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Autore: _ Arya _    30/11/2015    5 recensioni
Killian Jones è un famoso scrittore di gialli in crisi, e dopo l'insuccesso dei suoi ultimi romanzi decide di trasferirsi a New York, in un appartamento dell'Upper East Side di Manatthan, per trarre nuova ispirazione.
La sua vicina di casa è Emma Swan, giovane investigatrice privata molto in gamba, e potrebbe proprio fare a caso suo.
Riuscirà a convincere la ragazza ad essere la sua nuova fonte d'ispirazione?
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[Dal Prologo]
-Oh non ti preoccupare, tesoro. E poi, questo piccolo incidente è davvero valso la pena... la visuale non è affatto male- continuò a sorridere, stavolta malizioso, accennando al mio fondoschiena.
Sentii le guance andarmi a fuoco, ed ebbi l'irrefrenabile impulso di lanciargli in testa tutto il contenuto del secchio! Come si permetteva di fare un'affermazione del genere come se niente fosse?!
-Sei un maniaco! Ritiro le scuse, la pennellata è stata pure troppo poco!
-Oh scusa, non pensavo fossi una persona timida...- fece poggiandosi contro la porta della sua nuova casa, e incrociò le braccia per continuare a guardarmi con fare provocatorio.
-Non sono timida! Tu però sei un pervertito! Sei appena arrivato e già mi stai antipatico! Complimenti, hai segnato un record!
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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EDIT: vabbé, ormai ho capito che il problema dello sfasamento viene da me... il sito mi crasha spesso ecc, quindi in qualche modo a volte quando accedo al capitolo va tutto a... se non altro ora lo fa una volta sì e una no.
PS. Non so chi ha seguito la diretta di OUAT, io no, ma che ansia lo stesso!








 

Best Partners in Crime

 









