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Autore: LittleDreamer90    28/11/2015    14 recensioni
Un'antica profezia ed un principe dagli occhi color dell'oro.
Il prospero regno d'Egitto, funestato da morti ed inganni, è nelle mani di un empio usurpatore, ma la vendetta dei legittimi eredi non tarderà.
Il destino è in agguato.
Il vento del deserto spingerà il principe verso il compimento di quanto è stato scritto o lo condurrà verso la felicità di una nuova vita tra sabbie e dune?
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Prologo


Oasi di Dakhla, 1214 a.C.



Un giovane uomo riposava pigramente all'ombra ristoratrice di una grande palma, con le braccia incrociate dietro la testa.

Intorno a lui i figli del deserto vociavano, allestendo l'accampamento temporaneo e preparando tende e giacigli per la notte.

- Dannazione! – sbottò il figlio del capo tribù – Ehi, Miroku! Hai visto per caso il mio pugnale? – chiese al compagno che stava passando lì vicino.

Il ragazzo dagli occhi blu scosse il capo in segno di diniego.

L'altro cominciò a guardarsi intorno in cerca del coltello perduto, ma una risatina sarcastica alla sua sinistra lo fece voltare: - Tsk! Non perdi la testa solo perché ce l'hai attaccata al collo! E tu dovresti essere l'erede degli Yoro? Patetico! – lo schernì Ayame, appoggiata a braccia conserte ad un albero, rivolgendogli un'occhiata d sufficienza.

Koga la osservò a lungo per poi sogghignare: - Oh, mia cara! L'alta opinione che hai di me mi lusinga – ironizzò – Hai detto bene, però! Io sono il figlio del capo, e tu… sarai la mia regina, ricordatelo -.

La rossa gli riservò uno sguardo di fuoco.

Era stupefacente come quei bellissimi occhi color giada sapessero diventare caldi e penetranti. Caldi di rabbia in quel momento, certo, ma erano comunque spettacolari.

Al pensiero di poter un giorno osservare quegli occhi all'apparenza freddi accendersi di passione, un intenso e subitaneo brivido solcò la schiena abbronzata e sudata del giovane.
Koga socchiuse appena gli occhi azzurri come il cielo terso del deserto, tentando di placare la fitta di desiderio che l'aveva pervaso. Dio, quanto desiderava quella femmina che, invece, faceva di tutto per respingerlo!

- Giammai! Scordatelo! Io non sarò mai tua. Non sono di nessuno, io! E tu sei solo uno stupido ragazzino borioso ed arrogante, che si crede chissà chi solo perché è il figlio del capo… - berciò la donna, furente.



Poco lontano, Sango li osservò sconsolata: - Ah, non cambieranno mai! Di questo passo, sarà impossibile che Aya finisca per sceglierlo come compagno – considerò mentre, con una mano, si detergeva il sudore dalla fronte.

Anche solo muoversi sotto il caldo afoso del deserto era micidiale! Per fortuna la presenza della zona ombreggiata da grandi e maestose palme creava un po' di ristoro. Una volta finto di ordinare le suppellettili, avrebbe chiesto ad Ayame se le andava di farsi un bagno con lei nelle fresche acque dell'oasi.

Una risatina alle proprie spalle, accompagnata da un braccio che le cinse la vita, la fece sobbalzare: - Eh, già. Koga si dimentica sempre del regime matriarcale che regola la comunità dei figli del deserto. E tu, Sanguccia? Scegliersi me come marito, non è vero? – le chiese Miroku, con fare sensuale, alitandole nell'orecchio e strusciando la punta del naso contro il suo collo coperto da un velo di sudore.

Sango arrossì e fece per rispondere, quando il braccio di lui si mosse verso l’alto.

Il suono di uno schiaffo risuonò nel silenzio del deserto.

- Idiota pervertito! La prossima volta che riproverai a palparmi il seno ti taglio la mano. Hai capito, razza di debosciato?! – sbottò Sango.



Dal lato opposto dell’accampamento, Kohaku e Shippo, si osservarono sconsolati: - Non c'è speranza, vero? – commentò il più piccolo.

Kohaku sorrise, accondiscendente: - Ma no! In realtà quei quattro si vogliono un gran bene. Abbi fiducia -.

Il bambino dai capelli rossi e gli occhi verdi lo fissò poco convinto: - Sarà… comunque è un vero spasso vedere tua sorella picchiare Miroku, Kohaku! – ridacchiò.

- Nah! Le scenette tra Koga e tua sorella sono meglio! Più lei lo snobba, più lui si invaghisce di lei – replicò il ragazzino quattordicenne.

- Oh, sì. Aya è fortissima! – si pavoneggiò Shippo, spostando di nuovo la sua attenzione verso la sorella maggiore e il suo spasimante non ricambiato.

Koga si era portato una mano al petto con fare teatrale: - Mi ferisci così, piccola! -.

- Io non sono la tua piccola! – ringhiò la ragazza, ma la voce di uno dei tirapiedi di Koga la interruppe:

- Capo! Ecco il tuo coltello! – annunciò Ginta, correndo verso di loro seguito da Hakkaku.

- Salve, sorella Ayame! – la salutò quest'ultimo.

Lei parve sul punto di esplodere: - IO NON SONO VOSTRA SORELLA! E NEMMENO LA SUA PICCOLA O ALTRO, SONO STATA CHIARAAA?! -.

Koga la fissò con occhi adoranti: - Che donna! Diventi ancora più bella, quando ti arrabbi – considerò.

Il grido aveva attirato l'attenzione degli altri componenti del clan e fatto sì che l'anziana Kaede, matriarca del gruppo, si affacciasse dalla propria tenda.



