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Autore: Birra fredda    26/11/2015    0 recensioni
Era cominciata così, con Alan che aveva avuto un attacco di panico, Austin che si era innervosito e Tino che aveva afferrato una felpa di Aaron all’ultimo secondo e menomale che lo aveva fatto altrimenti il freddo dell’alba avrebbe ucciso il chitarrista di ipotermia.
Era entrato così Ian nelle loro vite.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il locale non era molto grande ma neanche piccolissimo, insomma c’era abbastanza spazio per tutti quei ragazzi buttati a terra fuori che aveva visto. Gli era venuto da chiedersi, vedendoli, che razza di musica facessero gli Of Mice & Men, perché quei ragazzi lì fuori avevano tutti i capelli tinti, magliette aggressive, vestiti laceri, tatuaggi. Non che Austin gli avesse dato l’impressione di essere un tenore, insomma, ma si rese conto che forse erano uno di quei gruppi che adorava Michael che urlano per tutto il tempo.
Comunque si mise in testa che doveva ascoltarli senza pregiudizi e alzò una mano per richiamare la loro attenzione mentre entrava nel locale. Erano tutti e cinque sul palco radunati a chiacchierare, solo Tino era seduto dietro la batteria e stava montando un piatto.
“Hey Ian” lo salutò Phil vedendolo. “Perché non chiediamo a lui?” disse poi rivolto agli altri, che risposero affermativamente.
Prima che avesse il tempo anche solo di riflettere o di capire cosa stesse succedendo, Tino aveva dato il quattro e avevano cominciato a suonare.
Era proprio quel tipo di musica. Dannazione.
Ian sospirò e cercò di sorridere loro. In fin dei conti, pensò, urlare in quel modo doveva essere difficile, quindi era almeno da apprezzare la tecnica. Erano tutti molto bravi con i loro strumenti, inoltre, e soprattutto Tino catturò subito l’attenzione del ragazzino.
Era sempre stato attratto dalla batteria e una volta aveva anche provato a suonarla, a casa di un suo compagno di classe, e si era sentito leggero. Si era sentito svuotato di ogni problema, come se il picchiare su quei tamburi potesse renderlo totalmente libero.
Dopo un po’ Aaron cominciò a cantare. Aveva un timbro particolare che a Ian piacque subito moltissimo, così non si concentrò per niente sul testo della canzone. In realtà non si stava rendendo neanche conto del fatto che stavano provando un pezzo di ogni canzone, passando velocemente da una all’altra.
Alla fine di tutto i cinque lo guardarono e Austin parlò nel microfono: “Con quale pensi dovremmo cominciare?” chiese.
Ian si sentì invadere da un forte calore e seppe di essere arrossito, ringraziò mentalmente la penombra del locale e si disse che doveva rispondere alla domanda. Non ci aveva capito niente di ciò che avevano suonato, non aveva neanche capito ch’erano canzoni distinte, a dirla tutta, ma doveva rispondere.
“La prima” disse in un soffio.
“Adesso siamo tre contro due!” esultò Aaron nel microfono, facendo saltare sul posto Alan che si era avvicinato troppo e nel momento sbagliato a una cassa.
“D’accordo, l’inizio resta Public Service Announcement” disse Phil togliendosi la chitarra. “Ma anche la fine resta You’re Not Alone.”
“Mi sembra un buon punto d’incontro” concluse Tino alzandosi dalla sua postazione. “Qui vicino c’è un supermercato, chi mi accompagna a fare la spesa?”
In un momento, Ian non capì bene come fosse successo, era rimasto solo lui imbambolato al suo posto e Tino in piedi dietro la batteria. Gli altri era spariti, come volatilizzati, non c’erano più.
Il batterista roteò gli occhi e sospirò. “Almeno ditemi cosa volete” urlò incrociando le braccia al petto.
“Tè verde!”
“Birra!”
“Pizza!”
“Hamburger!”
“Prendi anche il pane!”
“Se c’è per favore della mozzarella!”
“Quei biscotti al burro dell’altra volta!”
“Il caffè che è quasi finito!”
“Shampoo per capelli grassi!”
“Bagnoschiuma alla lavanda!”
“Uh, il riso!”
“La nutella!”
“Birra!”
“L’avevo già detta io la birra!”
“Non avevo sentito... prendi anche la red bull!”
Ci fu un momento di silenzio e poi la voce di Austin disse: “Grazie Tino!”
“Lo sapete che un giorno io farò scorta di cibo solo per me e vi lascerò morire di fame?” scherzò Tino scendendo dal palco con un salto.
“Sei il più grande, è compito tuo occuparsi di noi” urlò Alan da lontano.
“Considera che a quel punto saremmo talmente tanto affamati e tu sarai quello più grasso...” disse Phil.
“Ian vieni con me?” domandò il batterista al ragazzino ignorando gli amici.
Il biondo si chiese perché tutti fossero scappati ma non gli venne in mente nessun motivo troppo logico, così annuì.
Uscirono da dietro per non dare nell’occhio, incontrarono comunque due ragazzine che richiesero a Tino un autografo e una foto e poi giunsero al supermercato.
Vagando tra i corridoi zeppi di prodotti i due chiacchierarono del più e del meno. Ian voleva sapere tutto su di loro e sulla loro carriera musicale. Avrebbe voluto raccontare a Tino qualcosa di sé e sapeva che prima o poi, soprattutto se fosse rimasto con loro per molto tempo, avrebbe dovuto farlo, ma non gli andava di parlarne in quel momento, così riversò in quella mezz’ora di spesa tutti i suoi quesiti.
Tino gli raccontò di come fossero nati gli Of Mice & Men, delle varie discussioni che c’erano state, delle uscite ed entrate nella band, dei problemi di salute di Austin e della morte della madre, gli parlò della sua fidanzata e di quanto gli mancasse.
“E quando finirà il tour?” domandò Ian mettendosi in fila alla cassa.
“È appena cominciato” rispose il più grande. “La fine ufficiale sarà tra tre mesi, l’ultimo show è programmato per la metà di maggio. Poi saremo a vari festival sia in America che in Europa e poi saremo al Warped Tour per tutta l’estate.”
“E non tornate mai a casa?” chiese ancora il biondo cominciando a mettere la loro spesa sulla rullo della cassa.
Tino ridacchiò. “Certo che torniamo a casa” disse aiutando Ian. “Abbiamo delle pause dalla tournèe a volte di un weekend, altre volte anche di due settimane. Dipende.”
Il più piccolo dei due si bloccò per un momento a pensare e si tolse di mezzo per far passare Tino che doveva pagare. Adesso quei cinque lo avevano accolto con loro e sembravano così affabili e amichevoli nei suoi confronti, era in tournèe con gli Of Mice & Men, ma quando il tour sarebbe finito, lui dove sarebbe finito?
Per un attimo si sentì mancare, ma si riprese subito e sollevò una delle due buste di plastica rigonfie di cibo e bevande. Una volta a casa, gli Of Mice & Men lo avrebbero scaricato nel dimenticatoio?































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Chi non muore si rivede, no?
Perdonatemi ma, come sempre, il problema è giunto da cose al di fuori della mia volontà o possibilità.
Fatemi sapere se vi piace,
Echelon_Sun

 
  
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