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Autore: Minako_86    01/03/2009    9 recensioni
[...]- Togliti questa giacca e mettiti qualcosa di asciutto, Coco. - Disse, abbassandole la zip in un gesto che voleva essere premuroso, ma che involontariamente scatenò il fuoco anche sul viso e nel cuore di lei.[...]
Dopo la shot Joco, per par condicio, ci voleva una Koco.x3 Quindi Kevin, Coco e le imprevedibili(?) conseguenze di un riscaldamento rotto...
Genere: Romantico, Commedia, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kevin Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Spiegamelo di nuovo: perchè siamo qui

Sulla diretta scia di "No Matter What"... x3

Altra one-shot con protagonisti ben noti, sempre AU, sempre totalmente scollegata dalla fic originale. E in questo caso è proprio bene che lo teniate presente!:3

 

Essì, perchè, pensate, siete davanti ad una shot Koco. Seriamente Koco.

*sente già le urla in lontananza*

 

Questa volta mezza ispirazione mi è venuta dall'ultima visita alla casa al lago, in particolar modo dal fatto che sono arrivata trovandoci il riscaldamento rotto!xD

L'altra mezza invece è frutto della bellissima vacanza in montagna che ho appena terminato!*O*

 

Detto ciò vi lascio alla shot, rassicurandovi che il nuovo capitolo di "Gabrielle" arriverà presto e che ho in serbo per voi un'altra sorpresina scritta in questi giorni di forzata lontananza da internet!xD Devo solo trovare la citazione musicale adatta.

 

Vi lascio alla lettura, bimbe e stavolta, visto il numero esorbitante di Koco shipper che c'è fra voi, voglio una montagna (per restare in tema) di commenti!*O*

 

*lovva le lettrici*<3

(Il meraviglioso banner in fondo alla pagina mi è stato gentilissimamente fatto dalla numero 3, alias Miss President, alias Agatha.*lovva immensamente la cognata per questo*)

 

 

 

Fire

 
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- Spiegamelo di nuovo: perchè siamo qui? - Soffiò Gabrielle, affondando ancora di più il naso nella sciarpa di lana, per quanto fosse possibile.

 

Soffocò un lamento, nel sentire l'ennesimo pugno di neve scivolarle nella scarpa, inzuppando il suo piede già quasi congelato. Kevin, che camminava pochi passi avanti a lei, si fermò e le tese una mano, sistemandosi con l'altra la tracolla del grosso borsone rosso che aveva in spalla.

 

- Divertimento e relax, in teoria. - Ridacchiò, stringendo quella piccola di lei, terribilmente infreddolita nonostante i guanti di pile colorato. Le sfregò il dorso con le dita per riscaldarla almeno un po', prima di infilarla in tasca insieme alla sua. - E la cosa più divertente è che, quando domani Monique e i ragazzi ci raggiungeranno, avrà sicuramente smesso di nevicare. Ci sarà un sole meraviglioso e loro arriveranno alla baita senza bagnarsi un capello. -

 

- Non è consolante, lo sai, sì? - Brontolò, allungando il passo e facendoglisi più vicina. Si accostò al suo braccio, notando con leggero sollievo che, in quel modo, il vento gelido arrivava al suo viso decisamente smorzato.

 

- Stringiti un po' di più a me. - Mormorò lui, sorprendendola. - E tieniti un pochino indietro... Sarai più riparata. - Coco alzò lo sguardo verso di lui, arrossendo visibilmente anche attraverso  la maglia spessa della sciarpa. Abbozzò qualcosa che doveva essere un'grazie', ma che risultò più simile ad un mugolio strozzato perchè il sorriso che Kevin le rivolse le mozzò letteralmente il fiato in gola. - Ormai ci siamo quasi. - Concluse, riprendendo a camminare, accorciando il passo per permetterle di stargli dietro.

 

 

***

 

 

La casa per le vacanze che i signori Jonas avevano affittato quando i loro figli erano ancora sufficientemente piccoli, da aver bisogno almeno una settimana di sfogo sulla neve durante i lunghi inverni del New Jersey, era abbastanza piccola e sommersa di neve da sembrare la capanna di marzapane delle favole. E ricalcava, senza ombra di dubbio, quelli che la stessa Coco aveva imparato a riconoscere come i gusti squisitamente retrò di Denise.

