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Autore: keinit    30/11/2015    4 recensioni
Will e Hannibal, sopravvissuti alla caduta, vivono nell'anonimato. Ma ben presto si ritroveranno il fiato dell'FBI sul collo...
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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La fine del viaggio



Will e Hannibal, sopravvissuti alla caduta, vivono nell'anonimato. Ma ben presto si ritroveranno il fiato dell'FBI sul collo...

Una sirena risuonava in lontananza.

Dalla camera da letto orribilmente arredata al secondo piano di una villetta unifamiliare come tante se ne vedono, in Virginia, ed in tutti gli Stati Uniti, era appena udibile; coperta dal suono melodioso di gemiti e sospiri che i due amanti si stavano scambiando.

Da una distanza come quella era difficile stabilire se la sirena appartenesse ad un'ambulanza od ad una voltante della polizia, ma i due sapevano che apparteneva a quest'ultima.

Il dottor Lecter aprì un poco gli occhi per bearsi della vista dell'uomo sotto di se: ribelli capelli ricci, barba incolta, alcune cicatrici dovute agli eventi recenti che ora sembrano così lontani; ora sepolti nelle profondità del mare, con acuminati scogli a protezione ed una scogliera in erosione che si erge come una lapide. In un certo senso, quella è una lapide: lì era morto il Grande Drago Rosso Francis Dolarhyde, e con lui l'astio che aveva diviso per anni i due amanti ora uniti in un unico corpo.

Quella camera non loro era squallida, pacchiana: quadri alle pareti ricoperte di carta da parati ingiallita mostravano nature morte di dubbio gusto ed un paesaggio rurale, così lontano dagli ambienti circostanti la casa da sembrare non solo fuori luogo, ma addirittura osceno.

Con grazia, in contrasto con ciò che lo circondava, Hannibal ruotò il bacino, così da colpire punti nel corpo di William altrimenti irraggiungibili: l'espressione dell'ex consulente dell'FBI fu come un balsamo sulle ferite pulsanti dello psichiatra; quel volto trovato da sempre così bello, adorabile, immensamente adatto a quella psiche fragile si accese d'una incredibile bellezza, ai suoi occhi.

Un gemito si levò da quelle labbra piene, dolci come frutti maturi, su cui Hannibal aveva tanto agognato far posare le proprie, riuscendovi soltanto in quello che doveva essere il loro momento ultimo: prima della caduta dalla scogliera.

Già, poiché quella caduta doveva essere la fine delle loro vite, come progettato da Will Graham. Uniti, finalmente, in un modo tale che nessuno avrebbe più potuto portargli via quella sua nemesi, diventata ormai amante.

In risposta a quel movimento, il più giovane fece scorrere una mano fremente dal fianco alla schiena non più perfetta, ma orribilmente marchiata col simbolo dei Verger, fino ad immergersi nei capelli sulla nuca dell'amante: morbidi al tocco; solitamente perfetti e ben curati, ma che ora ricadevano in disordinate ciocche sui lati del volto dai lineamenti duri e mercati. Un volto che si accese d'un sorriso dolce, indulgente a quel tocco così intimo.

L'odore acre che si percepiva in quella che un tempo era stata la sala da pranzo di una coppia di novelli sposi, sposati per interesse personale e non per amore, avvertì i vicini che qualcosa non andava, in quella casa. Dal momento che l'olezzo di sangue rancido era riuscito ad arrivare alle case vicine, anche se le finestre erano state sprangate dopo il trasloco della coppia, gli anziani del numero 199 di Braxton Court, Williamsburg, Virginia, deciso di chiamare la polizia.

Ovviamente i due lo sapevano, e sapevano che la sirena che man mano si faceva più vicina era dedicata a loro: una melanconica serenata su cui stavano consumando il loro amore l'uno per l'altro in una sera di Dicembre, in cui i corpi sudati ed i muscoli tesi ballavano come sulle note d'un valzer.

Erano stati riconosciuti dopo pochi mesi di latitanza, in West Virginia, da un tossicomane che chiese loro qualche soldo per “mangiare”, così l'aveva definito. Si era bloccato alla vista di quello sguardo freddo e calcolatore, che tuttavia riusciva a sciogliersi per abbracciare la figura di Will Graham riflessa nelle iridi color nocciola, del dottore. E rimase ancor più colpito dal gesto dell'ex professore, che gli offrì 10 dollari con un sorriso dolce, estatico, per nulla preoccupato che il ragazzo potesse riconoscerlo. Sembrava come...se ci sperasse.

Avevano vagato per qualche altro giorno, poi settimana, poi mese: un viaggio di Stato in Stato sempre col fiato della polizia sul collo. Perché erano stati riconosciuti entrambi colpevoli dell'omicidio di Dolarhyde; e sulla loro strada, che infine li portò in Virginia, di diversi altri omicidi il cui scopo era semplicemente placare la loro fame. Loro, poiché William scoprì un gusto nuovo e particolare, assieme al suo sentimento a lungo represso per l'ex psichiatra: scoprì che quei pasti riuscivano a sanare, anche solo per qualche attimo, quel vuoto e quel senso di colpa che sentiva dentro.

