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Autore: Portman98    30/11/2015    0 recensioni
Intrighi, misteri, epiche storie d'amore e avventure sensazionali, in contesti non sempre seri.... se tutto ciò vi attira, questa è la storia giusta per voi!!!
Imbarcatevi in questo grande viaggio che vi porterà a Namsteria!!!!
- La popolana Welda
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Il sole stava ormai tramontando su Namsteria, quando finalmente i nostri eroi decisero di fermarsi.

La spedizione era cominciata appena da qualche giorno, e già tutti soffrivano di forti dolori a piedi e gambe. Non si trattava certo di persone non atletiche, ma se da una parte Jacey e Maggie erano abituate ad andare a cavallo, mezzo che la regina aveva proibito dato che la somma degli animali necessari per trasportare sia le persone che le vettovaglie avrebbe dato nell'occhio, dall'altra i muscoli di Chloe e Frack non erano soliti camminare giornate intere e la maldestria di Priscilla l'affliggeva attraverso ripetute storte. L'unico che in questo versante sarebbe stato avvantaggiato era il curatore, ma egli, dovendo rimanere sveglio per occuparsi delle pene dei compagni, era colpito così da un altro male: la mancanza di sonno.

Eppure, nonostante il dolore fisico, la parte della giornata più tediosa per tutti era sicuramente il falò. Il gruppo infatti si alzava ogni mattina all'alba per intraprendere il cammino, durante il quale Chloe chiaccherava a bassavoce con Frack, Priscilla canticchiava osservando la natura attorno a lei, Jacey e Maggie parlavano del più e del meno, cercando di ignorare le frequenti risatine dei due fuorilegge, mentre il curatore se ne stava per le sue, ascoltando per lo più, intervenendo solo quando gli era esplicitamente richiesto, senza evitare di arrossire ogni volta; quando il sole raggiungeva l'apice, si tirava fuori del cibo dalle bisaccie e ci si rifocillava, senza però mai fermarsi, fino a quando il sole non cominciava a tramontare; a quel punto ecco il momento tanto temuto: Maggie e Priscilla trovavano in fretta legna da ardere, facile da raccogliere in quei boschi dopo la siccità estiva, e si accendeva il fuoco attorno al quale i sei viandanti cenavano e poi, la bisaccia come cuscino, cercavano di riposare dopo che il curatore ne aveva controllato la salute. Nonostante verrebbe istintivo pensare che questa fosse la fase più attesa della giornata, dopo la fatica e la fame subite sotto il sole, il motivo per cui così non era, si era originato quando per la prima volta si erano riuniti attorno a quel fuoco: un litigio che, benchè sembrasse superficiale e  inizialmente di poco conto, si era sviluppato focosamente fino a recare gravi ferite emotive alle partecipanti. Altro aspetto inusuale della situazione: le due non erano Jacey e Chloe, ma Priscilla e Maggie. Il fatto che le contendenti non fossero persone che si è avvezzi vedere discutere aveva atterrito tutti gli sventurati spettatori, così la cena veniva consumata in religioso silenzio, da parte delle due avversarie, poiché offese e restie al rivolgere l'una la parola all'altra, da parte degli altri poiché timorosi che una lettera di troppo avrebbe fatto scoppiare un'altra lite. Più non si parlava, più l'ambiente si innervosiva; più l'ambiente si innervosiva, più diveniva periglioso proferire parola; più diveniva periglioso proferire parola, più non si parlava. Questa era dunque la causa del disagio: l'atmosfera opprimente e imbarazzante andatasi a creare.

