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Autore: Cecile Balandier    26/11/2015    18 recensioni
"Stringo forte la tua mano André, perché senza di te dopotutto, ho paura e non voglio cadere. Ma se tu mi tieni, io posso continuare... fino alla fine, mia e tua, in questa città che brucia, che non può concedere la felicità, che non conosce il nostro vero destino."
(Per il Contest "Bivio" ho scelto un what if? che parte dall'episodio "Addio André".)
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Parigi, 13 Luglio 1789 
***
Siamo rimasti in pochi, troppo pochi.
Una manciata di poveri soldati, che a malapena riescono a respirare quest'aria fetida, chiusi, insieme, in un'umida, lercia, trappola per topi. 
Una galleria, sotto Parigi, sotto l'inferno, sotto le urla, sotto la disperazione di un popolo che ora si vuole ribellare, a costo di morire soffocato, ingoiando il proprio sangue. 
Un popolo che ora, con coraggio, lancia sopra i tetti arroventati della sua città, un grido di disperazione talmente forte, che presto arriverà a squarciare la gola del suo padrone. 
Pochi semplici soldati e il loro comandante. 
Sono seduto su un gradino umido, la schiena poggiata al muro, le mani a stringere il fucile per serrarlo a me. 
La mia vista si è quasi del tutto spenta e la mente cerca di afferrare disperata i ricordi. Mi ci aggrappo, con trasporto, perché nessuno li può violare, nessuno oserà spegnerli. Sono nostri Oscar. 
Come nostra è stata la notte... 
Quando ti ho tenuta tra le braccia e soltanto il profumo dell'erba piegata sotto il peso dei nostri corpi e la musica del bosco e della notte mi ricordavano che non stavo vivendo un sogno. 
Quando ti ho potuta amare,
accarezzare, baciare fino a restare senza fiato, rendere donna.
La mia donna. 
Quando tu mi hai raccontato il tuo amore, con gli occhi accesi di meraviglia, con le infinite e audaci carezze, con una passione indicibile. 
Amore ha chiamato amore... 
Ti amo, mi hai sussurrato tutto il tempo, dopo ogni bacio, dopo ogni spinta, dopo ogni lacrima, dopo il piacere, fin oltre quelle stelle...
Lassù è forse arrivato il tuo amore Oscar? 
È lì che devo andare? 
Oltre le stelle? 
Dimmelo tu cosa succederà stavolta.
Sono seduto tra questi uomini, in questo sudicio posto, ascolto il gocciolare dell'acqua che rintocca in un boato e spezza il silenzio e proprio questo silenzio inizia a pesare, perché sa di presagio. 
- Amici... la nostra unica speranza è di unirci agli uomini di Bernard... altrimenti ci uccideranno uno ad uno... -
La tua voce amore mio.
La sento, sai Oscar. La tua paura. 
Perché nessuno può capirti come me. Nemmeno adesso, che sono quasi cieco e il terrore di perderti mi inchioda impotente ai miei limiti. 
- Comandante bisogna attraversare mezza città per unirci agli uomini di Bernard! Ci prenderanno in ogni caso! -
Alain, un amico, la mia spalla, ad ogni mio passo, da quando, poche ora fa, il nero della cecità iniziò con me la sua danza sadica e melliflua. 
Poche altre parole. 
È rischioso ma non c'è altro da fare... 
Anche Alain ne è convinto, dunque usciamo dalla galleria. Non c'è altra scelta. 
I colori del giorno a quest'ora staranno accarezzando il canale alla nostra destra, il cui rumore, nello scorrere lento, mi suggerisce che siamo quasi allo scoperto. 
Vedo sprazzi improvvisi di immagini nitide, che poi si trasformano in giochi di ombre senza rilievi. 
Proprio ora però, che passo dal buio alla luce del sole...
È nero. Nero angosciante. 
Tutto. 
Sento il rumore degli zoccoli dei nostri cavalli sul pavé, dei passi cauti e trascinati dei miei compagni stremati e di Alain, che mi accanto. 
