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Autore: Classicboy    25/11/2015    2 recensioni
storia scritta a quattro mani con Lady White Witch
Superhero!AU, Mutanti!AU, X-man!AU
principalmente Spamano con altre coppie
“Chi sono i mutanti?
L'umanità teme da sempre quello che non riesce a capire. La mutazione è la chiave della nostra evoluzione, ci ha consentito di evolverci da organismi monocellulari a specie dominante sul pianeta. Questo processo è lento e normalmente richiede migliaia e migliaia di anni, ma ogni centinaio di millenni l'evoluzione fa un balzo in avanti...”
Lovino vive a New York assieme al fratello, e l'unica cosa che gli interessa e andare avanti senza essere disturbato da problemi quali i mutanti e il loro folle mondo.
Ma dovrà ricredersi quando, aiutando un gruppo di ragazzi in fuga, scoprirà di farne parte.
E così tra scuole in cui le persone hanno ali d'angelo e attraversano pareti, ragazzi che controllano il fuoco e ti invitano a uscire e pazzi uomini mascherati e i loro scagnozzi, riuscirà questo collerico italiano ad accettare il suo nuovo mondo e ottenere risposte su chi lui sia davvero?
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAP.1: GENE X

 

New York
10 ottobre 2005

 

Lovino si alzò, facendo attenzione che il fratello non si svegliasse. Feli non aveva il sonno leggero, ma condividevano il lettone del nonno per quella notte, e un solo movimento falso avrebbe potuto svegliarlo. Non era mai stato curioso, ma non lo potevano far trasferire da Roma a New York da un giorno all'altro senza alcuna spiegazione, e sperare che lui se ne stesse tranquillo e buono, accettando passivamente la situazione. Aveva già sette anni, non era più un moccioso!
Lentamente si avvicinò alla porta e l’aprì appena, giusto uno spiraglio per vedere quello che stavano facendo il nonno e quel suo strano amico biondo.
“Ti hanno fatto domande?’’
“Lovi sì, mentre per Feli invece è tutto nuovo… mi ricorda sua madre quando aveva la sua età’’
Singhiozzo, e il piccolo sussultò. Suo nonno stava… piangendo? Perché piangeva parlando della mamma? Lei stava bene, era venuta con loro in quella orribile città.
“Livia conosceva i rischi, Claudio - asserì freddo il biondo - Quello che ha fatto…”
“Sì, lo so! L’ha fatto per proteggere i bambini. Ma questo non vuol dire che l’accetti, Alberich. Io dovevo rimanere con lei, sapevo che tipo è Sadiq. Prima minaccia, poi agisce”
Di che stavano parlando? La mamma stava bene, stava bene! E chi era questo Sadiq? Si avvicinò di più, sentendosi coinvolto in prima persona. Sua madre cosa ha fatto per proteggere lui e Feli?
“Lovino ha visto tutto?’’
Cosa? Cosa ha visto? Ma perché gli adulti non parlavano mai chiaramente?
“Non lo so… quando sono arrivato, non aveva neppure un graffio. Feli invece stava per… non riesco neppure a dirlo”
“Elena è riuscita a curarlo, no?’’
“E io ho cancellato i loro ricordi. Non mi è mai piaciuto farlo, ma è stato necessario’’
Silenzio. Poi Alberich disse: “Pensi che anche Lovino sia come me e te? Che abbia…’’
“E’ troppo presto per dirlo – l’interruppe l’italiano – Non ha nemmeno raggiunto la pubertà. Ma io preferire che fosse normale. Problemi, problemi… si, ci sono i costumi e i poteri, ma per il resto veniamo perseguitati e…’’
“Smettila, lo spaventi.’’
“Chi?’’
Il biondo fece un cenno verso la porta, e Claudio capì.
“Lovino… esci pure’’
Il bambino, dopo i primi attimi di esitazione, aprì la porta. Aveva un cipiglio serio in viso, come se cercasse di ricordare, di capire cosa ci fosse di sbagliato. Come se stesse cercando di ricomporre uno di quei stupidi puzzle che piacevano tanto a suo fratello.
Claudio sospirò. Si avvicinò al nipote e gli accarezzò la testa, dicendogli: “Sei proprio come il tuo vecchio, eh? Sempre al posto sbagliato, al momento sbagliato’’
“Non mi parlare come se fossi un moccioso, vecchiaccio - sbottò il più piccolo, gonfiando le guance - Mamma è venuta con noi. Perché hai quella faccia quando parli di lei?”

