Fumetti/Cartoni americani > Ed, Edd & Eddy
Ricorda la storia  |      
Autore: YuuyaSpicer    26/11/2015    3 recensioni
{ Kevedd _ Kevin x Edd }
Se da una parte avevamo qualcuno che amava tremendamente quel periodo così scuro e freddo, dall'altra parte del campus vi era qualcuno che la odiava profondamente.
Nessuno avrebbe mai immaginato che il destino fosse tanto in vena di scherzi in quel giorno.
Era inverno, una di quelle giornate in cui daresti qualsiasi cosa per essere a casa sotto alle coperte invece che affrontare il vento gelido, eppure il karma non era d'accordo.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Una piccola oneshot scritta sul momento, perché sì.

Quando l'inverno arriva noi non lo sentiamo.

Nessuno avrebbe mai immaginato che il destino fosse tanto in vena di scherzi in quel giorno.
Era inverno, una di quelle giornate in cui daresti qualsiasi cosa per essere a casa sotto alle coperte invece che affrontare il vento gelido, eppure il karma non era d'accordo.

All'università di Peach Creek c'era una personcina che amava quel periodo; adorava indossare maglioni improponibili senza dare troppo nell'occhio e passare le giornate in cui non aveva lezioni avvolto nella sua fedele coperta di lana a leggere per ore e ore, magari con una buona cioccolata calda tra le mani.
Era una cosa che lo faceva sentire al sicuro, felice.
Stiamo parlando della punta di diamante della Peach Creek University, Eddward Marion.
Lo studente entrato col massimo dei voti, e che nonostante le difficoltà dei corsi scelti non smentisce l'idea iniziale lasciata ai professori.
Ma ovviamente non tutti erano così.
Se da una parte avevamo qualcuno che amava tremendamente quel periodo così scuro e freddo, dall'altra parte del campus vi era qualcuno che la odiava profondamente.
Il suo nome era Keith Samuel Kankeshmir, conosciuto da tutti come Kevin, il re del campo, arrivato all'università grazie a una borsa di studio offerta dal suo coach per farlo continuare nel mondo del football.
Uno dei ragazzi più amati e benvoluti dell'istituto, sicuramente uno dei più popolari, ma in questo periodo particolare diventava assai scorbutico e alcune volte arrivava addirittura ad odiare la compagnia dei suoi amici.
E questo perché era una persona che odiava gli abiti pesanti, preferiva indossare canottiere e magliette leggere, ma l'inverno glielo impediva.

Come se questo non bastasse, la stagione freddolosa gli impediva anche di giocare all'aperto.
Insomma, una vera tortura.
Il freddo aveva strani effetti su queste due persone, così diversi, così uguali.

Perché il destino ha giocato un brutto tiro?
Perché aveva praticamente costretto queste facce della medaglia opposte a incontrarsi, distruggendo così qualsiasi legge fisica.

