indossi quegli stivali di plastica che la gente intelligente ha pagato venti dollari in un outlet credendo di avere su chissà cosa solo perché tu sei stata così cretina da pagarli duecento euro in più e lo stesso vale per i tuoi cappotti, le tue sciarpe, i tuoi jeans e qualsiasi tuo capo Insomma, alla fine esci di casa senza avere addosso una cosa che ti piace veramente, insultando tutte le ragazze che invece, per stare bene con se stesse non hanno bisogno di fare nemmeno una delle cose che fai tu. E ti aspetti anche che qualcuno ti dia un bacio in fronte, ti stringa la mano e si congratuli. Los Angeles cerca persone di talento, dolci pure pulite, vere sincere, buone, pronte a cambiare il mondo, disposte a usare il loro potere per aiutare chi è più debole. Non l’hai capito che sei un’intrusa qui? E pretendi anche che qualcuno ti dia il lavoro. Ovviamente, questo vale anche per le tue amichette.”
Betty era incredula, le sue amiche anche, iniziò a tremare poi sbottò:
“Come ti permetti brutto idiota, chi sei tu per dire questo?”
“Il figlio di Michael Jackson!”
Lei indietreggiò spaventata e incredula.
“E ora vattene, o chiamo le mie guardie del corpo!”
Betty guardò Kerry che le disse:
“Ciao! Ops! Hai qualcosa sulla giacca!”
“Cosa?” chiese Betty.
Kerry prese un Milkshake abbandonato sul muretto da qualcuno e lo rovesciò sulla giacca di Betty.
“Ciao Barbona, che non si sa vestire!”
Kerry se ne andò abbracciando Willy, trovando nello sguardo incredulo di Betty e le sue amiche una dolce vendetta.
  
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