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Autore: SSJD    26/11/2015    6 recensioni
Questa raccolta è il seguito di ‘Supplenze’. Ѐ assolutamente necessario aver letto il primo, per capire quest’altro. Vi chiederete come mai non li ho messi assieme. Bhe, ecco… Era solo per occupare la posizione 6500 di racconti pubblicati di questo Fandom!
Cmq, visto che bisogna scrivere qualcosa in più che questa idiozia di introduzione, per invogliarvi a leggere, vi lascio l’inizio del primo capitolo...
Dal testo:
“…mhmm… mhmm… Aaahhhh…
“Cosa succede, Trunks? Perché non entri in casa?” mi chiede la voce di Goten che, come ovattata, giunge al mio orecchio dal giardino che, buio e desolato, si estende alle mie spalle.
“SSSSSHHHH” gli intimo voltandomi e tendendo il dito indice all’inverosimile, davanti alle mie labbra.
“…AAAAHHH… sìììì… sìììì… Trunks… AAAAHHH… ancora… ancora!!!...
E ora... I titoli dei vari capitoletti:
1. La vendetta
2. La paura
3. Il terrore
4. Incubi e deliri
5. Speciale 8 marzo
6. La follia
7. La rabbia
8. 8 marzo: lo snervamento
9. La frutta
10. Il dolcetto
11. Il dolcetto, 2
Genere: Commedia, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Goten, Mirai!Trunks, Pan, Trunks | Coppie: Bra/Goten, Bulma/Vegeta, Pan/Trunks
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Threesome
Capitoli:
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NA: La nottata a rating rosso di ‘sti tre, si concludeva solo il mattino seguente con Pan che, svegliandosi in uno stato di confusione totale, sente i due che litigano per chi deve farsi la doccia per primo. Così, per uscire dallo stato di torpore, decide che, anche lei, ha bisogno di infilarsi sotto il getto di acqua calda…
 
 

LA PAURA





 
 
