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Autore: tikei_chan    01/03/2009    6 recensioni
Rosalie, ignoralo. Tanto sai che comportarsi da idiota è nella sua indole.
Ma le parole che ripeto a me stessa non bastano, i miei pensieri corrono alla fila di matrimoni già celebrati, ognuno dei quali sciupato in qualche modo dalle buffonate del mio fidanzato.
Fiction classificata 3° al contest "Io e te siamo.." di roro e LightAngel_93
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Emmett Cullen, Isabella Swan, Rosalie Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Funny?
 


Eccomi di bianco vestitadavanti allo specchio, in quello che dovrebbe essere il giorno più importante della mia vita.
Sbuffo. Già, dovrebbe.
Quando ero umana, bastava la sola idea che due persone decidessero di trascorrere tutta la vita insieme, fianco a fianco, a farmi sognare. Adesso molte cose sono cambiate - soprattutto il concetto di“fino alla morte” - ma il desiderio di un matrimonio da favola è rimasto vivo in me.
Alice e Bella, entrambe in evidente fibrillazione, entrano nella stanza mandando a pezzi la quiete che vi regnava fino a poco fa.
Con orrore riconosco immediatamente l’aggeggio infernale che penzola dal braccio della mora. Possibile che non si sia ancora stancata di immortalare le mie nozze?
“Quando la smetterai,Alice? Abbiamo già foto del matrimonio, e non solo di uno.”
Le faccio notare in tono seccato, ma dopotutto anche rassegnato.
Sa benissimo come la penso, ma si ostina a non darmi retta. È testarda come un mulo!
“Dai Rose non fare così, è da un sacco che non vi sposate qua. E poi non dimenticare che sono le prime nozze per Bella.” Mi ammonisce, sorridendo e ammiccando in sua direzione.
La guardo con insofferenza, ma lascio correre. So bene di aver già perso la discussione in partenza.
Quando le due damigelle si tolgono i cappotti eleganti, quasi incontrollabile uno scoppio di risa irrompe spontaneo solleticandomi la gola.
Per fortuna faccio appena in tempo a portare le mani al viso, nascondendo allo sguardo acuto di Alice il ghigno sulle mie labbra.
Fra l'assurdo colore viola acceso, e la forma tondeggiante della gonna a palloncino, le mie sorellastre sono in tutto e per tutto somiglianti a delle melanzane.
Ovviamente è stata Alice ad avere la prerogativa della scelta d'abito, e giurerei che Bella non ne sia entusiasta, seppure al momento sembri incurante del suo aspetto ridicolo.
La sua attenzione è totalmente catalizzata da me. I luminosi occhi castano scuroindugiano sulle stoffe da cui sono avvolta, seguendone le pieghe e le cuciture.
“Sei fantasticacon indosso quell'abito.” Dice, in un fil di voce.
Mi contempla con espressione trasognata, probabilmente immaginando ad occhi aperti il giorno in cui sull'altare pronuncerà anche lei il fatidico sì.
“Grazie del complimento, Bella.”
Beh, per fortuna Alice è stata più assennata nello scegliere il mio vestito. È piuttosto semplice, ma di grande effetto, come ha detto lei la prima volta che me l'ha mostrato.
La porta si apre di nuovo, stavolta per fare entrare Emmet.
Fra i suoi riccioli soffici spicca un gigantesco fiocco di plastica dorato, che probabilmente prima di cadere in balia delle sue mani era applicato all'enorme pacco regalo che porta su una spalla come una cassa di birre.
Quella vista viene accolta da una risata generale. Solo Alice pare non essere propriamente in vena di divertirsi.
Gli si fa incontro risoluta, le mani sui fianchi.
“Che diavolo ci fai qui? Non puoi vedere la sposa prima delle nozze!”
“Eddai, Alice. Che scemenza! Non crederai veramente a certe cose.” Risponde Emmet, con un sorriso irrisorio sulle labbra piene. La oltrepassa con noncuranza, e prosegue in mia direzione.
“Comunque ero passato per dirvi che il prete, che come potete notare ha anche pensato di farci un regalo, ci vuole invitare tutti al ristorante dopo la cerimonia. Dobbiamo pensare ad una scusa convincente.”
Appoggia il pacco sul mobile, facendo cadere i trucchi che Alice mi ha sapientemente spalmato in faccia, e mette le braccia intorno alle mie spalle.
“Va bene, nulla di più facile; ci dispiace, ma abbiamo già prenotato un tavolo esclusivamente per la nostra famiglia. Ora che hai fatto ciò per cui eri venuto, sparisci.”
Alice non intende mollare, ma viene ignorata da Emmet.
Mentre gli parla, lui mi prende i fianchi emi guarda negli occhi intensamente, come se fossimo soli.
“Alice, forse è meglio se ce ne andiamo.”
Bella, in completo imbarazzo, cerca di convincere sua sorella a lasciare agli sposi un momento d'intimità. Quella però non le presta minimamente attenzione; seguita a fissare con astio l'uomo che sta per ri-diventare mio marito.
“Non vorrai metterti contro di me, vero?”
Finalmente lui le dà retta, si gira per guardarla. Alza un sopracciglio, come per valutare la domanda.
Finge di riflettere.
Fa poi un cenno alle damigelle, e ai loro vestiti. “Non sapevo che le melanzane giganti sapessero parlare.”
Oh oh.
Qui si mette male. Criticare un abito scelto da Alice equivale chiaramente ad un proclama di guerra.
Bella sgattaiola via in un secondo, lasciando la sorella pietrificata davanti a noi.
Dopo qualche attimo di tensione, lei assume un cipiglio di regale sdegno e si dirige in silenzio verso la porta.
Prima di sbatterla violentemente, lancia ad Emmet uno sguardo eloquente lasciando intendere che con lui farà i conti più tardi, quando non correrà il rischio di sgualcire il suo preziosissimo abito viola.
“Oh, finalmente soli!” Emmet, soddisfatto, stiracchia le braccia muscolose per poi avvolgerle strette attorno alla mia vita.
“Non pensi di essere stato un po' brutale?”
“Affatto, stavo solo scherzando! E poi non negare che ti faccio sempre ridere.” Mi dice, con la faccia distante dalla mia lo spazio sufficiente a far sfiorare le punte dei nostri nasi.
“Però lo sai quanto Alice ci tenga a queste cose. Non sei stato per niente carino.”
“Che noia, Rose. Non sapevo che a mia moglie mancasse il senso dell'umorismo.”
Scandisce queste parole in tono piccato, allontanando il viso sul quale ora campeggia un sorrisino provocatorio.
Rosalie, ignoralo. Tanto saiche comportarsi da idiota è nella sua indole.
Ma le parole che ripeto a me stessa non bastano, i miei pensieri corrono alla fila di matrimoni già celebrati, ognuno dei quali sciupato in qualche modo dalle buffonate del mio fidanzato.
Sono di sicuro stati emozionanti, ma niente a che vedere con le nozze da favola che ho sempre sognato. Come vorrei che per una volta si comportasse seriamente.
Dimentica di essere in compagnia dello sposo, sposto lo sguardo a terra e comincio a mordicchiarmi un labbro, presa dai pensieri malinconici.
“Cosa c'è?” La sua voce penetra nei miei timpani come cioccolata, dolce e calda.
Serissima aggancio il mio sguardo al suo.
“Emmet, me lo vuoi fare un bel regalo per il matrimonio?”
Lo fisso con gli occhi grandi da cerbiatto, tipici dei bambini che inteneriscono i genitori per avere un giocattolo nuovo.
Non sapendo cosa rispondere, allarga le braccia.“Sentiamo.”
“Vorresti per favore comportarti in modo dignitoso, almeno in chiesa? Se magari riuscissi a farlo anche al rinfresco, sarebbe un dono molto gradito.” La mia voce suona caramellosa, in una maniera che non le è propria.
Lui fa una smorfia, e sciogliendo il nostro abbraccio porta le mani sui fianchi.
“Ma Rose, vuoi davvero un matrimonio serioso?”
Credo che non si renda conto di quanto riesca bene nell'esasperarmi. E neanche di quanto è vicino al varcare la soglia massima della mia pazienza.
Stringo i pugni, solleticata dall'idea di ingaggiare una lotta con lui, e pesto i piedi per terra ringhiandogli contro.
“Sì. Io. Lo. Voglio.”
Scura in volto, abbasso il mento per guardarlo minacciosa da sotto in su.
Per un attimo scorgo sul suo viso l'intenzione di fare una battutaccia, poi ci ripensa e alza gli occhi al cielo.
“Per stavolta va bene, però non abituartici tesoro. Non ho intenzione di viziarti.”
Si toglie il fiocco dalla testa, per appiccicarlo sulla mia.“E se posso scegliere anch'io, sarai tu il mio regalo.”
L'occhio gli cade sul lussuoso orologio da polso.
“Si va in scena.” Sospira.
Facendo la caricatura di quella che per lui è una faccia seria, gira sui tacchi e se ne va marciando in modo militaresco.
“Questa è l'ultima, eh? Adesso devi mantenere la promessa!”Urlo alla soglia della porta, oltre la quale è appena scomparso.
L'eco della sua risata tonante risuona nel corridoio.













