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Autore: ElenCelebrindal    26/11/2015    2 recensioni
Uno spaccato di vita degli Avengers, con la presenza molto leggera della coppia slash Stucky. Steve e Bucky sono alle prese con il ritorno da una missione disastrosa, e finiscono per causare più guai di quanti non volessero.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Sam Wilson/Falcon, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BACK FROM MISSION

Tecnicamente questa cosa riguarda poco gli Avengers in generale e più i cari Cap e Bucky, ma shalla (come direbbe una mia amica). Non sono molto brava a scrivere situazioni ambientate nel mondo moderno (si veda che ho scritto solo fanfiction su isda o comunque non in present day), però ho voluto provarci. Siccome in questo momento sto scrivendo anche un'altra piccola Stucky carina carina (seeee, ci spero) mi sono detta "fai una prova con qualcosa di assurdo" e così è venuta fuori questa one-shot, scritta peraltro neanche a casa ma a scuola, di nascosto dallo sguardo ostile della professoressa di filosofia. Beh, basta annoiarvi con queste assurdità, vi lascio alla lettura. 
Ah, dimenticavo... il trailer di Civil War mi ha lasciato non sconvolta, ma di più. TEAM CAP TUTTA LA VITA! Ok seriamente, buona lettura a tutti, ci vediamo in fondo alla storia (se ci arrivate)



La missione in Norvegia fu un completo e totale disastro. Una segnalazione improvvisa da parte dei servizi segreti aveva costretto parte degli Avengers a mobilitarsi, temendo un attacco da parte dell’HYDRA a quanto si poteva leggere fra le righe del messaggio. Un Quinjet con a bordo Steve, Bucky, Sam e Natasha aveva lasciato la Torre degli Avengers per arrivare a Trondheim; la base HYDRA c’era davvero, nascosta in un bunker sotterraneo perfettamente occultata a qualsiasi tipo di radar, ma era completamente deserta se non per un gruppo di uomini armati fino ai denti. Sconfiggerli fu semplice, ma una volta messo fuori gioco l’ultimo si resero conto di trovarsi nel bel mezzo di una trappola. In pochi secondi si ritrovarono coinvolti in un’esplosione che distrusse l’intera base e che li avrebbe uccisi, se Steve non avesse intuito in tempo di dover scappare. Tuttavia, li lasciò solamente feriti e un po’ scossi. Il rientro, se possibile, fu perfino peggiore; qualcuno aveva manomesso il sistema di occultamento del Quinjet, costringendo Natasha a fare il giro più lungo per poter restare sopra le nuvole.


Questo fu ciò che Steve riferì a Fury e gli altri Avengers, un resoconto che peggiorò gli stati d’animo di tutti i presenti, ricordando la presenza purtroppo impossibile da estinguere dell’HYDRA. A resoconto finito Steve, reggendosi il braccio ustionatosi nell’esplosione, fece di tutto per convincere Bucky a farsi medicare le ferite e lo trascinò quasi di peso in infermeria mentre gli altri raggiungevano quella al piano di sotto strascicando i piedi. Sam se l’era cavata, grazie alle ali, ma Natasha si era beccata una scheggia di metallo dritta nella spalla. “Almeno hanno la gentilezza di lasciarci soli a litigare”, osservò Steve. “E a proposito di litigare, sono abituato a restare ferito, non serve tutto questo”, protestò Bucky, sedendosi sul tavolo basso lì presente. “Anche io, sai? Però non ho alcuna intenzione di andare in giro con un braccio mezzo ustionato e sanguinante. E neanche tu, perciò zitto e fatti aiutare”, ribatté il super-soldato, sedendosi di fronte a lui con disinfettante, ovatta e cerotti tra le mani. Ignorando i suoi continui borbottii esasperati gli medicò tute le ferite sul volto e le braccia con cura, prima di incerottarlo per bene. In realtà non era così malridotto, ma Steve cercava ogni scusa possibile per poterlo aiutare in qualche modo, e farlo sembrare meno reduce dello scontro con un camion pieno di vetri rotti faceva parte del piano. “Meglio?”. A malincuore, Bucky dovette annuire: “Sì, molto meglio”. Poi guardò preoccupato il braccio di Steve: “Ora, però, tocca a te. Non credere di scamparla così facilmente”. Fortunatamente non era un’ustione grave: dall’espressione di Steve mentre l’altro gli medicava l’area lesionata non si evincevano nervi bruciati, perciò sarebbe guarita senza lasciare traccia, come sempre quando riguardava il super-soldato. Dopo averlo bendato, entrambi si decisero finalmente a recuperare un po’ di calma persa dopo tutto il disastro della missione, osservandosi l’un l’altro in silenzio perfetto. O almeno, fin quando il braccio bionico di Bucky non decise di cominciare ad emettere scintille e rumori sospetti. “Ehm… forse sarebbe meglio far vedere quel braccio a Stark. Credo che stia per andare in cortocircuito”, disse Steve, inquieto. Bucky cercò di liquidare la faccenda: “Sciocchezze, non sarà nien- oh cavolo!”. Il braccio ebbe uno scatto involontario, e colpì Steve in pieno volto spedendolo al tappeto. “Ok, andiamo da Stark”, cambiò idea il soldato, raccattando un dolorante Rogers da terra.