5 mesi dopo ~ 24 Dicembre


KILLIAN POV

Scesi dalla macchina ci scambiamo tutti e tre un'occhiata: era senz'altro il posto giusto.
Quella piccola fattoria abbandonata dava i brividi, nonostante fossero appena le 8 del mattino del 24 Dicembre.
La mia vita era cambiata radicalmente da quando avevo conosciuto Emma Swan; lavorare con lei a volte era pura follia, ma mi piaceva da impazzire.
Un anno prima, avevo passato la vigilia di Natale a dormire fino alle 10 del mattino passate, e mi ero alzato solamente per non perdermi le squisite frittelle della zia. Allora non avrei mai immaginato che avrei trascorso la mattinata di esattamente un anno dopo a dare la caccia ad un pericoloso criminale in una casa abbandonata sulla Vernon Stockholm Road, davanti ad uno degli Highland Lakes tra Action Park e la riserva di Hamburg Mountain Wildlife.
-Ho chiamato alcuni rinforzi, interverranno solo se avremo bisogno. Si occuperanno dell'arresto.- ci avvisò il detective Johnson, l'amico di Emma che aveva deciso di darci una mano in quello che sembrava essere uno dei casi più grandi e pericolosi a cui avessi mai collaborato.
Trovandoci in provincia di New Jersey, eravamo fuori dalla giurisdizione della New York P.d., ma avendo deciso di portare a termine quell'incarico, avevamo preferito chiedere aiuto.
Erano passati cinque giorni da quando in ufficio si era presentato un senatore direttamente da Washington, per chiederci di occuparci del rapimento di sua figlia, studentessa della New York University; non avevamo indagato sul perché non avesse chiesto aiuto direttamente alla polizia, entrambi eravamo abbastanza svegli da sapere che per un politico non sarebbe stato il massimo avere la polizia alle calcagna, e ce ne eravamo accertati quando avevamo scoperto cose che avevamo deciso di non approfondire. Il nostro compito era quello di ritrovare la giovane Amy Casey e riportarla sana e salva dai suoi genitori, e trattandosi di un'innocente ventenne non avevamo potuto tirarci indietro.
Non guastava neanche il fatto che avremmo ricevuto 50.000$, ovviamente: avevo visto Emma sbiancare quando aveva letto la cifra sull'assegno pronto da staccare – e ne aveva ricevuti altri 10.000 con la preghiera di tenere la polizia fuori da tutto ciò il più possibile.
-D'accordo allora. Entriamo.
-Swan... sei sicura? È la figlia di un senatore, non credo che il nostro uomo sia un principiante.
-Rilassati Johnson, ho letto la cartella del nostro uomo e non si è mai spinto oltre il tentato omicidio.
-Finora.- aggiunsi, d'accordo con l'agente, ma Emma mi scoccò un'occhiata con cui mi fece capire che non ammetteva repliche.
Non era il primo incarico pericoloso a cui assistevo, ma fino ad ora quelli rischiosi erano stati in collaborazione con la polizia: ora eravamo soltanto in tre, e l'unico poliziotto con noi era in borghese.
-Avete ragione. Killian, è meglio se tu resti in macchina e ci aspetti qui. Per quando sarà arrivata la polizia, credo saremo già pronti consegnargli Keller.- aggiunse seria la ragazza, poggiandomi una mano sulla spalla e guardandomi negli occhi.
-Ti puoi scordare che io ti mandi lì dentro da sola, metti caso doveste dividervi. Se entriamo, entro con voi.
Quella sospirò frustrata, ma sembrò capire che discutere non sarebbe servito a niente: quell'estate le avevo promesso di ascoltarla e fare sempre a modo suo, ma finora non l'avevo mai fatto. E ovviamente non avrei iniziato oggi, se fossi rimasto fuori sarei morto d'ansia.
Lasciò andare la mia spalla e con un cenno del capo ci sollecitò a seguirla; cercammo di fare il meno rumore possibile e di tenerci bassi in quei pochi metri che ci separavano dall'ingresso della casa. Dovevo ammettere che senza una squadra di polizia, l'elemento sorpresa sarebbe stato molto più facilmente realizzabile.
Arrivati alla porta, la donna contò tre secondi esatti prima di buttarla giù, e ci ritrovammo davanti a due uomini disarmati rimasti senza parole e la giovanissima biondina legata ad una sedia e imbavagliata.
-Killian, pensa alla ragazza e portala al sicuro, noi ci occupiamo di quei due! E sta all'erta, non sappiamo se ce ne sono altri!- gridò Emma mentre quelli erano già in fuga verso il piano superiore.
Avrei voluto replicare ma nessuno dei due me ne diede il tempo, quindi accorsi a togliere il fazzoletto che impediva alla giovane di parlare, e la slegai per afferrarla subito per le spalle dato che sembrò essere sul punto di cadere in avanti.
-Tesoro, è tutto a posto adesso...- cercai di rassicurarla mentre lentamente la squadravo per assicurarmi che non fosse ferita: sembrava star bene, a parte i polsi rossi e graffiati a causa delle corde. Quella mi guardò, poi scoppiò in un pianto liberatorio che i suoi occhi mi fecero capire si era trattenuta quasi per un'intera settimana; la abbracciai e lasciai che lei abbracciasse me, nonostante fossi nervoso per Emma capivo che aveva bisogno di uno sfogo.
-Come stai? Ti hanno fatto qualcosa?