Qua di seguito i punteggi dei giudici, che ringrazio di cuore per aver indetto il contest, per i giudizi precisi ed esaurienti e per la velocità nel postare i risultati! =D

Parole scelte : risata (Emmet), bambina (Rosalie)


Punteggi di Ro-chan

Correttezza grammaticale: 14/15
Originalità: 14/15
IC: 14/15
Attinenza alla traccia e Osservanza del regolamento: 7/10
Impressione personale: 5/5

Totale: 54/60


Punteggi di LightAngel_93

Correttezza grammaticale ed uso del lessico: 15/15
Originalità: 15/15
Caratterizzazione dei personaggi: 14/15
Attinenza alla traccia e osservanza del regolamento: 05/10
Impressione personale: 05/05

Totale: 54/60


Media tra i punteggi: 54


Ro-chan: Non nego che la tua storia è una di quelle che ho preferito in assoluto.
Originale, sì. Ambientarla durante uno dei matrimoni tra Rosalie ed Emmet, in un lasso di tempo in cui Bella era ancora umana, è stata di sicuro un’ottima idea, che mi ha fatto inevitabilmente sorridere.
Il tuo stile è bello, scorrevole, adeguatissimo per questa storia. La grammatica era perfetta, non ho appunti da farti, e i personaggi mi sono sembrati caratterizzati davvero molto bene.
L’unica vera pecca è stata la poca attinenza con il contest: non si intuiva granché il paragone, e ciò ti ha fatto perdere parecchi punti preziosi. Ma è comunque un’ottima storia, ben fatta: complimenti vivissimi.
LightAngel_93: Molto bella, lessico ricco e piacevole, originale senza dubbio e personaggi completamente IC. L'unico problema è l'attinenza alla traccia, che è praticamente minima: i due elementi non si recepiscono leggendo il brano. Forse, citarli sarebbe stato più opportuno.
Mi ha fatto un'ottima impressione, perché è scritta bene ed è una storia molto bella. 








   
 
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