Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: ShiNear    27/11/2015    3 recensioni
[STORIA AD OC-ISCRIZIONI CHIUSE]
Il Trono di Spade era minacciato... e nessuno di noi voleva dire la sua? Ecco la possibilità di potersi imporre su un risultato che conosciamo in parte. Se volete, sarete voi le Ombre del Drago, create da Aegon Targaryen. A voi la scelta.
Genere: Azione, Comico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
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4. SITA

   
La sala dei banchetti dell’Isola del Pianeta Infranto non era quella che si direbbe una sala accogliente. I Wayward ricevevano molti pochi ospiti, quindi non c’era la necessità di essere calorosi ad ogni visita. Le volte che lei, da piccola, andava ad Alto Giardino, erano gli altri ad essere sfarzosi con lei. Rigidi in casa, mangioni fuori, era quello un altro motto di famiglia; o almeno, era quello di suo zio Torst Wayward, morto a trentasette anni per gotta. Sua madre aveva detto che in punto di morte era riuscito a trovare la forza di chiedere del coniglio con alloro. Era una colonna per lei, almeno per le poche volte che l’aveva visto.
La sala dei banchetti degli Shaulock, invece, aveva uno splendore non particolarmente ricercato, ma non screziature che ricordavano molto Dorne, vicina ad Alto Giardino, e le città dell’Esseros. I drappi della casata, con lo stemma dello Scorpione, erano arricchiti con finimenti dorati e rossi. I tavoli erano intarsiati a dovere e lucidati per l’occasione. Candelabri dorati e d’argento illuminavano ogni anfratto e ogni tegola del soffitto, e le fruttiere a forma di scorpione di bronzo, ripiene di prodotti locali e vicini, fece sorridere la ragazza. Profumo di gardenie e rose, misto a un forte sentore di vino e spezie, riempiva l’aria fresca del salone e al posto verso cui venne accompagnata da quella gentile e furba dama, Lady Sargas, vi era un vaso con una rosa bianca screziata di blu.
- Il mio dolce fratello ed io conosciamo la vostra affezione per Alto Giardino, mia Lady; Corbas non ha voluto risparmiarsi, quando ha deciso spontaneamente di potare l’unica rosa bianca che aveva per lei.-
Lady Sita alzò leggermente il sopracciglio, gesto che solitamente stava a dire: “Per quale motivo?” o “Come mai?”.
Sargas le accarezzò lievemente la testa, dicendo a bassa voce:- Mia Lady, se escludiamo il nostro caro Lord Storm, sappiamo tutti le sofferenze che avete avuto; ma non è compatimento, non travisi. Solo, mio fratello ha trovato qualcuno simile a lui, in voi... certo, a parte me.- aggiunse con una smorfia di amarezza mista a divertimento.
Nel frattempo, il citato Lord Fenrir e gli altri nobili avevano trovato altre gradite sorprese ai loro posti, come lei: Lord Fenrir aveva trovato una lancia lavorata a mano che trovò di suo gradimento, Lady Annalyse una “piuma di fenice” (piume che, a detta delle leggende, venivano poste sul copricapo dei re dell’Esseros, rare in tutti i Sette Regni), e Lord Jarlath, sceso da pochi minuti insieme a Lord Shaulock, non poté trattenersi dall’aprire la bocca in un ovale di stupore, quando vide il bellissimo fodero di pietre preziose appoggiato sul suo scranno.
Si rivolse a Lord Shaulock sorpreso:- Come facevate a sapere che il fodero della mia spada era rotto?-
Lui batté sulla sua spalla amichevolmente la mano, dicendo:- Caro Lord Jarlath, certi segreti tali devono rimanere.-
Conoscendo i sospetti che Jonathan Jarlath nutriva per loro, avrebbe giurato che Corbas Shaulock l’avesse scoperto grazie alle sue spie.
Detto questo, il Lord batté tre volte le mani, facendo arrivare un servo per dono, proponendo benevolo:- Se i Lord miei ospiti hanno gradito i doni, i miei servi saranno felici di portarli nelle vostre stanze, dove potrete passare la notte. La cena inizierà tra pochissimo, se quindi volete sedervi e ingannare l’attesa mangiando qualche leccornia, abbiamo frutta di Arbor e Alto Giardino e Locuste al Miele di Dorne, fritte in pastella con poca farina.-
Lord Fenrir sbottò:- Tutta questa farsa da guitti per della frutta d’Arbor e degli insetti? La ringrazio mio Lord, ma credo che aspetterò la mia porzione di bistecca.-
Il suo luogotenente affermò con un cenno deciso della testa, mentre Sita non poteva fare a meno di soffermarsi a pensare a quanto fosse maleducato e rozzo, quello Storm. Storm... se non ricordava male Storm era il cognome dato ai bastardi di Capo Tempesta. Ecco finalmente una battuta da spirito, sempre che ci fosse qualcosa di vero!