Il giovane dai lunghi capelli corvini che stava riposando in disparte, al riparo dalla calura, aprì pigramente gli occhi, piuttosto seccato, mostrando due iridi color dell'oro.

Uno sbuffo gli uscì dalle labbra: - È mai possibile che debbano sempre fare casino? Accidenti a loro! – commentò infastidito, facendo per girarsi su un fianco, dando le spalle al rumoroso gruppo di compagni e rimettersi a dormire.

Come gli era ormai automatico, giocherellò con la catenella del ciondolo che portava al collo.
Lo sguardo gli si adombrò.

Già, loro litigavano, ma erano pur sempre una famiglia, una comunità molto unita e che si voleva bene. Volevano bene anche a lui, tutto sommato, ed il giovane considerava oramai quel branco di matti come la sua nuova famiglia, però…
La mano andò a stringersi automaticamente intorno alla pietra del ciondolo, mentre il consueto dolore sordo gli dilaniava il cuore, come ogni volta che ripensava a ciò che aveva perso.

Un miagolio lo ridestò dai cupi pensieri.

- Ehi, ma… Kirara! Che ti prende? E poi, dove diavolo eri finita? – disse Sango alla sua gatta che stava attraversando di corsa l'accampamento.

Il felino però la ignorò, trotterellando decisa verso il giovane semisdraiato ai piedi della palma.

Quello la accarezzò e Kirara strusciò la testolina contro la sua mano, facendo le fusa.
Infine lo fissò con occhi intelligenti, allontanandosi da lui di poco e fermandosi, miagolando ancora, osservandolo, come a dirgli: “Su, alzati! Seguimi, avanti!”.

“Che diavolo aveva quella gatta, ora?” pensò il giovane.


Il nitrito di un cavallo riscosse i presenti da quella strana scena.
Hakkaku  aguzzò la vista, alzandosi sulle punte dei piedi usando la spalla di Ginta come appoggio, avvicinandosi ai margini dell'oasi e scrutando verso l'orizzonte increspato dall'afa.
La calura sprigionata dalla sabbia rendeva le immagini sfocate, distorte, simili a miraggi a causa della rifrazione.

- Ehi! Arriva qualcuno! Sembra… no, aspettate! Sono due, credo – affermò.


Una coppia giunse infatti al loro cospetto, fermando i cavalli, scalpitanti e affannati dalla corsa, all'ombra della prima palma.

Il silenzio faceva da padrone, mentre i presenti li fissavano attoniti, chi paralizzato nel mezzo di un'azione, chi con la mano già pronta sull'elsa della spada ricurva, arma tipica del figli del deserto.

La più minuta delle due figure smontò da cavallo, dopo aver lanciato una veloce occhiata all'altra persona, ferma e dritta sulla sella, quasi in posizione ieratica.

Quando i piedi toccarono la sabbia rovente, i presenti poterono constatare che era di bassa statura, ma fu nel momento in cui, con gesto fluido, si tolse il cappuccio dalla testa, che rimasero ancora più basiti.
Era una donna!

Kirara trotterellò verso i due, strusciandosi contro le gambe della misteriosa giovane e fermandosi davanti all'imponente cavallo del secondo misterioso straniero, sedendosi docilmente e quasi con venerazione, dopo aver emesso un miagolio.

Un movimento attirò l'attenzione della ragazza, che volse lo sguardo oltre le persone in prima fila, verso la palma in ombra, verso…

Si fissarono per un lungo momento, occhi dorati in occhi marroni.


Infine, la ragazza più bella che il giovane avesse mai visto, dischiuse le labbra e, con gli occhi velati di emozione, esalò un'unica parola sussurrata: - InuYasha…. -.






Salve! Ok, sono tornata ^^
È corto, questo prologo, lo so. Ed un po' vago, anche ^^ tutto sarà più chiaro alla luce del prossimo capitolo. Anche se un minimo di indicazioni ve le ho date XD siamo nel deserto… il dove ancora non ve l'ho rivelato, ma spero si intuisca, visto il titolo della fiction! :-P Avete però un'importante indicazione nella connotazione cronologica, non tanto l'anno in sé, quanto la piccola cosa che lo segue ;-) 
Comunque sia, vorrei precisare che i personaggi sono umani, TUTTI! Niente demoni ^^ farà un po' tanto AU ma vabbè XD Come avrete notato, ho inserito Shippo come fratellino di Ayame... tutti e due con occhi verdi...e capelli rossi... XD
Per ora fidatevi ^^
Ah, la storia si svilupperà come flashback, fino ad arrivare al punto narrato nel prologo e da lì andare avanti ^^
Spero di non confondervi le idee o di destabilizzarvi ^^
Grazie a chi accetterà di seguirmi in questa mia nuova follia XD
Ah, e dovrei ringraziare anche una scrittrice di efp ed amica, che mi ha aiutato davvero tanto a dare verosimiglianza all'ambientazione di questa storia… capirete bene dal prossimo capitolo il cosa XD grazie, Lunedì74  ^^ senza il tuo apporto temo sarebbe venuta una schifezza. Grazie a Serena per l'idea del titolo ^^ senza di te starei ancora lì a scervellarmi a vuoto (come ho fatto, per altro, da questa mattina -_-).
Infine… spero di non aver deluso le altre pazzerelle che tanto hanno spasimato per poter leggere questa cosa e che mi incoraggiano sempre  contente, omonime + Faby? XD XD
Se vi va, fatemi sapere che ne pensate ^^
 alla prossima!
   
 
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