E li sento bene Oscar, il rumore dei tuoi passi dinnanzi a noi, a me, alla paura, al pericolo, come sempre. 
E sento la paura, la sento rarefarsi nella polvere della città, serpeggiare tra le nostre gambe, contrarre il nostro stomaco, soffocare le nostre voci nella gola.
Siamo soli. 
Siamo davvero soli. 
Ed io non posso proteggerti.
Io, il tuo uomo, l'uomo che tu hai fieramente dichiarato, dinnanzi ad un reggimento di soldati, di amare e di voler seguire. 
Dio... Oscar! Vorrei gridare o mordere o picchiare per la rabbia... 
Non riesco...
Non riesco a proteggere la donna che amo, proprio adesso! 
Proprio adesso che la morte ci attende, per sorprenderci e beffarci, dietro ogni angolo della città. 
Ma noi andiamo avanti e io sono sempre qui...
Sempre qui per te. 
L'aria estiva e umida alita sul mio viso. Siamo fuori dalla galleria.
Pochi passi, pochi istanti, un tuo gemito di sorpresa.
Il mio cuore impazzisce. 
Due spari! 
Sento le mani e la voce di Alain afferrarmi. Il mio copricapo da soldato scivolarmi tra le gambe. 
E la paura che sentivo poco fa, si concentra in un unico punto e si fa dolore lancinante. 
Sto per cadere. 
È entrata Oscar.
La pallottola è entrata!
- COMANDANTE!! André è ferito!! È ferito comandante... È FERITO!! -
Alain strazia la sua voce mentre mi sorregge ansimando. 
Oscar...
Dove sei?
Non ti vedo...
Non ti vedo Oscar!
Sento il piombo lacerare la mia carne e da lì pulsare dolore bagnato di rosso.
Rosso Oscar....
Dove sei?
Sento un tuo gemito di terrore. 
Getto nella tua direzione la mia mano, il mio corpo, il mio affanno, mentre premo sulla ferita, che non smette di sanguinare.
- O... Oscar!! -
Voglio... voglio toccarti... un'ultima volta, voglio sentire che sei al mio fianco, al sicuro, almeno tu. 
Dimmi che potrò toccarti ancora! 
- Oscar!! -
Non riesco a raggiungerti e cado, a terra, schiacciato, abbattuto dal colpo di fucile, dal dolore, dal destino. 
- ANDRÉ! Oh André... non morire... -
Ti sento supplicare. 
Sono riverso a terra... 
Rosso. Vedo solo il colore caldo e vischioso del mio sangue adesso. 
Getti la pistola, gemi anche tu, ti bagni del mio sangue, la tua mano nella mia finalmente. 
Ti disperi, piangi, mi scuoti.
- ANDRÉ! NOO!!! -
La tua voce dominata dal terrore.
Poi cambia, in fretta, e diventa acciaio, duro, rovente, tagliente. 
- ASCOLTATEMI!! Dobbiamo tornare da Bernard! SUBITO!!! -
Dai ordini ad Alain, ai ragazzi.
Fronteggiare il nemico... a costo della vita... proteggere il cavallo di Alain... proteggere me... 
***
No... no... no André!! 
Non ti lascerò morire!!
A costo di uccidere tutti! Tutti! Senza pietà! 
Portarti in salvo! Arrivare il prima possibile alle barricate! Da un dottore! 
Non mi lasciare sola André!
Un dolore lancinante, il cui peso reggo a malapena, mi grida di proseguire, di non abbattermi adesso...
Devo portarti in salvo!
Mio unico amore... Non posso perderti proprio adesso... non posso!
Cavalco il mio Cèsar, in testa al nostro gruppo. Sento la mano bruciare per quanto stringo le redini. 
Mi volto ansimante, per controllarti, cavalchi sul cavallo di Alain, che ti tiene saldo, seduto davanti a lui.
Io ti faccio da scudo, mentre cavalco come una furia e quasi non m'importa di calpestare i corpi dei soldati caduti dei reggimenti nemici. 