Comunque, assaggiò con gusto le deliziose albicocche di Arbor, che tanto le erano mancate: ringraziò gli dei per aver posto quell’isola tanto vicino a Dorne e ad Arbor. Era strano in effetti, che nonostante la relativa vicinanza, Raedestia non avesse mai avuto contatti con l’Isola del Pianeta Infranto. Per fare onore alla casa, di chiari legami dorniani, assaggiò comunque le locuste al miele, che trovò stranamente molto appetitose.
La prima portata fu un delizioso vassoio di paste salate guarnite con una marmellata di mele che si sposava alla perfezione con l’impasto; seguirono tartine con uova di quaglia insaporite da spezie e frittelle salate con salsa di noci; a seguire un’anatra ripiena di cipolline dolci e funghi freschi, accompagnati da un contorno di cipolline rosolate e piselli lessi; gradita sorpresa furono le uova con guscio di pasta di grano, ripiene con carne di salsiccia ed erbe aromatiche. Il vino era ricco e ricercato, dei Redwyne e di Dorne: inutile pensare che Lord Corbas non avesse pensato anche a quello per catturare la sua attenzione. Le portate proseguirono, per la gioia di Lord Storm, con tartine al formaggio, di sapore tipicamente casereccio e delicato allo stesso tempo, per intermezzo; cinghiale arrostito e ricoperto di miele selvatico, con contorno di broccoli coperti dal formaggio; infine, il dolce erano biscotti morbidi con marmellata di ciliegie, paste con crema di castagne e, infine, una ricchissima crostata ricoperta di una crema marrone che Lasy Sita non aveva mai visto.
Il buon vecchio Iulius, sospettoso di quella nuova pietanza, osò chiedere a Lord Shaulock:- Mio signore, scusi l’ardire, ma questa pietanza che ricopre la torta sevita?-
- Ardire? Mio buon Iulius, venite da un ambiente difficile, è naturale che sospettiate e sarebbe poco prudente non esserlo in casa di altri. Questa torta ha una copertura ottenuta da delle fave di esclusiva della nostra isola, il nostro prodotto più invidiato nei Sette Regni; la vendo ai Braavosiani, che la spacciano loro a Lord Tywin, ma l’oro che i Lannister dà a loro viene retribuito a me.-
Lady Snyag si sporse in avanti leggermente, commentando:- Allora, si potrebbe dire che dipendete dai Lannister.-
Lui sorrise, prima di addentare la crostata:- Mia cara Lady, sapere che sono pagato dai Lannister a loro insaputa è una soddisfazione che non ha prezzo, così come lo sarà la faccia di Lord Tywin quando glielo dirò!- Persino Lady Sita non riuscì ad esimersi dalla risata comune che assediò la tavola.
La crostata, comunque, era dolce al punto giusto, e la sostanza di ripieno la insaporiva con un gusto deciso e delizioso, anche se la rendeva leggermente appiccicosa: beh, se i mercanti non fossero impazziti per quelle strane fave, avevano sbagliato mestiere.
La serata fu allietata da funamboli e spettacoli brevi, per poi assistere a una breve farsa comica in cui i bersagli erano un nobile smisuratamente ricco e un re grasso (se qualcuno comprese il doppiosenso, non lo diede a vedere ad alta voce). Poi, dopo aver fatto cantare la Pioggia di Castamere a un cantastorie venerando come la sua arpa, la tavolata si sciolse lentamente.
Sargas Shaulock, gentile e affabile, si avvicinò velocemente a Lady Sita (aveva avuto tutta la serata per parlare sottovoce con Lady Annalyse), ma il fratello regnante la interruppe con un richiamo:- Mia adorata sorella, perdonami se ti tedio per l’ennesima volta, ma dovrei conferire in privato con Lady Wayward per un attimo; posso chiederti di intrattenere ai Lord e Lady ospiti, nell’attesa?-
Lady Sita riuscì a vedere la lievissima ruga d’irritazione apparsa nella fronte di Lady Sargas, ma durò meno di un secondo, il tempo che lei potesse inchinarsi lievemente e dire gioviale:- Come desideri, mio dolce fratello.-
Iulius si fece avanti, dicendo:- Mio signore, forse le sembrerò sospettoso, ma preferirei venire con voi...-
- Stai tranquillo, Iulius. Andrà tutto bene.-
A parlare era stata proprio lei; parlava così poco con lui a voce alta, che Iulius non poté esimersi dall’obbedire con un sorriso tirato e un inchino brevissimo, per poi andare verso la biblioteca per svago, dopo essersela fatta indicare da Lady Sargas.
