La porta sbatté. Quando Debito si liberò dalla giacca un bottone saltò via, ma se a cose normali si sarebbe preoccupato di cercarlo e di farlo ricucire il prima possibile, in quel momento pensò che non gliene sarebbe fregato niente nemmeno se tutta la giacca fosse finita a pezzi per magia. Con una mano cercò di districare il velo di Felicità, impigliatosi in uno dei codini e con l’altra si accinse a slacciare il grosso fiocco che l’abito da sposa aveva sulla schiena.
La sua bocca non lasciò le labbra della ragazza nemmeno per un secondo.
Felicità gli tolse la cravatta e sbottonò lentamente la camicia. Le sue dita tremavano leggermente.
«-Non abbiamo mandato via gli invitati troppo presto?» - Debito depositò una scia di baci lungo il collo della giovane. Quando arrivò alla giugulare strinse appena la pelle tra i denti. Il gemito improvviso di Felicità gli fece ribollire il sangue nelle vene.
«-Gli abbiamo offerto un pranzo di tre ore, ci siamo trattenuti anche troppo Bambina.»
[Seguito di "Felicity" e "Queen of Coins"]