Fortunatamente quella sera qualcosa cambiò. Una delle abilità di Priscilla era quella di mangiare così veloce da essere diventata oggetto di speculazione di Chloe e Frack durante il viaggio, in quanto essi riflettevano per dare vita a diverse ipotesi riguardo a questo comportamento. Le più importanti e più sostenute dai due erano, da parte di Frack, una possibile arte marziale imparata tra i ghiacci del nord, attraverso la quale ella era capace di muovere gli arti per sparare il cibo in aria tanto velocemente da non essere visibile a umano occhio nudo, da parte di Chloe, un'ipotetica gravidanza di una creatura magica e demoniaca invisibile che, nel momento in cui ella apriva la bocca per portare il cibo allo stomaco, allungava il braccio attraverso la gola e afferrava anch'egli manciate del nutrimento, insaziabile dall'azione singola della ragazza; vi erano poi molte altre teorie, ma nessuna che non c'entrasse con pozioni che facevano crescere peli sulla schiena. L'importanza di questo dato (il fatto che Priscilla mangiasse tanto celermente, non i peli sulla schiena), è chiara ai fini della purga della situazione poichè, mentre in genere ella finiva di mangiare immediatamente e si sedeva composta ad attendere che anche gli altri avessero finito prima di coricarsi, quella sera si era invece allontanata per rispondere a dei bisogni corporali impellenti e, una volta tornata, tutti avevano già concluso di sfamarsi, a parte Maggie, che si dedicava al ristoro tanto minuziosamente come ad ogni altra sua azione, ed alla quale rimaneva dunque ancora mezzo panino. Priscilla prese in mano il pane e il formaggio che costituivano il suo banchetto, ma, proprio quando ella già l'aveva avvicinato alla bocca ed essa cominciava a socchiudersi (per far uscire un braccio invisibile, avrebbe detto qualcuno), uno scoiattolo decisamente fuori forma cadde da un ramo e spiaccicò il formaggio a terra, rendendolo immangiabile. L'animale, accortosi del pericolo (Frack stava già per tirare fuori qualche rete), si voltò per scappare, ma, visto il panino, si arrestò e ripartì solo dopo averlo afferrato in bocca. Sebbene Priscilla osservasse la sua cena andarsene sconsolata, non accennò a muovere neppure un dito per recuperarla, in quanto sia eccessivamente spossata dal viaggio di quel giorno sia eccessivamente lontano lo scoiattolo, che aveva mostrato un'incredibile rapidità per la sua stazza. Mentre Priscilla spostava triste lo sguardo dal pane scomparso al formaggio deceduto accanto ai suoi piedi, Maggie le allungò il suo mezzo panino.

"Prendilo tu, io non ho più fame." - la incitò, con quel suo solito sorriso dolce che ormai da troppo non si vedeva sul suo viso.

Un lampo di ostilità accese gli occhi di Priscilla, ma la fame vinse l'orgoglio ed ella accettò, ringraziando la compagna pudicamente.

"Se vuoi, Frack sembra avere parecchio cerume..." - offrì Chloe, visivamente molto più rilassata rispetto a prima, indicando con un cenno del capo l'amico che stava scavando a fondo con il mignolo nel suo orecchio sinistro.

Jacey fece un verso disgustato e scosse la testa, mentre il curatore pareva sul punto di avvertirli che non sarebbe stato vantaggioso per la sua salute.

Frack intervenne, fingendosi vistosamente indignato dalla reazione del cavaliere: "Non avete mai assaggiato del cerume?"

Jacey scattò in piedi e minacciò in modo esageratamente drammatico: "Non costringetemi a sfoderare la spada!"

A quel punto la voce di Priscilla risuonò triste e malinconica, come se fosse lontana quanto gli eventi che descriveva: "Una volta stavo studiando, e mi grattava moltissimo dentro l'orecchio, così mi sono grattata. Poi però, essendo nervosa per un imminente esame, mi sono morsa le unghie..." - rivolse lo sguardo dove la sua cena era prima scomparsa - "E' stato orribile."

Frack scoppiò in una risata sonora che mise a disagio tutte le persone attorno a lui, tranne Chloe, che, sinceramente interessata, chiese a Priscilla se avesse mai usato il cerume per qualcuno dei suoi intrugli, probabilmente sperando di poterci guadagnare qualche soldo sfruttando l'infinita risorsa seduta accanto a lei.

"L'arte dell'alchimia non richiede quasi mai elementi animali, principalmente piante, o funghi, e soprattutto elementi geologici." - spiegò l'apprendista.

"Approfondisci il quasi mai." - la incalzò Chloe con sguardo complice, interrotta da Maggie, che la rimproverò.

"E' chiaro che non si sente a suo agio a parlarne!" - esclamò, corrugando la fronte con fare severo.