-No...- singhiozzò -Ma pensavo mi avrebbero uccisa. Volevano da mio padre cinque milioni di dollari, e se avesse pagato subito sarei già a casa a quest'ora!
-Tuo padre ti vuole bene, sapeva che se avesse pagato non avrebbero più avuto motivo di tenerti in vita. Per questo si è rivolto ad Emma, è la migliore detective in circolazione. Ora andiamo, ti porto alla macchina. Tieniti a me.
Quella annuì, e fortunatamente risultò abbastanza stabile da riuscire a camminare da sola. Cercai di essere il più veloce possibile, perché avevo tutta l'intenzione di tornare dentro a dare una mano se nel frattempo Emma e l'agente non avessero fatto ritorno.
-Amy, ascoltami, è molto importante... sono solo loro due o hanno dei complici?
-Non lo so...- borbottò, mentre la aiutavo a sistemarsi sui sedili posteriori, in modo che potesse mettersi più comoda -Ma credo di sì. Loro... sembravano solo due pazzi disperati in cerca di soldi.
Annuii, un po' più tranquillo: era proprio come avevamo immaginato, secondo le nostre ricerche Keller non aveva mai fatto parte della criminalità organizzata, e nonostante ora avesse un complice, i due dovevano aver agito solamente per sé stessi. Tuttavia, proprio perché erano fuori di testa, come il senatore avevamo convenuto che pagare la cifra sarebbe stato come dare l'ok all'omicidio della giovane.
Due spari improvvisi mi distolsero dai miei pensieri, e sbiancai. Emma.
Cercai di frenare in partenza tutti i scenari possibili che mi si presentarono davanti agli occhi, ma il terrore che Emma fosse stata colpita aveva preso il controllo della mia mente.
-Vai, non devi restare per forza con me. Starò bene, la polizia arriverà presto.
-Non... non posso lasciarti sola.
-Vai! Non sono una bambina, me la caverò. Davvero, vai.
Esitai solo un altro secondo, poi la ringraziai e corsi a perdifiato verso la casa, fermandomi soltanto una volta davanti alle scale: a irrompere come un pazzo scatenato non avrei ottenuto nulla di buono.
Quindi tolsi la sicura alla pistola e iniziai a salire lentamente, nella speranza che qualche scricchiolio della vecchia scalinata di legno non mi avrebbe tradito.
Arrivato su mi sporsi alla porta semiaperta e portai subito una mano davanti alla bocca. Johnson era a terra, e non avevo la minima idea se fosse solamente privo di sensi o morto.
Emma e Keller erano uno di fronte all'altra, e si puntavano le pistole contro: lei tuttavia teneva stretto anche il complice del criminale, ed al suo tentativo di dimenarsi la vidi rafforzargli la presa intorno al collo.
-Non ci provare nemmeno. E Keller, butta via quell'arma o faccio saltare la testa al tuo fratellino.
Boccheggiai in silenzio: in effetti i due si somigliavano, ma Emma era stata astuta da capire che fossero fratelli. Due fratelli pazzi e disperati in cerca di fortuna a quanto pare.
-Dovrei aver paura delle minacce di una ragazzina?- rise l'altro, avvicinandosi di un passo a lei -Lascialo andare, e potrei anche evitare ti farti scoppiare la testolina... ho il cuore tenero con le belle ragazze.
Invece di rispondere strinse ancora di più il più giovane: ammiravo da morire il suo sangue freddo, persino io andavo nel panico in certe occasioni, anche se non avevo mai lasciato il suo fianco.
-Non fare un altro passo, la ragazzina non scherza. E se avessi il cuore tenero non avresti rapito quella povera ragazza.
-Avevamo solo bisogno di un gruzzoletto per andarcene e rifarci una vita tesoro.
-Poi l'avreste uccisa. Vi ha visti in faccia entrambi, quindi non fare il furbo con me. Poi sareste partiti, e una volta sperperati i soldi, non vi sareste di certo messi a lavorare per guadagnarne altri.
Emma mi scoccò un'occhiata veloce per farmi capire che mi aveva visto, e continuò ad intrattenere il criminale mentre io cercavo di elaborare un piano il più velocemente possibile.
Quando vidi la trave di legno poggiata proprio accanto a me mi illuminai: era la soluzione perfetta.
Purtroppo nel momento in cui mi mossi, il fratello minore si accorse di me, quindi agii senza pensare e spalancai la porta colpendo l'altro in testa prima che potesse rendersi conto di ciò che stava succedendo. Nel momento stesso in cui crollò a terra, iniziammo a sentire le sirene della polizia e ci sorridemmo: ancora una volta era fatta, e anche Johnson si tirò su apparentemente illeso.
-Bel colpo Jones- si complimentò impressionato, guardando l'uomo a terra -Io mi occupo di lui, voi occupatevi di Keller Jr.
-Certo. Junior non si perdonerà mai di essersi fatto battere da una ragazza, eh?- lo prese in giro quella, mentre la aiutavo a tenerlo fermo perché lo ammanettasse -Comunque Johnson non farmi venire mai più colpi del genere!
-Scusa Swan, ma tranquilla che ho la testa dura.
-Per fortuna. E tu Jones... mi fai incazzare perché fai sempre di testa tua, ma... Sei stato grande!
Ci battemmo il cinque e scoppiammo a ridere, sotto lo sguardo incredulo dell'uomo ammanettato che aveva fatto l'errore di sottovalutare Emma Swan.