Appena fuori da un microscopico paese sulle montagne del Colorado, adagiata insieme ad altre due molto simili, sul limitare di un boschetto di conifere. Decisamente fiabesca.

 

Osservò in silenzio i grossi ghiaccioli che pendevano dal tetto, accarezzato dai rami di un vecchio abete, mentre Kevin armeggiava con la doppia serratura e i fiocchi di neve continuavano a cadere impietosi su di loro, precipitando tutto in un silenzio freddo e ovattato.

 

Quando sentì lo scatto della chiave nella toppa si sfregò le mani, pregustando il delizioso tepore che avrebbero trovato all'interno. Raccolse lo zainetto che aveva appoggiato al muro, sbattendo un paio di volte i piedi per scrollare via la neve.

 

- Eccoci qua. - Sorrise Kevin, richiudendo la porta alle loro spalle. Si bloccò di colpo, appena si rese conto che lo sbalzo termico da fuori a dentro era stato minimo. - Cazzo. - Sibilò.

 

- Che cosa c'è, Kev? - Domandò Coco, avvicinandoglisi con aria preoccupata.

 

- Il riscaldamento... - Soffiò lui, sfregandosi la guancia improvvisamente pallida. - Non è partito... - Si interruppe per allungare un braccio verso l'interruttore della luce che, come era prevedibile, scattò a vuoto. - ... E non credo lo farà mai, visto che non c'è elettricità. -

 

Una microscopica nuvoletta di fiato caldo sfuggì alle labbra di lei, dischiuse in un mugolio silenzioso. Rincorse lo sguardo di Kevin oltre l'ampia finestra che avevano di fronte, realizzando che, con quel tempo, ma soprattutto a quell'ora, nessuno sarebbe stato disponibile ad arrancare nel mezzo metro di neve che era caduto per riparare il guasto.

Si strinse nelle spalle, rabbrividendo impercettibilmente.

 

- Tu sei fradicia... - Mormorò lui, riscuotendosi improvvisamente. Si avvicinò e la strinse tanto da azzerare totalmente la distanza fra i loro corpi, passandole lentamente la mano sulla schiena. - Senti come tremi... - Soffiò, a pochi millimetri dal suo orecchio con un tono che la fece rabbrividire di nuovo, ma in maniera molto più piacevole.

 

Si aggrappò alle sue spalle, strizzando la stoffa umida della sua giacca a vento.

 

- Il camino...! - Esclamò poi, col fiato corto, quando riuscì a mettere a fuoco la parete alle spalle di lui.

 

Aveva l'aria di non essere utilizzato da tempo, però c'era ancora una cassetta di legna secca e vecchi giornali accartocciati.

 

- Eh...? Cosa? - Domandò lui, allontanandosi quel poco che bastava per parlare.

 

- Se sei capace di accenderlo, possiamo usare quello... - Gli spiegò, scivolando fuori dalla sua stretta per avvicinarsi al muro. - Almeno stanotte non moriremo assiderati. Poi, domattina, scendiamo in paese a cercare qualcuno che ne sappia più di noi di impianti di riscaldamento. -

 

- Sì. Penso sia l'unica soluzione possibile... - Sospirò Kevin, raggiungendola e cominciando a scegliere i ciocchi di legno che gli sembravano più adatti. - E in questo momento vorrei tanto avere fatto il boyscout, da ragazzino, invece che starmene rintanato in casa col naso sui libri... - Coco sorrise, prendendo a frugare nei cassetti di un vecchio mobiletto di legno scuro, alla ricerca di qualcosa che potesse fare u po' di luce in più, rispetto allo schermo led del suo cellulare.

 

- Forse questi ti saranno d'aiuto, scout! - Lo prese in giro, allungandogli una scatola quasi nuova di fiammiferi. Gli si inginocchiò accanto, aiutandolo a sistemare quella che doveva essere la base per un fuoco.

 

- Se non ricordo male, papà ci metteva sotto un po' di carta per facilitare... Attenta! - Allungò una mano e le tirò indietro i capelli che, oscillando oltre la sua spalla, erano arrivati molto vicino alla cima della fiamma scoppiettante che si era improvvisamente alzata dal cumulo di cenere e legni secchi, appena accostatovi un cerino.