"Va bene, allora racconta un po' te! Per colpa vostra non abbiamo parlato per una settimana, adesso dovremo recuperare!" - la sfacciataggine di Chloe provocò un brivido a tutti e cinque i compagni, nonostante ella non se ne fosse nemmeno accorta, alzando semplicemente gli occhi al cielo per accompagnare le sue parole - "Com'è che la figlia di uno stalliere finisce a fare la scudiera?"

Maggie si sistemò i capelli ramati dietro le orecchie, prima di cominciare: "Mia madre e la madre di Jacey erano molto amiche, così siamo cresciute insieme, e quando lei ha seguito le orme di suo padre sulla via dei cavalieri, io non ho voluto abbandonarla. Certo, io non credo di poter diventare cavaliere: sono di rango inferiore e sono troppo tozza per essere agile, ma posso accontentarmi."

"Non sei tozza!" - protestò Priscilla.

"E inoltre sai bene che qualunque scudiero può diventare cavaliere con l'impegno, e io ho fiducia in te e so che sei sulla buona strada." - le ricordò Jacey, appoggiandole una mano sulla spalla.

"E quindi tu sei cavaliere, figlia di cavaliere?" - Chloe aveva chiaramente fame di storie - "Interessante." - commentò sarcasticamente.

"Mio padre è un cavaliere, mia madre era una maestra d'armi. Sono stata cresciuta con le regole del codice cavalleresco e le arti delle armi. Mi è stato insegnato come fare del male, ma anche come si deve usare questo potere per proteggere i più deboli, per difendere la patria e..."

Fu interrotta da uno sbuffo di Chloe: "Proteggere i più deboli? Ma se erano per le strade a morire di fame? Io proteggevo i più deboli, portandogli il cibo per sopravvivere!"

"Rubandolo, vorrai dire, e alla regina!"

"Penso proprio che sopravviverà senza un bagno dei cinque che fa ogni giorno!"

Prima che la diatriba potesse espandersi ancora, Maggie richiamò all'ordine le ragazze.

"Per favore, non litighiamo ancora." - chiese, abbassando la testa, vergognosa della futile discussione in cui si era impigliata con Priscilla.

"Maggie ha ragione." - soggiunse l'alchimista - "Spiegaci piuttosto come sei finita a fare la delinquente, o... la paladina, come ti definisci tu... sempre se ti va di farlo."

Chloe incrociò le braccia e alzò la testa, quasi offesa dalla richiesta di Priscilla anche se, come sempre con quella ragazza, non si capiva bene se stesse scherzando o no.

"Sono cresciuta in un orfanotrofio, con Frack, Emjay e gli altri." - tutti sapevano che si riferiva agli altri componenti della sua banda di fuorilegge - "La signora che ci curava era molto anziana, era più una nonna che una mamma, o... beh, non lo so molto bene come funzionano queste cose." - sembrava non sapere più dove mettere le mani, come imbarazzata.

"Betsy." - sospirò Frack.

"Non si chiamava Betsy, la mucca si chiamava Betsy!" - lo riprese Chloe.

"Io stavo ripensando alla mucca infatti!" - si difese Frack.

Chloe lo fissò per qualche istante, poi sembrò rinunciare a comprendere quella persona e distolse lo sguardo, continuando: "Beh, fatto sta che quando avevo circa 9 anni, e il mio Frack qui ne aveva 2 o 3 di meno" - disse dando leggeri colpetti con il palmo sul capo dello strano soggetto - "Mary a un certo punto non si è più alzata dal letto. Ho provato a farle annusare la boccetta per quando faceva caldo d'estate e aveva i suoi mancamenti, ma non si svegliava. Allora abbiamo aspettato, ma la sera non si era ancora mossa e la mattina dopo puzzava."

"Mamma mia che puzza..." - commentò Frack, scuotendo la testa.

"Era comunque più profumata di te adesso!" - lo schernì la ragazza.

"Era morta?" - chiese Maggie, vistosamente catturata dalla storia.

"Beh, certo che era morta, ma mica lo sapevamo allora!" - esclamò Chloe - "Non avevamo mai visto un morto!" - si giustificò.

"Quello che c'era andato più vicino ero io, quando mi è venuta la febbre così alta che avrebbero potuto farmi una frittata sul petto!" - i tentativi di ironia di Frack mettevano tutti a disagio.