 

***

 

EMMA POV

La giornata era iniziata alla grande; avevamo regalato a una ventenne il Natale a casa con la sua famiglia e mi ero arricchita, poi avevamo mangiato e guardato film natalizi, fatto un sonnellino ed infine deciso di andare a pattinare a Wollman Rink, la pista all'aperto di Central Park. Non ricordavo un solo inverno degli ultimi 8 anni in cui non avevo passato almeno mezza dozzina di giornate sul ghiaccio, non avevo resistito neanche nel mio periodo buio. Pattinare mi faceva sentire libera, e segretamente rimpiangevo di non aver iniziato da piccola: magari ora invece di fare l'investigatrice sarei stata una pattinatrice di fama mondiale.
Quando l'avevo proposto, Ruby aveva accettato all'istante, amava il posto quanto me. Non potevo dire lo stesso di Killian, invece: ci avevamo messo quasi mezz'ora a convincerlo a confessare che non volesse venire solamente perché non sapeva pattinare.
Quando poi ce l'aveva concesso, aggiungendo di avere anche paura di rompersi l'osso del collo, gli avevo promesso che gli avrei insegnato e che si sarebbe divertito anche lui.
E così era stato, prima del piccolo incidente che nessuno aveva potuto prevedere; la prima ora l'aveva passata perlopiù aggrappato alla ringhiera, poi però si era sciolto e si era affidato saltuariamente a me e a Ruby. Era stato piacevole, nonostante per colpa sua fossimo caduti una dozzina di volte e avessimo fatto ridere un gruppo di bambini che Killian aveva definito mostri, a causa della loro bravura che gli sembrava incredibile.
Lo sbaglio era stato lasciarlo andare da solo: nonostante il primo giro fosse stato perfetto, durante il secondo le cose avevano finito per degenerare. Per non fare male ad un bambino che pattinava contromano a tutta velocità, aveva cercato di deviare col risultato che era caduto rovinosamente.
Conclusione: il bambino era scivolato insieme a lui ma senza farsi male, la lama del suo pattino però era andata a finire dritta sul palmo della mano dell'uomo.
-Ehi, come sta il nostro infortunato?- domandò Ruby accorrendo alla porta non appena entrammo; mentre io l'avevo accompagnato all'ospedale, lei si era offerta di tornare a casa per finire di cucinare.
-A parte che mi hanno cucito e temo rimarrà la cicatrice, tutto a posto.- borbottò quello mostrandole la mano, anche se gli avevano applicato un cerotto impermeabile sulla sutura.
Mi dispiaceva ancora da morire che fosse andata così, nonostante avesse cercato in tutti i modi di non farmelo pesare: quando si era accorto della ferita aveva perfino cercato di nasconderla. Tuttavia non avevo potuto non notare tutto quel sangue, e quando gli avevo preso la mano ero scoppiata in lacrime per la paura. Lui non aveva percepito il dolore per via del freddo, ma il taglio a primo impatto mi era sembrato davvero profondo: se lui e Ruby non mi avessero sostenuta, sarei sicuramente crollata a terra svenuta.
-Mi dispiace tanto, Killian!- ripetei sconsolata -Non volevo rovinarti la giornata! E domani viene la tua famiglia, e devi cucinare e...Dio, come ho potuto!
-Emma, seriamente, la devi smettere! Mi sono divertito, e sto bene... un paio di punti non sono la fine del mondo!- mi rassicurò per l'ennesima volta, e mi lasciai stringere nel suo abbraccio.
Forse avevo esagerato e stavo ancora esagerando, ma era pur sempre la vigilia di Natale! Avevo sempre amato questo periodo, e odiavo quando qualcosa andava storto, soprattutto alle persone a cui tenevo.
-Bambini, andatevi a cambiare e apparecchiate, è quasi pronto. Ce ne avete messo!
-Scusa hai ragione, ma c'era la fila e avevamo solo un codice verde. Io gli ho proposto di farsi cucire da me, ma non ne voleva sapere!- scherzai, scompigliando i capelli all'uomo. Ero molto tentata dal raccontare a Ruby che mi aveva voluta in sala con sé per distrarlo mentre gli applicavano la sutura, ma mi aveva offerto una cialda al cioccolato e io avevo promesso di stare zitta.
Alla fine lo presi per il polso e me lo portai in camera, dove recuperò uno dei due cambi che aveva lasciato a casa mia: ormai avevo perso il conto delle volte in cui avevamo trascorso il tempo insieme o da me o da lui, e ancora di più le volte in cui avevamo dormito insieme. Le mie amiche e suo fratello lo trovavano bizzarro per due persone che non stavano insieme, ma noi non ci vedevamo nulla di male; certo, evitavamo di farlo quando lui frequentava qualche ragazza.
-Ti serve una mano a cambiarti?- proposi, quando mi accorsi che fosse ancora seduto sul letto senza muoversi mentre io avevo già tolto tutti i vestiti umidi. Mi sarei fatta una doccia, avevo davvero bisogno di un po' di calore.
-Sempre in cerca di una scusa per toccarmi...- ammiccò, squadrandomi da capo a piedi. Mi aveva vista qualche centinaio di volte in biancheria, eppure non riusciva mai a trattenere la sua vena di guardone maniaco.
-Idiota. Fa' come ti pare, io entro in doccia. Ne hai bisogno anche tu? Sarai congelato.
-Stai proponendo anche una doccia insieme? Wow, non pensavo che la nostra relazione fosse già a quel punto!
In risposta gli tirai addosso i miei vestiti ed afferrai l'accappatoio per andarmi a chiudere in bagno: sapeva essere davvero irritante quell'uomo! Se le sue fan ci avessero visti, magari avrebbero smesso di sperare che ci mettessimo insieme. Ovviamente dopo la terza comparsa sul giornale aveva deciso di mettere le cose in chiaro ed aveva spiegato la realtà dei fatti, eppure dopo tutti quei mesi, continuavo a leggere sotto le nostre foto che comparivano sui social, commenti di ragazze che insistevano saremmo stati una bella coppia.
Che idiozia, pensai, prima di aprire il getto caldo della doccia.

