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Autore: Erina91    29/11/2015    3 recensioni
Hisako sospirò:
-non hai ancora capito perché lo sta facendo?-
-certo che non l'ho capito!- distolse lo sguardo da lei.
-sei proprio ottusa quando si tratta di questi sentimenti.- cercò di trattenere una risata l'altra, per rispetto verso la sua ormai amica, ma la cosa fu molto difficile.
-allora, Hisako, perché non me lo spieghi tu?- protestò offesa, Erina.
-D'accordo. Farò del mio meglio per spiegartelo.- decise, quasi trattandola come una bambina che non comprendeva le proprie emozioni. Si avvicinò verso il letto di Erina chiedendole:
-posso sedermi?-
ATTENZIONE! Spoiler cap recenti!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Buonasera a tutti! leggendo gli ultimi cap di Food Wars mi è venuto in mente questa Oneshot e l'ho pubblicata.
Spero che vi piaccia e mi auguro di non deludervi! fatemi sapere cosa ne pensate! :D



"Questa è la mia risposta, Yuikihira"




Stava tremando. Tremava come un pulcino; le mani strette al petto, il fiato corto, il viso sbiancato per il terrore.
La sua stanza era buia, cupa, silenziosa.. era seduta sul letto come se fosse legata da una sottile corda, da sola, senza nessuno a proteggerla.
Presto sarebbe scoppiata in lacrime dalla paura. I capelli biondi e lisci calavano lungo la sua schiena sfiorando il tessuto con le ultime ciocche; due ciuffi di lato dalle tempie le coprivano quasi interamente il volto angosciato.
Erina Nakiri si trovava in una delle camere del dormitorio Stella Polare, salvata per miracolo da quel gruppo di insignificanti Chef.
Eppure, pur ritenendoli tali, l'avevano appena sollevata da una situazione pericolosa; in particolare quello sciocco ragazzino dai capelli sbarazzini e rossi, Souma Yukihira, colui che non voleva “piegarsi” a lei e alla sua grazia.
L'avevano accolta nel dormitorio con estrema gentilizza, le avevano offerto una camera dove ripararsi e fare una doccia prima di ammalarsi a causa della forte pioggia. La stavano proteggendo nonostante la scarsa considerazione e fiducia che aveva avuto verso di loro per tutto questo tempo.
Ciò la faceva sentire in colpa, li aveva trattati poco più di qualche “macchietta” inutile da quando frequentavano il primo anno alla Totsuki, mentre loro l'avevano sostenuta con il miglior affetto possibile, come se fosse loro amica.
Yukihira stava facendo uno Shokugeki con suo padre Azami, motivo della sua fragilità improvvisa, poiché aveva minacciato di chiudere il dormitorio Stella Polare e aveva intenzione di cambiare tutte le regole della scuola prendendone possesso, anche scontrandosi con suo nonno.
Oltre a questo, voleva anche riprendersi lei, sfruttarla ancora, farle passare lo stesso inferno che le aveva fatto passare quando era piccola.
Era venuto a cercarla e, siccome lei era scappata e si era nascosta, aveva anche mandato dei suoi sottoposti a trovarla e trascinarla via con la forza.
Sussultò ancora, tremante, agitata, il cuore a mille.
Solo suo padre riusciva a terrorizzarla in quel modo, la rendeva debole e insicura, scatenava in lei sensazioni così dolorose e penetranti da farla impazzire e di conseguenza la sua maschera di freddezza assoluta finiva completamente in frantumi come uno specchio rotto che portava malaugurio e sfortuna.
La pioggia battente scendeva rapidamente lungo le larghe vetrate della camera, creando un ticchettio quasi inquietante alle sue orecchie.
In quel momento la sua solitudine era quello che faceva più male, che la distruggeva.
Avrebbe voluto che qualcuno la abbracciasse stretta, la riscaldasse con il suo corpo rassicurandola, le facesse compagnia per il resto della notte.
Fu proprio nel momento di quei pensieri che un'immagine sfocata di Yukihira attraversò la sua mente in un fulmine a ciel sereno.
L'immagine portò in lei un potere nuovo, un'emozione diversa dalla paura, un sentimento caldo e rilassante.
