Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: gasolina    29/11/2015    0 recensioni
Ambientata dall'inizio della 5° stagione della serie TV. (SPOILER ALLERT)
La fan fiction è un misto tra libro (per elementi narrativi) e serie tv(per i fatti avvenuti).
Petyr e Sansa hanno lasciato Nido dell'Aquila per tornare a Grande Inverno. Ditocorto continua i suoi piani di conquista, sia per quanto riguarda il regno che il cuore della fanciulla. Sansa è messa alle strette e continua, apparentemente, a essere manipolata e usata da uomini che non vedono nulla in lei, se non il titolo e l'avvenenza.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Petyr Baelish, Ramsay Bolton, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 4
Quella notte ebbe un sonno agitato, un sonno ormai nella norma per Sansa Stark. Quella notte rivisse il momento in cui vide Zia Lysa cadere giù dalla Porta della Luna per poi sfracellarsi al suolo. Quando si svegliò si sentì quasi soffocare. Si stava abituando a queste notti con gli incubi, ma non riusciva comunque a far finta che non fosse successo niente. 
Quando scese dal letto e toccò il pavimento con le dita dei piedi, sentì il freddo della pietra che le procurò un brivido fin lungo la schiena.
Cercò subito le scarpe e si avvolse con una delle coperte per andare verso la finestra. Aprì le persiane ed un soffio di aria gelida entrò nella stanza. 
Non le importava del freddo, voleva solo vedere la sua casa per confortarsi.
Era davvero a casa. Solo lei poteva sapere quanto le fosse mancata e in quanti sogni le era apparsa più bella che mai, mentre ora le sembrava solo una rocca di pietra avvolto dalla neve e dal freddo.  Il cielo era ancora scuro, il sole non aveva ancora fatto capolino sopra l'orizzonte, ma nonostante ciò il cortile era già pieno di persone al lavoro con l'imballaggio del fieno secco.
Era presto per la colazione, ma non aveva alcuna voglia di restare in camera, quindi si vestì velocemente, senza legare i capelli e uscì. 
Percorse il lungo corridoio e le scale, non aveva intenzione di uscire, perchè non era neanche sufficientemente coperta, ma comunque quando arrivò ad una delle finestre di che sporgevano sul bosco, le venne voglia di scavalcare e scappare.
Fu solo un lampo di pazzia, ma in quel momento la fuga immediata le sembrava allettante.
"Potrei correre e andare dove mi pare. Nessuno mi troverebbe. Potrei nascondermi tra le grotte o sugli alberi."  Sorrise a questi pensieri, perchè mai si era immaginata di dormire su un albero o all'agghiaccio. Erano pensieri che non le erano mai appartenuti, ma comunque le ricordavano qualcuno a cui teneva tantissimo. "Arya"
Cercò di ricordare il viso della sorella minore, così combattivo e così coraggioso. Era così piccola in confronto a lei, ma era sempre stata la più intraprendente delle due. Le mancava. Si pentiva giorno dopo giorno di non averla potuta salutare, di non averle potuto dire di volerle bene. Era l'unica sorella che aveva, e  a distanza di anni non sapeva nemmeno quanto fosse cresciuta, anzi, non sapeva nemmeno se fosse viva. 
-Prenderai freddo.-  Sentì una voce alle sue spalle. Non riuscì a voltarsi in tempo che si ritrovò una lunga veste sulle spalle.  Sansa si voltò e sgranò gli occhi. Non voleva vederlo così presto, dopo quello che era accaduto la notte precedente.
-Come mai sei già in piedi a quest'ora?-  le chiese Petyr, guardando oltre la finestra.
-Cosa ci fai tu, già in piedi?-. Ribattè lei.  Non aveva voglia di parlargli, tanto meno rispondergli.
Petyr indugiò ancora un momento sulla vista della foresta e senza rivolgere lo sguardo a Sansa, quasi sovrappensiero, le rispose. - Questioni burocratiche.-
La ragazza non sembrava volersi accontentare della risposta e insistette a guardarlo con i suoi occhi di ghiaccio.
Petyr sentì lo sguardo di lei pesargli, e finalmente la guardò. - Questa mattina, io e Lord Bolton, abbiamo ufficializzato le pratiche per il tuo matrimonio con Ramsey.  Ora c'è un vincolo anche sulla carta. -  
Sansa abbassò  lo sguardo, rassegnata. -Bene, ora ufficialmente sono la promessa sposa del bastardo dei Bolton.-  disse quasi con cattiveria.