"Scemo, i morti diventano freddi, mica caldi!" - lo rimproverò Chloe, in ciò che a loro due appariva come uno scherzo, agli altri quattro come un commento inquietante riguardo a eventi passati che non si dovrebbe essere così sciolti nel raccontare.

"Nessuno di esterno all'edificio si è accorto che era morta? Non usciva mai?" - domandò Jacey, anche lei presa dalla narrazione.

"No, quasi mai, ma ogni 3 giorni veniva un carro di un tipo che ci portava gli avanzi del mercato e le sovvenzioni del Sommo Sacerdote. E' entrato in casa e ha capito subito cos'era successo. Ha avvolto Mary in un lenzuolo e poi se n'è andato. Quando è tornato c'erano due guardie del Sommo Sacerdote con lui, e hanno portato via Mary. Ci ha detto di aspettare e che in giornata qualcuno sarebbe arrivato a occuparsi di noi. Avevamo così fame che abbiamo mangiato tutto ciò che aveva portato sul carro, e poi abbiamo aspettato."

"Chi è venuto?" - il tremolio nella voce di Priscilla lasciava intendere che ella aveva già capito che qualcosa di orribile era giunto.

"Il fuoco."  rispose semplicemente Chloe.

Seguitò qualche attimo di silenzio in cui tutti erano concentrati o sui propri personali pensieri o sull'attesa del prosieguo della storia.

"Ti sei..." - straordinariamente prese parola il curatore, pur non sembrando molto in grado di prenderla - "Insomma, ti sei fatta male?"

"All'inizio no, perché mi ha svegliato Emjay, che era il più grande e aveva sentito lo scoppiettio delle assi di legno, e mi ha fatta uscire fuori."

"Anch'io avrei voluto essere grande come Emjay, così dopo un anno me ne andavo." - si intromise un mesto Frack.

"Scemo, anche se avessi avuto la sua età l'incendio ci sarebbe stato lo stesso, e non te ne saresti andato proprio da nessuna parte, costretto con noi!" - era strano come parole che erano effettivamente insulti risultassero come consolazioni tra i due.

"Allora siamo fuggiti tutti fino al bosco vicino, che per fortuna era abbastanza lontano da non prendere fuoco, ed Emjay ci ha contati, ma mancavano i due più piccoli, Lucas, che aveva un anno meno di Frack e Riley, che non sapeva ancora camminare. Io e Emjay siamo corsi dentro per cercarli e abbiamo trovato subito Riley che stava in camera di Mary e l'abbiamo portata fuori. Poi però siamo entrati dentro a prendere Lucas, che era rimasto su nel camerone."

"Stupido Lucas dormiglione!" - sbottò Frack, arrabbiato, senza sapere però bene dove e come rivolgere la sua ira, così si limitò a lamentarsi, la voce alta e graffiata - "Dormiva sempre!"

"Sì, ma non dormiva quando siamo arrivati. Io ho sentito le sue urla. Ho provato ad aprire la porta ma la maniglia era troppo calda."  così dicendo alzo la mano, mostrando al curatore la cicatrice causata dalla scottatura - "Le fiamme erano alte quanto me e le grida di Lucas mi facevano paura. Emjay ha detto e io l'ho seguito. Se fosse stato ora..." - Chloe alzò piano una mano in aria e poi la strinse velocemente in un pugno, come a voler afferrare il bambino che se ne andava.

"Se fosse stato ora non avresti le conoscenze che hai adesso, quindi sarebbe morto lo stesso, scema."

Forse il motivo per cui gli insulti sembravano consolarli era che li riportavano alla realtà e palesavano cos'era futile illusione, rendevani vani i loro tentativi di rimorso.

"Non lo abbiamo nemmeno cercato, tra le ceneri."

Chloe sospirò.

"I più piccoli hanno dormito tra gli alberi, ma io non ce la facevo a chiudere gli occhi, così, mentre aspettavo il sole, Emjay si è avvicinato a me e mi ha sussurrato: . Io avrò pur avuto nove anni, ma purtroppo ero intelligente, e ho capito subito com'era andata: il Sommo Sacerdote aveva visto nella morte di Mary una bella occasione per togliersi dal" - e disse una parola che costrinse Priscilla a portarsi le mani alle orecchie - "una spesa in più. Era più conveniente eliminarci che sfamarci."

