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Autore: Night_Angel    25/11/2015    2 recensioni
Jim Moriarty aveva promesso a Sherlock che se non si fosse fermato gli avrebbe bruciato il cuore, ma lui non l'ha fatto. Jim gli ha detto di saltare e morire, ma lui non l'ha fatto.
Jim ora è deciso più che mai a presentare il conto che sarà salatissimo per il consulente investigativo.
Perchè tutti sappiamo che il cuore di Sherlock ha un nome...
John Watson.
Johnlock
Genere: Angst, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jim, Moriarty, John, Watson, Sebastian, Moran, Sebastian, Moran, Sherlock, Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Fandom: Sherlock BBC

Personaggi: Sherlock Holmes, John Watson, Jim Moriarty, Sebastian Moran.

Paring: Johnlock (ovviamente)

Rating: Arancione

Genere: Romantico, triste, angst (direi che ho esagerato con l'angst)
Parole: 3086
Note: Alooraaa! Se volete qualche chiarimento leggete queste note. 

Dunque, devo dirvi qualche cosetta:

1. Nella 3x03 John non ha dato una seconda possibilità a Mary, in parte perchè deluso, ma il vero motivo è che si è scoperto innamorato del suo migliore amico ed essendo lui estremamente leale, ha preferito chiudere con Mary che vivere l'illusione della felicità che ha capito di poter avere solo con Sherlock a Baker street. Sherlock, convinto del contrario uccide Magnussen per John. Solo durante l'addio riusciranno a confessarsi i propri sentimenti, troppo tardi. Poi come sapete Sherlock non va in esilio, ma torna per il video di Moriarty. Mary viene uccisa da Jim e con lei la bambina. Lo so, sono crudele, ma dovevo sbarazzarmi di loro in qualche modo. Diciamo che Jim voleva indebolire Sherlock distruggendo John, ma non ha funzionato.

2. Sherlock potrebbe sembrare OOC, ma è sconvolto, quindi secondo me si sta, quindi niente nota.

3. Se siete particolarmente sensibili non leggete, c'è parecchio angst e anche qualche scenetta cruenta, non molto descrittiva, ma preferisco avvertire. Ah io amo l' happy ending!

4. Allora, il mind place è complicato, quindi mi sono dovuta adattare. Ecco le varie tipologie di scrittura:

Sherlock: Palra nel suo mind place.

Personaggi: all'interno del mind place che parlano con Sherlock.

Quando siamo nel mind place.

5. Spero che non vi sia troppa confusione nella descrizione di quello che succede nel mind place, ci ho provato, ma non so se mi sia venuto abbastanza comprensibile. Non sono Sherlock o uno di quei geni di Gatiss o Moffat.

I personaggi di questa fic non sono miei, ma appartengono ad  Doyle e alla BBC ( Mark e Moffat). Non ci guadagno nulla e lo faccio solo perchè mi piace fantasticare.




           

 


Buio, tutto ciò che percepisco non è altro che buio. Probabilmente mi sono addormentato con John nel nostro letto. Come ogni notte da quando l'aereo che mi avrebbe condotto all'esilio ha fatto dietrofront.

No, non sono nel nostro letto.
Sento una fitta alla nuca, dolore ai polsi e caldo intorno alla bocca, umida di fiato condensato.Faccio subito affidamento al mio palazzo mentale. Sono nella mia vecchia casa, come al solito, la mia entrata personale. Salgo le sacele ed un immenso corridoio mi si presenta, le porte sono tutte di legno massiccio, tutte tranne una, quella di John, quella di Baker Street. La evito, ora aprire quella porta mi farebbe solo perdere la via, troppe emozioni, troppa gioia, devo rimanere lucido.

Apro la porta alla mia destra, so già dove mi porterà, nella parte più razionale e fredda del mio essere. Mi porterà dall'unica persona che come me affronta gli eventi in modo razionale. Mi addentro e vi è solo buio.

 

Ad un tratto il buio scompare e mi ritrovo nell'ufficio di Mycroft, lui pomposo e grasso come al solito mi guarda con quel suo sorriso beffardo e ghignante.