Petyr non disse nulla, lei però continuò a chiedere. - E' stata fissata una data?-
-Non ancora, ma non deve essere una data molto lontana. Bolton ci tiene a consolidare la propria posizione. E non attenderà di certo la benedizione del Re, o meglio, della regina Madre.- disse con ironia. 
Sansa però  non sorrise.  Cercava di immaginare la sua vita matrimoniale con Ramsey, fatta di ambiguità e paura.
-Mi sto rendendo conto di quanto ti possa esser  sembrata stupida ieri sera. - disse Sansa, fissando il vuoto. Le ritornarono in mente le sue stesse parole, e le  sue speranze di sposare chi desiderava lei.
Petyr sorrise. Uno di quei suoi soliti sorrisi maliziosi, che la facevano sentire ancora più insicura.  -Ho rivisto la dolce fanciulla che era convinta di vincere le prepotenze del mondo, con l'amore. Era da tanto che non la vedevo. - 
"Quindi si, ti sono sembrata una stupida". Pensò lei.
Sembrava che della sera precedente non fosse rimasto nemmeno il ricordo. Non vi era imbarazzo, nè timori. Ormai qualsiasi cosa accadesse tra loro due, era quasi inutile ricamarci sopra a lungo. Il loro rapporto era così. Almeno, lui era così. Ogni giorno, era un'altro giorno.
Petyr allungò la mano al suo viso e le rivolse una lieve carezza. 
-Da oggi inizia una nuova battaglia, vorrei che non ti illudessi di vincerla in questo modo. Dovrai essere forte. E so che tu lo puoi essere. Altrimenti ieri sera non mi avresti rifiutato. -si fissarono per un'istante. - Sei molto più indomabile di quanto la gente possa credere, lady Sansa Stark.-
 
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Più tardi, quando la vennero a  chiamare in camera, Sansa stava cercando una veste che non fosse troppo bella, e nè cercò di elaborare chissà quale pettinatura, ma il suo tentativo di sembrare il meno presentabile possibile , fu mandato in fumo dalle cameriere, che le scelsero sia la  veste che  l'acconciatura.
-Siete bellissima- disse una delle giovani cameriere. -Padron Ramsey rimarrà folgorato.-
Sansa non prestò caso al tono quasi maligno che aveva usato la cameriera, era presa dal fissare la sua immagine allo specchio.
I capelli erano legati in un morbida treccia laterale, lunga fino al seno e l'abito, nonostante non fosse uno dei più eleganti, era bello, sobrio ma bello. Però Sansa non stava pensando a quanto bella sembrasse ai propri occhi, pensava a Bolton, e a con quanta facilità avrebbe potuto farle del male se avesse tentato di fuggire quello stesso giorno, o il giorno dopo ancora.
Quando le cameriere la lasciarono, con il monito di recarsi al salone entro breve, Sansa restò davanti allo specchio. Avrebbe voluto strappare quel vestito e togliere quella treccia. sarebbe voluta essere una cameriera piuttosto che trovarsi in quella situazione.
La veste era verde scuro, uno dei colori che usava portare la madre quando ancora camminava tra le mura del palazzo.  
"Mi faranno impazzire qui dentro." pensò lei.
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Il cavallo che le venne portato aveva il manto scuro, e la criniera grigia. Era un bel contrasto, facile da vedere tra la neve e Sansa cercò di ricordare se quello fosse stato uno dei cavalli di Casa Stark prima dell'insediamento dei Bolton, ma non  le venne in mente nessun cavallo del genere.
-Non abbiate paura Sansa,  è uno dei cavalli meglio addestrati- disse Ramsey con un sorrisino.
Sansa poteva provare paura per il ragazzo, ma sicuramente non del cavallo, perchè al Nord tutte le Lady sanno cavalcare, e per quanto Arya fosse la più portata per le arti del combattimento, Sansa non aveva nulla da invidiare alla cavalcata dei suoi fratelli maggiori.
Era da tanto che non lo faceva per diletto, solo per viaggi o fughe, ma  era certa di non aver perso la mano.
Quasi come se volesse cercare una qualche vendetta, la ragazza lasciò un distacco tra le i e Ramsey, che era ancora fermo nel cortile. Partì poco dopo, compiaciuto della sfida lanciatogli.