Esco dalla doccia più lunga, calda, accogliente e, allo stesso tempo, eccitante della mia vita.
Essere coccolata da quei due, non ha prezzo…
Ѐ incredibile la sintonia tra di noi: come mi accarezzano e come sanno farmi godere delle loro attenzioni quasi ‘sincronizzate’. 
Li adoro.
So che questa cosa dovrà finire, prima o poi.
Non credo vada bene per la salute mentale di nessuno di noi.
Per me e sicuramente anche per loro due che, per dimostrarmi che i miei pensieri sono corretti, si sono di nuovo messi a litigare sotto la doccia…per lo shampoo, questa volta.
Esco dal bagno con un asciugamano legato sopra un seno che mi sembra stranamente più prosperoso del solito. Mi arrotolo un altro telo sopra la testa, racchiudendo i miei lunghi capelli corvini.
Odio quando cadono bagnati sulle spalle.
Cerco per tutta la camera la mia borsetta in cui tengo le mie pillole. Quando la trovo, buttata senza alcuna grazia su una sedia, la prendo e ravano al suo interno per cercare la confezione. Non mi ricordavo di avere tante cose inutili in ‘sta borsetta…Quando finalmente trovo il blister, lo estraggo. Faccio per snocciolare la pillola sotto la piccola scritta MER e…
Sgrano gli occhi, spalanco la bocca in un’espressione di… TERRORE…
Non è possibile…
Con uno scatto mi avvicino alla porta del bagno tenendo il mano il blister delle pastigliette che non riesce a stare fermo…Ah, no, un minuto, è la mia mano che sta tremando all’impazzata…
“Ehm… r-ragazzi…?”
“Sì Pan? Che c’è? Ci manchi, perché non torni qui con noi?” mi dice uno dei due, non so quale e non mi interessa, in questo momento.
Mi sta venendo la nausea.
“NO! S-scusate… C-che g-giorno sarebbe oggi?” chiedo cercando di far arrivare aria ai polmoni, ma boccheggiando come un pesce fuori dall’acqua.
“Boh! Ma che ti frega? Torna qui, dai!!”
“NOOO! Che diavolo di giorno è?” insisto.
“Ma sarà il ventuno, il ventidue, che differenza fa?”
“Ma non il numero! Il giorno della settimana! Che giorno della settimana è oggi?” chiedo con tono quasi disperato.
“Credo… ehm… dovrebbe essere mercoledì!” mi dice la voce che ipotizzo essere quella di mio marito, ma non ne sono affatto sicura, visto che è, come tutto il resto, identica a quella dell’altro.
Inchino la testa verso il basso e guardo il blister delle pillole nella mia mano tremante. Il tremore e gli occhi patinati da un velo di inspiegabili lacrime mi confondono ancora di più la vista.
Strizzo gli occhi un paio di volte, come per cercare di mettere a fuoco ciò che non vorrei fosse vero.
Quando finalmente riesco a valutare con maggiore precisione ciò che tengo stretto in mano, sento le gambe cedere sotto il peso di quelle che ora mi sembrano due tette enormi. Mi accascio a terra come un sacco di patate, continuando a fissare quel dannato blister di pasticchette che mi guardano come se fossero le uova tremolanti di qualche schifido animaletto.
Lì.
Ognuna nella sua semisferica custodia plastica.
Tutte, in fila ordinatamente, fanno da contorno, o meglio, da cornice al nome scritto in caratteri antichi del medicinale. Ognuna di loro si muove allegra nello spazio ridotto che le è stato riservato sotto le lettere del giorno della settimana in cui DEVONO essere ingurgitate.
Le guardo.
Le osservo con attenzione e scuoto la testa.
Chiudo gli occhi e mi domando, per la centesima volta da quando ho preso in mano questo maledetto blister:
‘Cosa cazzo(*) ci fanno le pillole di LUN e MAR ancora a qui? Perché non sono a drogare il mio corpo e a proteggermi da un’eventuale gra…
“PAAAN? TUTTO BENE?” mi chiede uno chiunque dei portatori sani di sperma da dentro il bagno.
‘No, cazzo(*), non va tutto bene’ penso…
“Ehm… ragazzi… sicuri che oggi sia mercoledì?” chiedo con un tono che credo abbia fatto trasparire tutto il mio disagio.
Silenzio…
Sento l’acqua della doccia smettere improvvisamente di scendere.
Sento il fruscio di asciugamani: allegramente catturano le gocce d’acqua che tristi devono abbandonare i bellissimi corpi che solo poco prima percorrevano felici.