Era capodanno, e praticamente tutti quei pochi studenti ancora presenti tra le mura dell'istituto avevano organizzato una festa, riunendo quasi obbligatoriamente i studenti che avevano scelto di non raggiungere la propria casa in quei pochi giorni di festività.
Eddward, da molti chiamato Doppia D si era ritrovato da solo a quella festicciola, visto i suoi compagni di stanza nonché migliori amici erano tornati dalle loro famiglie.
Odiava quell'atmosfera; non riusciva mai a sentirsi a proprio agio tra persone che erano esattamente il suo opposto, e finiva per preferire di gran lunga la compagnia di un buon libro alle futili chiacchiere che lo circondavano.
Non era proprio un lupo solitario, con quelle persone con cui aveva legato in quei due anni andava d'accordo, ma preferiva avere pochi amici. Pochi ma buoni.
Ovviamente Kevin era il suo contrario.
Risaputo per essere l'anima della festa sempre e comunque, uno spirito giocoso, che era sempre disposto a stare insieme ai suoi amici e non, soprattutto quando il suo periodo da '' Odio il freddo e il mondo intero! “ lo lasciava prendere un attimo di respiro ricordandogli che era troppo giovane per tenere il muso a lungo.
Quella sera la musica rimbombava fastidiosamente facendo quasi tremare le pareti, e l'odore dell'alcol riempiva la stanza ormai colma di gente che si scatenava nelle più folli e imbarazzanti danze mai viste.
Ma niente di tutto questo distraeva Eddward dalla sua lettura.
Quelle pagine ingiallite lo stavano accompagnando alla scoperta dell'assassino di un vecchio romanzo giallo sconosciuto, costringendolo a chiudersi in una bolla di perfezione avvolto in una coperta deposta precedentemente su quel divano, che era collocato in un angolo della camera.
Lì vi era una flebile luce proveniente da una lampada apparentemente antica che donava alla scena un qualche cosa di leggermente tetro, tanto che la gente cominciava a fermarsi e guardarlo per un attimo o due, ma neanche questo destava l'attenzione del ragazzo, concentrato più che mai nel risolvimento del caso.
Essendo tanto assorto nel racconto, non s'accorse quando il divano ebbe un leggero dislivello, segno che qualcun altro si era seduto accanto a lui.
-:” Hey! “- si sentì richiamare nel mondo reale da una voce maschile.
Costretto ad alzare lo sguardo, tenendo comunque col dito il segno, osservò il suo interlocutore.
Un ragazzo con una canotta bianca lo stava guardando mentre si passava la mano tra i capelli rossicci, sistemandoli leggermente.
-:” Posso aiutarti? “- chiese gentilmente Edd, temendo per un attimo che il ragazzo non lo avesse sentito, o che invece precedentemente non si fosse rivolto a lui, e che per via della musica eccessivamente alta gli era sembrato di sentire le voci.
-:” Vieni a giocare a obbligo o verità? “- domandò lui all'improvviso.
-:” Prego? “- Eddward pensò di non aver sentito bene, perché quella proposta gli sembrava estremamente strana, soprattutto visto che era il grande Kevin, capitano della squadra a porgliela.
-:” Vieni a giocare? Sei qui in un angolino tutto solo, non ti stai annoiando? “- continuò il rosso indicando il libro.
-:” Ecco, a dire il vero no, anzi. Preferisco leggere che … giocare a obbligo o verità. “- mormorò Eddward lasciandosi sfuggire un flebile sorriso.
-:” E' un vero peccato, sai? Sarah del corso di letteratura voleva assolutamente giocare con te, non so se mi spiego. “- sussurrò Kevin quasi senza farsi sentire, amicando con un sorriso leggermente malizioso.
Purtroppo per lui, però, Edd ci sentiva benissimo quando stava attento e la sua reazione non tardò ad arrivare.