Lady Sita seguì Lord Shaulock attraverso il corridoio del castello, per poi cominciare a salire verso una scalinata trovata dietro una piccola porta.
- Mio padre prediligeva la sicurezza innanzitutto,- disse lui in spiegazione, mentre salivano lentamente;- quindi non gli è dispiaciuto mettere le nostre stanze da letto nei luoghi più improbabili. Nella stanza da letto ufficiale si trova Coraki, le volte che non è con una donna di bordello giù in paese. Lui e Iulius sono uno l’esatto opposto dell’altro, non trovate? Ah! Per la Madre, sarà un macello se quei due si mettono a litigare, ne sono sicuro!-
Lei fece un cenno, quasi a se stessa, come per dire che erano fedeli. Non seppe mai come fece Corbas a vederla di spalle, solo lui sussurrò, come in risposta:- E non potrebbero essercene di più fedeli.-
Arrivati davanti alla porta, trovarono Reena, il capo delle spie di Lord Shaulock, che s’inchinò rapidamente:- Lady Wayward. Mio signore. Ci sono altri ordini?-
- Mia subdola spia, credo che tu debba controllare mia sorella. Entro stasera devo dare un annuncio importante e non vorrei le capitasse qualcosa.- Mentre lei si allontanava, la trattenne per un braccio, dicendo:- Mi raccomando, alla larga da Alyssa.- Lei annuì e ricominciò a discendere la scalinata.
Aspettarono che i passi finissero di risuonare, poi attesero immobili altri dieci secondi. Sita lo capiva, fidarsi era un bene, ma se il soggetto era una spia, meglio mantenersi all’oscuro. La furbizia della volpe era un messaggio così chiaro nella loro famiglia, che l’avevano adottato nel loro stesso stemma; dove gli dei non potevano, poteva l’astuzia. Persino lei lo sapeva e aveva passato anni a imparare il linguaggio muto proprio per non farsi udire dagli uccelletti del Ragno Tessitore; anche se c’erano poche probabilità che arrivasse a loro, dopo il disguido con i Tyrell era praticamente impossibile che non sapesse dei Wayward. Inoltre, dopo anni passati con Aerys e alla sua corte, non poteva non aver saputo nulla delle Ombre del Drago. Inoltre Fylo, personaggio quanto mai ambiguo nel loro castello, sapeva troppe cose, perciò aveva imparato a premunirsi dalla nascita.
Alla fine, Lord Shaulock toccò una mattonella sgretolata nel muro lì a fianco, dicendo:- Nemmeno lei sa di questo passaggio- Lo disse a bassa voce, come se lei li stesse ancora osservando.
Un portone di pietra aprì la strada verso un corridoio alternativo e il signore di Raedestia la incitò con un sorriso:- Non si preoccupi della polvere mia Lady, ho pulito tutto io stesso.- Detto questo tirò fuori una torcia dalla stanza, accendendola con una accesa lì vicino.
Lei fece un sorriso nervoso:- Non è della polvere che mi preoccupo.-
Sospettava di Lord Shaulock? Aveva un sorriso rassicurante, ma i migliori bugiardi indossano spesso le maschere più attente. Ma se era un sovrano giusto come le aveva detto la sorella, Famie, allora non avrebbe mai ucciso qualcuno dopo averlo nutrito sotto il suo desco. Fu per questa ragione che lei per prima si avventurò nel sotterraneo.
Il corridoio non era umido, era solo privo di aria. Infatti, se non fosse stato per il fatto che li odiava, ne avrebbe agitato volentieri uno di ventaglio.