Offrirò la spada a chi oserà provare a fermarci! 
Maledetti! 
Tutti... morirete tutti! 
- Un ultimo sforzo!! Ci siamo quasi ragazzi!! -
Vedo le barricate, il sudore riga la mia fronte, forse ho anche un po' di febbre, forse il dolore mi sta macerando. 
Ci dovrà essere un dottore! Non voglio cedere, devo essere forte per te.
- Stanno tornando i soldati della guardia di Oscar François!! -
Un cittadino ci annuncia strillando da sopra le barricate, alla volta di Bernard.
Siamo davvero sfiniti e miracolosamente sopravvissuti alle truppe nemiche schierate.
Non riesco quasi a stare in piedi ma dopo essere smontata da cavallo mi precipito da te. Io e Alain ti sistemiamo su una lettiga, che hanno portato velocemente, vedendoti ferito. 
- Che cosa è successo ad André??-
Mi chiede Bernard correndoci incontro. 
- Bernard... c'è bisogno di un dottore... e subito... -
Sento la mia voce tremare e il dolore farsi acuto. 
André adesso, ho davvero paura, tanto da sentire le mie gambe cedere.
- Coraggio André resisti! Adesso Bernard troverà un dottore, fatti forza! -
Parlo cercando di tenere salda la mia voce, ma tu ansimi, sudato, sanguini e sei spaventato. 
Trattengo il fiato.
Non farlo André... 
Non farlo...
Non lasciarmi... 
Rimbalzano impazzite queste frasi nella mia testa, mentre il cuore non le accetta, non vuole ascoltare lo strazio che recano. 
Ti portiamo oltre le barricate, vicino ad una piccola chiesa. Almeno qui, siamo al sicuro per il momento.
Al centro della piazza c'è un letto d'emergenza. Ti sistemiamo il più comodamente possibile, sotto un lenzuolo, bianco e freddo, come la neve. 
Le labbra iniziano a tremarmi, credo di iniziare a cedere.
Non mi arrivano distintamente le voci dei medici che ha trovato Bernard. Tutto di me è concentrato solo su di te. 
Cosa dicono? Vicino al cuore... il piombo... è grave...
Non riesco a udire bene, ho lo stomaco sconquassato e sono debole ora, più debole di te. 
Perché vuoi farlo André? 
Non abbiamo forse detto per sempre l'altra notte? Quando abbiamo stretto tra le mani la felicità più completa, allacciando i nostri corpi nella beatitudine più vasta e meravigliosa? 
- Il sole... sta tramontando... non è vero Oscar? -
I rintocchi delle campane accompagnano le tue deboli parole. 
- Si, sulla città è tornata la calma, non si sente più rumore di spari, vero? -
Ti rispondo, apparentemente serena. Lo faccio per te. 
Perché tu non capisca... 
- No... sento solo i piccioni che volano in alto per trascorrere la notte... -
Un nodo troppo ben fatto strizza la mia gola, nell'ascoltare la tua voce, diventata così flebile. Con un cenno di assenso rimango china su di te, insieme ad Alain, che non ha staccato un solo attimo lo sguardo dal suo amico ferito. 
André...
Respiro.
Sto per cedere... 
Sto per cedere...
La tua mano mi cerca e si fa strada tra le mie lacrime, che brillano come diamanti e si gettano disperate su di essa, insieme alle mie mani che l'afferrano, per non lasciarla più, cascasse il mondo, adesso, insieme a me.
È un dolore troppo grande...
Un pianto irrefrenabile scioglie il nodo che mi stringe la gola, ho ceduto.
- Cosa c'è Oscar... perché stai piangendo?-
Stringo forte la tua mano tra le mie... 
Si sono intrecciate tante volte la notte scorsa, sull'erba scura, umida come il centro dei nostri corpi, finalmente uniti, tra le lucciole e il suono dell'acqua che accompagnava i nostri sospiri, dapprima timidi, per poi scoprirsi gemiti, liberati tra i baci profondi e le nostre nuove parole...
Amore mi chiamavi con un filo di voce e un sorriso... 