Con le guance leggermente rosse, nonostante non avesse minimamente toccato un goccio d'alcol, guardò il ragazzo al suo fianco.
-:” C-c-cosa? “- balbettò imbarazzato.
-:” Hai capito bene amico! E poi andiamo, è capodanno! Puoi leggere anche l'anno prossimo! “- disse cercando di convincere il ragazzo a seguirlo.
Solitamente non farebbe qualcosa del genere, per quanto ami stare in mezzo alla gente, ma Sarah lo aveva praticamente supplicato.
Guardando meglio il ragazzo che aveva davanti a sé si rese conto del perché l'amica voleva assolutamente passare del tempo con lui.
Sembrava veramente qualcuno con la testa apposto, forse leggermente fuori moda.
Quel maglione marroncino con un cactus gigante azzurro, che intravedeva da sotto la coperta ormai solo appoggiata alle spalle, era a dir poco improponibile, ma questo non sembrava destarlo dalla voglia di metterselo.
Infondo probabilmente non ha molto tempo per aggiornarsi visto i punteggi praticamente perfetti che ottiene a ogni test, si ritrovò a pensare distrattamente Kevin.
-:” N-non … non … “- quella voce tremolante lo riportò con i piedi per terra.
-:” Il mio nome è Kevin comunque, piacere! “- disse porgendogli la mano.
-:” Lo … lo so. Io sono Eddward Marion.”- mormorò afferrando la sua mano per stringerla leggermente.
Kevin conosceva fin troppo bene quel nome, sempre al primo posto nel tabellone dei risultati, così lontano dal suo che si ritrovava spesso e volentieri nei ultimi reparti.
Notando la mano avvolta attorno alla sua sorrise stringendola saldamente per alzarsi e praticamente trascinare Doppia D, che in un primo momento non comprendeva cosa stava succedendo.
Si ritrovò dopo qualche secondo seduto in cerchio davanti a persone che aveva visto distrattamente durante l'anno, un bicchiere rosso nella mano destra e il suo amato libro disperso da qualche parte durante il tragitto, così come anche la sua coperta.
-:” E-eddward, g-gioca con noi! “- disse una voce leggermente acuta.
Sarah, la sorella di un suo grande amico, Ed, era davanti a lui.
Non le dispiaceva particolarmente la sua compagnia, ma preferiva finire il racconto.
-:” E-ecco … a dire il vero … “-
Ma non riuscì a finire la frase visto gli occhioni supplichevoli che la ragazza mostrò per impietosirlo.
-:” N-non bevo. “- finì per dire.
-:” Come non bevi? E' una festa! A una festa si deve bere! “- disse Kevin sedendosi davanti a lui, completando così il cerchio.
-:” Che regola sarebbe Kev? “- domandò ridacchiando Nazz, appoggiandosi al rosso.
-:” E-emh … “- Edd non voleva certamente ammettere davanti a qualcuno che non aveva mai assaggiato qualcosa di diverso da una birra, anche quella sputata quasi subito.
-:” Allora, giochiamo! I due giochi in baglio sono obbligo o verità e il gioco della bottiglia. “- disse un ragazzo pelato.
Eddward lo aveva visto al corso di economia mondiale.
Il suo nome era Johnny da tutti chiamato Johnnino. Sembrava un ragazzo molto vivace, nonostante a lezione fosse estremamente calmo.
-:” Obbligo o verità. La scorsa volta Ed ha baciato Rolf, non voglio più vedere una cosa del genere! “- mormorò Sarah facendo ridere quasi tutti al ricordo.
Nonostante non fosse stato presente, anche Doppia D era a conoscenza di quel fatto.
Ed, suo grande amico da tempo infinito, lo aveva svegliato nel cuore della notte una sera, tornato di corsa dalla festa.
Gli aveva raccontato di quel semplice bacio a stampo tra lui e il loro compagno più grande di un anno, successo per colpa di una stupida bottiglia verde, aveva aggiunto tra alcuni deliri l'amico.
Era completamente sconvolto, perché quello che era successo non gli dispiaceva per niente, anzi, avrebbe desiderato un contato più lungo e non ne comprendeva il motivo.