 

Ruby si era dimostrata un'ottima cuoca, il suo salmone al forno con le verdure era stato ottimo quanto l'insalata di gamberi e vongole: considerando che il giorno dopo avremmo tutti mangiato fino a scoppiare con tanto di tacchino ripieno, avevamo voluto mantenerci leggeri.
Ora ci stavamo gustando i biscotti di zenzero a forma di omini e fiocchi di neve con delle enormi e fumanti tazze di cioccolata calda all'arancia, un regalo da parte di Killian.
-Allora, per domani come siete organizzati?- chiese Ruby, che avrebbe trascorso il Natale insieme a Regina ed Henry: anch'io ero stata invitata, ma avevo già detto di sì a Killian.
-Beh, alle 10 vado a prendere i miei parenti in aeroporto... avrei preferito non viaggiassero il giorno di Natale, ma sicuramente ci sarà meno traffico di oggi. E Emma ha detto che ci raggiungerà direttamente a mezzogiorno, ci tiene a portare il pudding.- spiegò Killian, avvolgendomi le spalle con gratitudine.
Pur cavandomela, per mancanza di tempo e occasioni non ero una gran cuoca, ma essendo stata invitata a casa sua, con la sua famiglia, avevo deciso di fare qualcosa per non sfigurare. E poi lui si sarebbe svegliato presto per preparare tutto il pranzo, alleggerirlo almeno per la parte del dolce mi era sembrata un'ottima idea.
-Ma quanto siete dolci!- ci prese in giro quella, e prese il telefono per farci una foto: noi stemmo al gioco con tanto di linguaccia all'obiettivo, lasciandola fare.
-Comunque io posso darti una mano a fare il pudding, Regina ha insistito di voler fare tutto da sola insieme a Henry... o la do' a te Jones, dato che ora ne hai a disposizione solo mezza!
-Divertente, Ruby. Ma non serve, grazie- le scoccò un'occhiataccia, io invece scoppiai a ridere: non aveva tutti i torti!
-Rubs, mi porti la cassetta del pronto soccorso? Ho un'idea per facilitare il compito al cretino.
Lei alzò un sopracciglio con aria inquisitrice ma si alzò e si diresse in bagno, dove tenevo la cassetta con le cure di prima necessità. Avevo imparato a portarle con me quando svolgevo determinati tipo di indagini, e i cerotti soprattutto mi erano tornati spesso utili.
-Cosa mi vuoi fare?- chiese preoccupato quando la ragazza tornò -Non mi fido di te, l'unica volta in cui mi hai messo un cerotto hai sbagliato posizione tre volte!
-Può capitare a tutti ti sbagliare! Non fare il bambino e dammi quella mano.- lo incitai alzando gli occhi al cielo, e presi la garza dalla scatola.
Iniziai ad avvolgerla attentamente attorno alla sua mano cercando di stringerla il possibile, poi fissai il bendaggio e quando alzai lo sguardo sussultai; mi guardava come se si fosse incantato, magari era per quello che non aveva protestato.
-Ho fatto...- borbottai, lasciandolo andare -Pensavo solo che così magari starai più comodo, senza l'ansia che il cerotto possa caderti nel tacchino.- gli spiegai scuotendo le spalle. Evitai di dirgli che una volta era successo a me, o avrebbe ricominciato a ridere e prendermi in giro.
-È un'ottima idea effettivamente. Grazie Swan, mi hai evitato che qualcuno si mangiasse un cerotto...- sorrise, e scoppiammo di nuovo tutti e tre a ridere.
La mia vita era davvero cambiata da quando l'uomo era entrato a farne parte, avevo trovato una nuova solida amicizia senza la quale ora non riuscivo neanche ad immaginare di vivere. Era diventato per me più importante di quanto sarei mai riuscita ad ammettere. Il feeling che avevo con lui non l'avevo mai avuto con nessun uomo che avevo frequentato, e ciò probabilmente rendeva la nostra amicizia più forte di qualsiasi relazione sentimentale.
-Ti va un massaggio?- proposi, rendendomi conto di quanto io stessa fossi dolorante dopo quelle ore sui pattini, e lui era caduto almeno una ventina di volte più di me!