Ma adesso erano li, quelle due anime che tanto a lungo avevano sofferto: ferite, ma non distrutte; piegate ma mai spezzate; una volta distanti, ma mai davvero separate. Ed i corpi dei due erano uniti, avvinghiati per donarsi piacere; un piacere che stava per coinvolgerli entrambi. Aprirono all'unisono gli occhi, e lo sguardo dell'uno si perse nello sguardo dell'altro: capirono.

Allora Hannibal si piegò verso il corpo dell'altro, quasi arrivando a far toccare il proprio petto con quello del più giovane; e con la mano sinistra, la più vicina al comodino di qualità scadente dai colori di già sbiaditi sui bordi e non impegnata a tenere fermamente il fianco di William, prese un coltello. Non dissimile da quello che aveva usato, anni prima, per aprire uno squarcio nel ventre dell'allora consulente dell'FBI e la gola di Abigail Hobbs, lo passò alla mano destra.

Guardò nuovamente negli occhi il giovane per ritrovarne ancora l'assenso; allora uscì dal suo corpo, non senza esserne risentito, e si chinò a baciare quella cicatrice che tanto gli pareva un sorriso.

« Lo senti? » disse Will, la cui voce suonava rauca a causa del piacere, mentre continuava a carezzare i capelli di Hannibal. « Stanno suonando la nostra canzone... »

Qualche altro bacio lungo tutta la superficie di quello squarcio e si issò fino a far incontrare la propria fronte imperlata di sudore con quella dell'altro.

« Ne sei sicuro? » Disse allora, non riferendosi a quella canzone che era il suono delle sirene spiegate ma a ciò che, con un tacito assenso, si erano promessi di fare.

« Si. » Mormorò il riccio, chiudendo gli occhi mentre una goccia di sudore freddo gli solcava una tempia.

Allora, impugnando al meglio la lama, Hannibal l'avvicinò a quella cicatrice su cui aveva posato pochi attimi prima una scia di baci. Fece pressione, e la lama affilata cominciò a squarciare la carne. Un gemito risalì dalla gola di Will, che più forte si avvinghiò ad Hannibal, per paura che potesse scappare o tirarsi indietro. Ma la lama continuò il suo percorso, e sprofondò nelle carni del giovane più a fondo della prima ed unica volta in cui era stato inciso quel sorriso. Quando Hannibal raggiunse la fine di quel percorso, tolse la lama ora imbrattata di sangue ed abbracciò rapidamente l'amante, mentre il flusso vermiglio sgorgava inesorabile insozzando le coperte candide col suo severo ed adesso inarrestabile cammino. Il taglio era stato praticato in modo che William perdesse i sensi e rapidamente si svuotasse di quel flusso vitale, non avendone alcuna coscienza. Trovandosi stretto nell'abbraccio dell'amante, gli morse con delicatezza una spalla, per ricordargli che non avevano ancora finito.

Il dottor Lecter comprese, rientrò rapidamente nell'antro accogliente del più giovane e riprese a muoversi, non dopo aver lasciato nelle mani dell'altro il coltello con cui l'aveva appena inciso. Chiuse gli occhi per concentrarsi su ciò che stava facendo, sentendo il respiro di Will affievolirsi sotto di se, la mano che non teneva il coltello perdere a poco a poco la presa dai suoi capelli. Reclinò allora il capo all'indietro, come lui aveva suggerito allo stesso ragazzo, no, uomo, quasi quattro anni prima: la sera in cui gli ridiede quella che poteva essere loro figlia e che invece divenne un altro corpo per l'obitorio. La lama rapidamente si poggiò a quella gola che molte volte William aveva sognato di tagliare, recidere, strangolare, ma per odio. Adesso lo stava facendo per amore. Il taglio fu rapido e preciso; il fiotto rapido del sangue del dottore ricadde sulle lenzuola e su Will stesso come una pioggia occulta e si miscelò a quello che già vi era, appartenente all'ex professore.

Forse fu l'adrenalina, o forse ancora lo shock od il mero desiderio; fatto sta che i due amanti riuscirono a guardarsi ancora una volta negli occhi prima di riversare il proprio piacere, con i suoi umori, che andò ad unirsi a quel fluido vitale d'un rosso intenso che inclemente zampillava dalle loro ferite.

E si sorrisero, prima di spegnersi.


Ed eccomi qui con questa terza fanfiction dedicata ad Hannibal. Grazie a chiunque l'abbia letta fino in fondo e grazie alla mia beta reader che mi sostiene, mi spinge a pubblicare ciò che scrivo invece di cancellarlo immediatamente e subisce certi colpi bassi come questo.

P.S.: dei ladri erano entrati nella casa/rifugio dei Murder Husbands, l'olezzo che i vicini sentono è dato dagli "avanzi"
   
 
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