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Autore: Skiribilla    01/03/2009    2 recensioni
. "Se Èleonore mi era sembrata la cosa più bella che avessi mai visto, quel ragazzo mi fece sciogliere il cuore. I miei occhi si inondarono di lacrime,presa da una angoscia assurda! Ma che mi stava succedendo? Era troppo bello per essere vero,un illusione,un miraggio dorato. Dei brividi mi percorsero per tutta la schiena, avevo forse paura? Ad un angolo della sua bocca comparve un sorriso,non per niente amichevole, anzi,mi fece accattonare ancora di più la pelle. Da sotto i lunghi ciuffi il suo sguardo ardeva di una luce spaventosa. Mi ritrovai ad indietreggiare"...piccola introduzione di una storia assurda,passionale e crudele.Non esistono protagonisti, tutti e quattro lo sono. Più punti di vista per far capire meglio al lettore i pensieri di ciascun personaggio..colpi di scena che neanche immaginate vi faranno accattonare la pelle e chiederne ancora..almeno spero..
Genere: Malinconico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Prologo:  Èleonore Colin


A differenza di tutti “quelli” come me,ricordo perfettamente la mia vita passata. Certo non con la mente di un umana,ma saprei descrivere il volto,il profumo,l’essenza,di una qualsiasi persona incontrata per caso prima della mia nuova non-vita. E questo perché ho sempre avuto una padronanza della mia testa e della mia forza come nessuno. Mi piaceva osservare ogni particolare del mondo che mi circondava, piccolo o grande che fosse e cercare di capirne il significato per imprimerlo nella mente;le vibrazioni delle corde di un pianoforte,il canto del vento,silenzioso ma allo stesso tempo forte e incontrastabile, o le dolci fusa di un gatto. La mia semplicità era la mia forza e dopo la trasformazione ne ho avuto la prova.

Parigi 1901,avevo diciassette anni,un’età all’epoca considerata perfetta per sposarsi,ma del matrimonio,anzi meglio,degli uomini,avevo una scarsissima considerazione. Amavo leggere e studiare tutto ciò che riguardava il corpo umano,a differenza delle mie coetanee che alla sola vista del sangue svenivano,mentre  io ne ero totalmente affascinata. Mia madre,Cate, puntava a diventare un importante medico quindi non potei fare a meno che seguirne l'esempio. Mi sarebbe piaciuto un giorno diventare chirurgo e salvare vite,sempre se,gli uomini c’è lo avrebbero mai permesso. Quello era l’anno in cui scoppiò la rivolta delle donne per far valere i loro diritti.
Io e mia madre ne facevamo parte.
Nelle città c’era il caos,donne di ogni età e colore si facevano valere nelle piazze della città attraverso grandi manifestazioni e cortei.
Gli uomini non potevano che guardare,ma sopratutto giudicare il nostro atteggiamento. Per loro le donne rappresentavano solo degli oggetti,mentalmente inferiori e capaci di essere solo delle buone macchine da riproduzione.
Ma non tutti erano così, un esempio ne era proprio mio fratello Kilian ,di diciotto anni. Egli non faceva che appoggiare mia madre in tutte le sue decisioni e sopratutto quelle che riguardavano le manifestazioni femministe,un ragazzo molto intelligente e, se fosse stato una donna certamente sarebbe stato a capo di tutti i cortei.
A casa non faceva che parlare dei buoni risultati che stavamo ottenendo attraverso le nostre proteste. Mi faceva ridere moltissimo quando descriveva la folla in delirio,era così buffo. L'ho sempre ammirato perché,a differenza di tutti gli altri ragazzi della sua età che pensavano solo alla guerra e a combattere,voleva diventare un politico di grande fama per “cambiare le nuove generazioni”ma come diceva sempre lui “più che cambiare bisogna rivoluzionare”.
A volte pensavo che saremmo dovuti nascere l’uno nel corpo dell’altro,questo perché ero un vero e proprio maschiaccio. Da piccola al posto di bere il the con la bambole di porcellana indossavo dei calzoni larghi per poter sgattaiolare dalla porta e andare a giocare ,mentre lui restava sempre in casa a parlare con la mamma e a leggere. I' essere così mascolina dispiaceva un po' mio padre,Gaspard Colin ,un uomo abbastanza superficiale,diceva sempre che era un peccato,anche perché secondo lui ero la bambina più graziosa della città e da grande sarei stata la più invidiata e richiesta da tutti ragazzi per bene . Ma non mi importava molto del  suo parere,non che avessi qualcosa contro di lui anzi,appoggiava mia madre in tutto quello che faceva e le dava forza quando era stanca, sopratutto perché da piccola non ero di certo  una bambina dolce e silenziosa come tutte le altre. Mia madre era convinta che da grande avrei fatto di tutto per poter far sentire agli altri la mia voce. E così accadde; ero tra le più giovani rivoluzionarie dell'epoca. Proprio in quel periodo si stavano sospettosamente susseguendo frequenti omicidi,i quali riguardavano sopratutto molte giovani donne,come me, ma nessuno sembrava dar peso a tutto questo.
