Portami fuori dal buio
Il fantasma ormai conosceva a memoria le persone di quella strada. Ma arrivato in fondo alla via, vide una persona che non aveva mai visto prima, che camminava, forse verso casa. Era una ragazza. Una ragazza normale. Il fantasma la seguì e presto la raggiunse. Osservò il suo volto, i suoi occhi così belli, e rimase molto colpito dalla sua bellezza.
"Mi dispiace di essere un fantasma, vorrei tanto farti sapere che sei l'umana più bella che io abbia mai incontrato" disse. Normalmente gli umani non sono in grado di udire i fantasmi, ed è ciò che il fantasma si aspettava. Ma accadde proprio il contrario.
Quella ragazza era viva, ne era sicuro, ma allora perché riusciva a sentirlo? Era incredulo. Guardò meglio nei suoi occhi, sembravano molto tristi, ma non erano vuoti, anzi, brillavano. Ma brillavano di una luce particolare... Opaca.
Guardò più in fondo ai suoi occhi e nei riflessi delle sue iridi vide un scrigno aperto e vuoto.
Il fantasma era sempre più incuriosito, così cercó di entrare nei suoi pensieri e vi trovò l'immagine di un ragazzo. Sembrava carino e aveva l'aria di chi sa farsi amare.
Nel frattempo la ragazza aveva iniziato a parlare con il fantasma. Stava raccontando una parte di sé, che teneva nascosta a tutti, ad una voce che nemmeno si curava da dove provenisse.
Il fantasma tornó spesso dalla ragazza. E lei ogni volta dava sfogo ai suoi pensieri con quella voce misteriosa, che a volte attribuiva a sé stessa, dandosi per matta.
Il fantasma capì presto che quello scrigno vuoto che aveva trovato scrutando nella sua anima, un tempo, conteneva il cuore di quel ragazzo che occupava i suoi pensieri, ma ora lui non era più suo.
Il fantasma provò una profonda tristezza per quella ragazza così piccola che aveva sofferto così tanto.
Da quando l'aveva incontrata per quella strada, lei non aveva fatto altro che sorprenderlo. Era diversa dagli altri umani. Lui non faceva altro che pensare a lei e, se avesse potuto, avrebbe pianto per lei. Avrebbe voluto amarla per farle capire che non era sola, che lui c'era, che loro esistevano.
Ma la ragazza non poteva vederlo. I suoi occhi continuavano a brillare, di quella luce ormai quasi spenta, sempre e solo per quel ragazzo.
Il fantasma, ormai consumato dal suo stesso sentimento, decise di fare un tentativo per farsi notare. Una sera entrò in casa della ragazza quando lei non c'era, si mise addosso una tovaglia a modo di mantello. Convinto che così lei l'avrebbe visto per forza, fece due buchi per poter vedere. Quando, però, vide la sua figura riflessa, capí che così l'avrebbe sicuramente spaventata. Si tolse tutto e, non sapendo più che fare, non potendo piangere, inizió ad urlare, senza che nessuno potesse sentirlo.
Nessuno tranne lei. Che era entrata, in quel momento, in casa ed ora stava facendo le scale preoccupata, dirigendosi dove aveva sentito provenire le urla.
Il fantasma, ormai disperato, scrisse una breve lettera che lasciò sul cuscino nella stanza della ragazza. Poi se ne andò e si nascose nell'ombra.
La ragazza arrivò e trovo la lettera su cui c'era scritto "portami fuori dal buio".