-Wow d'accordo, voi fate... io vado a lavare i piatti. E chiudete la porta!- fece Ruby alzandosi dal divano fingendosi scandalizzata.
-Ruby, non gli ho mica chiesto se gli va un massaggio erotico!
-Beh, potrebbe finire per diventarlo... io non capisco ancora come voi due facciate a non stare insieme, è così evidente che siate fatti l'uno per l'altra!
-Non fare la scema come le fan di questo qua! Credimi, non ho mai avuto la minima voglia di fare niente di erotico con questo qua! Senza offesa- aggiunsi, al suo tentativo di controbattere.
Certo, non era esattamente vero dato che una volta, molti mesi fa, avevo avuto voglia di saltargli addosso come non mai... ma non l'avevo raccontato a nessuno. Quel giorno io e lui avevamo scelto l'amicizia, ed ero davvero felice che fosse andata così.
Tuttavia la ragazza non ammise repliche, e ci mandò in camera mia neanche fossimo dei bambini che dovevano obbedire alla mamma: a volte mi ritrovavo a pensare che sarebbe stata una brava madre se mai avesse voluto una storia seria, un uomo con cui costruirsi un futuro e una famiglia.
Entrati in camera ci buttammo entrambi sul letto, ma non essendo questo altrettanto grande quanto il suo, finii con un gomito nelle sue costole, ma al suo lamento non riuscii a trattenere le risate.
-Scusa!- esclamai spostandomi per lasciargli spazio -Oggi pare quasi stia cercando di ammazzarti!
-Inizio a chiedermi se tu non lo faccia apposta... Stai cercando di vendicarti per qualcosa?
-Ma no scemo, dai scusa. Ti ho fatto male?
-No...
Restammo a guardarci negli occhi per un po', fino a che non sentii la necessità di distogliere lo sguardo: cosa diavolo mi stava succedendo? Non potevo lasciarmi condizionare da Ruby e le sue assurde teorie. In fondo uno sguardo del genere sarebbe stato imbarazzante anche se scambiato con la propria migliore amica.
-Ok allora... beh, mettiti comodo.
-Sdraiato o seduto? Non mi hai mai fatto un massaggio, di solito ne faccio io a te...
-Ah, e me lo stai rinfacciando?!- lo provocai, colpendolo sul braccio.
-Ahia, no, no! Sei dolce e amorevole, con o senza massaggi. Però non picchiarmi, ti prego, perché...
-Quanto la fai lunga...- lo interruppi alzando gli occhi al cielo -Sdraiato comunque. Pancia in giù e mi siedo sul tuo didietro.
-Woo, Ruby aveva ragione a pensare che vuoi fare cose porche. Ma fai pure!
Non replicai, ero troppo abituata alle sue battutine per farci caso tutte le volte. Lasciai che prendesse la posizione corretta e mi sedetti sul suo fondoschiena come gli avevo anticipato: in fondo sarebbe stato divertente! Ed era la posizione più comoda che mi era venuta in mente per un bel massaggio.
-Che cavolo Jones, è duro!- mi lamentai, provando a spostarmi un po' più in basso: come sedia era decisamente bocciato!
-Ho le chiappe sode Swan, mi alleno... preferivi un partner col culone grosso?
-Un po' più morbido non mi sarebbe dispiaciuto- replicai aggrottando le sopracciglia; ovviamente stavo esagerando, non era così insopportabile, ma mi andava di stuzzicarlo un po'.
Purtroppo però quello non disse altro e rimase in attesa; a quel punto mi scrocchiai le dita e mi chinai leggermente in avanti per iniziare dalle sue spalle. Aveva proprio bisogno di quel massaggio, era più teso di una corda di violino!
Poggiai quindi le dita sui lati del collo, e coi palmi e i pollici iniziai a premere lentamente; sapevo che a pelle nuda sarebbe stato più confortevole per lui, ma se non altro la sua mania di vestirsi leggero anche con le basse per temperature tornò utile.