Il cuore iniziò a battere veloce non per lo spavento, per quello che sentiva, e una domanda sorse spontanea.. Perché in un momento critico come quello le era apparsa la faccia sorridente e solare di Souma? Forse voleva che fosse lui a riscaldarla e proteggerla da quell'incubo?
Scosse la testa incredula, non credendo ai suoi occhi, perfino rimproverandosi mentalmente per aver pensato a lui senza alcun motivo.
Ancora più scioccata, si toccò gli occhi prima lacrimanti realizzando che anche le lacrime si erano fermate.
La luce continuava ad essere spenta nella stanza, il silenzio regnava, e la pioggia proseguiva a cadere imperterrita.. tuttavia, qualcosa in un attimo era cambiato: era tornato uno spiraglio di luce e di speranza dentro di lei, e quella piccola fiamma che si era accesa nel suo cuore, pareva illuminare anche quella stanza tetra e triste. No, era cambiato qualcosa da quando lei aveva pensato a Yukihira.
L'inquietudine creata dalla presenza di suo padre, infatti, sembrava affievolita e il desiderio di fuggire dalla sua grinfie era diventato il suo obiettivo principale. Il volto di Yukihira le aveva fornito coraggio? Era assai ridicola e sdolcinata come spiegazione eppure non riusciva a spiegarsi quella forza improvvisa che avvertiva dentro di lei. La consapevolezza che in fondo non era da sola, che c'era qualcuno che stava combattendo per proteggerla, e che in fin dei conti i rapporti sociali non erano così falsi e noiosi come immaginava.. le aveva dato la spinta per alzarsi e smettere di deprimersi.
Voleva andare da Souma, voleva sostenerlo in quel pericoloso Shokugeki, ma allo stesso tempo desiderava anche rimproverarlo per aver messo a rischio la sua permanenza scolastica per lei e per il resto dei suoi amici, pensando in modo così disgustosamente altruista.
Suo padre non avrebbe avuto pietà di lui, avrebbe fatto di tutto per ottenere il dominio della scuola.. perché Yukihira, allora, doveva spingersi a tanto?
I suoi pensieri furono interrotti da Hisako, la sua unica amica:
-Erina-san.. cosa fai al buio?- chiese accendendo la luce della camera dove era stata ospitata, -devi vedere come Yuikihira sta combattendo con tuo padre.-
-non mi interessa quello stupido. Non capisco perché si sia dovuto mettere nei casini per me, in questo modo.- ribatté lei orgogliosa, incrociando le braccia.
Hisako sospirò:
-non hai ancora capito perché lo sta facendo?-
-certo che non l'ho capito!- distolse lo sguardo da Hisako, arrossendo.
-sei proprio ottusa quando si tratta di questi sentimenti.-
Cercò di trattenere una risata l'altra, per rispetto verso la sua ormai amica, ma la cosa fu molto difficile.
-allora, Hisako, perché non me lo spieghi tu?- protestò offesa, Erina.
-d'accordo. Farò del mio meglio per spiegartelo.- decise, quasi trattandola come una bambina che non comprendeva le proprie emozioni.
Si avvicinò verso il letto di Erina chiedendole:
-posso sedermi?-
-fai pure. Non è il mio letto.- borbottò impacciata e perplessa da quelle manifestazioni d'affetto da parte di Hisako. -sono tutto orecchi.- aggiunse.
-vado subito al dunque, Erina-san: lo sta facendo per te! Lo sta facendo per proteggerti da tuo padre.
Ho ascoltato la conversazione tra lui e il preside, l'altro giorno. Tuo nonno ha chiesto a Souma di salvarti.- confessò finalmente.
Quelle parole lasciarono Erina altrettanto scioccata, ma quella sensazione di inquietudine che stava provando fino ad un attimo fa e finché Hisako non era apparsa davanti a lei, stava svanendo e, come se non bastasse, il cuore iniziò a palpitare più veloce di prima.
Dunque, Hisako le aveva appena confermato che Souma stava sacrificando la sua carriera scolastica soprattutto per lei. Per salvarla. Per difenderla.
Per lei che lo aveva sempre insultato, aveva criticato la sua cucina, lo aveva accusato di incapacità e di stupidità.. per lei che l'aveva sempre visto come un'idiota senza speranza di successo. Semplicemente per lei. Com'era possibile? Perché lo faceva? Ancora non lo capiva.