“È … complicato, Lovi’’
“Prova a spiegarmelo, vecchio’’
Diavolo di un bambino. Ma da chi aveva preso quel temperamento? Ah sì… da lui. Era proprio vero, il sangue non è acqua. Claudio sapeva che la verità era un arma a doppio taglio, e avrebbe preferito poter evitare un momento del genere il più a lungo possibile. Ma come gli aveva detto il professor X, fino a quando continueranno a combattere contro Sadiq e i suoi, le loro famiglie erano a rischio. Anche se non sapevano niente della loro missione, sarebbero stati coinvolti solo per poter soddisfare la sete di vendetta di quel dannato turco.
Claudio aveva il dovere di proteggere i suoi nipoti, lo doveva fare per Livia, per far sì che il suo sacrificio non sia stato vano. Era una scelta dolorosa, ma mai nessuno ha detto che la loro vita sarebbe stata priva di sacrifici.
“Lovi… chiudi gli occhi. Ti voglio rivelare un segreto’’
Da un grande potere, derivano grandi responsabilità. E lui è disposto a tutto, pur di proteggere i suoi nipoti. Anche a costo di far credere loro di essere morto.
“Mi dispiace…”


New York
10 anni dopo
Casa Vargas

 

“Veneziano? Veneziano svegliati! Stupido fratello: ti vuoi svegliare?!”
Feliciano aprì lentamente gli occhi alla luce della mattina e vide suo fratello che lo osservava severo.
“Era ora bastardo - lo riprese distogliendo seccato lo sguardo - Alzarti prima no, eh? Sono cinque minuti che ti chiamo, dobbiamo andare a scuola”
“Ve, se ti seccava svegliarmi allora perché l'hai fatto?” domandò con un sorriso innocente il minore, ben sapendo che quella frase sarebbe bastata a far tacere l'altro.
Infatti Lovino divenne rosso in viso prima di mormorare “Non voglio fare tardi per colpa tua” e andarsene in direzione della cucina.
L'italiano sorrise prima di stiracchiarsi. Quella giornata sarebbe stata speciale se lo sentiva, nulla gliela avrebbe rovinata!
Con calma si alzò, si andò a lavare e a cambiarsi prima di dirigersi verso la cucina a fare colazione.
Entrato trovò suo fratello intento a bere un cappuccino mentre gli occhi erano fissi sullo schermo del televisore che in quel momento trasmetteva il telegiornale.
“E passiamo ora alla cronaca nazionale: nuovo attacco da parte della comunità terroristica mutante. Stavolta gli obbiettivi erano alcune importanti figure di potere, molti i feriti. Tra gli aggressori si è potuto riconoscere anche il super-criminale che va sotto al nome di Othoman”
La telecamera inquadrò in quel momento la figura di un uomo col volto coperto da una maschera bianca e vestito con una tuta verde scuro e rossa e con in mano una spada con la lama che emetteva vapore.
Proprio in quel momento Lovino spense la TV.
“Bah, mutanti… un giorno di questi ci accopperanno tutti, me lo sento”
“Ve, dai non sono tutti cattivi, ce ne sono anche di buoni, no? Come quel gruppo, come si chiamano? I Generation X, mi pare”
“La verità è che sono solo un gruppo di coglioni disadattati a cui piace mettersi in mostra. Ora finisci in fretta di fare colazione che poi dobbiamo andare”
“Ve, okay Romano”
Mangiò il più velocemente possibile, per poi andare a lavarsi i denti e a prendere la cartella.
I due uscirono per poi dirigersi verso la macchina. Lovino mise in moto e partirono.
Ad un certo punto arrivarono ad un semaforo e il maggiore si fermò.