 

Bene bene.. Sherlock... sequestrato quindi.

Salta le cose ovvie, procediamo.

Bene, come vuoi tu piccolo Sherlock.

 

Odio essere chiamato così e lui lo sa. Un ringhio mi nasce dal petto, forte e pulsante.

 

Ok, Sherlock... la dinamica del rapimento?”

 

Sono stato sequestrato con una botta in testa, calco di una pistola? No Il dolore è esteso, qualcosa di più grande, un fucile, di precisione direi, dall'estensione dell'ematoma. Sono stato trasportato fino a qui nel bagagliaio di un auto? No era il retro di un furgone, pavimento gommato a cerchi. Un'auto non avrebbe mai un bagagliaio in gomma, ne sento i segni concentrici sul viso.

 

La stanza cambia sono a Baker street. Davanti a me non c'è più mio fratello ma John. La mia luce, la mia bussola. Lo guardo negli occhi, non sono quelli del vero John, sono freddi calcolatori, sono io non John, devo rammentarlo.

 

Le tue condizioni?

 

Solo un mal di testa e un dolore sordo ai polsi. Mi hanno portato qui da poco e legato i polsi ad una sedia con fasce da idraulico, sicure e impossibili da tagliare se non con un coltello, tirandole si rischia solo il blocco della circolazione sanguigna, astuto, non ho a che fare con un dilettante.

No, non direi.

 

Lestrade.
La stanza è cambiata ancora, tutto avviene veloce senza pause. La piscina... quella piscina.

 

Ho del nastro isolante sulla bocca, sento il sapore forte e gommoso della colla e la pelle tirata delle guance.

 

Non aprire gli occhi!

 

No, non devo ancora aprire gli occhi, non devono accorgersi del mio risveglio. Prima devo capire dove mi trovo.

 

Sono di nuovo nell'ufficio con Mycroft.

 

Usa tutti i sensi Sherlock!

 

Nell'aria c'è odore di benzina, legna, polvere, ferroso? Sangue? Si. C'è un altro odore... Tea.. e.. muschio, l'odore di John..

John è qui? NO! Non può, non deve!

 

Stai calmo piccolo stupido Sherlock! Devi mantenere la calma e riflettere. Cosa senti?

 

Un rumore flebile, calmo e flebile. Un respiro?

 

 

“So che ti sei svegliato Sherlock! Forza! Apri gli occhi! È ora di bruciarti il cuore!”

 

Quella voce... quella minaccia... il mio cuore... Io non ho un cuore, il mio cuore è..John!

 

Mantieni la calma Sherlock! Preoccuparsi è un problema, preoccuparsi è una debolez-

 

 

Spalanco gli occhi, stupito, oh si, stupito, ma solo per un momento. Il Mycroft del mio palazzo mentale, sparito. Il nastro mi viene strappato via brutalmente lacerandomi un po' di pelle nella foga, ne sento i sapore quando passo la linqua sulle labbra umide, ma screpolate.

 

Ora siamo solo io e lui. Io e...

 

“Jim...”

 

Dico il suo nome con freddezza, odio, lui ha minacciato il mio John. Nessuno può toccare il mio John.

Il suo sguardo è un misto di noia e attesa. Attesa...cosa sta aspettando?

Faccio una panoramica della stanza, è spoglia, ma pulita, forse da poco, probabilmente per rimuovere ogni traccia, non vuole lasciarmi indizi, vuole tenermi sulle spine. Il pavimento è grezzo di basso costo, ma la stanza è grande. Qualche traccia di segatura negli angoli, qualche ragnatela, i tuoi non hanno fatto un buon lavoro caro Jim. No, non è così, tu vuoi che io capisca, lo vuoi, sapevi che avrei notato quei dettagli, tu vuoi che deduca. Perchè? Vuoi che io sappia, ma cosa? Odore di legna, segatura, pavimento ruvido. Una segheria. La stanza è molto grande anche se io ne vedo solo una metà, l'altra è divisa da un grosso tendone viola. Cotone? Tela? Fibra sintetica? No. Questo è odore di borace, una sostanza che rende le fibre tessili ignifughe se lavorato artificialmente sui tessuti. Un tessuto ignifugo...perchè?