Ora si spiegava il perché della luce astiosa che compariva negli occhi di Chloe ogni qualvolta si nominasse il Sommo Sacerdote.

"Ma io per fortuna ero intelligente, e ho capito subito come dovevamo comportarci: loro non volevano darci il cibo per comprarsi i gioielli? E noi ci prendevamo i loro gioielli per comprarci il cibo..." - sorrise scaltramente - "Ora, non mi aspetto che voi apprendiate in pochi giorni tecniche affinate in anni e anni di carriera, ma potrei insegnarvi un paio di trucchetti che vi risulterebbero utili nel caso vi trovaste in difficoltà e doveste, come dire... occuparvene da soli...."

Era evidente che stesse cercando di cambiare argomento.

Priscilla lo comprese, e intervenì: "Sembra molto carino da parte tua preoccuparti per noi, ma credo cercheremo di cavarcela in maniera diversa, le mie "pozioni" " - e a questa parola accompagnò un gesto delle dita per indicare l'approssimazione di quel termine - "mi bastano."

"O gli insegnamenti dei tuoi amici di Settentrione..." insinuò Frack a bassa voce.

"Amici settentrionali?" - chiese Jacey, confusa, ma invano, visto che Frack rimase taciturno per il resto della serata, squadrando di tanto in tanto Priscilla con fare sospettoso.

Quest'ultima raccontò dei suoi viaggi a Nord in compagnia di Luthien per raccogliere ingredienti importanti per l'alchimia, di creature bianche come la neve e di cieli che si coloravano del colore di primaverili prati fioriti.

Quando il curatore sbadigliò, tutti decisero che era giunta l'ora di coricarsi.

 

Mentre la luna sorvegliava nel bosco con i suoi raggi i sei viandanti, un'angosciante figura si aggirava tra le sale del castello reale.

Il giullare Lents avanzava con quell'andamento sobbalzante che ormai lo contraddistingueva nelle menti delle persone.

L'ordine della regina aveva trasformato la sua immagine di sè in quella di una spia di livello internazionale, così egli si appiattiva contro i muri appena sentiva un fruscio, camminava cercando di essere silenzioso quando invece canticchiava canzoni popolari riguardo al mistero, aumentando l'intensità dell'emissione nei momenti di maggiore tensione, come prima di controllare se vi era qualcuno dietro un angolo.

Finalmente, qualcosa catturò la sua attenzione. Si trovava nel primo piano dei sotterranei, vicino agli alloggi della servitù, nell'ala dedicata agli addetti alla cucina, che in questo momento erano occupati nella pulizia e nel riordinamento successivi alla cena. Era sicuro avrebbe trovato lì ciò che ormai da troppo andava cercando.

Il suo senso del dovere verso la regina Ilenia lo costrinse a comprimersi contro la porta dietro la quale sentiva alcune voci che certo l'avrebbero aiutato nella sua autorevole impresa: una era infatti quella della consigliera Elenoir, la diretta interessata dell'indagine; l'altra era quella tremante del maestro Maceyron, spaventato.

"Devi dichiararlo!" - ordinò decisa Elenoir.

"Ma io... tu sai come ci rimarebbe..." - rispose Maceyron, sul punto di scoppiare in lacrime.

"E tu sai cosa succederebbe se non dichiari che il figlio che porto in grembo è tuo. Così almeno la vostra relazione rimarrà occulta... ma se non dichiari..." - nonostante Elenoir sembrasse minacciosa e Maceyron la vittima, era lei il cui cuore era il più colmo di timore.

Lents sorrise e si preparò a dare l'inaspettata notizia alla sua signora.

 