“Ve fratellone!” lo chiamò Feliciano.
“Che vuoi?”
“Tra un paio di giorni è il nostro compleanno, cosa vuoi come regalo?”
“Non lo so, mi va bene di tutto”
“Ve, io voglio delle tele e dei pennelli nuovi!”
“Okay okay, ne terrò conto ”
Davvero una strana coincidenza quella dei fratelli Feliciano e Lovino Vargas: nati con un anno di differenza uno dall'altro, però lo stesso identico giorno e alla stessa ora, finiva che spesso venivano scambiati per gemelli anche se Lovino era di un paio di centimetri più alto dell'altro.

In quel momento scattò di nuovo il verde e il ragazzo fece ripartire la macchina, la testa sul regalo del fratello.
 

Intanto, in un vicolo a pochi metri di distanza

 

Erano in una situazione di merda. Francis avrebbe storto il naso al sentirlo, ma non era il momento per preoccuparsi del galateo e del bon ton. Emma pesava, ma nelle sue condizioni, con una gamba rotta, non le era possibile correre, così Antonio la trasportava sulle spalle.

''Lasciami andare - gli biascicò la ragazza, mentre si nascondevano in un vicolo - Dovresti andare da Alfred, Tonio. Non può affrontare East Tiger da solo''

''Querida, e tu? Non posso lasciarti qui con una gamba rotta!''

''Ci sono altri mutanti della scuola, in città. Manderò un messaggio col telefonino e mi farò venire ad aiutare''

''Non se ne parla. Qualcun'altro della confraternita potrebbe trovarti e allora...''

''Yawhh.... che noioso - fece una voce alle loro spalle. Lo spagnolo impallidì - Qualcuno quando parli ti dovrebbe registrare, sai? Così sentiresti quanto sei lagna''

Quick silver, perfetto! Ma proprio un velocista doveva trovarli?

''Tonio...''

''Non preoccuparti, chica - asserì sicuro il ragazzo - Tu rimani dietro di me''

Accese una fiammella sul palmo della mano destra. Non permetterà che qualcun'altro faccia del male alla sua amica.

 

New York,
Midtown Highschool

 