Sento la porta del bagno aprirsi e vedo la chioma lavanda di mio marito fare capolino dal bordo, seguita dai due diamanti acquamarina che fanno da iridi a due occhi dolcissimi.
Mi fa sciogliere.
Ogni volta che mi guarda con quegli occhi, sento le farfalline nello stomaco che svolazzano felici…chiaro segno che l’effetto del fumo di ieri sera non sia ancora passato…oppure sono dannatamente innamorata di lui…
Comunque…
Un attimo dopo, lo vedo comparire accovacciato davanti a me, per potermi guardare fisso negli occhi. I miei sono affondati in quel cristallo purissimo che adoro, ma so che anche suo fratello (?) maggiore mi sta osservando, probabilmente con lo stesso sguardo incuriosito di mio marito.
“Principessa, cosa succede? Non stai bene?”
Non riesco a rispondere. Un nodo mi stringe la gola e gli occhi mi si riempiono ancora di lacrime, anche se non so spiegarmi il motivo.
Non faccio altro che mostrar loro il blister contenente le due pillole clandestine.
“Merda” esclama Trunks del futuro sbattendosi una mano in faccia.
“Cazzo (*)” lo segue a ruota mio marito sgranando gli occhi dalla sorpresa.
“Hihiihii” sento ridere Goten nella mia testa e stramaledico l’autore per il suo cinismo.
“Mi dispiace, non so come sia stato possibile. Non mi è mai capitato di scordarmi…” riesco a dire abbassando lo sguardo e singhiozzando quasi.
Perché mi sento tanto Goten in questo momento?
‘Ah! Già! Forse perché Bra mi ha detto che ha messo dei post-it sullo specchio del bagno per ricordargli di lavare i denti la sera, prima di andare a dormire…Che idiota…
No, accidenti! Io sono idiota! Dimenticarsi di lavare i denti alla sera non è così grave come non prendere la pillola per due giorni!
DUE GIORNI!!!
Ma come ho fatto?’ continuo a rimuginare mentre sento mio marito tornare in posizione eretta e dialogare brevemente con la sua copia. Istintivamente alzo gli occhi per capire dal loro sguardo quale sia il loro stato d’animo.
Contro ogni mia aspettativa, li vedo entrambi sereni e sorridenti e sento la copia di mio marito finire sottovoce di dire:
“Beh, penso sia la cosa più giusta da fare…”
“Fare cosa?” chiedo quasi preoccupata.
Trunks si riaccovaccia di fronte a me e mi accarezza la guancia con il dorso delle dita della mano per poi sussurrarmi:
“Trunks non vuole partire senza sapere se diventerà papà o no”
“Eh?” chiedo smarrita.
“Certo! Come puoi pensare che io possa tornare nel futuro senza che tu abbia fatto un test?” mi chiede il diretto interessato come se fosse la cosa più normale del mondo.
Alzo gli occhi al cielo.
Non so se tirare qualche accidenti all’autore o semplicemente uccidere mio zio per aver contribuito a farmi ritrovare in questa situazione.
Penso che, in qualche modo, gliela debba far pagare a quello stronzo.
Ho già in mente un piano.
Tanto per cominciare mando lui in farmacia a comprare il test.
Lo conosco molto meglio di quanto lui conosca me e so che la cosa gli darà molto, ma molto fastidio…
Mi alzo senza dire una parola.
Mio marito fa lo stesso, affiancandosi di nuovo alla sua perfetta copia del futuro.
Accidenti quanto sono sexy.
Sono così dannatamente belli che gli ormoni hanno già ricominciato a perdere il controllo, offuscando i miei pensieri in un modo indecoroso.
Faccio un sospiro, cercando di ritrovare un contegno e mi avvicino.
Li guardo entrambi facendogli un leggero sorriso che sa molto di gratitudine e do una carezza a entrambi sulle guance.
Poi, senza aggiungere altro allo sguardo complice che ho rivolto loro, mi butto sul letto per afferrare il telefono che si trova sul mio comodino.
Compongo il numero di Bra che, dopo qualche squillo, risponde allegra:
“Ciao Panny! Come stai?”
“Ciao Bra…Tutto bene…quasi…sì, insomma…C’è Goten? O l’hai buttato fuori casa dopo quello che ha combinato ieri sera?” chiedo mettendo il vivavoce per far sentire anche i due Trunks.
“Perché? Cos’ha combinato ieri sera?” mi chiede l’azzurrina perplessa.
“Ma come, scusa! Sai che è andato a giocare a calcetto?” chiedo contrariata.
“Certo! Con Trunks! Non capisco…Qual è il problema?” mi chiede sempre più confusa.
