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Autore: mareggiata    26/11/2015    17 recensioni
In occasione del Contest Il Bivio, ecco la mia OS, nata così, come una visione, di colpo.
Un missing moment sul momento della grande scelta.
Un bivio.
Lei a questo bivio ha scelto. Ma queste sono le motivazioni...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono caduta di schianto sull'erba.

La mia guancia destra é posata su questo mantello che mi pizzica e mi punge.

La mia testa è girata e lo sguardo è lontano da te.

Non riesco più a guardarti.

Il mio cuore è in tumulto, il mio respiro è ansante.

Le ossa sono talmente dolenti da sembrarmi rotte. Tutto in me è rotto.

Nei tuoi cazzotti ho sentito il tuo affetto, nel tuo sguardo rabbioso ho sentito la tua amicizia, nei tuoi ansiti ho sentito la disperazione. La disperazione per me.

Solo noi possiamo picchiarci con sentimento...

Il sentimento di chi non ha barriere, che sa che l'altro può capire..., capisce....

Con chi altri mai potrei dare sfogo al mio dolore?!

 

Il mio sguardo perso, vede il verde sfumato e l'azzurro lontano del cielo, tra i fili d'erba.

Il cuore mi tambura in testa.

Una testa che sembra così pesante da portare in giro, fiera, sulle spalle diritte.

 

Ti sento vicino, André. Ti sento ansimare. Ma non ti vedo.... Però tu ci sei...

Anch'io sono stata implacabile. Me la sono presa con te.

Come se fosse colpa tua..., come ci fosse qualcuno con cui prendersela...

Ma tu non ti tiri mai indietro. Tu ci sei. Anche per la mia rabbia....

Tu ci sei...

E io mi sfogo sempre su di te...

Ma tu ci sei...

Perchè?

Perchè ha voluto così mio padre, quando eravamo piccoli?

Anche questo è stato deciso da mio padre?

Tu esegui semplicemente i tuoi compiti?

Esattamente come ti ha chiesto lui ieri sera?

Tu stai eseguendo il tuo compito, come io dovrei eseguire il mio...

E me la sono presa con te.

Come fosse colpa tua di questa situazione...

Ma poi ci sei sempre tu qui con me ad accogliere la mia rabbia...

Anche questo è il tuo compito, André?

 

Sono furente, sono confusa.

Non solo non so chi sono io! Maschio... femmina...

Non so neanche chi siano gli altri!

Sei il mio amico?

O sei il mio servo, ubbidiente in tutto?

Meschino essere venduto alle follie di mio padre?

 

Afferro con le labbra il ciuffo d'erba di fronte a me e lo strappo con foga.

Sono davvero un maschiaccio.

 

Improvvisamente ho un'immagine di me... che mi perseguita in queste notti.

Sono io quella bella donna, distinta, che mi fissa dal ritratto sopra al camino...

Semplice, seppure elegante.

Ma con lo sguardo triste...

Lo sguardo dei rimpianti.

Io una donna. Come mia madre.

Come la sposa di un uomo arrogante.

Come la madre colpevole delle sue figlie. Unica valorosa “missione” della mia vita. Procreare come un coniglio per mio marito.

Un marito qualunque. Il mio padrone...

Questa idea mi smarrisce.

Ancora di più dei ventagli e dei pizzi...

 

Ma io sono un soldato?

Io posso essere una donna che difende una donna?

Proprio LA donna che più di tutte incarna quello che io non voglio essere?

Un bel corpo dato in cambio di un patto. Di un contratto...

Il corpo che dovrà figliare...

Il corpo di cui io dovrei diventare guardia...

 

Io non voglio difendere una donna!

 

Sono furente, sono arrabbiata...

Vorrei scappare.

Scappare da tutto, da tutti, da me stessa...

Da questo mondo dove io non riesco a trovare collocazione.

 

Poi, improvvisamente, una tocco caldo, lieve.

La tua mano si posa piano sulla mia.

Poi la stringe.

Ma questa volta, non c'è forza. Non c'è violenza. Non c'è rabbia.

Quel calore si diffonde alla mia mano fredda e risale il mio braccio.

Mi pervade, arriva al mio cuore.

Che dopo un attimo inizia a rallentare.

Mi sento a casa.

La tua mano nella mia.

In tutto questo sfacelo che è la mia vita, TU sei la mia casa.

Lo so.

Tu ci sei, sempre.

Anche per accogliere il mio dolore.

Tu sei la mia CASA.

 

Improvvisamente il mio cuore riprende a correre.

Ho un'immagine terribile. Più terribile di tutte.

Sono la dama, con i pizzi, con l'aria triste, i figli intorno a me, un marito distratto...

Ma non ho un casa...

 

Tu NON ci sei. Non PUOI esserci.

E questa è l'unica cosa, l'unica, l'unica che io non posso tollerare.

TU CI SEI, SEMPRE...

 

Rispondo alla tua lieve stretta. Per un attimo.

Poi balzo in piedi, non sentendo più dolore...

Monto come una furia su Cesar, lasciandoti lì. Senza una parola. Come sempre...

Ma io ora, so cosa fare.

Voglio la MIA CASA.

 

Ti sento.

Mi stai gridando di diventare una donna...

No, André. Non posso.

Proprio non posso....

  
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