 

Gabrielle sollevò lentamente lo sguardo, trovandosi inaspettatamente ad un palmo di naso da lui. Sentiva le sue dita premere dolcemente appena dietro l'orecchio ed il calore molto, molto invitante, del palmo contro la guancia.

Rimase immobile, fermamente incastrata negli occhi verdi di Kevin fino a quando, qualche attimo dopo, uno scoppiettio più convinto degli altri la fece voltare verso il camino.

 

- Beh... - Bisbigliò, tirandosi indietro. - In fondo non saresti male come Giovane Marmotta... E' un fuoco fatto a regola d'arte. - Le sue labbra si tesero in un piccolo sorriso che si rilassò, quando lui si alzò, riportandosi a distanza di sicurezza.

 

- Togliti questa giacca e mettiti qualcosa di asciutto, Coco. - Disse, abbassandole la zip in un gesto che voleva essere premuroso, ma che involontariamente scatenò il fuoco anche sul viso e nel cuore di lei.

 

- Ah, cavolo...! - Esclamò, abbassando lo sguardo per nascondere l'ormai perenne rossore delle sue guance. - Io non ho il cambio. La mia valigia la porta Monmon domani... Morirò congelata, solo con il pigiama...! -

 

- Non preoccuparti. - La rassicurò. - La valigia che mia madre mi ha costretto a portare è piena per metà di vecchi vestiti stretti che vanno lasciati qui... Ma tu sei così microscopica che probabilmente entri tranquillamente in una delle tute che Joe metteva a quattordici anni. - Ridacchiò.

 

- Non sono così bassa... - Brontolò Coco, osservandolo mentre apriva il borsone e frugava tra una moltitudine indistinta di macchie colorate.

 

- No. Però sei minuta e proporzionata come una bambola di porcellana... - Sorrise, porgendole un vecchio pile color acquamarina. - Si intona ai tuoi occhi. - Aggiunse, quando vide il naso di lei arricciarsi in una smorfia poco convinta.

 

- In questo caso... - Acconsentì, con un sospiro plateale. - Dove vai? - Continuò, quando lui fece per allontanarsi con in mano un paio di pantaloni grigi da tuta, che sicuramente avevano visto tempi migliori.

 

- Tu cambiati davanti al camino, io faccio di là. - Rispose.

 

- Sei impazzito?!? - Esclamò lei, afferrandolo per una manica della giacca a vento. - Col freddo che fa? Non puoi... -

 

- Davvero, va bene così...! - Tentò di replicare, ma Gabrielle lo prese alla sprovvista, afferrandogli anche l'altro braccio e ritrascinandolo davanti al camino.

 

Poi lo lasciò andare e si sfilò la giacca e il maglione bagnato, lasciandoli cadere per terra.

 

- No, Kevin. - Decretò. - Io non ti lascio andare di là. Se il tuo problema è quello di guardarmi  mentre mi spoglio, lo risolviamo alla radice. - Abbassò le mani all'orlo della maglia, facendo per sollevarlo.

 

- Coco...! - La bloccò lui, mentre sul viso di entrambi andavano alternandosi tutte le possibili sfumature di rosso. - O-ok, va bene. Ma aspetta almeno che mi sia girato dall'altra parte... - Balbettò.

 

Lei annuì, dandogli a sua volta le spalle, quando si fu voltato completamente.

 

E non si accorse dello sguardo sfuggente che Kevin le lanciò, osservando da sopra la spalla le ombre che la luce morbida del fuoco disegnava sulla sua schiena nuda, risaltando un piccolo solco appena sopra la cintura dei Jeans...

Prima che venisse coperto fin troppo velocemente dalla stoffa azzurra del pigiama.

 

 

***

 

 

 - Sei comoda? - Mormorò Kevin, allungando un braccio sulla seduta del divano a cui erano appoggiati. Coco emise un mugolio soddisfatto e si strinse addosso la vecchia coperta in cui erano avvolti.

 

- Si sta quasi bene... - Ridacchiò, scompigliando con le dita il finto pelo del tappeto steso sul pavimento. - Questo coso è... brutto. Parecchio brutto, ma comodo. - Ridacchiò.