Jim si muove per la stanza, mi studia, cerca di arrivare a che conclusioni ho tratto. I suoi continui spostamenti riportano a me un profumo famigliare, forte, protettivo...John.

John! Tessuto ignifugo, odore di legna, benzina, ti brucerò il cuore, profumo di the e … John! NO! No no no no no no! John! Fuoco, borace, John! NO!

Spalanco ancora di più gli occhi terrorizzato. La bocca mi si arriccia in un'espressione di puro orrore. Il mio John... No! Devo aver sbagliato! Devo! No! John no!

Jim si ferma, deve aver letto la mia espressione. Il ghigno sul suo volto si allarga rendendolo ancora più disgustoso.

 

“Ooooh! Hai capito finalmente!”

 

Spalanca gli occhi e la bocca in una finta espressione sorpresa.

 

“Sebastian?”

 

Al richiamo un uomo biondo, 35, 40 anni massimo, entra nella stanza. Ex soldato, probabilmente congedato con disonore se è finito a fare il mercenario per Morarty. Posa fiera e camminata attenta, dei calli sulle mani e polvere da sparo sulle dita, un cecchino dunque...forse lo stesso che mi ha colpito, lo stesso cecchino che puntava il fucile a John.

 

John...

 

Dov'è John? Non deve essere qui! NO! John non-

 

Non posso rifletterci molto che la voce fastidiosa e esaltata di Moriarty riempie il silenzio.

 

“ Dunque Sherlock. Ti ho detto di fermarti o ti avrei bruciato il cuore e non l'hai fatto. Ti ho detto di morire o i tuoi amici sarebbero morti e non l'hai fatto. Quindi ora devo punirti caro Sherlock. Mi dispiace”

 

Ha un' aria così disgustosamente pentita che ingannerebbe chiunque, ma non me! Lui ci prova gusto, si nutre del mio dolore, vuole vedermi supplicante vuole-

 

“ Che ne dici se invitiamo anche il tuo caro John alla festa? Sebastian per cortesia...”

 

“NO”

 

No...non john... il mio cuore...il mio John...

 

Il tendone viene scostato e i miei occhi si riempiono della terribile visione di John legato a quello che ha tutta l'aria di essere il palco di un rogo. Il mio John legato e con una strisca di nastro alla bocca. I polsi sono dietro la schiena legati ad un palo di legno, circondato da legname secco ricoperto di benzina, pronto a bruciare...

NO!

 

“JOHN! NO! LASCIALO ANDARE! LASCIALO JIM!”

 

“Ma perchè dovrei? Oh Sherlock il tuo viso contorto dal terrore e la tua disperazione sono aria e acqua per il mio corpo!”

 

Non lo ascolto, non lo posso ascoltare! I miei occhi sono fissi su John.

Il mio John è spaventato, ma non solo per se stesso, anche per me, lo leggo nei suoi occhi. Lui pensa a me... nonostante si trovi su di un rogo pronto a bruciargli la carne e le ossa... NO! Non voglio pensarci! Non deve succedere!

 

“Lascialo! Brucia me! Non volevi bruciare il mio cuore? Beh il mio cuore è dentro al mio petto! Vieni a prenderlo!”

 

“Oooh no caro Sherlock! Dentro al tuo petto non risiede il tuo cuore, ma quello di John Watson! Patetico e sdolcinato, ma è così! Guardalo! Nonostante abbia compreso il suo destino, nonostante sappia l'atroce fine che è destinato a fare...lui si preoccupa per te! Il suo cuore sei tu... e se il suo cuore è qui...allora il tuo è là, legato a quel palo! Te lo avevo detto che ti avrei bruciato il cuore no? E io mantengo sempre le mie promesse!”

 

Va da John e come in precedenza strappa con furia il nastro isolante, la sua bocca e i contorni sono arrossati, niente sangue. Vi passa la lingua sopra, come ho fatto io.

 

No! No! No!

John no! Non John non-

 

 

“ Cosa succederà a Sherlock dopo che mi avrai...ucciso?”