 Pensammo all’inizio che stessero cercando di spaventarci;la nostra fu una risposta del tutto inaspettata  nei confronti del popolo francese per far capire loro che l'arresa rappresentava per noi un vocabolo sconosciuto.
Al partito decidemmo così di organizzare una festa con un grande falò in piazza giusto per alleggerire un po’ la situazione,ed infatti fu una buona idea. Non avrei mai creduto che quella sarebbe stata la decisione più sbagliata di tutta la mia vita.
Partecipò tutta la città,e naturalmente le donne erano in maggioranza. C’era la musica e noi ballavamo intorno al falò cantando a voce alta. Kilian non poté mancare ovviamente e per l’occasione sfoggiò il suo abito migliore. Se io ero la ragazza più richiesta della città,beh, lui non ne era da meno. Ereditò i capelli biondi di nostra madre,un biondo quasi bianco ghiaccio e li portava lunghi fin sopra le spalle,spettinati come segno di ribellione. I suoi occhi erano di un verde acceso,quasi smeraldo a dir la verità,era alto e slanciato. Un bellissimo ragazzo e  un ottimo partito,ma sopratutto,come a chiudere la sua perfetta immagine da quadro di Michelangelo, c’era il suo splendido carattere. Se non fossimo stati fratello e sorella credo me ne sarei innamorata all'istante.
Io a differenza sua avevo i capelli color nero corvino,presi da nostro padre,lunghi fino alla vita e molto ricci. I miei occhi erano di un verde intenso e con delle venature giallo sabbia, inoltre ero abbastanza alta per la mia età e molto magra. Potevamo essere scambiati per gemelli se non per il colore dei capelli,così diceva sempre mia madre.
Continuai a guardare Kilian,ballava e rideva circondato da bellissime ragazze. Il mio fratellino. Dopo aver cantato e ballato per qualche ora ,mi sedetti su una panchina poco distante dalla folla per riposare un attimo e lì,in quello spazio isolato, incrociai lo sguardo di una piccola e indifesa bambina,vestita di stracci e a piedi nudi, rimasi senza fiato. Il cuore mi si spezzò nel petto,non riuscivo a chiudere le palpebre, confusa pensavo ad una sola parola,“un angelo” . La bambina mi fissava immobile,come se la sua immagine fosse congelata e  con uno sguardo angosciato;la prima cosa che feci senza nemmeno accorgermene era quella di essermi alzata,camminando lentamente verso di lei,ma sopratutto incantata da quegli occhi,così tristi ma allo stesso tempo così pieni di amore. Volevo abbracciarla,consolarla e portarla a casa con me,però non mi accorsi che nel frattempo si era spostata per allontanarsi,forse per paura. Era la bambina più bella che avessi mai visto,di sette anni più o meno,pallida come la luna,e con un colorito decisamente strano,per cui a giudicare dalle occhiaie profonde che gli circondavano gli occhi pensai fosse malata. Nonostante questo, il suo piccolo viso era circondato da. splendidi e lunghi boccoli dorati. Gli occhi però, da quello che riuscì a vedere, erano di un nero intenso,un colore così insolito rispetto ai capelli .Mi fermai un attimo,come per tranquillizzarla,ma poi ripresi a camminare verso di lei. Stava indietreggiando in un vicolo buio ma non ci pensai due volte,volevo solo portarla al caldo e consolarla. Quando la raggiunsi eravamo lontane dalla folla a giudicare dal silenzio,mi inginocchia di fronte a lei e gli accarezzai il viso;era gelida e la sua pelle più liscia della seta. Mi afferrò il braccio con forza facendomi urlare di dolore e cominciò a passare ripetutamente il naso all’estremità del polso,quando alzò lo sguardo i suoi occhi erano diventati rossi come il sangue. << ma cosa??.. >> cercai di dire ma mi scaraventò dentro una casa abbandonata. Sentivo dolore dappertutto,e facevo fatica a respirare. Annaspai alla ricerca di qualcosa a cui aggrapparmi strisciando a terra. Lei mi afferrò per i capelli. Urlai cercando di dimenarmi ma mi teneva troppo stretta,un attimo dopo sentì un ringhio cupo,e poi tanti altri, e altri ancora. Dopo, sentì solo dolore,era come essere tagliati in mille ,sembrava mi stessero..mordendo. Sentì il sangue fluire veloce nei tagli provocati,ed insieme ad esso anche le mie forze mi stavano abbandonando. Stavo morendo. O forse no. Non capivo. Urlavo ma non sentivo la mia voce. Il fuoco mi bruciava nelle vene. Nessun dolore al