 

- Lo so. E' stata una follia di quelle che colpiscono mio padre ogni tanto... - Sogghignò. - Pensava che una finta pelle d'orso avrebbe fatto un figurone, davanti al caminetto dello chalèt. Puoi chiamarlo clichè... La mamma si è limitata a chiudere quest'affare nell'armadio dell'ingresso prima di subito. - Concluse, strappandole un'altra risatina.

 

- E meno male che non l'ha buttato, altrimenti avremmo dovuto sdraiarci sul nudo pavimento. Non sarebbe stato piacevole... - Soffiò, lanciando un'occhiata distratta al cellulare che aveva appoggiato ai suoi piedi.

 

Il display non accennava ad illuminarsi, continuando a restituire con fare quasi beffante soltanto l'ora... sempre più tarda.

 

- Non chiama? - Domandò Kevin, improvvisamente serio. - Forse il suo sesto senso lo ha avvertito che non gli piacerebbe sapere qual è la situazione, qui... - Coco si irrigidì impercettibilmente, tornando a voltarsi lentamente nella sua direzione.

 

- Che... vuoi dire? - Pigolò, torcendo nervosamente una ciocca di capelli tra le dita.

 

- Che se sapesse che siamo qui abbracciati, se solo immaginasse che stanotte dormirai con me... - Lasciò la frase sospesa a metà, guardandola con espressione forse involontariamente maliziosa.

 

- E allora? - Chiese, a metà tra lo spaventato e l'infastidito.

 

- E allora, geloso ed ossessivo come è Joe, potrebbe meditare di uccidermi... - Ridacchiò.

 

- Ma... Non avrebbe alcun motivo di dubitare! - Protestò, cercando, più che altro, di convincere sè stessa.

 

- Dici? - Rispose Kevin che cominciava a trovare estremamente divertente il modo in cui quella piccola presa in giro riusciva a toccarla sul vivo.

 

- E' solo per via del riscaldamento... - Mormorò Gabrielle, sempre meno convinta, arrossendo vistosamente. - Non c'è nient'altro...! Solo per quello... - Si allontanò leggermente, trovando improvvisamente innaturale l'appoggiarsi alla sua spalla.

 

- Forse. - Soffiò lui, chinandosi lievemente in avanti e tornando ad avvicinarsi. - Però non è certo per il riscaldamento che io posso fare questo... - Concluse a voce quasi inudibile, accostando la bocca a quella di lei.

 

La sua idea era quella di un contatto minimo, momentaneo, giusto per coronare lo scherzo prima di far svanire tutto in una risata... Quello che non si aspettava era che le labbra di Coco si socchiudessero, cedendo morbidamente sotto la sua delicata pressione.

Sentì le piccole mani di lei aggrapparsi alle sue spalle e si ritrovò, senza quasi sapere come, a baciarla con totale, disarmante abbandono.

 

Passò le braccia intorno ai suoi fianchi sottili, stringendola fino ad azzerare totalmente la distanza fra loro. Lei soffocò un mugolio contro le sue labbra, lasciandosi sfuggire un soffio di fiato che, per quanto caldo, gli fece correre un brivido lungo la schiena.

 

Sollevò una mano ad accarezzarle la guancia, spingendole poi il capo leggermente all'indietro per poter approfondire il bacio più facilmente.

 

Le accarezzò le labbra con la lingua, sorridendo all'idea che, per tutto il tempo in cui aveva desiderato farlo, fin quasi dal primo giorno, era sempre stato certo che Gabrielle avesse un sapore di cui non si sarebbe stancato, nemmeno volendolo... E proprio nel momento in cui lei decise di permettergli di assaporarla più a fondo, socchiudendo arrendevolmente la bocca, il suo cellulare prese a squillare rumorosamente.

 

Si staccò impercettibilmente da lui, fissandolo con aria quasi spaventata, mentre con una mano tastava alla cieca il pavimento dietro di sè, in cerca del telefonino.    

 

- Pronto, Joe? - Soffiò, quando se lo portò all'orecchio.

 

 

Stai con me.
Com'è difficile stringerti a me...
con tutta l'anima.