Lovino parcheggiò di fronte alla scuola e scesero e scesero.
Feliciano si diresse spensierato verso la scuola, una volta dentro si voltò in direzione dell'altro: “Ora ti lascio fratellone, la prima ora ho scienze e non voglio fare tardi, ciao”
Dal canto suo Lovino si diresse svogliatamente verso la sua di aula. La prima ora aveva letteratura e non aveva certo voglia di starsene un'ora ad ascoltare un vecchio barbogio che parlava di un non si sa bene quale grande scrittore dell'800.
Si guardò un attimo attorno e vide che non c'era nessuno. Sorrise diabolico prima di imboccare un corridoio laterale e prendere le scale che portavano sul tetto.
Una volta arrivato fuori prese una profonda boccata d'aria prima di buttare lo zaino per terra e mettersi a sedere sul muretto mentre ammirava il profilo della città sotto ai suoi piedi.
Non è che personalmente impazzisse per l'America. Si era trasferito lì dall'Italia solo perché costretto dalla morte dei genitori e perché il parente più stretto che poteva occuparsi di loro viveva lì. Poi non è neanche che lo vedessero spesso, solo il giorno che erano giunti lì, poi per il resto inviava loro una volta al mese il pagamento per l'affitto dell'appartamento e per altre varie spese extra. Buffo… non ricordava neppure il grado di parentela, se era uno zio o qualche cugino alla lontana. Non doveva essere importante, dato che suddetto parente non si era mai preoccupato di farsi vedere.
Però c'era un particolare del nuovo mondo che amava: i grattacieli.
Quegli ammassi di vetro e acciaio che permettevano di elevarsi al di sopra del mondo esterno e che lo facevano sentire un dio.
Man mano si mise in piedi sul muretto e aprì le braccia per farsi catturare dalle correnti d'aria.
Sorrise lievemente: sarebbe potuto rimanere lì per sempre.
Aprì leggermente gli occhi e notò che c'era qualcosa che non andava: un gruppo di tre ragazzi stavano camminando di fronte alla scuola. Erano vestiti normalmente ma si vedeva lontano un miglio che stavano cercando di non dare nell'occhio. Inoltre c'era anche un altro particolare che non andava. Il modo in cui una figura camminava, tenendosi il bacino...
Poi lo vide fermarsi e gli sembrò quasi di poter scorgere il volto contrarsi in una smorfia dolorosa e allora capì: era ferito.
Se ne stava fermo lì ad osservarli e li vide prendere la direzione della scuola per poi dirigersi verso il cortile interno.
Incuriosito continuò a tenerli d'occhio facendo il giro del tetto.
Vide la figura più alta poggiare quella ferita su di una delle panchine mentre la terza si guardava intorno come per vedere se c'erano pericoli.
Eppure poteva giurare che ci fosse qualcosa che non andava.
In quel momento successe!
Ci fu un esplosione e i tre furono scagliati di lato. All'istante la figura che era stata in guardia si alzò e si osservò un po' intorno mentre urlava qualcosa ai suoi due compagni. Non fece in tempo a finire la frase che fu atterrata da un calcio in pieno petto che lo spedì contro al muro.
Sentì la persona ferita urlare: “Alfred!” e capì che si trattava di una ragazza.
Guardò meglio il nuovo venuto: era un ragazzino piuttosto basso, pareva orientale, con i capelli castani e una tuta nera senza maniche con una cintura nera sfilacciata. Portava anche dei guanti senza dita e alla vita teneva quelli che sembravano essere pugnali.
Con un brivido Lovino lo riconobbe: era East Tiger, uno degli scagnozzi della congrega terroristica di mutanti. I suoi poteri erano, se non ricordava male, supervelocità e superforza miste ad una maestria innata nelle arti marziali.
Vide il giovane che era stato scaraventato via, Alfred, passarsi una mano sul rivolo di sangue che gli usciva dalla bocca per poi alzarsi.
L'attimo dopo lo vide spiccare un salto innaturalmente alto per poi finire sul nemico.
Lui fece per colpirlo un'altra volta, ma il biondo si limitò a saltare di nuovo e a fermarsi stavolta a mezz'aria e allora capì: era anche lui un mutante dotato del potere della levitazione.
Lo guardò mentre continuava con degli attacchi aerei mentre gli altri due cercavano di tenersi lontani dalla battaglia.
Poi accadde: Alfred prese troppa rincorsa, East ne approfittò, lo schivò e facendo perno su di una gamba girò fino a colpirlo con violenza sullo stomaco e mandarlo in aria. Dopodiché lo vide prendere qualcosa dalla cintura e lanciarlo sull'eroe.
Lo vide contorcersi in aria mentre delle scariche elettriche gli percorrevano il corpo.
Si trattava di scosse talmente violente che finì sul tetto della scuola.
In fretta Lovino andò a nascondersi.
Sentì il giovane imprecare mentre si staccava dei piccoli congegni elettronici dal corpo e li schiacciava a mani nude.
L'attimo dopo fu raggiunto dall'orientale che aveva scalato la facciata dell'edificio contando sulle sue abilità marziali.
L'italiano pregò mentalmente che non lo scoprissero mentre cercava con tutte le sue forze di non tremare per non fare rumore.
Si sporse leggermente e vide che il cattivo era arrivato fino a fermarsi sopra al biondo.