Questo, avvertito, si tenne a debita distanza dal braccio bionico mentre percorrevano il corridoio e salivano sull’ascensore, in cerca di Tony. Sperarono che non fosse già andato via, o ci sarebbero stati guai seri per quanto riguardava la convivenza. Fortunatamente, incrociarono Sam su uno dei piani, stravaccato sul divano davanti alla televisione accesa: “Ehi, Sam! Per caso hai visto Stark? Lo stiamo cercando”. Per poco un sinistro di Bucky non abbatté il pover’uomo che si stava facendo gli affari suoi. “Cavolo!”, esclamò lui, abbassandosi appena in tempo per evitarlo. “Oddio, scusa!”, esclamò il soldato di rimando, allontanandosi a distanza di sicurezza. Sam lo guardò un po’ in ansia: “Ooook, credo di aver capito qual è il problema. Dovrebbe essere al laboratorio, ma sbrigatevi. Ha detto che sarebbe andato via tra poco”. Steve lo ringraziò e i due salirono di nuovo sull’ascensore per raggiungere il laboratorio. “Speriamo sia ancora lì. Non vorrei che questo coso faccia danni”, sbuffò Bucky, entrando assieme a Steve. “Ne ha già fatti abbastanza. Con la mia faccia come vittima”, replicò ridendo quest’ultimo. “Oh, bene. Stark, ci serve il tuo aiuto”, aggiunse poi riconoscendo l’uomo intento ad armeggiare con chissà cosa. “Adesso che succede?”, disse l’interpellato, avvicinandosi. Grosso errore. Il braccio di Bucky scattò e lo colpì allo stomaco, spedendolo a terra a due metri di distanza: “Ops”. Steve corse in soccorso del povero meccanico ingegnere, rimettendolo in piedi senza troppi complimenti una volta appurato che stesse bene: “Questo è successo”, spiegò, mentre Tony cercava di riprendere fiato. “Caz… - l’occhiata di Steve gli fece cambiare idea – Cavolo! La prossima volta avvertite prima!”, si lamentò, dolorante e con il fiato mozzo. “Ringrazia di essere ancora vivo, piuttosto. Puoi sistemarlo?”, fu la domanda di Bucky, tenendosi a debita distanza per non causare altri incidenti. Il braccio continuava a muoversi a scatti, e per poco non si colpì da solo. “Forse. Dovrei vederlo da vicino per capire quale sia il problema ma sai, non è che abbia tanta voglia di avvicinarmi”. Lentamente, cercò di accostarsi al soldato senza farsi ammazzare: “Dovresti fartene costruire uno nuovo, magari in vibranio. Questo, ormai, ha fatto la sua storia”, disse una volta abbastanza vicino da poterlo osservare bene. Bucky cercava di controllarlo come poteva, ma Tony era pronto a scappare in caso di pericolo imminente. Dopo averlo esaminato con l’aiuto di un nuovissimo programma installato nella Torre, rifletté tra sé e sé e poi annuì: “Ti converrebbe davvero. i circuiti interni sono stati parecchio danneggiati nell’esplosione, o forse erano consumati già da prima. Aggiustarlo come si deve richiederebbe tempo e tu resteresti senza braccio sinistro. Questo posso sistemarlo temporaneamente, ma il mio consiglio è chiedere aiuto al nostro socio in affari e farci procurare del vibranio, così che possa costruirtene uno migliore. Non muoio dalla voglia di farlo, ma meglio evitare funerali involontari”, disse, allontanandosi poi in fretta. Il soldato sospirò, indeciso: “Quanto tempo ci vorrebbe per avere il nuovo?”. “Se chi devo chiamare risponde oggi o entro domani, in meno di una settimana avrai un braccio molto più funzionale di quello che hai ora, leggero e pratico, ed anche più bello”, rispose Tony. Mentre parlava, aveva recuperato alcuni attrezzi sparsi sui tavoli del laboratorio e si era messo ad armeggiare con i circuiti del braccio bionico, saldando poi tutto assieme. Finalmente, smise di emettere scintille e tornò a muoversi solo quando era necessario. “Ecco, così dovrebbe andar bene per un po’. Ora, di grazia, avrei degli impegni, e uno di questi è chiamare per recuperare un po’ di vibranio. Mi fareste il favore di togliervi dai piedi? Grazie”. “Sempre uguale, eh Stark?”, fu la replica a tono di Steve, mentre andava via assieme all'’altro soldato.


“Beh, gli abbiamo dato l’ennesimo pretesto per fare battute su di noi, senza contare il bel patrimonio che dovrà spendere per te”, si rese conto il capitano una volta al sicuro a casa loro, una bella abitazione non lontana dalla Torre degli Avengers. Steve aveva lasciato l’appartamento a Washington appena dopo il ritorno di Bucky, preferendo una situazione più stabile ora che vivevano assieme. “La missione sarà stata un vero e proprio fallimento, ma qualcuno avrà qualcosa su cui ridere”, disse l’altro. Gli prese il volto fra le mani, senza neanche dargli tempo di togliersi il cappotto di dosso, e lo baciò: “Non mi interessa, sai? L’unica cosa che conta è che siamo tornati vivi entrambi da quella missione”. 



Eeeeeeed eccoci qui! Siete arrivati fin qui? Wow, non ci avevo neanche sperato. Se state davvero leggendo qui avete già tutto il mio amore incondizionato ed infinito, perché avete avuto il coraggio di leggere questa cosa assurda e demenziale. Coooooomunque, vi ringrazio davvero per aver letto questa piccola one-shot scritta davvero di getto; anche solo sapere che qualcuno l'ha letta mi rende davvero felice, sul serio. Grazie ^_^
A questo punto dovrei suggerirvi di recensire, ma non lo farò. Decidete voi se lasciare due righe oppure no, io sorriderò dieto al monitor in qualsiasi caso e vi mando milioni di abbracci virtuali. 
Una vostra scioccatissima causa Marvel elfa

ElenCelebrindal
   
 
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