“Bra… PASSAMI.GOTEN…” affermo scandendo nervosamente le parole e chiudendo gli occhi.
“Mhmm…sei strana, Pan… Te lo passo… GOTEEEEEN! C’è tua nipoteeeee!” urla la mia amica.
Nell’attesa che l’idiota arrivi al telefono, mi premo la fronte tra le dita e cerco di respirare profondamente per controllare l’istinto omicida che, in questo momento, ho nei confronti di mio zio.
“Heylaaaa! Buongiorno!” esclama allegro “Dormito bene? Ci hai dato dentro di brutto con l’alcol ieri sera, o sbaglio?”
“E tu come lo sai?”
“Come lo so? Ma Panny! Non ti ricordi che eravamo tutti assieme in quel locale…Trunks ha chiamato Bra per chiederle se voleva venire a festeggiare il suo ritorno! Non ti ricordi?” spiega con un tono che non mi piace affatto.
Mi volto e fulmino Mirai Trunks con lo sguardo.
Lui fa spallucce e apre le braccia dicendo sottovoce:
“Ѐ mia sorella… volevo chiacchierare un po’ con lei…”
‘Ok, ci sta’ penso. Arriccio un po’ il naso facendogli capire che ha ragione, non me la posso prendere per questo.
Volto di nuovo la testa verso il telefono che giace sul letto e continuo:
“Goten, ascoltami bene. So che la tua testa non è in grado di comprendere da subito le domande che ti sto per fare. Per questo parlerò molto lentamente e scandendo bene ogni singola parola, ok?”
“Domande? Ah, guarda, se vuoi sapere chi ha portato i funghi che ti sei fumata ieri sera, devi chiedere alla signora Brief…Quella donna è una continua sorpresa…Sai il film ‘L’erba di Grace’? U.g.u.a.l.e!!! Le cose migliori arrivano sempre da chi meno te lo asp…
“GOTEEEEN!!! Non mi interessa sapere di funghi, erbe, piante, conifere o alghe magiche! Ho cose ben più gravi a cui pensare ora!” lo interrompo con rabbia al limite di quella che credo possa essere la mia prima trasformazione in ssj3.
“Gravi? Cos’è? Non sai più quale dei due Trunks è tuo marito? Beh, quello con la fede, no?” mi dice facendomi voltare e beccando in pieno il maggiore restituire l’anello al minore, facendomi spalancare la bocca.
Immagino che anche la fede al dito fosse un accorgimento del fantastico piano di Goten, per non far scoprire lo scambio dei due Trunks.
Scuoto la testa. Tra tutti e tre non so proprio chi salvare.
“Goten, prima di tutto. Mi spieghi perché tu hai detto a Bra che andavi a giocare a calcetto e invece per Trunks hai messo in piedi quello schifo di piano? Pensavi che mi sarei opposta alla vostra uscita sportiva? Che motivo c’era di trovare un ‘supplente’? Oltretutto sperando che non me ne accorgessi” chiedo davvero confusa.
“Beh, semplice. Io non ho un Mirai Goten da mandare come sostituto… Certo avrei potuto mandare Gohan, visto che un po' ci assomigliamo, ma lui gioca in porta, per cui non era disponibile. Capisci?” mi spiega con voce fin troppo pacata, come se mi stesse trattando da troglodita.
“Ma tu hai la fissa delle sostituzioni, eh! Pensi che Bra non se ne sarebbe accorta?” gli chiedo retoricamente, senza aspettarmi una risposta che, invece, ritiene opportuno fornirmi:
“Lo sospettavo… per questo le ho dovuto dire che andavo a giocare a calcetto… Effettivamente in porta non avrei saputo chi altro mettere. Crillin è troppo basso e gioca ala destra. Tensing è al centrocampo, Yamko gioca ala sinistra e C17 in attacco… Ma lui lo teniamo solo perché fa molto spogliatoio… Anche se alla fine nessuno vuole fare mai la doccia con lui… chissà perché…” mi spiega come se la cosa possa in qualche modo interessarmi.
“GOTEEEEN! Non me ne frega niente! Oltretutto di una squadra che ha te come allenatore! Mi chiedo come possiate anche solo riuscire a ritrovarvi all’ora e nel posto giusto dove giocare. Comunque. Ti chiamo perché devi fare la prima delle tante cose che mi devi, per espiare la tua pena. Muovi le chiappe e vieni qui. Per strada fermati alla pasticceria e prendi dei croissant freschi e poi, fermati alla farmacia e compra un test di gravidanza” gli dico tutto d’un fiato.
“Come si scrive ‘croassan’?” mi chiede con fare ebete, ma con pronuncia francese perfetta, manco fosse Maria Antonietta.
“CHE? Come sarebbe a dire, come si scrive?”