 

 

Kevin abbassò lo sguardo, facendo per tirarsi indietro, ma lo rialzò di scatto appena un attimo dopo, quando sentì le dita di lei trattenerlo saldamente per lo scollo della maglietta. Cercò una spiegazione nei suoi occhi lucidi e Coco, in risposta, si limitò a stringere la presa sulla stoffa scura, mentre rifilava al suo ragazzo una serie di falsissime rassicurazioni.

 

- E' tutto a posto... - Si bloccò, soffocando a stento un sospiro, quando sentì il fiato caldo di lui lambirle il collo. - ... Monmon arriverà prima di voi, domani mattina presto. - Continuò poi, facendo uno sforzo immenso per mantenere saldo il tono di voce.

 

Tuffò la mano libera nella nuvola dei ricci scuri di Kevin, in un muto invito a non smettere quello che aveva cominciato... Le labbra morbide di lui si muovevano con estenuante, sensuale dolcezza lungo il suo collo latteo, accarezzandole la pelle tesa.

 

- Sì... - Abbozzò, rispondendo ad una domanda che non era nemmeno sicura di aver capito bene e contemporaneamente, confermando a Kevin che si stava avvicinando al punto più sensibile. - Non preoccuparti, davvero. Sì... - Ripetè, accompagnando questa volta le parole con un leggero movimento all'indietro del capo, per permettergli di muoversi più liberamente.

 

Quando sentì la lingua di lui lambirle l'attaccatura dell'orecchio capì di essere arrivata al limite.

 

- Amore... - Mormorò, vergognandosi come una ladra ed arrossendo violentemente, nell'avvertire la risatina silenziosa che Kevin soffocò contro la sua pelle. - Amore...! - Ripetè, ottenendo finalmente di arginare l'ininterrotto fiume di parole che Joe stava riversandole addosso. - E' tardi, ti dispiace...? Tanto ci vediamo domani... - Accennò, cercando inutilmente di non sembrare troppo ansiosa. - Ok, sì, buonanotte. - Concluse, ancora troppo frettolosamente.

 

Poi chiuse il cellulare di scatto e lo lasciò cadere a terra con noncuranza.

Le sue labbra furono su quelle di Kevin, quasi prima che quello avesse smesso di rotolare sulle piastrelle, con una serie di tonfi secchi che risuonarono come esplosioni nel buio silenzioso che avvolgeva il resto della casa.

 

Gli allacciò le braccia intorno al collo, lasciandosi spingere verso il basso fino a che la sua schiena non affondò nel pelo morbido del tappeto.

 

- Coco... - Mormorò lui, facendosi quasi violenza per riuscire a staccarsi dalla sua bocca. Eppure c'erano delle cose che doveva sapere, prima di spingersi troppo oltre. - Era iniziato tutto come un gioco... Perchè poi hai accettato il mio bacio? - Esalò, già spaventato in partenza dalla risposta che poteva ottenere.

 

- Non lo so... - Pigolò. - Io... lo volevo. Lo volevo e basta... - Aggiunse, sollevando una mano a sfiorargli la guancia.

 

Kevin le intrappolò le dita fra le sue, prima di portarsele alle labbra e posarci un bacio leggerissimo.

 

- Allo stesso modo in cui, ora, vorresti fare l'amore con me? - Le domandò, facendola sussultare leggermente. Lo guardò negli occhi per qualche secondo, prima di annuire con un movimento quasi impercettibile, mentre un delicato rossore le si allargava sulle guance.

 

Lui si chinò a posarle un altro, delicato bacio a stampo sulle labbra socchiuse, lasciandosi sfuggire un piccolo sorriso soddisfatto, prima di ritornare serio.

 

- E... Joe? - Continuò. Nonostante l'avesse tirato in ballo di sua iniziativa, quella fu una stilettata al cuore per entrambi. - Vuoi davvero tradirlo in questo modo? Perchè un bacio è ancora, solo un bacio... - Esitò. - Ma il sesso... - La pausa nella sua frase coincise perfettamente con quella tra un battito del cuore di Coco ed il successivo.