Ci volle tutta la notte per spiegare a Ed che quel che provava era abbastanza normale, e che probabilmente provava qualcosa che andava oltre all'amicizia o alla semplice ammirazione nei confronti dell'amico dai capelli bluastri.
Per tranquillizzarlo dinanzi alla sua reazione si ritrovò a dire che magari era pura curiosità, anche se Doppia D era sicuro che non era così.
Eddward sorrise al ricordo del panico che aveva attraversato Ed in quel periodo, che si rifiutava d'incontrare amico, fuggendo praticamente ogni volta che Rolf compariva dinanzi a loro.
-:” Obbligo e verità sia. “- disse allora Kevin, destando il moro dai suoi pensieri.
Ora che ci pensava, né Rolf né Ed erano presenti, ma nessuno dei due aveva da chi tornare.
Almeno loro avranno un bel capodanno, pensò prima d'abbandonare il pensiero definitivamente.
-:” Doppia D, obbligo o verità? “- lo richiamò Sarah.
-:” E-eh? Emh … verità. “- sussurrò, appoggiando il bicchiere per terra.
Si udì un prevedibile dall'altra parte del cerchio, ma non riuscì a capire chi fosse stato a dirlo.
-:” E' vero che non hai una ragazza? “- chiese lei.
-:” Emh … è … è vero. “- rispose abbassando lo sguardo.
-:” C-come mai? “- chiese stupita Nazz.
-:” Calma calma. Una domanda per volta. Tocca a te Edd. “- disse Kevin salvando il ragazzo da una risposta che non sarebbe mai arrivata, perché il motivo era troppo imbarazzante da dire ad alta voce.
-:” E-emh … N-nazz obbligo o verità? “-
-:” Obbligo. “- rispose lei sorridendo.
Ottimo, ora cosa cavolo m'invento? Fu il suo primo pensiero.
La guardò per un attimo e notò una cosa: chi terrebbe mai oltre a lui una sciarpa dentro a una stanza calda come quella?
-:” T-ti obbligo a toglierti il foulard.“- mormorò.
La ragazza per un attimo rimase ferma mentre le persone attorno cominciarono a ridere di quel banale obbligo apparentemente insignificante, non notando le guance della ragazza sempre più rosse.
Infatti, quando la candida seta toccò terra rivelò un segno violaceo sul suo collo.
Ignorando le domande che iniziarono a echeggiare in quel angolino distaccato dal resto della festa Nazz portò avanti il gioco, ma non prima di aver guardato Edd in un modo particolare.
Stupore, probabilmente.
Dal canto suo il ragazzo iniziò a fissare il bicchiere accanto ai suoi piedi, osservando come dei piccoli cerchi si formavano visto che il pavimento in alcuni momenti arrivava a vibrare.
Voleva tornare dal suo libro, e vedere se il suo intuito aveva visto giusto anche quella volta.
Quel oggetto era sicuramente più interessante delle stupide domande e provocazioni che stavano lanciando in continuazione i ragazzi attorno a lui.
Magari posso fingere un mal di pancia improvvisato e andare nella mia stanza prima dello scoccare della mezzanotte, pensò prima che Kevin lo riportasse con la testa al gioco.
-:” Obbligo o verità? “-
-:” O-obbligo. “- azzardo.
-:” Visto che sembri ammirarlo tanto, ti obbligo a bere tutto il contenuto del tuo bicchiere. “- disse il ragazzo, mentre passava lo sguardo dalla faccia sconvolta di Edd al contenitore rosso.
-:” C-cosa? “-
-:” Non puoi rifiutarti. “- rispose subito il rosso lasciandosi sfuggire uno strano sorriso.
Guardandosi attorno per un attimo, sperando che qualcuno impedisse quella cosa, prese il bicchiere e lo portò lentamente alle labbra. Già l'odore gli dava fastidio, ma lo fece, guardando quasi per tutto il tempo il rosso davanti a sé che se la rideva.
In quel momento avrebbe tanto voluto urlargli qualcosa, ma dopo aver mandato giù l'ultimo sorso ci fu il buio.
Tutto poco a poco si affievolì, sempre di più fino a scomparire totalmente.