Amore rispondevo incredula, sulle tue labbra, sul tuo petto, sui tuoi capelli neri, sparsi sul mio ventre, mentre mi veneravi con ansia e un ardore mai provato sulla mia pelle calda di donna. 
Stringo forte la tua mano André, perché senza di te dopotutto, ho paura e non voglio cadere. Ma se tu mi tieni, io posso continuare... fino alla fine, mia e tua, in questa città che brucia, che non può concedere la felicità, che non conosce il nostro vero destino.
- Ascolta André, io vorrei... vorrei diventare tua moglie! Vorrei che mi portassi in un piccolo villaggio, in una piccola chiesa, dove ci sarà una semplice cerimonia. Ecco... vorrei solo che mi dicessi che io diventerò tua moglie!! -
Te lo chiedo tra tante lacrime amore, tra i singhiozzi arrivati implacabili a graffiare e scuotere questa donna soldato, che combatte per sentire la voce della libertà farsi grido infranto, ma che ora si sente piccola, perché ti ama André... 
Ti ama disperatamente!
- Ma certo Oscar, lo diventerai! È la cosa che più desidero al mondo! -
Mi rispondi con la speranza che ancora accende il tuo sguardo.
Ho chiuso gli occhi. 
Non riesco André. 
Non riesco più a reggere...
- Oscar... perché stai piangendo? Perché? Sto forse per morire? -
***
Perché non mi rispondi? 
- Oscar... -
Ti chiamo ancora. 
D'improvviso le tue mani scivolano via dalla mia.
- Oscar!! Cosa... -
- An... André... -
Trascini la voce... Perché? Cosa ti succede?
- Oh... -
Gemi!
- Oscar!! Cos'hai? -
Di colpo sento il tuo corpo gettarsi sul mio, accasciarsi pesantemente come se niente potesse più sostenerlo. 
- Comandante! -
Ti chiama sorpreso Alain. 
- È svenuta!! -
Non ti vedo! Oscar!!
- NOO!! -
L'urlo di Rosalie mentre io sono in preda ad una fitta lancinante alla spalla. 
Ti sistemano alla mia destra, sul letto, insieme a me. 
Ti sento respirare a fatica, ti bacio la fronte mentre gemo di dolore. Ho capito... Dio... non posso più frenare le lacrime...
- Fateci vedere! -
Ecco uno, no... due dottori almeno.
- Ma... guardate quanto sangue sotto questa uniforme! Toglietela! -
I tuoi ansimi sofferenti sul collo mi fanno impazzire di ansia...
- L'abbiamo scambiato... per quello di André! -
Alain si dispera.
- Non... non ha detto nulla!! Forse sono stati colpiti dalla stessa... non è possibile... dalla stessa pallottola!! Lei era davanti a noi quando hanno sparato ad André! -
Mi sembra di vederlo, le mani sulla testa, gli occhi impazziti a vagare nel nulla, alla ricerca di risposte.
- No... non può essere vero!! No!! Pensate a lei!! Non... non... a me!! -
Dico a stento mentre la mia mano cerca la tua. 
- Oddio... Oscar.... resisti... Amore mio resisti! -
Mormoro, schiacciato dalla paura e dal dolore che la carne lacerata dal proiettile mi causa. 
- Ecco qui.... l'ha presa di striscio... tra la spalla destra e il collo. Poi... probabilmente è arrivata a lui....e questo gli ha impedito almeno di prenderla in pieno petto! A lui devo cavare il piombo! Coraggio... ho trovato i miei arnesi. Non perdiamo altro tempo! Aiutatemi a levargli la giubba! -
Non è possibile...
- Si salverà? Rispondetemi!! -
Chiedo con la poca voce rimastami, graffiata e disperata. 
Nessuno mi risponde!
Forse nessuno mi può udire. Nessuno può udire quest'uomo che combatte contro la morte, con la certezza che se anche dovesse sopravvivere, non ci sarà comunque un domani senza la donna che ama. 