-ancora non capisci, vero, Erina?- proseguì Hisako, -lui tiene a te. Se ciò non fosse così, non avrebbe accettato la richiesta del preside così facilmente.-
-non è possibile che quello stupido tenga a me.- replicò Erina, ancora stupita. -insomma.. lui è altruista con tutti. Io sono solo una delle tante.-
-tu non sei solo una delle tante, tu sei importante per lui!- insisté la sua amica, -si era veramente preoccupato per te vedendoti tremare così quando è apparso tuo padre. Sono sicura che lui tiene davvero a te.- continuò convinta.
Erina abbassò la testa, pensando a Yukihira, e sentendo le sue guance andare a fuoco come non mai.
-allora è veramente così..- sussurrò fra sé e sé.
-già..- sorrise Hisako, -vai a vedere gli ultimi minuti dello scontro.- le consigliò. -beh, ora che hai realizzato, ti lascio..-
Detto questo, Hisako si alzò dal materasso e uscì dalla camera di Erina lasciandola ancora pensierosa.
Quando Erina decise di andare a seguire sullo schermo gli ultimi minuti dello Shokugeki, assieme agli altri ragazzi del dormitorio Stella, vide Souma più bello che mai, tanto che si stupì lei stessa di aver pensato che fosse davvero “figo” mentre era all'opera.
Tagliuzzava gli ingredienti con estrema agilità, condiva il piatto con sagacia e sicurezza, controllava i fornelli a ritmo rapido e sensato.
Non si faceva distrarre da nessuno.
Il calore del vapore dei fornelli lo stava facendo sudare, ma lui non se ne curava, proseguiva per la sua strada senza alcun indugio.
La fascia bianca che solitamente legava poco sotto i ciuffi rossi, gli scopriva la fronte e quegli occhi color ambra erano brillanti e determinati, osava dire anche emozionati e divertiti intanto che lavorava.
Le mani con la quale sistemava gli alimenti da usare le parvero così curate e affusolate da sembrare quelle di un'esperto in materia.
Era una meraviglia osservarlo cucinare. Da quando Yukihira era diventato così affascinante ai suoi occhi?
Quando il piatto fu terminato, già all'apparenza le parve gustoso e bellissimo oltre che originale e ricco di ingredienti misteriosi.
-Yukihira-kun è stato bravissimo!- disse Megumi, -non trovi anche tu, Nakiri-san?-
-ma anche il piatto di Azami sembra perfetto.- aggiunse Isshiki, distruggendo l'ottimismo generale.
Erina, davanti a quelle parole, ricominciò a tremare di terrore.
-Nakiri-san.. stai ancora tremando. Tutto bene?- si preoccupò Megumi, sorreggendola gentilmente.
Erina non rispose alla domanda.
-Souma ce la farà!- intervenne Ryoko, -dà sempre il massimo.-
Erina smise di tremare solo quando venne annunciata la vittoria di Souma sullo schermo.
Anche se la vittoria era stata ottenuta solo grazie a pochi punti di differenza, Yukihira aveva davvero vinto lo Shokugeki e lei non aveva mai visto suo padre più inferocito e deluso come lo era in quel momento. Una sensazione di sollievo e leggerezza, come se si fosse tolta un macigno enorme sullo stomaco, la invase e di conseguenza smise di agitarsi come un pulcino spaventato.
-lo sapevo che Souma avrebbe vinto.- affermò Takumi Aldini, ghignando.
-hai visto, Erina-san?- sussurrò Hisako vicino al suo orecchio, -Souma è riuscito a salvarti. Dovresti davvero ringraziarlo.- sorrise.
Erina si sentì nuovamente imbarazzata. -non dire sciocchezze.- borbottò goffamente.
-dovremmo proprio fare una festa quando torna!- esultò Yoshino, -il dormitorio Stella è stato salvato, la Totsuki pure e Nakiri anche. Non possiamo non festeggiare!- Era proprio da Yoshino, energica com'era, proporre di festeggiare la vittoria e tutti sembrarono approvare la sua proposta.
-penso che stia per farlo. Dallo schermo sembra andarsene.-
Alle parole di Megumi Todoro, Erina sembrò stranamente agitarsi all'idea di rivedere Yukihira.