L'uomo emise degli ansimi che mi confermarono di stare facendo bene, quindi continuai per un po' sulle spalle e poi iniziai a scendere, cercando di non tralasciare nessun muscolo: ora che mi trovavo in quei panni, mi resi conto che il lavoro dei massaggiatori non era affatto semplice, considerando che si impegnavano il doppio di me, tra tecniche varie e tutto il resto.
-Sto andando bene?
-Alla grande- confermò -A saperti così brava te l'avrei chiesto molto prima...
-Diciamo che ogni tanto potrei farti da massaggiatrice... quando te lo meriti- sorrisi, continuando a scendere sulla colonna vertebrale. Sotto le mani lo sentivo sciogliersi e rilassarsi, ed in fondo fui contenta di stare riuscendo a combinare qualcosa di buono dopo il mio disastro.
Continuai ancora, ed iniziai a prenderci la mano fino a che la porta non si aprì ed irruppe una Ruby piuttosto sconvolta.
-Questo è porno! Emma, facevi tanto l'innocentina! Potevate mettere, che so, un calzino alla porta se non avevate una cravatta a portata di mano...
-Smettila Ruby, o ti tiro qualcosa! È solo un massaggio.- esclamai esasperata, cercando con lo sguardo un cuscino da poterle lanciare. Era irritante, almeno quanto Regina che approvava sempre ogni sua parola: anche secondo lei, infatti, saremmo finiti presto a letto insieme. Solo Mary Margaret sembrava capirmi e sostenere il mio punto di vista.
-Scusa, ma pare una scena di sesso coi vestiti. E invertita.
Non resistetti più e decisi di tirarle quel cuscino con tutta forza, colpendola dritto in faccia prima che potesse scattarci una foto e sicuramente inviarla a Regina: sarebbe stato il finimondo se l'avesse fatto! Non avrebbero smesso di tormentarmi, e insieme erano ancora peggio che separate.
-D'accordo, d'accordo, ora me ne vado. Quanto te la prendi... e questo qua non fa che sghignazzare!
-Scusa tesoro, ti lamenti tanto che questo è porno ma intanto sei ancora qui a guardare.
La sua battuta sembrò funzionare, infatti la mora alzò un sopracciglio e tornò indietro, chiudendosi la porta alle spalle.
Io e l'uomo ci guardammo, poi scoppiammo a ridere ed io scesi dalle sue gambe per tornare a sdraiarmi e dargli un bacio sulla guancia. Potevano dire quel che volevano, ma ciò che avevamo era troppo bello per rovinarlo. In più Killian era uscito da un paio di settimane dalla prima relazione durata un intero mese – ed era molto per lui – e nonostante non ne parlasse mai, sapevo che un po' gli dispiaceva. Quella Milah in fondo mi piaceva, era sembrata una ragazza molto simpatica.
-Ehi, perché domani non mandi un messaggio di auguri a Milah?- sussurrai, prendendogli la mano ferita ed accarezzandone la pelle scoperta.
L'uomo scosse la testa e abbassò lo sguardo con un sospiro; capivo che avendo terminato lui la relazione trovasse difficile parlare con lei, ma se davvero si vedeva sposato e con tre figli, doveva iniziare a mettere da parte la dignità.
-No...- fece dopo poco, spostando la mano lentamente sulla mia guancia -Lo so, provavo qualcosa per Milah... ma non era quella giusta.
-E tu sei sicuro di questo?
-Completamente. Sei la mia migliore amica, non ti mentirei.- sorrise, accarezzandomi.
-Va bene, pensavo solo che... beh, che ci stessi male.
-No, mi è passata. Ma tu? Nessuno della schiera di agenti di polizia che ti fanno la corte ha speranze?
Scossi la testa, divertita. Ultimamente mi ero accorta anch'io che tre dei miei amici della New York P.d. avevano mostrato nei miei confronti un interesse che sembrava andare oltre all'amicizia, ma io ancora non me la sentivo. Dopo Walsh mi ero goduta alla grande i miei mesi da single, e non ero pronta a dirgli addio: almeno non fino a che qualcuno non mi avesse fatto cambiare idea.
-Sto bene così.
E non era una bugia, stavo davvero bene così: con lui.
Più di quanto io stessa mi rendessi conto.