Una luce calda si materializza, proprio davanti a me. Qualcosa sta tornando. Vedo profili scuri di persone che si muovono concitate. 
- Qualcuno venga a tamponare la ferita a lei! Ha aspettato troppo... si deve fermare questa emorragia! E lavarla! -
- Si certo... ci penso io. -
Rosalie si prende cura di te tra le lacrime, povera cara amica. 
- Rosalie... Oscar è... -
Sono disperato, senza forze, cerco con le labbra di avvicinarmi al tuo viso, coperto di sudore. 
La mia mano trova la tua, per non lasciarla più. Mai più. 
Perché se tu muori... io ti seguirò Oscar. 
- André... - 
Sei rinvenuta. 
Mi chiami in un respiro piccolo nel mio orecchio e siamo così vicini, in questo piccolo letto, che solo io lo posso udire.
- Oscar... amore mio... -
Ti danno da bere credo. 
Le nostre mani unite, le dita ancora una volta intrecciate, come sotto quella luce argentata di stelle e di luna. 
Lottiamo per vivere, colpiti dallo stesso proiettile, dallo stesso destino, per sempre. 
- Combatti... ti prego... -
Ti imploro di farcela. 
Mi strattonano, facendomi urlare per il dolore. Qualcuno mi leva la giaccia dell'uniforme e taglia svelto la mia maglia. 
- Cercherò di essere rapido... tenetelo fermo! -
Sento più mani, grandi e forti, tenere salde le mie spalle e ferma la mia fronte. 
- Coraggio André! -
Bernard. 
- Portate via lei! C'è un materasso lì per terra... -
È il medico. Forse è impazzito!
- NO! Vi prego!! Non portatemela via!! No... No... -
Stringo ancora più forte la tua mano, così fredda, così abbandonata, eppure la sento, tra le dita la sento viva.
- Sei ancora con me vero? -
Il respiro spezzato, sento il dottore affilare una lama. 
- André... resisti al... al dolore... -
Gemi nel mio orecchio. 
Un fazzoletto bagnato sulle labbra, laudano.
Una lama ghiacciata arriva senza preavviso e pungola impietosa, scavando nella carne sotto la mia spalla sinistra. 
Inarco il collo e la schiena.
Mi tengono giù, sento lamenti e qualcuno trattenere il fiato. 
Non urlo, perché ti sento piangere.
Gemo soltanto, mentre stringo i denti e prego... Che finisca presto...
- Eccolo.... Ecco il piombo! Abbiamo fatto... abbiamo fatto!! -
Il dottore l'ha estirpato, ma la ferita brucia come fiamme. 
- Dio sia lodato! Coraggio... coraggio André!! -
La voce rotta di Alain, mentre stringe la mia mano e trema, me ne accorgo solo ora, che ansimo per riprendere fiato. Qualcuno tampona il buco lasciatomi dal dottore. 
- Oscar! -
La tua mano è così fredda...
- Il sangue si sta fermando ma è... dottore è svenuta di nuovo! -
Sibila Rosalie.
- Cosa? -
Cerco di alzare la mano per toccarti il viso.
- Non ci sono più bende! Cosa posso usare?-
- Usate dei vestiti, qualsiasi cosa! -
Insiste il dottore che si occupa di te. 
Avverto il tuo respiro rapido sul mio collo. Non hai detto niente per portare in salvo me...
Scoppio a piangere mentre le mie dita riescono ad arrivare debolmente alle tue guance, lisce e consunte.
- Vivi con me Oscar! Ti prego... te l'ho promesso... ti ho promesso che diventerai mia moglie... non lasciarmi! -
La debolezza e le poche gocce di laudano rimaste al medico, mi impediscono di continuare a chiamarti.
Sento solamente le nostre dita intrecciate, i nostri respiri accostati, i cuori ostinati.
Un'immagine sfocata di te, cerea, gli occhi chiusi, la camicia macchiata di rosso. 
Chiudo gli occhi amore, 
tu invece riaprili...
Non mi lasciare solo Oscar!
Non puoi farlo proprio adesso che la nostra felicità è appena cominciata...