Dopo qualche minuto Sansa si rese conto che la cavalcata non poteva continuare così, doveva cercare di farsi raggiungere dal ragazzo, che ormai aveva staccato, anzi forse ne aveva perso le tracce , perchè aveva usato una delle trade secondarie senza sentiero del bosco. Si fermò guardandosi in torno, cercando di sentire evenutali rumori di cavallo in corsa, ma niente. Il bosco era muto e spoglio.  La neve ricopriva gli arbusti e il terreno, e tutto sembra immobile. Alla ragazza sembrò strano che nella foresta, nonostante l'inverno, non ci fosse quasi vita, anche se era periodo di letargo per molti animali. Non un uccello volava in cielo, e fu in quel momento, mentre guardava verso l'alto, tra gli spogli rami, che si accorse che il bosco era diverso. Era bruciato. Non si poteva notare bene dalla neve, ma quando scese da cavallo e toccò la corteccia di un albero, ne ebbe la conferma.
"Cosa sarà successo?". Continuava a guardarsi in torno, e notò comunque la ricrescita del muschio sulle cortecce e i grossi rami. Doveva essere successo tempo fa. Forse mentre lei era ad Approdo del Re. Immaginò le fiamme che avvolgevano quel luogo, fiamme che bruciavano non solo il bosco, ma anche i suoi due fratellini.
Ebbe un sussulto. "Erano così piccoli." Non pianse. Era solo furiosa. Piena di rabbia nei confronti dei responsabili e si ricordò perchè era lì.
"I Bolton la pagheranno per ogni singola vita spezzata."
 Sansa riprese consapevolezza e raggiunse nuovamente il cavallo e galoppò alla ricerca del giovane. Era più determinata di prima. Ancora una volta si sorprese di quanto ogni cosa le ricordasse la sua vita passata. Doveva concentrarsi sul futuro, su come avrebbe riconquistato il proprio posto. Lo doveva fare per la sua famiglia e per se stessa.
Mentre era al galoppo scorse da lontano la figura del cavallo  grigio chiaro  di Ramsey, e lo raggiunse. Non l'aveva ancora vista. Si avvicinò a lui, cercando di evitare di far fare rumori al cavallo. "Se ora ti facessi cadere e ti facessi calpestare dai cavalli, finirebbe tutto." 
Sansa era tentata, ma dovette fare i conti con i piani organizzati per il giovane Bolton, ben più contorti della semplice caduta da cavallo. Ora lui le serviva. 
-Eccovi qui.- Esordì Sansa, avanzando a cavallo. Ramsey si girò, stupito, forse anche innervosito. 
-Mi avete fatto preoccupare.- disse lui. Mentiva. Ma non sembrava volerlo mascherare.
-Conoscete sicuramente queste radure meglio di me, mia signora, dovrete insegnarmi a muovermi come voi. - 
-Scusatemi, mi sono fatta prendere dall'entusiasmo, era da molto tempo che non cavalcavo in questo bosco. - disse, cercando di sembrare convincente.
Bolton scese da cavallo e invitò la ragazza a seguirlo, porgendole la mano. -Camminiamo, così potrò starvi dietro.- 
Sansa esitò nel porgergli la mano, ma alla fine scese.
Mentre passeggiavano sul sentiero e tenevano le briglie, Sansa pensava a cosa avrebbe potuto dire per togliersi da quel silenzio imbarazzante, ma la sua mente sembrava non trovare un valido argomento di conversazione. 

Fu lui a rompere il silenzio. 
- Questa mattina mio padre ha ufficializzato il nostro fidanzamento. - disse guardandola con un sorriso quasi inquietante. I loro sguardi si incrociarono. Lei rimase impassibile.
-Siete contenta?- chiese lui. Sansa era convinta che quella fosse una domanda di sfida. 
Cercò di fare il suo gioco. -Il nostro matrimonio porterà più stabilità al regno, come non potrei esserlo?- disse.
-Non è la risposta alla mia domanda. Voi, siete felice di sposarmi?- disse lui quasi serio. 
Sansa aveva capito quale fosse la risposta che aspettava. Dovette fare appello ad ogni sua capacità per cercare di dire quella frase senza sembra falsa. -Si, sono felice.- disse abozzando un sorriso, nella speranza di sembrare convincente. Non capì se il giovane le aveva creduto, però avvertì che i modi di lui erano cambiati dal giorno prima.