Un piacevole tepore lo avvolgeva, ma non era il suo maglione, né qualsiasi coperta avesse nella sua stanza.
Eddward si ritrovò ad aprire gli occhi a malavoglia, ferito subito dalla luce che filtrava dalle tende trasparenti.
La testa gli faceva incredibilmente male, così come anche la schiena e … non solo.
Si mise a sedere e dovette trattenere un gemito di dolore quando una scossa attraversò tutta la sua spina dorsale.
Si guardò attorno confuso, vedendo poster a lui sconosciuti, appesi a pareti sconosciute in una camera sconosciuta.
Il lenzuolo che lo avvolgeva, di un verde chiaro, aveva un odore che non era il suo.
Era famigliare, ma non suo.
Si passò la mano sul collo, realizzando solo in quel attimo che non aveva la maglia addosso.
Alzò di scatto il lenzuolo per vedere che non aveva proprio nulla addosso, se non la cuffia scomposta malamente sulla testa.
La mossa improvvisa aveva fatto muovere qualcosa, o meglio dire qualcuno dall'altra parte del letto, avvolto fino alla testa dalla coperta.
Si alzò totalmente dal letto per prendere le sue cose sparse per il pavimento, rischiando più e più volte di cadere per via di quel terribile dolore che non riusciva a comprendere.
Si rivestì velocemente quando una voce lo fece girare.
-:” Sei il tipo da svignarsela di primo mattino? “- mormorò qualcuno sbucando dalle coperte, con una voce incredibilmente rocca.
Kevin, con i capelli estremamente spettinati e le labbra più gonfie di quanto ricordava lo stava fissando, con un sorriso dipinto sul volto.
-:” C-c-co-cosa...? “- si ritrovò a balbettare Edd.
-:” Rimani. Facciamo colazione. “- continuò Kevin sempre sorridente mentre si alzava a sedere per guardarlo meglio, mettendo così in mostra il petto nudo, ricoperto di piccoli ma visibili segni sparsi.
-:” C-c-c-c-cosa è su-successo ieri s-sera? “-
A quel balbettio il suo sorriso si spense poco a poco.
-:” N-non … non ricordi nulla? “- chiese quasi in un sussurro il rosso.
Il silenzio del moro fu una risposta più che evidente.
Kevin, appoggiato quasi sconsolato allo schienale del letto si lasciò sfuggire un sospiro.
-:” O-ottimo … davvero. “- disse, la voce stranamente incrinata.
-:” M-m-mi dispiace! “- urlò Edd prima d'uscire dalla stanza dirigendosi frettolosamente nella propria camera.
Non sembrava esserci nessuno nell'istituto o forse era solo il rumore del proprio cuore che oscura qualsiasi altro suono.
Una volta al sicuro tra quelle quattro mura famigliari si accasciò alla porta, lasciandosi scivolare lentamente giù fino a toccare il suolo freddo e sedersi.
Non riusciva a ricordare niente, niente di concreto per lo meno e quel mal di testa continuava a sottolineare la sua presenza.
Che cosa ho fatto? si chiese torturandosi il labbro.
Non … non posso averlo fatto seriamente!
Si prese la testa fra le mani, togliendosi la cuffia per potersi afferrare i capelli in un gesto quasi disperato.
Grave errore.
Tale gesto portò una flebile luce sulla nottata appena trascorsa, riportandogli alla memoria il fatto d'aver già provato quella lieve stretta, ma non erano le sue mani minute quelle avvolte ai suoi lunghi capelli corvini, ma altre, più grandi, più forti, più … lentigginose?
Chiuse gli occhi maledicendosi per non riuscire a ricordare decentemente le ore precedenti.
Si alzò controvoglia dopo qualche minuto, andando in bagno.
Lo specchio mostrava un Edd a lui sconosciuto.
I capelli arruffati, un piccolo taglio sul labbro inferiore, le guance ancora leggermente arrossate, il maglione indossato al contrario e diversi segni marchiavano il suo collo; erano estremamente similari a quello visto sulla pelle candida di Nazz, e quelli sparsi sul petto di Kevin.
Sfiorò titubante uno di quei marchi mentre un flash improvviso gli ricordò le calde labbra che aveva lasciato quella scia momentaneamente indelebile.
Arrossi ancor di più quando una volta spoglio notò che non si era limitato al collo.
Decine di piccole costellazioni rossastre decoravano il suo corpo.
Si lasciò cullare dall'acqua bollente, mentre frammenti di ricordi rifiorivano poco a poco.

