Questa one-shot partecipa al
contest:
“Quando il Missing
Moment diventa importante” indetto da
Petunietta
Nickname: alida
FANDOM: IL SIGNORE DEGLI
ANELLI (film)
Missing moment: Frodo non ha
buttato l’anello nel Monte
Fato, è stato per casualità (sempre che esistano
le casualità) che l’anello è
stato distrutto. Frodo si confessa con Gandalf.
“Ero
lì, Gandalf. Lottavo con tutte le mie forze residue per
strappare l’anello
dalle mani di Gollum, ma… in realtà…
ti confesso… la mia intenzione non era
quella di buttarlo via.
Oh,
Gandalf! L’avrei tenuto per me, ma non per il potere, non ho
mai avuto questo
desiderio, e solo che non riuscivo a farne a meno. Volevo stringerlo
nella mia
mano, accarezzarlo.
In
un qualche modo perverso era come se non potessi più vivere
senza esso”.
Lo
sfogo di Frodo era appena iniziato e Gandalf sbatteva la pipa contro il
palmo
della mano per cercare di far fuoriuscire il tabacco secco che otturava
la
stretta fessura.
Non
c’era condanna nei suoi occhi, né tantomeno nel
suo cuore. C’era compassione,
una dolce e smisurata compassione.
Cosa
avrebbe potuto dirgli? Lui, che aveva rifiutato di tenere
l’anello a casa
Baggings.
Non
lo aveva voluto perché l’anello, lo sapeva bene,
aveva la capacità di
corrompere gli animi e convincerli di essere talmente forti da domarlo,
salvo
invece farli suoi schiavi.
Ora
che il male era stato sconfitto, i pensieri di Gandalf erano
più leggeri, ma
non per questo meno profondi.
A
ben vedere c’erano più domande che risposte.
“Adesso
cosa dovrei fare? Dovrei prendermi tutto il merito? Forse la gente
dovrebbe
sapere la verità”.
Gandalf
lasciò perdere la pipa e alzando le sopracciglia con tono
curioso gli domandò:
“E quale sarebbe questa verità?”
Frodo
abbassò lo sguardò a terra, i suoi piedi erano
ancora gonfi e le ustioni
causate dagli zampilli di lava dovevano ancora guarire.
La
sua voce era bassa ma chiara: “Che non sono stato io a
buttare l’anello, che è
stato solo un caso”.
Il
viso di Gandalf si raddolcì, Frodo gli faceva tenerezza: un
mezzuomo!
Davvero
era stato uno Hobbit a salvare Arda?
E
così facendo, distruggendo l’anello del potere,
non ne aveva forse decretato
anche la fine, assieme a quella del potere degli altri anelli?
Arda
non sarebbe più esistita, un Istari queste cose le sapeva.
Il
mondo, in qualunque mondo avrebbero deciso di chiamarlo i posteri, si
sarebbe
dimenticato di Arda e le loro sofferenze, assieme alle loro gioie, non
sarebbero state rievocate più da nessuno.
Alla
fine era questa la musica che Eru aveva apprezzato di più
tra le infinite
sinfonie suonate dai Valar.
Un
mondo perfetto in cui tutti avrebbero lottato contro il male e
avrebbero vinto.
Tante volte Eru aveva
sentito i Secondi Nati
invidiare la lunga vita degli elfi e disprezzare il dono della morte
che con
grande compassione gli era stato donato.
Così
Eru decise che sarebbe arrivato il giorno in cui la terra sarebbe stata
popolata solo dai Secondi Nati, che col passare delle ere si sarebbero
dimenticati di tutto per ricercare nuovi valori, e ancora una volta
lottare
contro il male e vincere sempre e ricominciare tutto da
capo, dandogli un’eternità che
avrebbe avuto
termine solo con l’accettazione della propria fine, del loro
dono originario.
Gandalf
si accese la pipa,
le sue parole avevano
sapore di erba bruciata.
“Frodo,
quando si compiono eventi straordinari non è mai solo merito
di una persona.
Non è a te che va il merito di ciò che i Valar e
Eru hanno deciso accadesse”.
Frodo
si sentì piccolissimo e la sua presunzione gli
sembrò infinita.
“Allora
io ero solo un burattino nelle mani degli dei?”, chiese
sconsolato.
Gandalf
espirò un po’ di fumo e rispose:
“Perché non lo siamo tutti?”
Il
silenzio invase la piccola stanza in cui Frodo riposava, la sua mente
ripercorreva a ritroso tutte le avventure vissute, tutte le volte che
aveva
dovuto scegliere, e tutte le volte che aveva lasciato fossero gli altri
a
scegliere per lui.
“Eppure
una volta mi hai detto che noi possiamo decidere come vivere questa
vita”.
“Lo
dissi allora e lo confermo ora”.
La
confusione era chiara nel volto di Frodo, come si poteva scegliere se
si era
dei burattini nelle mani degli dei?
“Io
avrei scelto di tenere l’anello, ma gli dei non me
l’hanno consentito. Se
volevano che l’anello fosse distrutto perché hanno
permesso a Isildur di
tenerlo per sé?”
“Suppongo
che fosse perché c’era in lui la
volontà di usarlo, invece tu non ne sei mai
stato schiavo. Tu, agli occhi degli dei, sei degno della pace che hai
portato
su Arda, mentre Isildur doveva convivere con la sua
arroganza”.
Frodo
sorrise lievemente. “Stai tirando a indovinare,
vero?”
Il
volto di Gandalf si rabbuiò, ma poi la finta indignazione
del vecchio Istari si
tramutò in dolcezza: “Naturalmente, Frodo.
Naturalmente”.