-Bene. perchè ne sono molto lieto anche io.-  allungò la sua mano con sicurezza, verso le spalle di lei. -Dovremmo darci del tu dopo il matrimonio. Non mi piacciono queste formalità. Desidero che la mia sposa sia felice e che mi possa dire tutto.-
Sansa era impaurita. Perchè nonostante quelle fossero parole che sarebbero dovute sembrare dolci, il tono del ragazzo le faceva sembrare subdole e pericolose.  
-La neve vi dona molto. - lui mostrò un sorriso, che non aveva nulla di dolce. Era inquietante. A tradirlo erano i suoi occhi quasi sempre spalancati, se sembravano nascondere una vena di follia. Una follia che fino al giorno prima sembrava aver nascosto meglio di così.
"Ora che sai che non posso scappare, stai gettando la tua maschera". pensò lei.
-Sono così fortunato.- le dita di lui si posarono sula treccia di lei.  E le baciò la guancia. Sansa rimase impietrita. "Il mio futuro sposo mi bacia, e io provo solo terrore. Si, sono stata proprio una stupida." 
-Non vedo l'ora di essere all'altare. I matrimoni del Nord hanno qualcosa di così mistico ed affascinante. -  le porse il braccio e Sansa si appoggiò a lui. 
-Voi avete mai assistito ad un matrimonio?- chiese lui.
Sansa ripensò al passato, e nonostante avesse assistito a diversi matrimoni di lord e lady del Nord, le vennero in mente solo le ultime due cerimonie a cui aveva preso parte: il matrimonio di Jeoffrey e quello di Petyr con sua zia. Entrambi i matrimoni erano durati un battito di ciglia, per la morte di uno dei coniugi.  Stava iniziando a sperare che il suo durasse un po' di più, o che almeno non fosse le a fare un terribile dipartita.
 -Si. Le cerimonie qui al Nord però sono diverse da quelle degli altri regni. - disse infine.
-Io non ho mai potuto assistere. Sono molto curioso.- disse lui.
Sansa cercò di proseguire l'argomento. -La cerimonia viene quasi sempre svolta all'aperto-Lo sposo attende all'altare con i parenti, e ad ufficiare la cerimonia è il signore del castello. La sposa è vestita di bianco e viene scortata dal padre o dai fratelli. Quando i due sposi sono l'una davanti all'altro, devono dichiarare la loro intenzione a prendere l'altro come consorte. - disse prendendo fiato, cercando di ricordare l'ultima cerimonia a cui aveva assistito, che non fosse finita in tragedia.  -E' una promessa ed un impegno che i due si scambiano. La loro unione diventa sacra, lei diventa sua e lui diventa suo.  - 
Sansa non si era accorta che Ramsey la stava fissando fino a quel momento. Ed arrossì, si era lasciata andare al ricordo della cerimonia di una sua lontana cugina.
- La nostra cerimonia sarà esattamente così. Io sarò vostro, e voi sarete mia.- quest'ultima parola la calcò molto con il suo tono di voce quasi mellifluo, ma allo stesso tempo inquietante.
"Si, sarò tua.  Ma ricordati che a giocare siamo in due." pensò la ragazza, prima di sorridergli dolcemente.




Note:
Salve! E' da tantissimo che non riprendo la storia, il punto è che nonostante io fossi andata avanti, molte cose non quadravano con la serie tv, ed almeno quella avrei voluto seguirla.  Poi ci sono stati gli esami universitari e una cosa tira l'altra, ho ripeso a scrivere solo ieri. Ho rifatto interamente questo capitolo, molto diverso da quello steso a maggio. Però voglio cercare di far quadrare tutti gli eventi entro l'inizio della 6° stagione. Purtroppo, (spoiler): nella serie, Petyr si è allontanato da Sansa, e io sono andata un po' in crisi con la storia :/. Ora stavo iniziando a pensare di cambiare qualcosa, anche perchè se seguo la serie tv, mi potrebbe venire un'ulcera, perchè come sempre le mie ship vanno sempre a baldracche. Spero di riuscire a riscrivere qualcosa entro breve. Questo capitolo l'ho steso molto velocemente, perchè vorrei recuperare al più presto, devo rileggerlo a fondo e probabilmente lo modificherò un po', almeno per gli errori, che spero di non aver fatto, ma penso sia proprio una vana speranza! Ciao  tutti e grazie per le recensioni passate! Accetto suggerimenti o preferenze se vorrete esprimerne in nuove recensioni ;)
  
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