Ma se da una parte qualcuno si lasciava sfiorare delicatamente da quel dolce tepore, qualcun altro invece preferiva una doccia fredda.
Kevin era lì, immobile sotto il getto violento dell'acqua, mentre riviveva secondo dopo secondo la sera precedentemente.

Quel ragazzino così timido e riservato continuava ad attirare la sua attenzione, nonostante cercasse in tutti i modi di concentrarsi sulle stupide confessioni e infantili obblighi dei suoi amici, il suo sguardo finiva sempre su quella piccola figura minuta, impegnata ad osservare il proprio bicchiere.
Sembrava in un mondo tutto suo, un mondo tranquillo e perfetto.
Un mondo che Kevin voleva.
Era un'idea cretina, continuava a ripeterselo ma non riuscì a trattenersi, e quando fu il turno di Edd e quelle labbra sottili pronunciarono quelle semplici lettere si decise.
Una semplice parola. Obbligo.
-:” Visto che sembri ammirarlo tanto, ti obbligo a bere tutto il contenuto del tuo bicchiere. “- sussurrò quasi soddisfatto di sé.
Quel obbligo gli sembrava perfetto per farlo uscire dalla sua bolla, ma non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere.
Dopo aver tracannato tutto il liquore Edd cominciò a comportarsi in modo alquanto strano.
Partecipava ai giochi, parlava con chiunque e rideva, scherzava.
Si ritrovò addirittura a ballare, sempre se quelle strane mosse potevano essere considerate ballo.
Ma tutto peggiorò drasticamente, quando Sarah ebbe la brillante idea di fare un ultimo gioco, visto che mancava una mezz'oretta alla mezza notte.
Erano in pochi e avevano fatto praticamente qualsiasi gioco, quindi tutti si stavano domandando cosa avesse in testa la ragazza.
-:” Sette minuti di paradiso! “- urlò per rispondere ai loro dubbi.
Era chiaro a tutti il suo piano, tranne che all'ingenuo Eddward, che era impegnato stranamente a bere.
-:” Hey hey, frena campione! “- disse Kevin togliendogli il bicchiere dalle labbra.
-:” E-è mio! “-
-:” Non credi d'aver leggermente esagerato? “-
-:” Sei statoh thuf a farmi iniziare. “- mormorò tra un singhiozzo e un altro il moro.
-:” Lo ammetto, sono stato un conglione, mi dispiace. “- disse porgendogli un bicchiere cristallino.
-:” Vodka? “-
-:” Acqua. “-
-:” Pensavo volessi che mi ubriacassi. “- disse dopo aver bevuto un lungo sorso rinfrescante.
Che mi odiassi.
-:” Non so cosa volevo precisamente. “- confessò il rosso.
-:” Perché mi hai dato retta bevendo? Potevi rifiutarti se sapevi che non reggevi l'alcol in questo modo. “- continuò Kevin.
-:” Già sono considerato noioso e vecchio … non volevo essere anche un codardo. “-
-:” Nessuno ti avrebbe dato del codardo. Mi dispiace per quello che ho fatto, non dovevo. “-
-:” M-mh. Anzi. Ti ringrazio. Oggi mi son sentito davvero bene, sai? E' stato piacevole stare con voi … un bel capodanno insomma. “- sorrise prima d'avviarsi verso i ragazzi che stavano per iniziare il gioco.
-:” Mi fa piacere. “- mormorò Kevin seguendolo, trovandosi subito dinanzi allo sguardo omicida di Sarah.
-:” Che succede? “-
-:” S-succede che … che … “- provò lei a parlare.
-:” Kev, tu e Doppia D siete una coppia. “- concluse Nazz sorridendo.
-:” C-cosa?! “- urlarono in coro i due.
Il destino, il karma, o semplicemente la vendetta di una biondina?
Kevin non sapeva dirlo, ma fatto stava che quella stanza cominciava a diventare stretta.
Seduto su quello che sembrava un vecchio tavolino continuava a guardare la schiena lievemente tremolante del ragazzo davanti a lui.
La situazione stava diventando pericolosa.
Kevin non aveva mai provato seriamente attrazione per gli uomini; ci aveva provato per curiosità qualche anno addietro, ma con Doppia D era tutt'altra storia.
Lo attraeva a dir poco.
Quanto era passato? Qualche secondo? Un minuto? Due forse?
-:” K-kevin? “- lo richiamo Edd alla realta.
-:” Mh? Sì? “-
-:” Solitamente … in queste situazioni cosa si fa? “-
-:” Beh solitamente nel paradiso tutto e concesso, perché non verrà mai fuori dalla stanza scelta. “- disse senza pensarci il rosso.
-:” Tutto? “-
-:” Beh, sì. Tutto. Perché? “-
La risposta non gli fu data a parole, ma a gesti.
In un batter d'occhio si ritrovò Eddward sulle proprie gambe e le sue braccia ancorate al collo.
-:” C-che … “-
Ma non ebbe tempo neanche di parlare che quelle labbra sottili ma terribilmente calde si poggiarono sulle sue.
Un lieve e casto bacio.
-:” E-edd... “-
-:” Sì? “-
-:” C-cosa stai facendo? “-
-:” Tutto è concesso, no? “- sorrise prima di avvicinarsi nuovamente a quelle labbra.
Poteva dire che era l'alcol a muoverlo, ma non sarebbe stato totalmente vero.
Una parte di lui, seppur minima, sapeva benissimo cosa stava facendo.
Con sua grande sorpresa Kevin non lo fermò, non gli urlò contro, anzi.
Ricambiò quel tenero bacio, trasformandolo piano piano in qualcosa di più, mentre le sue mani fredde si aggrappavano al buffo maglione del moro.
-:” S-sei gay? “- chiese il rosso in una delle brevi pause per riprendere fiato.
Eddward non rispose, ma iniziò a baciargli la mascella.
-:” D-dork! “-
-:” E' questo ... il motivo per cui ... non ho una ragazza. “- si ritrovò invece a dire tra un bacio e un altro.
-:” E-eh? “-
-:” La domanda di Sarah. Mi ha chiesto se avevo una ragazza, continuando poi chiedendomi il perché non ne avessi una. E' questa la … la risposta. “- disse fermandosi, guardando in basso.
-:” Q-quindi ti piaccio? “- stranamente quel pensiero non dispiace molto al rosso, anzi. Lo rendeva vagamente felice.
-:” F-forse. “-