 

John! La voce del mio John, sicura, forte, anche ora, noto una leggera sfumatura di paura, oh John.

 

“Oh niente di che... semplicemente lo lascerò andare... con il rimorso di non averti salvato e il dolore di averti perso e la rabbia di averti visto bruciare! Oh ma prima...”

Sfila un coltello dalla custodia sulla gamba dell'altro uomo, mi prende il palmo sinistro comincia ad incidere la mia pelle, brucia, fa male, il sangue sgorga copioso, ma dalle mie labbra non esce alcun suono, non voglio che John si allarmi, non voglio che soffra ancora. Ma nonostante ciò, sento le sue urla.

 

“Lascialo stare! Smettila! Sherlock!”

 

“Stai tranquillo Lessie! Questo è un mio pegno, così, ogni volta che guarderai questa cicatrice sul tuo palmo, ti ricorderai di oggi, di quando non sei riuscito a salvare John Watson, ti ricorderai del giorno in cui ti ho bruciato il cuore!”

 

No! NO! Non deve succede NO! Devo trovare un modo, uno qualsiasi. Devo creare un diversivo, attaccare Jim, così il cecchino agirà d'istinto e mi sparerà. Non ci sono possibilità che ne esca vivo, ma John, almeno lui sarà salvo, o almeno vi sono circa l' ottanta percento di possibilità favorevoli. Niente Sherlock niente vendetta, è logico. Devo provarci, devo-

 

“ No! Non ci pensare nemmeno Sherlock! NO!”

 

John, hai capito, mi hai capito, di nuovo. Ma come posso lasciarti morire, come posso guardare la mia luce bruciare?

 

“Promettimelo!”

 

“Sherlock..promettimelo.”

 

No, come posso io-

 

“Sherlock...”


La sua voce, così implorante, così tinta di paura.

 

“Prova a farlo e giuro che farò lo stesso! Moriremmo in due Sherlock.”


NO!


“Prometto J-John”

 

John mi guarda, con quel suo sorriso tutto fiducia e umanità, sta per parlare, ma la voce viscida di Moriarty interrompe.

 

“Ooooh, Seb, ma non sono adorabili? L'uno si sacrificherebbe per l'altro ad occhi chiusi. Che rooomantici!”

 

Non lo ascoltiamo, non ora, non quando stiamo per perdere tutto.

 

“S-Sherlock... va tutto bene..!”

 

“No John! Stai per morire bruciato! Non va affatto bene! Sai che succede a quelli che muoiono bruciati? Prima scoppiano gli occhi, poi...” Mi scappa un singhiozzo” Mi dispiace John... mi dispiace...”

 

Forse non dovrei dire queste cose. Cosa fanno le persone quando sanno che l'altro sta per soffrire? Lo consolano, danno false speranze.

 

“ Si Sherlock so cosa mi aspetta...sono un medico ricordi? Ma c'è una cosa che devi promettermi Lock...”

 

Il mio soprannome, quel stupido nomignolo che John ama tanto, ma che io ho sempre detestato, ora come ora non è così male.

 

“C-cosa?”

 

“Torna a vivere Lock. Non ti dirò di cercare un'altro compagno...”

 

“Non voglio un'altro!”

“Lo so”

Sorride, perchè sorridi John?

 

“Voglio solo che tu non ti lasci andare. Combatti Lock! Combatti,devi promettermelo! So cosa si prova, ti ho già perso una volta Sherlock. So che ci sarà un mostro che cercherà ogni gioro di divorati, lo so. Ma tu combatti! Devo provarci, risolvi i tuoi casi, spara al muro, inulta Mycroft, quello che vuoi, ma non rimanere apatico, fa più male. Il tuo cervello è speciale, fantastico, riuscirai a trovare un modo lo so. Non drogarti, non lasciarti andare! Ci sono molti amici che ti vogliono bene, che ti aiuteranno. Promettimelo Lock...vivi... per me...”

 

Per te John, per te...

 

“Te lo prometto John”

 

“ Grazie Lock. Ti amo...”

 

“ Ti amo John.. scusa se non ti ho salvato...perdonami...”

