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Autore: kway831    28/11/2015    1 recensioni
L'uomo le sorrise confuso, senza però staccarsi dallo stipite.
«Allora?» lo incalzò sgarbatamente. Per tutta risposta Lupin abbassò gli occhi, si passò una mano sulla nuca con fare impacciato e, arrossendo visibilmente, abbozzò un sorriso riservato.
«Bella vestaglia.» commentò con un guizzo divertito appena percettibile nella voce. La McGranitt si irrigidì.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt, Remus Lupin, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Note dell'autrice: E fu così che, colta da un'improvviso raptus letterario, la sottoscritta decise di mettersi all'opera. Merito innegabile dell'ispirazione: un giorno ti svegli e dici "caspita, ma che bell'idea" e, swish! in men che non si dica hai già buttato giù venti righe. Buffo, non è vero?

Ma bando alle ciance, in questo spazio dovrei parlare di cose serie (o quasi).

Siamo nel 1993, e Sirius Black è recentemente evaso dalla prigione più sicura di Gran Bretagna. Dimenticatevi l'Ordine della Fenice, perchè quella gran donna della Rowling lo introdurrà solo due libri dopo; guerre, riunioni, missioni, Maledizioni Senza Perdono, Horcrux... no. Sentitevi liberi di mettere tutto da parte, e godetevi pure il Prigioniero di Azkaban così com'è.

In breve: raccolta di missing moments senza troppe pretese sul terzo anno ad Hogwarts, calcando le orme del giovane professor Lupin per vedere un po' cosa ne salta fuori.

Ps.: l'intro è uno spaccato di un capitolo non ancora scritto del tutto, ma sarà pubblicato a breve (relativamente parlando).






A DueCertezze, mia grande fonte di ispirazione.





PROLOGO




L'Hogwarts Express sostava immobile dinnanzi alla banchina, protendendosi lungo il Binario Nove e Tre Quarti per un'abbondante cinquantina di metri. Si limitava a sbuffare pigramente di tanto in tanto, quasi a voler ricordare a quanti affollassero la stazione di King's Cross tutta la sua reale imponenza; del resto, era difficile non notarla. Le carrozze sfavillavano sotto l'ampia volta luminosa che sovrastava la stazione, rilucendo appena di un bagliore opaco - e, ad una prima occhiata, un Babbano non avrebbe trovato che un solo modo per descrverlo: magico.

Un grosso orologio da muro appeso a ridosso di una delle pareti principali segnava le otto e trenta. Mancavano più di due ore alla partenza del treno, ma già la banchina era gremita di gente. Maghi e streghe di ogni età affollavano la stazione, sebbene una considerevole maggioranza fosse rappresentata da giovani ragazzi vestiti in uniforme nera, cappello a punta, cravatta a due colori: non era difficile distinguere fra la folla i futuri studenti della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

In mezzo a tutta quella confusione, tuttavia, un uomo stava in piedi davanti alla linea gialla dei binari, apparentemente incurante di quel continuo andirivieni di persone. Scrutava il cielo con gli occhi chiari, sovrappensiero, del tutto estraneo all'entusiasmo che animava la stazione di King's Cross; nel concitamento generale sarebbe apparso senza dubbio fuori luogo - se non fosse stato per un quello sguardo leggermente impensierito e per la vecchia valigetta appoggiata a terra accanto ai propri piedi. Le lettere un po' sgualcite stampate su un bordo recitavano un titolo, due iniziali ed un cognome; ma non sembravano avere molta importanza.

La locomotiva fischiò brevemente, e parve d'un tratto riscuoterlo dai suoi pensieri. Il professor R. J. Lupin scosse distrattamente la testa, raccolse da terra la propria valigia consunta e si mosse in direzione dell'ultimo vagone del treno.
Il cielo pallido preannunciava pioggia.
   
 
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