-:” TEMPO SCADUTO! “- urlò quasi isterica Sarah.
-:” Vieni. “- disse Kevin prendendolo per una mano uscendo da quello sgabuzzino, trascinandolo per la seconda volta quella sera attraverso quella stanza, ignorando le voci dei suoi amici che gli richiamavano.
-:” K-kevin? “-
Nemmeno Edd riusciva a raggiungerlo. Ormai era partito per la tangenziale con un sorriso da ebete sul volto.
Una volta arrivati nella propria stanza chiuse la porta violentemente fiondandosi subito su quelle labbra, che mordicchiò più e più volte.
Passarono minuti e minuti, e loro erano ancora lì, contro quella porta impegnati ad assaporarsi veramente.
Fu Eddward a fare la prima mossa, spingendo il compagno sul letto, prendendolo alla sprovvista.
-:” S-sei audace. Non lo avrei mai detto. “-
-:” C-colpa dell'alcol, credo. “- rispose prima di togliere, o almeno provare a levare la maglia al rosso, rivelando così la pelle fredda al tatto.
-:” S-sei un ghiacciolo. “-
-:” Tu invece sei fin troppo caldo. “- sussurrò Kevin mentre le sue mani toccavano per la prima volta quella pelle sotto il maglione.
Mancava davvero poco alla mezzanotte, ma a loro non importava particolarmente.
Stavano iniziando l'anno nel migliore dei modi.
Al primo rintocco dell'orologio Kevin era ben impegnato a segnare quasi compulsivamente quella scia di marchi a fuoco, beandosi della voce lievemente affannata del moro, il suo nuovo suono preferito.
Aveva avuto anche lui il piacere di sentire quelle labbra ovunque, proprio ovunque, prima di renderlo suo.
Quel tempo sembrò praticamente volare, e la mattina fu tagliente come non mai.

