CAPITOLO 69: PREPARATIVI A NAGGAROTH
Malekith, seduto sul suo trono nero nella sua cupa sala, era intento a riflettere.
"Ho stretto un'alleanza con quell'Illidan, ma è un alleato di Naraku. Ciò significa che non mi posso fidare di lui. Ho comunque piena libertà d'azione; non sono un suo sottoposto come quell'insulso genma."
Il re stregone si alzò dal suo trono e si guardò allo specchio: fissò i suoi occhi luccicanti, e la sua armatura nera.
"L'Armatura di Mezzanotte..." - pensò fissando una mano guantata - "Fusa direttamente sul mio corpo per rafforzarlo in seguito alle terribili ustioni che riportai...maledetta Fiamma della Fenice!"
L'armatura era magnifica, nera come la pece, ricca di decorazioni e con un diadema di ferro incastonato nell'elmo; nessuna parte del corpo veniva mostrata, a parte gli occhi.
"Non posso nemmeno vedere il mio viso, che ora sarebbe color ebano...il simbolo del nostro patto compiuto con il dio Khaine, nostro padrone. Chiunque si ribella a lui deve pagare, a cominciare da voi elfi inferiori...per secoli e secoli abbiamo combattuto, e grazie agli aiuti dei vostri alleati e al vostro numero maggiore, siete sempre riusciti a respingerci! Ma questa volta sarà diverso: vi siete molto indeboliti per inviare i rinforzi sul fronte, e finalmente è giunta l'ora di attaccarvi!"
Con un pugno Malekith frantumò lo specchio, i cui frammenti caddero a terra.
"Abbiamo aspettato a lungo. Adesso è il momento. Noi drow scenderemo in guerra contro gli elfi inferiori, ed io avrò la mia vendetta su Evandar!"
Malekith fece vagare la sua mente attraverso le nefaste terre di Naggaroth, alla ricerca dei suoi cinque principi.
"Io vi chiamo a raccolta, voi che siete i più forti elfi oscuri dopo di me: Rakarth, il più grande domatore di fiere; Urian, possente assassino da me stesso addestrato; Tullaris, feroce carnefice; Malus, guerriero con un demone dentro di sé; ed ultimo, ma non per importanza, Dinin, uno dei più grandi combattenti del regno. Venite a me, comandanti! È giunta l'ora della vendetta!"
"Organizzate i vostri eserciti! Poi vi unirete al mio, ed insieme marceremo contro Silvermoon, la capitale degli elfi, e la raderemo al suolo! Impaleremo le teste dei nostri nemici e berremo il loro sangue! Una volta che avranno perso subiranno le più atroci torture!"
"Madre." - disse.
L'elfa era di bell'aspetto, e apparentemente giovane, con i capelli neri e lunghissimi, e non indossava che degli abiti trasparenti che coprivano le parti intime.
Il re strinse il pugno.
"Sì!"
"E allora andiamo."
Il re prese a braccetto la madre e l'accompagnò al terrazzo che dava sulle vaste terre, dove gli schiavi umani, nativi di Naggaroth, lavoravano duramente e venivano usati per alcuni allenamenti, come le esercitazioni con l'arco, dagli elfi più giovani.
"Miei guerrieri!"
Tutti si voltarono verso il loro signore.
"L'ora è giunta! Prendete le armi! Chiunque, donne e ragazzi, si prepari a combattere! Marceremo verso il regno degli elfi!"
I soldati esultarono.
Il re si ritirò e si diresse verso una sala, dov'era atteso da due sacerdotesse.
"Le mie armi."
Le donne portarono una spada ed uno scudo.
"Lo scudo antimagia e la spada distruttrice." - pensò il re fissando la possente spada ed il robusto scudo, fatti entrambi in puro mithril ed incantati da straordinarie magie.
"Ed ora andrò dal mio fedele compagno."
Il re, accompagnato da alcuni servi, si diresse verso un'altra sala, dalla quale provenivano dei ruggiti che avrebbero terrorizzato un comune guerriero.
Davanti alla porta lo attendevano una ventina di guerrieri pesantemente armati.
"Ha, la mia Guardia Nera, soldati scelti e spietati."
"Siamo ai suoi ordini, maestà!"
"Capitano Kouran!"
Uno dei drow fece un passo avanti.
"Mio signore."
"Preparatevi. Molto presto marceremo verso il regno degli elfi!"
"Combatteremo con gioia, maestà."
Malekith passò oltre ed entrò nell'enorme stanza, dove era incatenato un enorme dragone nero.
"Seraphon, mio fedele destriero."
Il dragone nero fissò il proprio padrone: era uno dei pochi elfi per cui aveva rispetto, ma solo per la sua forza e crudeltà.
I servi sellarono la creatura, poi il re la cavalcò.
Il dragone ruggì e sfondò il tetto della stanza, salendo verso il cielo, per poi essere raggiunto da Morathi, la madre e amante del re dei drow, a cavallo di Sulephet, il suo pegaso nero.
Gli eserciti degli elfi, ormai schierati, salutarono il loro re, che alzò la spada e urlò.
"Non ci sarà un domani per gli elfi."
Ringraziamenti:
XIllidan: He, la sua morte è stato un duro colpo per tutti noi. Riguardo a Zhai...beh, lo scoprirai nel prossimo capitolo.
XBankotsu: Beh, Shiryu la vista la perde almeno tre volte nell'anime(anzi, direi quattro, anche se in un caso non so come). Riguardo al tuo personaggio dovrà aspettare ancora un po', ma ti dedicherò tre o quattro capitoli.