Lord Shaulock, nel frattempo, passava in rassegna gli stemmi sui muri:- Ognuno di questi stemmi rappresenta un avversario caduto o sconfitto in singolar tenzone. Questo è degli Yornwood, se non ricordo male; avevano la brutta fama di sfidare il primo di passaggio, e il pronipote di Lord Girax gli ha fatto passare la voglia di essere tanto arroganti. Comunque, ebbi la fortuna di andare a conoscere la bellezza di Alto Giardino, una volta. Nessun rancore, preferisco la bellezza di Dorne, (Questo è lo stemma dei Qorgyle? Chi ce l’ha messo?), ma riuscii a conoscere una sola persona. La chiamano la Regina di Spine... vi ho visto sorridere, non mentite. Comunque, era una donna davvero interessante, furba e scaltra, oltre che senza peli sulla lingua: mi fece morire dal ridere quando disse che Lord Mace era il “lord dei marameo”. Mi ha insegnato davvero molto, quel giorno, tanto che mi ha regalato un libro che... Oh, guardi, questo stemma lo prese un mio lontano pro-zio agli Arryn; dicevano che Lord Terefot era ubriaco e cadde da cavallo dopo averlo disarcionato, il signore di Nido dell’Aquila. Dicevo, fu molto gentile con me, dandomi quel libro; mi sembra ne esistessero solo tre copie, ma lei disse di averlo imparato a memoria. Non so se lo fece per ingraziarmi alla sua gente. Fu poco prima della rivolta dei Greyjoy... ah, che coincidenza. Ecco il loro stemma!-
Nell’osservare quello stemma, la ragazza notò un dettaglio e chiese:- Dove li avete presi gli zaffiri?-
- Credo da Braavos; abbiamo un buon mercato laggiù e in mancanza di soldi donano spesso pietre preziose...-
- Sono falsi.- lo interruppe lei; - Posso farle uno sconto e portargliene qui di migliori in tre giorni.-
Lui sorrise debolmente, mascherando male la sorpresa:- Ah. E chi l’avrebbe detto? D’altronde il vostro commercio è fatto di pietre preziose, giusto? Avrei dovuto accorgermene.-
- Non se la prenda. Il tipo di materiale che usano per queste pietruzze è così simile all’originale, che nemmeno un orafo avrebbe potuto riconoscerlo, non se non fosse stato per qualche anno in una nicchia umida come questa.-
Poi gli chiese, voltandosi verso la torcia:- Avete avuto problemi con i Geryjoy?-
Lui era inespressivo:- Solo una pace minacciata.-
Proseguirono fino a trovare una tenda, dietro la quale Sita ritrovò una sala illuminata da fuochi e insistenti nei bracieri di metallo, con tavoli apparecchiati da alambicchi e scatole foderate. Liquidi verdi galleggiavano in bacinelle lugubri con contorni di serpenti intarsiati alla base. E di serpenti era piena la gabbia alla loro sinistra, a tratti piena di sabbia, ad altri di piante sconosciute. E nella cupola di vetro alla destra, piante velenose, tra le più rare che avesse visto. E una gabbia oscurata da un velo svettava alla fine della sala.
Lui annuì, vedendo la sua faccia stupita, dicendo:- Da mio zio, dorniano di crescita, ho appreso l’amore per i serpenti. Da Shaulock ho appreso quello per lo scorpione. Da Lady Olenna Tyrell, l’amore per le piante velenose. Inutile dire che ora le mie passioni sono fiori, serpenti e scorpioni, oltre che il loro elemento comune: il veleno. So che lei è un’esperta in materia. Le offrirei una delle boccette che vendo di nascosto anche a Reena a Braavos, ma non sarebbe che un insulto da mercante di guitti. Ho invece qualcosa che le piacerà.-
Arrivò alla scatola nera in fondo alla sala, appendendo la torcia sulla corsia di sinistra, vicino a delle bacche di Belladonna. Sollevò lentamente la tela che la ricopriva, scoprendo una vascone di sabbia rossa, apparentemente vuota.
Mentre il Lord indossava dei guanti neri, la ragazza si avvicinò alla vetrina, sollevando lentamente il coperchio. Subito Lord Corbas le afferrò il polso, con fermezza.
La fissò, scuotendo il capo:- Ci sono cose pericolose anche nel nulla apparente.-
Poi, afferrò una spugna e, con uno scatto serpentino, sollevò il coperchio e afferrò qualcosa in mezzo alla sabbia, stringendo con la mano libera. Qualcosa di strano si agitò, sollevando un polverone simile a una tormenta in miniatura e un fulmine verde puntò veloce verso l’altra mano. Subito, il pungiglione andò a conficcarsi nella spugna, dove la mano lo tenne fermo, stringendo. Dopo un po’, la nuvola di sabbia scese e Sita vide lo spettacolo più bello della sua vita.