mondo è paragonabile. Stavo bruciando viva. Non so per quanto tempo durò questa agonia,il fuoco cominciava ad affievolirsi concentrandosi  nel mio petto e il cuore batteva all’impazzata una battaglia già persa. Sentì solo un ultimo battito come un rimbombo per tutto il corpo..tummm..aprì gli occhi. Un soffitto di legno. Cercai di alzarmi. Mi sentivo..strana..a giudicare dal buio doveva essere notte eppure vedevo tutto perfettamente. I miei sensi si erano sviluppati. Osservai le piccolissime venature del legno di cui era fatto il soffitto,le pietre del pavimento,l’odore di muffa e di chiuso. Tutto mi sembrava nuovo,i miei occhi guardavano in modo diverso,il mio olfatto percepiva tutti gli odori presenti dentro e fuori la casa,e il mio udito,c’era un suono strano nell’aria,regolare,veloce. Cos’era? Proveniva da fuori. Pensai di dover uscire ma neanche mi accorsi che nel frattempo ero saltata dalla finestra. Quel suono,no, una melodia,la più bella melodia mai sentita prima d’ora. Seguì quel richiamo e mi ritrovai di fronte ad un barbone che dormiva per terra. In quell’istante l’odore che mi arrivò alle narici mi colpì come una palla di cannone. Potevo vedere il sangue fluire sotto quella pelle calda. Non ragionai più e non seppi spiegare cosa mi accadde in quel momento. Avevo sete,volevo sentire il suo sangue scorrermi nella gola. Stavo impazzendo ma sopratutto,avevo una gran “fame”. Affondai i canini in quella pelle tenera come burro. Il sangue tiepido mi inondò la bocca facendomi fremere di piacere. Il corpo sotto la mia morsa si dimenava urlando,ma durò poco. Si accasciò a terra dissanguato ed io venni pervasa da un piacere indescrivibile. Mi leccai le labbra con foga,ne volevo ancora. Cos’ero diventata?! guardai il corpo ai miei piedi senza vita. Avevo ucciso un uomo innocente! E la cosa peggiore è che non ero ancora del tutto sazia.
Ad un tratto mi accorsi di una presenza dietro di me e senza neanche pensarci ,mi girai di scatto acquattata in posizione di difesa con i denti scoperti. Stavo ringhiando! Un uomo con le mani alzate mi stava di fronte. Per nulla spaventato.<< mi sembrava di aver sentito odore di sangue..tranquilla..non voglio farvi del male >> la sua voce era cristallina..profonda.. Eppure..c’era qualcosa di familiare,la sua pelle diafana alla luce fioca della luna. Era così...così..bello..In quel momento ricordai tutto. La festa,la bambina meravigliosa,e il fuoco nelle vene. “NO” Comincia a correre così velocemente che le case sembravano sparire. Non sapevo dove stessi andando,l'importante era andare il più lontano possibile da quel posto infernale. Avevo voglia di piangere ma dai miei occhi non uscì niente,singhiozzavo e basta. Mi fermai stupita di fronte alla sagoma appoggiata al muro. Lo stesso uomo di prima..<< siete più veloce di me..ma conosco meglio la città >> cercò di avanzare con cautela ma indietreggiai..<< ora siete confusa e disorientata,lo capisco,venite con me..vi spiegherò ogni cosa,fidatevi >> aveva uno sguardo sereno,affidabile, doveva avere poco più di trent’anni.. sapevo di potermi in qualche fidare di lui pur avendolo conosciuto solo da pochi minuti << so che quello che sto per dirvi potrà sembrare assurdo e forse non mi crederete neanche,ma voi dovete sapere >>...non capivo..o forse non volevo..poi ricominciò a parlare << dei neonati vi hanno morsa,siete un vampiro adesso. >>. Non riuscì a credere in quello che mi stava dicendo,era tutto così assurdo. Si accorse del mio stato confusionale e cercò in qualche modo di tranquillizzarmi..poi disse una cosa che mai mi sarei aspettata..<< voi dovete essere Èleonore Colin,vi stanno cercando >> “COME SAPEVA IL MIO NOME E POI CHI Mi STAVA CERCANDO” mentre parlava però non riuscivo a fare a meno di ammirare i suoi occhi dorati,come miele,diversi da quelli che avevo visto..poi si presentò << il mio nome è Claude Francois >> fece per avvicinarsi con la mano tesa. Mi sentì di dire qualcosa....<< io.. >> no,non poteva essere la mia voce!! Come un trillo di campanelli..come poteva un mostro come me avere una voce simile?! Appoggiai la mano sulla sua,di impatto sembrò così calda,o forse era la mia ad essere troppo fredda..<< ho paura >>.

  
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