“E così è finita, eh?” gli domandò con voce neutra.
“Parla per te” rispose con un sorriso strafottente il ragazzo steso a terra per nulla impaurito “Io sono un eroe, e gli eroi hanno sempre un asso nella manica. Ma soprattutto non ci arrendiamo”
Lovino non poté che ammirarlo: era in una situazione disperata eppure non esitava ad irritare il nemico e a mantenere il proprio orgoglio. Se fosse stato lui al suo posto quasi sicuramente o se la sarebbe data a gambe dopo averlo distratto o avrebbe implorato in ginocchio di risparmiarlo.
“Sempre il solito sbruffone” mormorò Tiger tirando fuori uno dei suoi pugnali e inginocchiandosi “Vediamo se tra un po' continuerai a sorridere”
Lovino era un codardo ma non era insensibile, nonostante quel che dicessero i suoi compagni. Quando vedeva qualcuno in difficoltà provava l'assurdo desiderio di aiutarlo. E non poteva certo ignorare ciò proprio ora che stava per vedere un ragazzo morire di fronte ai suoi occhi.
Vide che c'era un trave di legno poco distante da sé. La prese in mano per poi accertarsi che il malvagio, che gli dava le spalle, fosse distratto. A quel punto facendo piano, ma il più velocemente possibile gli si avvicinò per poi dargli la trave in testa urlando con tutto il fiato che aveva in gola.
Il colpo andò a segno e il mutante cadde svenuto ai suoi piedi sotto lo sguardo attonito del ragazzo.
“Ehi, dude, ma chi sei?”
“È questo il modo di ringraziare per averti salvato il culo?” domandò con la sua solita gentilezza offrendogli la mano per alzarsi.
Lui l'afferrò: “Ok, scusami. Se non fosse stato per te... - si passò il pollice sul collo in un chiaro messaggio continuando a sorridere - Sei stato grande!”
“Nessuno dovrebbe rimanere a guardare mentre accoppano una persona di fronte ai suoi occhi” fu la risposta borbottata dal ragazzo, non abituato a ricevere molti complimenti.
“Ad ogni modo io sono Alfred” e gli porse la mano.
“Lovino ” rispose stringendogliela, anche se riluttante.
“Allora, direi che è il caso di...”in quel momento Alfred fu scagliato in aria e Lovino si ritrovò per terra con un corpo sopra di sé.
“Complimenti, non è da tutti riuscire a prendermi di sorpresa” ringhiò East Tiger. A quanto pare il colpo infertogli prima non era servito poi a granché.
“Lascia che ti ricambi il favore” e prima che Alfred potesse fare qualunque cosa il giovane conficcò il pugnale nello stomaco dell'italiano.
L'attimo dopo però un pezzo di comignolo colpì il castano mandandolo a sbattere contro la parete.
“Così impara! - esultò Alfred pulendosi le mani. L'attimo dopo fu affianco a Lovino - Dude, ehi dude! Non mi morire davanti! Se no, che razza di eroe sarei?”
“Non portare sfiga ” fu la risposta sussurrata del ragazzo mentre si teneva lo stomaco tra le mani.
“Ehi! Come ti senti? Cosa provi?”
“Brucia, cazzo!”
“What?! Ok, io non ne so molto di ferite e cose varie, ma sono quasi certo che una cosa del genere non dovrebbe bruciare...” si illuminò.
“Fammi vedere!”
L'attimo dopo, senza ascoltare la risposta, gli scostò la felpa e la maglietta.
Lovino osservò e quello che vide lo lasciò senza parole. Gli indumenti erano sporchi di sangue però quest'ultimo stava rifluendo all'interno del suo corpo mentre la pelle cominciava a rimarginarsi fino a lasciare soltanto una cicatrice bianca che però stava via via scomparendo, come se nulla fosse accaduto.
“Ma che cazzo...?” fu l'unica cosa che riuscì a mormorare.
Alfred lo osservava con gli occhi che brillavano mentre mormorava: “Non ci credo...”
L'attimo dopo parve riscuotersi, lo osservò e disse: “Aspetta qui - dopodiché andò fino al bordo del tetto e chiamò - Antonio, Emma, sono io! Sì, sto bene, aspettatemi lì, ho una novità!”
Si volto a guardarlo mentre gli occhi ancora risplendevano: “Ho trovato un nuovo mutante!”
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autori:

Ehilà gente!

Chi vi parla è il vostro classico ragazzo preferito, che assieme alla mia collega Lady White Witch, ha deciso di lanciarsi nell'ennesima impresa AU, stavolta con gli X-man e la Marvel.

Gioisci, popolo!

Ad ogni modo, tornando seri (certo, come no?) questo è il primo capitolo della storia, e spero sinceramente che l'abbiate apprezzato, come abbiate apprezzato i vari personaggi. Alcuni di loro sono facilmente riconoscibili, le identità di altri invece verranno svelate nel corso dei capitoli, abbiate pazienza.

Non credo che ci sia molto da dire. Ah, un avviso per i fanatici della marvel come noi due: gli avvenimenti riportati nel corso della storia non prendono in considerazione gli avvenimenti di M-day, Utopia e Scisma (se non sapete cosa sono allora molto probabilmente state vivendo una vita felice).

Ringrazio infinitamente Lady White Witch per avermi prima betato la storia e poi aver aggiunto la fantastica introduzione sopra riportata.

Spero che abbiate apprezzato e che lascerete una recensioncina se ne avrete voglia.

Byeeeeee!!!!!

   
 
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