Era un aracnide, stretto tra le sue mani, di colore verde, a riflessi bluastri e viola. Gli occhietti neri e malefici erano ipnotici e furiosi. La spugna, che impugnava la sua coda, ormai era divenuta blu, pregna e zuppa.
Sussurrò, incredula:- Non è possibile!-
Lui sorrise, felice di averla sorpresa, e ripose con calma lo scorpione nella scatola, allontanando di scatto la mano, facendo cadere il coperchio. Lo scorpione si agitò colpendo il nulla con le sue chele, grosse come quelle appartenenti a un granchio delle coste di Capo Tempesta.
Corbas si allontanò, prendendo una fialetta, dove immerse la spugna, infilandocela fino alla fine, porosa com’era. Poi, mentre prendeva un sospiro di sollievo, prese un topolino, lanciandolo dentro la scatola di sabbia.
Mentre avveniva la macabra breve caccia, disse a lady Sita:- Esatto, uno Scorpione rarissimo detto “Wei”. Ne nasce uno ogni covata, ed è rimasto solo questo, in tutti i Sette Regni. Il suo veleno è il più pericoloso che esista in natura, e non esiste antidoto, almeno, non più veloce del suo effetto. Una goccia di questa adorabile bestiola fece ammalare il più possente dei draghi di Aegon I, Balerion. Così piccolo e così letale. Eppure, è una bellezza fuori dal tempo e lo spazio, a parer mio.-
Tirò la spugna fuori dalla boccetta e disse a Lady Sita:- Non ho potuto fare a meno di notare il vostro arco. Osso di Drago, giusto? Una rarità di arco che, con le sue freccie, non può non essere combaciata a questo veleno, altrettanto raro.-
Porse alla ragazza la bottiglietta, dicendo:- Tenete. Come pegno d’affetto verso la vostra casata. Sono sicuro che le vostre freccie saranno molto più sicure, adesso.-
- Perché?- chiese lei, le mani ad accarezzare il vetro asciutto e lucido traboccante di veleno, che Lord Shaulock aveva tappato prontamente.
Quante cose avrebbe voluto aggiungere a quel “perché”: perché sua sorella era così strana, perché sentiva come un’oppressione sulle spalle di quel Lord, perché l’aveva condotta lì, perché le aveva regalato il veleno, perché era così interessata alla loro amicizia.
Corbas Shaulock si limitò ad avvicinarsi alla gabbia dei serpenti, coperta da vetro e veli, e cominciò a raccontare:- Molto ho sentito sulla realtà degli avvenimenti accaduti nella vostra casata e a voi, mia Lady. Eppure, tanto ho visto di persona. Vostro padre non ve ne parlò, ma venni al Pianeta Infranto una volta, per affari; lo ricordo bene, il tempo era impossibile, e dovemmo aspettare la sera tarda, perché l’alta marea non ci permetteva di approdare. Ero molto giovane e al Lord vostro padre, Athelstan Wayward, servivano viveri; era in guerra, non ricordo contro chi, ma le navi erano tutte impiegate in battaglia, e vi servivano viveri. Quell’estate era forse una delle più lunghe ch’io abbia mai visto nella mia vita. Vostra madre era incinta di voi, mi ricordo bene; la povera Lady Bernice, era dolorante come un calzino messo al bucato, o almeno, per come me lo disse a tavola vostro zio. Poi, il giorno dopo, sarei dovuto partire, ma ebbi come una sensazione, come se stesse per accadere qualcosa di magico. Lo dissi a Coraki e lui mi disse, scherzando: “Convincervi a scopare con qualcuno, quello sì sarebbe un miracolo, mio signore.” Qualche ora dopo, siete nata voi, e venni su, con l’invito del vostro Septon Vamitas. Eravate la bambina più graziosa ch’io avessi mai visto, ma eravate così gracile... Maestro Zyrio disse che non avreste vissuto per molto, a meno che non foste rimasta a letto. Non vi svegliaste, non apriste gli occhi se non due giorni dopo, nel quale venni trattenuto per motivi di sicurezza, a causa di un’ennesima alta marea. Quando apriste gli occhi, per qualche strana ragione, non arrivarono né vostro padre né vostra madre, per primi: arrivai io. E vidi, mia Lady. Vidi lo sguardo che avevate. Lo sguardo di chi ha sete di avventura e di coraggio, di chi non vuole lasciare il mondo appena raggiunto.