 

Sento in me qualcosa che spinge, si dimena e impreca, la mia disperazione, la mia angoscia e il mio dolore. Calde lacrime solcano il mio viso e quello di John, l'ultima cosa che faremo insieme è piangere, entrambi disperati per la sorte dell'altro. Non l'ho salvato, non ce la faccio...

 

“ Mi hai salvato in tutti i modi possibili Sherlock...”

 

“John-”

 

“Bene! Se abbiamo finito con questo schifo... direi di accendere il barbeque! Sebastian..”

 

“NO!”

 

La torcia incendia la legna secca, l'incendio si propaga in fretta arriva fino alle gambe di John.

 

“JOHN!”

 

“LOCK! NON GUARDARE SHERLOCK! NON GUARDARE!”

 

Non posso, non ci riesco. Distogliere lo sguardo è impossibile.

 

“JOHN”

 

Le fiamme sono sempre più alte, lo raggiungono, lo circondano e bruciano. Sento le urla di dolore del mio John mentre il fuoco lo divora. Vedo le sue pupille esplodere, la sua carne bruciare e staccarsi, i suoi capelli vengono divorati. Fuco che brucia e divora. Non ce la faccio non posso smettere di gridare.

 

“JOOOOOHN! NOOOOOO! JOOOOOHN! SALVATELO! SALVATELO! JOOOOHN!”

 

Sento la voce disgustosa di Moriarty gioire.

 

“ SI COSÌ SHERLOCK! URLA! DISPERATI! TI AVEVO AVVERTITO SHERLOCK! TI AVEVO AVVERTITO, MA TU NON MI HAI DATO RETTA! ORA GUARDA IL TUO CUORE CHE BRUCIA!”

 

Non lo sento, non sento più niente, sole le grida di John, solo lui.

 

“ AAAAAAAAAAAAAAAAAH! SHERLOOOOCK!”

 

“JOOOOOOOOHNN!”

 

 

Ad un tratto tutto scompare, probabilmente svengono, negli occhi il corpo di John tra le fiamme, nel naso l'odore della sua carne bruciata e nei timpani le sue grida di dolore.

 

Mi risveglio ne mio letto. È notte, sono sudato e dai miei occhi sgorgano infinite lacrime.

Sto tremando, cos'era? Un ricordo? Un sogno?

Apro il palmo della mano, eccola lì, la ferita a forma di ragno ormai cicatrizzata. La stessa del sogno. Allora...non si è trattato di un sogno, ma di un ricordo. John, il mio John è... NO! Nononononononononononono no! Non può essere, non deve essere, John!

Il posto accanto al mio è vuoto, il letto profuma di entrambi, la parte di John è disfatta, ma potrei essere stato io, nel mio continuo movimento a causa dell'incubo. La casa è silenziosa, John non è qui. John!

Corro per tutto l'appartamento, apro tutte le porte, perlustro tutte le stanze, niente, niente niente niente. John non c'è...John non c'è più, non l'ho salvato. Un urlo muto mi risale lungo la gola, un ringhio doloroso e disperato. Mi accascio a terra come un guscio vuoto, le labbra spalancate in una muta preghiera, gli occhi acquosi che sono stanchi di produrre lacrime, mi sento soffocare.

Voglio il mio John.

Non sento più nulla, non vedo più nulla, non voglio più nulla, solo Jawn, il mio Jawn, John che non c'è più, ucciso brutalmente, divorato dalle fiamme, mangiato vivo da quelle lingue infuocate, senza che io abbia potuto fare nulla. John... quanto hai sofferto per colpa mia? John... Non riesco a smettere di pensare il tuo nome, John...

 

Lock?”

 

Cos'è?

 

“Lock? Stai bene?”

 

Chi mi chiama?

 

Sherlock?”

 

Un tocco tra i miei ricci, la mia testa manovrata a girarsi. Il mio corpo spostato da qualcuno, chi è?

 

Sherlock? Dio mio Sherlock! Ma tu piangi! Che succede?”

 

Quella voce...

 

Sherlock!”

 

“John!”