La sera dopo, Maggie e Jacey ripresero il discorso del giorno prima, raccontando della loro infanzia e delle visite a corte, di come Jacey aveva paura di salire sui cavalli fino a quando Maggie non l'aveva aiutata e le aveva fatto capire che non erano creature infernali, o di come Maggie non riuscisse a colpire il manichino con la lancia, poiché temeva di fargli male. Tutti risero quando raccontarono delle loro spedizioni per derubare biscotti dalla cuoca reale, Martha, e Chloe gli fece anche dei complimenti. Sembravano in generale avere vissuto un'infanzia felice, tutta contorniata dall'amicizia e la somiglianza delle due madri, fino a quando essa non si era spinta ad una comune malattia. Così come esse avevano gioito insieme e riso insieme, erano morte insieme, e le figlie, specchio delle madri, insieme avevano pianto. Maggie rivelò che suo padre ora riusciva a guardarsi indietro con tristezza, ma la serenità tipica di chi ha compreso inutili i rimorsi e l'ira, e che lei sospettava addirittura che il suo cuore fosse riuscito ad accendersi d'amore per qualcun altro; Jacey, dal canto suo, non parlò di suo padre, ma di come lei aveva vissuto l'evento diversamente da suo fratello, che aveva a malapena conosciuto sua madre. Così tutti, seppur nessun verbo ne avesse fatto riferimento, capirono che il di lei padre non era ancora riuscito a superare la morte di sua moglie, ma ebbero il tatto di non indagare oltre.

Quando tutti ormai si erano sdraiati a terra, Priscilla raccontava delle sue peregrinazioni e degli elementi esotici che le avevano caratterizzate, e le sue parole accompagnavano gli eroi in sogni sereni e fantastici.

Il giorno dopo allora, sempre accarezzati dal calore del fuoco, le chiesero di narrare una storia diversa, di narrare la sua storia personale. Così ella parlò della sua infanzia, caratterizzata dalla mancanza del padre, di cui aveva solo qualche memoria indefinita precedente alla scomparsa, e dalla rigidità della madre, severamente protesa verso la condotta idonea al rango nobiliare. In questa cornice opprimente risultava evidente l'importanza della figura di sua zia Luthien, che fin da subito aveva notato il talento della ragazza e aveva impedito che ella perdesse l'infantile connessione con la natura. Fortunatamente la stravaganza e l'inquietante reputazione della signora avevano mantenuto la madre di Priscilla lontana dal protestare verso l'ingente quantità di tempo che ella passava nella torre della zia, e la sua contrarietà all'influenza che ella esercitava sulla bambina si manifestava unicamente in commenti acidi riguardo la sua inidoneità agli eventi reali importanti, finché la bambina, ormai fattasi ragazza, non aveva deciso di assumere il ruolo di alunna a tempo pieno, ed aveva trasferito le sue vesti nel domicilio della maestra.

La maniera in cui esponeva e i suoi modi confondevano il pubblico opponendosi al contenuto del suo racconto: ella infatti emanava, sia fisicamente dai suoi tratti fisiognomici, sia attraverso la sua gestualità un'aura di eleganza, che le accostava a sua zia la regina Ilenia; sembrava improbabile dunque il rimprovero della madre verso i suoi costumi.

La mattina dopo, i paladini giunsero al fiume Seles, affluente del grande Danque e iniziarono a costeggiarlo, per arrivare al porto di Havas, nel quale avrebbero cercato una nave ed un equipaggio abbastanza folle da imbarcarsi in una traversata dell'oceano, speranzosamente una possibile conoscenza di Chloe.

Chloe e Jacey consultarono la cartina e, notando che si era appena superata la metà del percorso, e che a breve sarebbero giunti a una locanda di conoscenza della prima, decisero che si poteva prendere una mezza giornata di pausa. Frack ricordò a sua "sorella" che lì vicino c'era un laghetto limpido che usavano per fare il bagno d'estate qualche anno prima, quando operavano in quella zona, così i sei viaggiatori mangiarono di fronte a quelle acque meravigliose e fresche e, dopo qualche ora di riposo al sole, ormai non più l'astro estivo invadente e tedioso, ma l'autunnale carezzevole eppure caldo con il tempo, Chloe spinse Jacey nell'acqua dalla roccia ove erano sedute che dava sul laghetto, per poi tuffarsi a sua volta, e tutti si convinsero a giocare insieme nell'acqua.

Quando il curatore, che non sembrava essere così entusiasta dell'acqua, ne ebbe abbastanza, andò a sdraiarsi dove prima avevano mangiato Jacey e Chloe. Quest'ultima, curiosa di scoprire di più sull'unica persona che non era ancora riuscita a inquadrare del gruppo, andò a sedersi vicino a lui, per chiedergli di raccontare anch'egli qualcosa sulla sua vita e su come era finito a fare il curatore.