“Come faccio a comprarli, altrimenti? Se non scrivo ciò che devo comprare, poi non mi ricordo e finisce che sbaglio. Allora? Come si scrive? Quanti ne devo comprare?” ribadisce quasi scocciato.
“C.R.O.I.S.S.A.N.T… Prendine… boh… Una ventina? Ma hai capito cos’altro devi comprare…in farmacia?” chiedo titubante.
‘Ho detto veramente una ventina? Ecco, lo sapevo…sono già incinta…Ah, no! Fermi tutti! Siamo sayan…sicuro che ci stanno 20 croissant…Accidenti, potevo chiedergliene di più…che stupida…’
“Certo. Un test di gravidanza. Ma per chi?” mi chiede distraendomi dai miei stupidi pensieri mangerecci.
Odio quando fa così.
Non riesco a capire se mi sta pigliando per il culo o sia davvero così idiota.
Sento i due Trunks scoppiare a ridere come due scemi.
Come non capirli.
“Per chi, Goten? Secondo te? Per la mia gatta?” chiedo con tono EVIDENTEMENTE retorico.
“Hai una gatta? Da quando?”
“NOOOO! Goten! Non ho una gatta! Serve a me, il test, idiota!”
“Ah! Ok, dillo subito, no! Quale preferisci che ti compri? Quello con risultato che appare dopo il conto alla rovescia te lo sconsiglio…è da sadici…Preferisci quello che, oltre a dirti se sei incinta, ti dice anche da quando oppure quello con precisione superiore al 99%? Io ti consiglio quello progettato per essere facile da utilizzare… tra parentesi, il mio preferito… non devi nemmeno leggere le istruzioni e a me esce sempre negativo…” afferma convinto, facendo venire le lacrime sia a me che ai due ipotetici papà alle mie spalle.
“Che c’è da ridere?” chiede perplesso.
“Niente… solo… mi sembri davvero esperto…come mai sei così informato?” chiedo cercando di ritrovare un certo contegno e cominciando a pensare che, il fatto di mandarlo in farmacia, non sia proprio una vera e propria punizione: sembra ci sia abituato…
“Mah, sai… Bra si dimentica un giorno sì e uno no di prendere la pillola… Oramai ho l’abbonamento in farmacia a comprare test…
… Goteeeen! Chiedi a Pan se ha lei la mia borsetta! Ieri sera temo che ce le siamo scambiate!...”            
La voce di Bra proveniente da un punto imprecisato mi fa sgranare gli occhi e spalancare la bocca all’inverosimile.
Afferro il telefono e mi metto a sedere sul letto osservando il due Trunks che non sanno se ridere, piangere o cosa…
Salto giù con un balzo e vado a recuperare la borsetta ancora stravaccata sulla sedia.
La osservo attentamente.
La osservo e ripenso alle parole di Goten quando, il Natale scorso, regalò a me e a Bra la stessa, identica borsetta: “Così non litigate per chi delle due ce l’ha più bella” manco fossimo bimbe dell’asilo.
“PAAAAN? Ci sei? Hai tu la borsetta di Bra?” mi chiede richiamandomi alla realtà.
“Sì… sì… ce l’ho io… Passo fra poco… anzi… fra un po’… a portargliela…” dico fissando i due Trunks con un sorriso maliziosissimo.
“Ma come? Non devo più venire con i 20 croissant e il test?” mi domanda stupito.
“Ok… Vieni fra un’ora… anzi… facciamo un paio… Porta i croissant e la mia borsetta. Il test portalo a Bra… credo ne abbia più bisogno di me…” dico inclinando la testa di lato per ricevere il primo di quella che spero sarà la lunga scia di baci, che mio marito ha iniziato a lasciarmi sul collo, posizionandosi alle mie spalle.
“Come vuoi… Ah! E… Pan!” mi richiama prima che possa riattaccare il telefono.
“Mhmm mmhm?” mugugno cercando di mantenere un controllo quasi impossibile da gestire, viste le attenzioni che il Trunks maggiore sta dedicando al mio seno, dopo avermi levato l’asciugamano inutile che lo ricopriva.
“I croissant li volete lisci, alla crema o alla marmellata?”
“Fai tu” gli rispondo prima di chiudere la telefonata.
Sia mai che, con le manie di precisione e la perversione di ‘sto cavolo di autore, mi debba ritrovare a spiegargli per filo e per segno quanti croissant alla crema, lisci e alla marmellata, debba comprare, quando tutto ciò che vorrei ora è solo buttarmi in un proseguo a rating rosso con ‘sti due.
 
 

CONTINUA...





 
 
(*) NA: correggere con ‘Accipicchiolina’ se Cazzo, in una rating giallo, non si può dire…

 
   
 
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