Quella sensazione di disagio immediata voleva forse dire che non sapeva come affrontare la persona che l'aveva appena salvata? Non aveva idea di cosa avrebbe dovuto dire al momento che il suo “salvatore” avesse solcato la porta della hall del dormitorio Stella Polare.
Ringraziare non era da lei, ma allo stesso tempo non sarebbe stato abbastanza dopo quello che aveva fatto per proteggerla da sua padre.
Non si era mai sentita così insicura nel trattare con qualcuno.
Era la prima volta che avvertiva imbarazzo di fronte ad una persona.
Si stava veramente tormentando.
Tuttavia, cercò di nascondere quegli strani pensieri dicendo:
-non parteciperò alla festa che organizzerete.-
Proprio in quel momento, però, apparse Yukihira ma lei se ne accorse solo quando sentì la sua voce rivolgersi a lei:
-e come mai non vorresti partecipare, Nakiri? Festeggiamo anche per te.- disse in tono allegro e divertito. -dovresti proprio partecipare invece.-
Erina sussultò riconoscendo la voce di Souma e per un attimo non seppe come reagire e non riuscì nemmeno a girarsi per incontrare il suo sguardo.

 

****


Souma la vide di spalle, dopo aver detto quelle parole, notando con sollievo che non stava più tremando come quando l'altro giorno era stata nascosta nel dormitorio Stella da Hisako e sua cugina Alice per scappare da Azami.
Ciò che vedevano i suoi occhi, erano solo i lunghi capelli biondi un pò più spettinati del solito ma sempre bellissimi.
Prima di fare lo Shokugeki con Azami, aveva scoperto un lato di Nakiri che lo aveva sorpreso: non l'aveva mai vista così fragile come quando era apparso suo padre. La maschera di freddezza e indifferenza era stata completamente distrutta da quell'uomo.
In quel momento, quando l'aveva vista così spaventata e tremante, aveva avuto l'istinto di proteggerla e di rassicurarla come poteva.
Non aveva mai provato niente di tutto ciò verso Nakiri, se non che l'aveva sempre vista come la sua più acerrima rivale e dal carattere forte.
Non sapeva che Erina potesse nascondere un lato così fragile ed insicuro e a quel punto si era sentito incuriosito ulteriormente da lei.
Poi, quando il preside l'aveva chiamato per parlargli, aveva compreso come mai Erina fosse così diversa dal solito e, senza pensarci due volte, aveva accettato la richiesta di proteggerla. Se non altro, ora la vedeva sotto un'altra luce: la vedeva non più solo come una rivale, ma come donna.
Prima la sua glaciale bellezza l'aveva trattata con superficialità; però, dopo averla vista in quelle condizioni e aver conosciuto un altro aspetto della sua personalità complessa, un lato inaspettato poteva dire, ora ogni volta che la guardava provava un'emozione diversa dalla semplice rivalità: oltre ad incuriosirlo, Erina gli piaceva e probabilmente lo intrigava più di chiunque altra. Era davvero interessante.
Durante, prima e dopo lo scontro, pur non distraendosi da quello che voleva creare per stupire i suoi assaggiatori e giudici, aveva riflettuto su quel nuovo sentimento che era appena nato dentro di lui, verso quell'altezzosa biondina.
Tuttavia, nonostante questo, lei contnuava imperterrita a dargli le spalle.
Quando vide Hisako avvicinarsi a lei e dirle qualcosa di incomprensibile sottovoce, finalmente Nakiri incontrò il suo sguardo.
I suoi bellissimi occhi lilla lo scrutavano in modo diverso e quasi imbarazzato, almeno inizialmente, poi sembrò riacquistare la sua solita sicurezza e presunzione affrontandolo direttamente:
-sei uno stupido Yukihira!- esclamò procendendo a passo svelto verso di lui, -hai rischiato di essere espulso accettando questo Shokugeki.
Sei davvero irresponsabile!- brontolò.
-hai ragione, ma ho vinto. Per cui, Nakiri, non puoi dirmi nulla.- replicò lui sfidandola.
-e se avessi perso? Che ne sarebbe stata della tua carriera di cuoco?- ribatté lei.
