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Autore: FrankieEternity    27/11/2015    2 recensioni
Gran Bretagna, University of Gandam, un'università di sole ragazze situata fuori dal centro città.
La storia si incentra su Adele, una delle rappresentanti d'Istituto.
Una ragazza insolitamente popolare, una ragazza che cerca l'amore.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri, FemSlash
Note: Cross-over, Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Scolastico, Universitario
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Capitolo 1

 
La pioggia cadeva, il vento soffiava, Adele dormiva. Il suo letto profumava di rose, le rose che le aveva donato una delle sue ammiratrici. Adele le aveva conservate per gentilezza, ma in realtà avrebbe voluto sbarazzarsene. Era popolare all’università, ma d’altronde, essendo una delle rappresentanti delle studentesse, c’era da aspettarselo. Tuttavia, questa non era la sola ragione per cui godesse di un così grande successo. Senza alcun dubbio il suo bell’aspetto era il motivo principale per cui era amata. Alta, capelli lunghi e nerissimi, labbra carnose e occhi scuri e profondi. Si vestiva quasi sempre con abiti neri ed attillati e d’inverno una giacca di pelle era immancabile. Quando la si vedeva fumare fuori all’università non si faceva che parlare di lei.
“Hai visto Adele com’è vestita oggi?” oppure “Chissà che corsi seguirà oggi!” erano frasi tipiche di ogni studentessa dell’University of Gandam. La particolarità di quest’istituto è che è accessibile e frequentato da sole donne. L’università giaceva in un quartiere residenziale della città di Gandam, lontano dal centro città. A pochi passi dall’università c’era un grande parco, pieno di fontane ottocentesche e di aree picnic, dove le studentesse erano solite studiare. Attraversato questo parco, si giungeva alla biblioteca dell’università, un antico palazzo vittoriano che ben si sposava con l’ambiente circostante. Sempre nei dintorni c’era una mensa che serviva prodotti freschi e genuini ad ottimo prezzo ed un piccolo supermarket, dove si poteva comprare l’essenziale. Questi erano solo alcuni dei palazzi che facevano parte del campus universitario dell’University of Gandam. Adele viveva nel campus dell’università. La sua camera era spaziosa, riccamente arredata ed accogliente. L’aveva personalizzata quanto più potesse: aveva attaccato alle pareti i poster del suo gruppo preferito, The Black Rose, un gruppo francese poco conosciuto al di fuori della Francia; aveva appeso un quadro, che raffigurava un paesaggio naturale, realizzato da lei stessa; aveva libri e libri ovunque, fra i quali i suoi immancabili dizionari, con i quali studiava le lingue straniere. Adele studiava tre lingue: il tedesco, il francese e l’italiano. Senza dubbio, tra queste lingue, la sua preferita era l’italiano, perché per lei aveva un suono particolarmente melodico e rilassante al tempo stesso. Non sapeva cosa avrebbe fatto dopo l’università ma, c’è da dirlo, la maggior parte dei ragazzi inglesi non si poneva tutte queste domande. Per loro l’università era un luogo di studio e di svago al tempo stesso. Tra scadenze, testi e libri da leggere, esercizi da completare per il prossimo seminario, c’erano anche le feste in casa o in un club, le nottate a casa di un’amica trascorse a guardare serie TV, le serate al karaoke o nei pub e infine anche le pause tra una lezione e l’altra, in cui di solito ci si prendeva un bel tè o caffè caldo. A lezione si potevano stringere numerose amicizie e a volte era utile farlo, perché la maggior parte delle studentesse proveniva da zone diverse della Gran Bretagna. Le tasse da pagare per studiare all’università di Gandam erano piuttosto elevate e anche le selezioni erano dure. Bisognava avere una media molto alta, scrivere una lettera in cui si spiegavano le ragioni per le quali si voleva frequentare l’istituto e, infine, era necessario farsi intervistare dalla Rettrice dell’università. Insomma, un passaggio bello lungo. Adele aveva avuto la fortuna di poter entrare a far parte di Gandam. Era al suo secondo anno della Triennale e già godeva di una notevole fama. Ma era una buona o una cattiva fama? Spesso si sentiva come se non facesse altro che spezzare il cuore alle ragazze. Con alcune amava flirtare, con altre andava a letto regolarmente, altre ancora si limitava a fissarle intensamente, ma nulla di più. Si sentiva vuota. La fama non è tutto, d’altronde. Nonostante ciò, cercava di godersi il suo tempo all’università.
Dormiva, dormiva e sognava. Sognava di essere su di un cavallo bianco e di cavalcare in un bosco, verso l’infinito, verso la realizzazione dei suoi desideri. Dormiva, perché aveva bevuto troppo. La sua stanza era in ordine, così in ordine che chiunque avrebbe pensato non ci abitasse nessuno. Adele era avvolta nel suo piumone, benché non avesse poi così freddo. Le piaceva coprirsi quando dormiva, perché aveva l’impressione che le coperte la proteggessero. Desiderava che quelle coperte si trasformassero in qualcuno, desiderava l’amore, l’amore che non aveva mai provato fino ad allora. Continuava a dormire, continuava a sognare, continuava a sperare e, nel frattempo, la pioggia continuava a cadere sul tetto del suo dormitorio. La pioggia era incessante. Come il suo desiderio di essere finalmente di qualcuno, di essere finalmente qualcuno.
   
 
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