- Ti amo... -
Forse puoi udirle, queste parole strappate con forza all'oblio.
Lascio le mie labbra qui, sulla tua fronte ferma, che ha cercato il mio petto. 
Al mio risveglio...
parlami ancora...
parlami ancora... *** Sai André... 
non ho pensato al dolore, non ho pensato a me, quando quella pallottola ha strappato brutalmente la mia carne per poi fermarsi bruciante nella tua. 
Non ho urlato, come il migliore dei soldati. 
Nessuno se n'è accorto...
E non ho pensato alla mia morte, giacché la vera morte era perdere te. 
Non ho badato al sangue che spingeva contro la stoffa della mia uniforme e iniziava a lacrimare sul mio seno. L'avrei fermato dopo aver bloccato il tuo. 
Ma ora, mi sento svuotata amore mio, mi sento tanto fragile e fredda, come un cristallo sottile.
Ho l'impressione di camminare a passi alati sulla neve, così pura, così bambina. 
È bella André, così soffice, non sento più dolore... 
ma non voglio lasciarti.
Amore mio, ti ho appena ritrovato e forse già sei lontano, ma i nostri ricordi resteranno eterni. 
Ricordi di due amici, che hanno riempito l'uno la vita dell'altra, senza mai lasciarsi.
Amici fraterni, amici leali e ora anche amanti, così ardenti sotto quelle stelle preziose... 
Così voraci nel voler strappare un po' di felicità ad una vita soffocata da obblighi e barriere, ma improvvisamente pronta ad esplodere in un unico e possente respiro, fatto di solo amore.
Cammina ancora con me André... Cammina al mio fianco... 
Non voglio lasciarti, amore della mia vita...
Non posso dirti...
Addio.
***
Una risata, la tua... 
così rara, così vera. 
Un suono meraviglioso, che riempie il mio cuore e si cristallizza per sempre. 
Sei davanti a me ora...
Sei fulgida, donna, come ti ho sempre vista. 
Camminiamo per mano.
Ridiamo ancora.
Siamo voce...
soltanto voce...
soltanto noi...
~
Il bisogno improvviso di cercare aria dalla bocca, sbarro gli occhi, entrambi ancora bagnati dalla meraviglia di quel sogno. 
Sono vivo... 
Io... sono vivo!
Le ombre possiedono spessore adesso e la luce si adagia su di esse per mostrarmi che la luna non si è poi scordata di me.
È poco, ma inizio a sentirmi già più forte. 
Sono sdraiato a terra, su un materasso polveroso, stretto e basso. Il ricordo della ferita si fa acuto, il dolore alla spalla mi pungola. Sollevo la mano destra fino al collo, perché lo sento pressato da una fasciatura, che ferma il mio braccio sinistro sul petto. Cerco di guardarmi, col respiro vivace, la ferita mi duole ancora, terribilmente. Mi hanno sistemato la giubba sulle spalle. 
Lascio scorrere la mano sul materasso, tasto a destra e a sinistra, per cercarti. 
Ma perché non sei qui con me Oscar?
- Oscar! -
Ti chiamo con l'ansia che assale la mia ragione. Mi metto in piedi, barcollando e trattenendo a fatica un gemito di dolore. 
Credo di essere in un vicolo, tranquillo e riparato, e deve essere notte fonda. 
Mi sembra di udire rumori e lamenti e con quel poco di luce che ho, distinguo cittadini feriti o addormentati, in attesa di quello che verrà domani...
Scosto i capelli dalla fronte, la gola è arsa. M'incammino, rasente al muro e a passi incerti. Io non voglio pensare al domani, senza di te Oscar, non esiste il domani.
In fondo al vicolo, un alone di luce ambrata, forse alcune fiaccole, e forse una chiesa. 
Mi avvicino, sempre più rapidamente, trascinandomi con la forza della disperazione e con un'ansia inarrestabile a trovarmi sgomento per la tua assenza. 