 

- E tu, Kevin? - Esclamò improvvisamente, mordendosi il labbro. - Tu lo tradiresti? -

 

- Io? - Sorrise amaramente, scrollando le spalle. - Io sono quasi due anni, che tradisco Joe... almeno nei miei pensieri. - Si alzò nuovamente a sedere, distogliendo lo sguardo da lei con la scusa di dover gettare un nuovo pezzo di legno nel camino per ravvivare il fuoco. - Sono innamorato di te da quando ti conosco, Gabrielle. - Mormorò.

 

Si voltò a lanciarle un'occhiata sfuggente, ritrovandosela vicina, ben oltre la linea immaginaria che delimitava il suo spazio vitale.

 

- E ho sempre desiderato baciarti come ho fatto stasera... Ogni secondo del mio tempo, per due anni. - Concluse, passandosi una mano tra i capelli.

 

 

Stai con me.

Per ogni lacrima che cade giù da questa nuvola...
Quando la musica piano piano finirà,
chissà chi è il primo di noi due che parlerà.

Restiamo insieme, fino a quando gli occhi tuoi,
ancora chiusi, troveranno gli occhi miei.

 

Senza dire nulla, Coco lo abbracciò, soffocando un singhiozzo sulle labbra tremanti.

 

- Fai l'amore con me, Kevin... - Sussurrò poi, stringendosi contro la sua spalla. - Ti prego. - Lui esitò per un breve secondo, la mano appoggiata sul fianco di lei appena sotto l'orlo della maglia.

 

- Sei davvero sicura? - Soffiò, aumentando leggermente la stretta sul suo corpo.

 

Gabrielle gli afferrò il polso, spingendogli con decisione la mano verso l'alto, sulla schiena nuda, in un gesto piuttosto eloquente. Lasciò che le sollevasse il pile ed il pigiama, rabbrividendo nell'avvertire l'aria fredda contro la pelle...

 

E questo fu sufficiente ad annullare quasi totalmente l'indecisione dagli occhi di lui, lasciandola annegare nel puro, bruciante desiderio.

 

Fece correre le dita sulla sua pelle tiepida, lasciando una scia di calore ovunque andasse a sfiorarla, mentre l'altra mano affondava nei lunghi capelli scuri e la attirava in avanti, così che tra loro non rimanesse un solo millimetro di distanza. Si chinò a posarle una breve scia di baci che dalla bocca portavano all'attaccatura dell'orecchio, prima di tornare a torturarle dolcemente il collo.

 

Lei emise un mugolio soddisfatto, lasciandosi spingere nuovamente sul tappeto e attirandolo con sè. Piegò il capo leggermente di lato, lasciandosi toccare con un'arrendevolezza tanto disarmante da farlo impazzire.

 

E quando Kevin esitò, le dita strette intorno alla zip del vecchio pile, lei lo aiutò poggiando la mano sulla sua. Guardandolo negli occhi scese leggermente verso il basso, fino a che quella non si slacciò completamente. 

 

- Fa freddo. - Soffiò lui, sfiorandole l'attaccatura della spalla con la punta del naso.

 

- Se tremo... - Rispose, a voce praticamente inudibile, accarezzandogli i capelli prima di attirarlo dolcemente verso il basso. - Abbracciami più stretta. -

 

Si sollevò leggermente, permettendogli di sfilarle del tutto l'indumento.

 

- Piuttosto... - Si fermò, tendendo le labbra in un sorriso. - Il pigiama che ho addosso è vergognoso, perciò sbrigati a togliermi anche questo... -

 

- Perchè? - Ridacchiò lui, accarezzando con lo sguardo le pieghe che il tessuto leggero aveva formato sopra i fianchi di lei. - A me piacciono gli orsetti... - Mormorò poi, abbassandosi a poggiare un bacio scherzoso sulla stampa più grossa.

 

Sentendo la dolce pressione della labbra di Kevin contro il seno nudo, attraverso il solo, debole ostacolo formato dalla stoffa sottile, Coco inarcò la schiena di scatto, trattenendo rumorosamente il respiro e rilasciandolo poco dopo in un sensuale mugolio.

 

- Se fai così, non riuscirò a fermarmi... - Sussurrò lui, ripetendo l'operazione pochi millimetri più in alto e strappandole un altro sospiro.