Ormai nessuno dei due si era accorto che i loro volti erano talmente vicini quasi da sfiorarsi e per un attimo si scambiarono un'occhiata intensa che vedeva protagonisti solo loro due. Erina non riuscì a spiegarsi come faceva ancora a sostenere il suo sguardo, sebbene la vergogna ancora persistente dentro di lei.
Souma, dall'altra parte, si soffermò ad analizzare ulteriormente il volto di Nakiri trovandolo davvero bello, pallido e perfetto, proprio come una Dea terrena.
Le labbra arricciate un espressione infastidita e il volto, prima inquieto, tornato alla normalità.
Passò qualche minuto indefinito, ancora in quella insolita situazione, poi rispose alla provocazione di Erina ghignando:
-non mi dire.. ti stai veramente preoccupando per il mio futuro?-
-ti sembra così strano che lo faccia?- boccheggiò sincera, guardando altrove.
Souma si meravigliosò di fronte a quelle parole e non seppe cosa rispondere.
Erina, senza curarsi del resto degli altri che avevano gli occhi puntati su quella scena, portò la sua testa contro il petto di Yukihira nascondendo le iridi nella sua maglietta. L'espressione di Souma a quel gesto all'inizio fu stupita; poi, per la prima volta, si sentì arrossire.
Non gli era mai capitato di imbarazzarsi così al contatto con una donna.
Le mani bloccate in alto, indecise se rispondere a quella manifestazione d'affetto oppure lasciare che la situazione restasse così.
I suoi compagni di dormitorio osservavano la scena con un sorriso, mentre Hisako cercava di trascinarli via per lasciarli da soli_senza successo_.
Alla fine non mosse un muscolo, lasciò solo che Erina rimasse con la testa appoggiata contro il suo petto.
-non farlo mai più o ti espulgo personalmente dalla Totsuki.- disse lei.
Le sue parole sembravano una minaccia, ma Souma sapeva che non era così.
Erina si era veramente preoccupata per la sua sorte scolastica.
-non dovevi sfidare mio padre con tanta facilità. Sei un'idiota.- seguitò.
-non è stato niente di ché. Ero sicuro che avrei vinto.-
-sei proprio presuntuoso. Mi irriti davvero.-
-Ehi! Nakiri! Potresti smetterla di insultarmi così gratuitamente?- ridacchiò lui, -e poi mentre continui a stare in questa posizione. Non credi sia un controsenso?- aggiunse impacciato. Rimasero in quel modo per un tempo indefinito, finché Yoshino non decise di cominciare con i festeggiamenti per la vittoria.


La festa aveva raggiunto il culmine e Yukihira era nella terrazza del dormitorio, pensieroso e solo, riflettendo sul comportamento strambo e quasi dolce di Nakiri nei suoi confronti.  Possibile che quel pericoloso Shokugeki avesse trasformato così tanto il loro rapporto?
Non sapeva come definire la relazione che c'era tra lui e Erina.
Erano rivali? Amici occasionali? Conoscenti? O forse qualcosa di più?
Mille domande lo assalivano e furono interrotte dall'arrivo della ragazza dei suoi pensieri, che si portò di fianco a lui guardando il cielo nutturno e stellato.
-perché l'hai fatto Yukihira?- chiese lei per prima, -voglio dire.. non siamo nulla per nessuno dei due.-
-fatto cosa, Nakiri?- fece allusivo lui, non avendo una risposta del tutto pronta.
-proteggermi.- rispose lei in tono soffuso.
-perché hai fatto quello Shokugeki con mio padre per una persona con cui non hai mai parlato davvero prima d'ora?-
-l'ho fatto per il dormitorio Stella, per la Totsuki..-
Erina terminò la frase per lui -..e per me. Me l'ha detto Hisako.-
Souma socchiuse un attimo gli occhi e sospirò arreso. -e come lo sa Hisako?-
-beh..- iniziò imbarazzata, -non dovrei fare la spia su di lei, ma per caso ha ascoltato la conversazione tra te e mio nonno.
Lui ti ha chiesto di salvarmi da Azami, giusto?-
-capisco.- asserì lui. -sì, l'ha fatto.- confermò.