Il giorno dopo dichiarai alla presenza di Lord Athelstan che Maestro Zyrio era un idiota, con molta poca delicatezza, lo ammetto, e che la vera cura che suggerivo io, erano cavallo, arco e racconti; previsi che nel giro di una settimana sareste stata meglio, nel giro di un mese in forze, nel giro di qualche anno una piccola ribelle. Non detti il tempo a vostro padre di rispondere, che mi diressi alla nave per partire. Poco prima di salpare, pregai una ragazza, Tenia, di tenermi informato su quello che sarebbe successo di lì a dieci anni. Lei me lo promise.
Tornato a casa, riferii l’accaduto a mio padre: lui si fece una grassa risata e mi disse che se fosse successo sul serio, avrei dovuto darle quanto di più caro avevo nel Regno e che me lo avrebbe fatto giurare sugli dei. Ovviamente, era ubriaco e non si sarebbe ricordato nulla, ma la mattina dopo, presto, andai con Coraki al tempio della mia città e, alla sua presenza e dinnanzi al Septon, giurai che lo avrei fatto.-
Si voltò verso di lei e disse, limpidamente:- Beh, direi che gli dei non mi hanno deluso. Dieci anni dopo, Tenia mi scrisse che avevate raggiunto l’età piena della fanciullezza, andavate a cavallo, eravate diventata un’arciera provetta, leggevate e ascoltavate storie più di chiunque altro, Maestro Zyrio era morto di malattia, e quella sera in cui la lettera fu scritta avevate litigato con vostro padre, urlando così forte da spaventare le septe al piano di sopra. Tanto è il tempo che aspettavo di darvi la boccetta e ve la siete ampiamente meritata.-
Lady Sita aveva le lacrime agli occhi. Avrebbe voluto saltargli addosso e abbracciarlo, ringraziarlo per tutto quello che, a sua insaputa, aveva compiuto per lei: il veleno, la confidenza, la rosa, la fiducia, la vita. Ma era una Lady del Pianeta Infranto e come tale doveva comportarsi. Gli dei erano stati dalla sua parte e attraverso l’affetto di uno scorpione aveva avuto più affetto che non dai suoi maestri.
Si limitò a dire, gli occhi lucidi e la voce ferma:- Mai pietre più preziose raggiungeranno questo castello, quando ve le invierò, mio Lord. Avete la mia parola di Wayward.-
Lui annuì, poi fece un cenno con la mano, dicendo:- I nostri Lord vorranno rallegrarsi della vostra presenza mia Lady. Lord Storm compreso, suppongo.-
Lei avvampò, più per imbarazzo che per rabbia, e disse:- Non ho nulla da spartire con Lord Storm!-
Corbas rise, lieve come un’eco in montagna:- Dimenticavo quanto ancora siete giovane, mia Lady, e vi porgo le mie scuse. Vogliamo raggiungere dunque mia sorella, se preferite?-
Lei lo sorpassò con un ghigno di furbizia, dicendo:- Conosco la strada, vi ringrazio: posso fare strada io, se volete.-
Mentre si allontanava, riuscì a sentire Lord Shaulock esclamare sottovoce:- Questa poi...- prima che i suoi passi la raggiungessero.
 

Angolo dell’Autore: Rieccoci qui! Come sono andato? Ripeto, sono assolutamente nuovo nel genere di GoT, quindi, se vedete imperfezioni o collisioni con l’opera di Martin, dovete farmelo sapere, costi quel che costi. Anche una recensione non sarebbe male, però.
Come abbiamo visto, i personaggi emergono capitolo per capitolo e se tutto non è chiaro o se c’è ancora molto da rivelare, sarò ben lieto di dirlo nei prossimi capitoli, quando ancora molto accadrà, come voi ben sapete. Pian piano arrivano tutti, tranquilli.
Un grazie particolare a
Pendragon_AM, _nona, crazygurl91 e Skye_Targaryen per il loro aiuto e per la loro presenza che mi conforta nel corso dell’opera.
Ricordo che, per chi volesse seguirmi, oltre alla mia e-mail (
etb137@gmail.com) ho aperto un canale su Telegram. Per chi non sapesse di cosa si tratta, è un’applicazione per telefono gratis, simile a Whatsapp, con la differenza che puoi fare anche i canali pubblici. Se volete seguirmi anche lì, dovete cercarmi sotto https://telegram.me/ShiNear21, dove quasi sicuramente mi trovate tutti i giorni!
   
 
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