I giorni successivi di Eddward non c'era traccia.
Lo aveva cercato ovunque, ma niente.
Aveva provato a non persare a lui.
Ancora un buco nell'acqua.
Quel ragazzo era sempre nei suoi pensieri, ovunque andasse.

-:” Quel codardo! “- mormorò a denti stretti Kevin, dopo aver parlato con Ed, compagno di stanza del suo moretto.
-:” Appena lo vedi, digli che devo parlargli. Urgentemente. “- e senza aspettare andò nell'unico posto che non aveva ancora controllato.

La biblioteca dell'università per lui era un luogo totalmente sconosciuto, ma lì, in un angolino appartato vide la fonte dei suoi tormenti.
-:” DORK! “- urlò senza rendersene conto.
-:” K-kevin? C-cosa ci fai qui? A-abbassa la voce. “- m-mormorò Edd, guardandosi attorno mentre le guance diventavano porpora.
-:” Lo urlo invece, perché non mi hai dato tempo di rispondere. “-
-:” E-eh? “-
-:” Il mio non è un “ forse “ sussurrato in uno sgabuzzino, spinto magari dall'alcol. Il mio è … è un “ mi piaci “ urlato ai quattro venti, cazzo! “- continuò avvicinandosi passo dopo passo al ragazzo.
-:” E … e se non hai ancora ricordato non importa. Ripeterò ogni passo anche mille volte, finché non ti tornerà tutto indietro. I-io … quel che voglio dire … è … Eddward Marion … t-ti va di uscire con me? “- chiese poi infine, incerto di quello che stava facendo, sfogando la sua frustrazione sul proprio collo passandoci la mano in continuazione.
-:” C-cosa? “-
-:” D-dork non ripeterò nulla! “- sbuffò guardando altrove, le guance prendevano sempre più il colore dei suoi capelli.
-:” M-ma come? Non avevi detto che avresti ripetuto ogni passo? “- chiese sorridendo Edd, che finalmente si alzò per avvicinarsi al rosso.
-:” T-tu … piccolo Dork! “-
-:” Ricordo tutto. “- disse semplicemente Edd prendendo la mano di Kevin per passarsela sul volto, assaporando quel contato che gli era inconsciamente mancato.
-:” D-davvero? “-
-:” Sei freddo. Dovresti vestirti più pesantemente. “- rispose invece Edd.
-:” Eh? “-
-:” Sei freddo. Fuori si congela. Dovrò darti un maglione. “-
-:” Non ho freddo, finché ci sei tu con me. “- mormorò Kevin a sua volta, riuscendo finalmente a catturare quelle labbra in un dolce bacio, ignorando le occhiate che stava cominciando a sentire su di sé.

-:” Non andartene più. Soprattutto di mattina. Io voglio far colazione con te. “- sussurrò all'orecchio del moro mentre uscivano dalla biblioteca, le loro mani nascoste nella tasca della felpa sottile del rosso, intrecciate.
-:” P-perché mi è sembrato di trovarci un doppio senso? “-
-:” Mah, dovrai scoprirlo. “-

 

------ L'angolo sperduto della sperduta Yuuya. (?) -----

Ed eccomi qui con una piccola one shot, anche se in anticipo.
Ma viste le mie continue assenze meglio in anticipo che mai. (?)
E niente, non so precisamente cosa ho scritto perché è un'idea sbucata dal nulla, scritta velocemente, ma bho.
Spero piaccia .w. )/

Alla prossima, Yuuya.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Ed, Edd & Eddy / Vai alla pagina dell'autore: YuuyaSpicer