Arresto i miei passi all'improvviso, per cercare di mettere a fuoco qualcosa che si muove, un'ombra, che si staglia su quella luce calda, allungandosi, per poi mostrarmi la sagoma scura di una persona, che si fa sempre più vicina, che si concretizza, con lentezza e fragilità...
Le lacrime scendono inarrestabili da questi occhi poveri di luce, ma mai di speranza...
- Dio... fa che sia lei!! -
Trema la mia voce, trema la mia preghiera e quasi mi devo fermare, poggiarmi a questo sudicio muro, riprendere fiato, perché troppo grande sarebbe la delusione se non fosse tua quella sagoma sottile...
che traballa, come me...
che sembra quasi volermi raggiungere...
che appare ostinata
e tenace... 
fino alla fine...
fino alla fine...
E allora mi fermo, inchiodato dalla paura, dalle lacrime che pesano come macigni sul cuore. 
I singhiozzi mi percuotono, non riesco a fermarli.... 
non più...
- ANDRÉ ! ! -
Ti tendo la mano perché la mia voce, soffocata dal pianto, non può raggiungerti adesso.
- OSCAR... -
***
- Oh André! -
Piangi pure, qui sulla mia spalla, tra i miei capelli, mentre ti tengo stretto e ti ripeto che sono viva!
Che siamo entrambi vivi!
Perché è così André!
- Sei tu... sei tu... Oscar! Non mi hai lasciato... -
Irrompi commosso, con la voce rotta e sfinita. 
- No André... sono ferita... ma posso farcela... Con te...Insieme...possiamo farcela! Non è vero? -
Piango e a malapena mi reggo in piedi. Con la mano sinistra cerco con frenesia il tuo viso, i tuoi capelli, la tua spalla, il calore delle tue mani, perché voglio essere sicura, certa che tu sia davvero vivo, che sia davvero qui, davanti alla tua donna. 
- Si che possiamo...vedo il tuo sorriso adesso... -
Gemo di felicità. 
- André! Portami via da qui, abbiamo già combattuto abbastanza... ora voglio solo vivere... vivere il nostro amore! -
Ti chiedo singhiozzando. 
Tu mi stringi così forte e mentre ridiamo e piangiamo, ancora increduli e sognanti, guardi verso l'alto...
Forse una preghiera è stata ascoltata...
Avvicino il viso al tuo petto, perché voglio sentire di nuovo il calore del tuo amore, delle tue carezze, sentire l'impeto del tuo cuore che batte sul mio. 
Perché il tuo cuore batte ancora!
E mi dice che non è troppo tardi, che ci sono tanti momenti meravigliosi ad attenderci...
Come questo, in cui vedo ancora lo stupore dipingere il tuo bel sorriso.
In cui sento intensamente la tua dolcezza, nella carezza che la tua mano posa teneramente sulla mia guancia, passando prima per la fasciatura vicino al collo, per accertarsi premurosa che sia stretta e fatta con cura. 
Questo... in cui i nostri profili impazienti, si avvicinano...
e mentre tutto intorno a noi ancora dorme, attende, riposa, prima della battaglia, prima di marciare, cadere, conquistare....
noi afferriamo la nostra felicità...
in un bacio disperato e profondo la conquistiamo e la suggelliamo. 
Sono malata André, e presto, tra poche ore, saprai...
Ma se tu sei al mio fianco amore mio... 
io posso continuare... 
si... 
posso continuare a lottare 
e posso continuare a vivere...
Perché con te io voglio vivere! 
***
Camminiamo ancora insieme... e ora che sei ritornata da me, vedo...
Vedo tutto... le albe, le rose di Arras... Vedo noi due abbracciati su un letto d'avorio. 
Vedo un piccolo villaggio... una piccola chiesa
Il desiderio più grande... una semplice cerimonia... una semplice sposa... Perché i sogni possono cambiare la realtà e la speranza il destino.
E tu Oscar, sei il mio destino. ___________________ Dedica speciale alla mia cara amica Emerald e alla città di Parigi.
La storia, prima o poi, andrà avanti... Un bacio :-D Cecile
   
 
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