-perché hai accettato, dunque?-
-semplicemente perché volevo salvarti, Nakiri.- ammise sorridendo,
-mi ha raccontato quello che ti ha fatto tuo padre e non ce l'ho fatta a non far niente per te.-
-quindi, fammi capire, l'hai fatto per semplice pietà nei miei confronti?- si stava scaldando.
-non per pietà, non dire idiozie!- sbottò seccato.
-da come l'hai detto mi sembra la cosa più ovvia.-
Il suo tono era deluso e Souma non voleva più che Erina fraintendesse.
La fece girare verso di lui, costringendola a guardarlo negli occhi, e adottando un'espressione seriosa e decisa tanto che la ragazza si meravigliò:
-ascoltami attentamente, Nakiri, l'ho dirò solo una volta..- cominciò conitnuando a sostenere il suo sguardo -..l'ho fatto perché ci tengo a te! Tu non sei una qualunque per me!- confessò alla fine, aggrappandosi con forza alle delicate spalle di lei.
Erina sgranò gli occhi davanti a quella rivelazione.
Si sbagliava o Yukihira le aveva appena fatto una “sottospecie” di dichiarazione?
La prima reazione che ebbe fu quella di arrossire, in seguito il suo battito cardiaco iniziò ad accellerare in modo prepotente ed incontrollato.
-cosa significa questa frase?- chiese balbettando e raccogliendo coraggio.
-te l'ho detto che l'avrei detto sola una volta.- ribadì lui, cercando di nascondere la vergogna per le parole che aveva appena pronunciato.
-inoltre, cosa significava il tuo gesto di prima?-
-quale gesto, Yukihira?- finse di non ricordarselo perché troppo imbarazzata.
-non fare la finta tonta, Nakiri.- la riprese lui, -lo sai a cosa mi riferisco.-
Non la guardò negli occhi perché nemmeno lui ce la faceva.
Stava iniziato ad avvertire la tipica tensione dopo una dichiarazione d'amore.
-volevo solo trasmetterti la mia più sincera gratitudine per avermi protetto.-
In parte era la verità, dall'altra era stato un gesto involontario e irrazionale, voluto solamente dal suo cuore e da quello che aveva capito di provare.
-davvero solo questo?- insisté lui. In quel momento non riuscì a confermare che era stata solo gratitudine, perché così non era, e ci fu un attimo di silenzio in cui nessuno dei due riuscì a dire altro. Poi la risposta le uscì spontanea:
-no, non solo per quello..- lo disse così a bassa voce che Souma a malapena udì.
In ogni caso, aveva compreso le parole di Nakiri_anche se non si era esposta più di tanto come al solito_ e non riuscì a trattenere un sorriso emozionato.
-anche perché non sei tipo da abbracciare qualcuno senza un motivo preciso.- commentò lui riflettendo divertito.
Erina si irritò a quelle parole.
-che idiota.- tuonò risentita. Souma la ignorò:
-per cui, cosa devo pensare? Qual è la tua risposta, Nakiri?- tornò al “centro” della conversazione, provando a combattere l'imbarazzo.
-grazie per avermi salvato, Yukihira.- affermò lei sincera, tentando di non guardarlo, poiché non era facile per lei “abbassarsi” a dei ringraziamenti.
-di niente, Nakiri.- sorrise osservando la luna piena e aspettando che lei continuasse il discorso visto che non aveva ancora risposto del tutto alla domanda.
-Yukihira..- lo richiamò sottovoce, -potresti guardarmi un attimo?-
La richiesta era stata detta in maniera davvero dolce rispetto al solito brusco modo di parlare di Erina e, davanti a quella tenerezza, non riuscì a non girarsi verso di lei. L'espressione di Nakiri li fece battere forte il cuore da quanto era carina: era rossa in volto, gli occhi lucidi e per la prima volta espressivi, le labbra rosate e fini veramente invitanti.. Non terminò di osservarla del tutto perché la vide portare la bocca verso di lui, lentamente, finché non sfiorò la sua in un bacio delicato che abbandonò subito dopo.
-questa è la mia risposta, Yukihira.- sussurrò a fior di labbra.
Lui non riuscì più a resisterle e tornò a baciarla in modo appassionato, al fresco serale e nell'umidità notturna, sotto la luna piena che quella sera sembrava più grande e luminosa del solito.

 
  
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