 

 

Spalanco gli occhi e lui è qui, di fronte a me, chino sulla mia figura distrutta. I suoi occhi blu mi guardano, non bulbi vuoti e bruciati, ma blu, blu profondo cristallino. Allungo una mano sul suo viso morbido, coperto da una leggera peluria, non divorato e distrutto.

Lo bacio, solo... lo bacio. La mia lingua dischiude le sue labbra confuse, disperata cerca la sua e poi di toccano si gustano, si cercano. Lo esploro, lo bacio, lo marchio, lo pretendo è mio, è qui. Stringo le mie braccia al suo corpo, lo avvolgo lo tengo a me e lo bacio, lo bacio e lo bacio. Dopo un tempo indefinito ci separiamo affannati. Lo guardo sempre negli occhi, i suoi occhi, i miei occhi. Accarezzo piano la sua guancia.

 

“Sei vivo”

 

Mi guarda confuso, disorientato.

 

“Certo che sono vivo. Che è successo?”

 

“Ho sognato che ti bruciava. Jim voleva bruciarmi il cuore e tu sei il mio cuore John, ti ha messo su un rogo e non ho potuto salvarti!”

 

Mi fiondo tra le sue braccia, lo stringo forte, non voglio più lasciarlo andare.

 

“Per fortuna era solo un sogno, solo un sogno. Jim non ti ha portato via da me.”

 

Lo sento sospirare, un sospiro frustrato triste. Perchè?

 

“Non era un incubo Sherlock. È successo.”

 

“Cosa? NO! Tu sei qui, sei vivo! Tu-”

 

Sto iperventilando, no... n-non è vero...non può, non deve essere VERO. Devo calmarmi, ritrovare la mia lucidità mentale.

 

“Calmati! Sherlock calmati! Si sono qui, ma è successo siamo stati rapiti, io ero su di una catasta di legna, pronto a bruciare e tu eri legato ad una sedia.”

 

Mi prende la mano in cui vi è la cicatrice.

 

“Moriarty ti ha fatto questa.” dice tracciando lo sfregio con un dito “Ha detto che sarebbe stato un promemoria, che-”

 

“Tutte le volte che lo avrei guardato, mi sarei ricordato di non essere riuscito a salvarti. Ma tu sei qui John sei-”

 

Sto sragionando, è evidente, il panico e la paura hanno completamente occupato ogni affranto del mio mind palace.

 

“Sherlock... calmo, ascolta, si, siamo entrambi vivi, Greg e l'MI6 sono intervenuti poco prima che accendessero il fuoco. Li hai avvisati tu Lock, quando hai notato di essere seguito, hai fissato una telecamera, così Mycroft è stato avvertito, ha avvisato Greg-”

 

Nel sogno quell'elemento mi era sfuggito. Stupido subconscio, l'ho salvato, è qui, è vivo, è mio, è Jawn. Mi sento meglio, sto bene, sono di nuovo lucido, in me, sono di nuovo Sherlock Holmes.

 

“Già probabilmente gli è bastato fargli staccare la sua faccia dalle proprie cosce”

 

“Sherlock!”

 

Ridacchi, piano, con cautela, hai evidentemente paura, sei turbato.

 

“Mi hai salvato Sherlock, ce l'hai fatta, c'è mancato poco, ma siamo qui, siamo vivi, siamo insieme!Quindi tu devi smetterla di torturati. Mi hai salvato, smettila di torturarti sognando il contrario. Basta Sherlock, Jim è morto, così come il suo braccio destro. Non torneranno più...”

 

Mi abbraccia, mi stringe, forte, il mio John, il mio cuore.

 

“ Hai capito? Stiamo bene, sto bene, non mi porteranno via da te.”

 

“Non lo permetterò John!”

 

“Lo so Sherlock. Lo so.”

 

Si baciarono di nuovo, un bacio sofferto, un bacio disperato, un bacio, solo un bacio, mille colori.

Solo un bacio e tutta la paura, l'ansia l'orrore, tutto scomparso, divorato dalle labbra e dalle lingue, da due corpi fusi insieme, due anime, due cuori, due uomini.

 

“Ti amo John”

“Ti amo Sherlock”

 

The End
 





Grazie per aver letto.
 

 

  
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