 

- Io non voglio che ti fermi... - Lo rimbeccò, quando l'aria tornò ad alimentare i suoi polmoni.

 

Sollevò le braccia, aiutandolo a liberarla della maglia, prima di contraccambiare, sollevando quella di lui e sfilandogliela senza troppa grazia.

 

- Piano... - Sorrise, poggiando la fronte contro la sua.

 

- Scusami. - Soffiò sulle sue labbra. Poi si sollevò di scatto, invertendo le loro posizioni con uno slancio deciso. Lo guardò dritto negli occhi con fare volutamente malizioso, prima di chinarsi a posare il primo di una lunga serie di baci, nel solco tra il collo e la spalla di lui. Appoggiò le mani sul pavimento, ai lati del suo viso, scendendo lentamente sul torace per poi risalire a torturare la vena sottile del collo.

 

- Coco... - Esalò, facendo scivolare le dita sulla sua schiena, fino alla cintura dei pantaloni. Lei annuì silenziosamente, solleticandogli la spalla con i lunghi capelli scuri che le ricadevano ai lati del viso.

 

- Torna a condurre tu... - Mormorò, lasciandosi spingere nuovamente sotto di lui, mentre le sue mani delicate le sfilavano gli ultimi vestiti rimasti, in un unico gesto.

 

Si trovarono nuovamente fronte contro fronte, mentre Kevin con una mano la accarezzava dolcemente, strappandole una serie di silenziosi mugolii e con l'altra si liberava a sua volta di quello che ancora indossava.

 

Entrambi tenevano gli occhi fermamente chiusi, eppure stavano immobili, esattamente come se si stessero guardando. La distanza ormai era minima e i loro corpi combaciavano quasi completamente, ma, all'ultimo, lui esitò. 

 

- E' colpa mia. Non avrei dovuto lasciartelo fare. - Sospirò, senza muoversi di un millimetro. - E comunque tu, probabilmente, non avresti mai tradito Joe, se io avessi tenuto la bocca chiusa. -

 

Coco sussultò, aggrappandosi più forte alle sue spalle, ma non si spostò, rimanendo ferma dov'era.

 

- Macchissenefrega di Joe...! - Soffiò. - Io voglio fare l'amore con te, Kevin. Io... - Esalò, prendendo improvvisamente fiato. - ...amo te. -

 

E a quel punto, non ci fu più alcuno spazio da colmare.

 

 

Adesso sì, tutto è possibile...
Farlo così... con tutta l'anima.

 

 

***

 

 

Un raggio di pallida luce bianca si intrufolò attraverso le tende socchiuse, solleticandole il viso. Gabrielle emise un mugolio infastidito, muovendosi leggermente e nascondendo ulteriormente il viso contro la spalla di Kevin.

Assaporò per qualche istante il suo odore inconfondibile e sorrise tra sè e sè, strofinando dolcemente la punta del naso contro la sua pelle tiepida. Gli posò un bacio leggero sulla spalla, avvertendo, subito dopo, le dita di lui scendere a carezzarle il braccio. Sollevò lo sguardo, incrociando i suoi occhi verdi, lucidi di sonno.

 

Poi alzò apppena il capo per lanciare un'occhiata alla finestra...

 

- E' ancora notte, Giulietta, dormi... - La prese in giro, mentre, con innegabile sollievo, osservava le stelle illuminare lo spicchio di cielo visibile dalla sua posizione.

 

- Sì, Romeo... - Rispose al suo gioco, sorridendo. - E... lo sai? Vorrei davvero che domattina non arrivasse mai. - Mormorò, accoccolandosi nuovamente nel suo abbraccio e lasciandosi cullare dalla voce calda di lui che le sussurrava niente più di un semplice "ti amo", ripetuto all'nfinito nella più dolce delle ninne-nanne...

 

Domattina, però, era destinato ad arrivare con tutte le sue complicate conseguenze... Lo sapevano bene. E sapevano anche che lo avrebbero affrontato, al momento opportuno.

 

Per intanto, il fuoco scoppiettava lentamente nel camino e la luna continuava a brillare in silenzio.

 

 

Quando la notte piano piano finirà,
chissà chi è il primo di noi due che parlerà...

 (Settembre - Antonello Venditti )



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