 

Angolo dell'autrice;
Ciao a tutti! Innanzitutto mi scuso se ho saltato di recensire delle storie ma sono stata tutta la settimana senza internet praticamente, a parte al cellulare... però ho letto tutto, quindi rimedierò domani :)
Beh, non so se vi aspettavate questo salto temporale... ma sono passati 5 mesi, è praticamente Natale e Emma e Killian sono più uniti che mai. La loro amicizia va alla grande così come la loro collaborazione, ormai lui è diventato un partner provetto!
Hanno passato la vigilia insieme a Ruby, e si sono divertiti nonostante il piccolo incidente alla pista di ghiaccio xD Poi però hanno rimediato con una bella cena e un massaggio "porno" come l'ha definito Ruby LOL Nel frattempo Killian ha frequentato alcune ragazze, tra cui Milah, ma non è durata neanche lei... mentre Emma si è presa una lunga pausa e non è intenzionata ad interromperla, almeno per ora... in fondo dorme comunque spesso con un uomo pur senza starci insieme xD
Il prossimo capitolo sarà dedicato al Natale... quindi credo posterò prima l'altra FF e poi questa, così saremo un po' più vicini al periodo Natalizio xD
E per finire... BUON OUAT DAY finalmente! Temo molto questa puntata ma allo stesso tempo non vedo l'ora... e temo ancora di più il mid-season finale che è ormai alle porte. Ci faranno soffrire per tre lunghi mesi, lo so, ne sono certa. E soffro già.
Grazie come sempre a tutti! :)
   
 
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