Egli inizialmente cercò di rifiutare, sostendendo che la sua storia non era interessante, che la sua vita era stata semplice, non degna di essere narrata, e soprattutto ascoltata. Ma Chloe insistette, così egli raccontò della sua infanzia bucolica tra i monti a Ovest di Namsteria con i suoi genitori e le loro pecore. Non era un gran narratore come Priscilla, ma la sua semplicità era garante della sua sincerità. Raccontò del giorno in cui aveva capito che voleva curare.

"Avevo 9 anni, e stavo portando il gregge verso il pascolo più alto. Avevano bruciato in una sola settimana tutto il prato di sotto, che golose!" - ogni tanto si perdeva in digressioni animate sulla sua attività da pastore in aiuto dei suoi genitori - "Ho sentito dei piccoli cip, cip, alle radici di un albero: c'era un uccellino. Era caduto dal nido, ma era più grande di quelli che iniziano a volare. Probabilmente già sapeva farlo, ma aveva sbagliato e si era rotto un' ala. Allora ho usato spago e rametto, e dopo due settimane, già volava di nuovo! Mia madre il venerdì va giù in paese al mercato e sai com'è in quei luoghi: ci si racconta tutto ciò che avviene durante la settimana. Allora la settimana dopo è arrivato mio zio Paul con il suo cane, Argo, che si era rotto una zampa. Da una zampa a un'ala non cambia molto: gli ho fasciato le ferite e gli ho chiesto di stare fermo per un po'. Ma non serviva nemmeno, è talmente pigro!" - e qui scoppiò in una risata fortissima che fece girare tutti coloro che erano ancora in acqua.

"Ed è un cane... quindi comunque non comprende il linguaggio umano." - commentò Chloe, scettica.

A quest'affermazione l'omone spalancò occhi e bocca e alzò le sopracciglia, in un' espressione stupita e in parte anche indignata: "Nooo! Tutti gli animali capiscono quello che dici! Non devi diffidare delle loro abilità, o non potranno mai mostrarle."

"In questo caso, crederò in loro." - dichiarò solennemente Chloe, poggiandosi una mano sul cuore.

"Dunque... stavo dicendo?" - egli si grattò la testa nel tentativo di riprendere il discorso - "Ah, già! Un anno dopo poi, quando era tornata l'estate, la mia sorellina è caduta da un albero e si è rotta un braccio. Da una zampa a un braccio non cambia molto, così gliel'ho curato.  Da allora chiunque stava male veniva da me. Qualche anno dopo la regina era in visita nei dintorni ed ha avuto un mancamento. Subito l'hanno portata da me. Lei si è chiesta il perché e mia madre le ha spiegato tutto. Allora ha voluto che venissi a corte e ho studiato tutte le arti della medicina. E ora faccio il curatore per lavoro e sono qui."

"Non ti manca la tua famiglia?" - chiese Maggie, che, insieme agli altri, era venuta ad osservare stupita lo spettacolo del curatore che pronunciava tante parole.

"Moltissimo. Ogni estate però la regina mi permette di passare due settimane sulle mie montagne natie." - accortosi solo all'intervento di Maggie che era circondato da tutta la compagnia, era arrossito violentemente.

"C'è solo una cosa che ancora mi domando..." - soggiunse Frack - "Qual è il tuo nome?"

Il curatore abbassò il capo sorridendo timido: "Mi chiamo Mekos."

 

Quella sera, mentre tutti gli altri si coricavano, Chloe si allontanò dal gruppo per andare a fare una delle sue solite passeggiate notturne. Jacey la seguì, al fine di parlarle di un argomento che le premeva da tempo. Sotto la vigile sorveglianza delle stelle, Jacey raccontò a Chloe che sua madre era scomparsa per un anno, quando lei era talmente piccola che ormai l'evento le aveva lasciato solo un vago ricordo sfumato, e le fece sapere che comprendeva a pieno la sua ostilità verso il Sommo Sacerdote, poiché era egli che aveva tenuto prigioniera Jaqueline per tanto tempo, in qualità di sospettata per complotti contro l'Ordine. Jacey a quel punto azzardò una proposta, un progetto futuro, caratterizzato da un eventualità così fragile che quasi se ne vergognava, ma si buttò, e Chloe amava tuffarsi in qualsiasi piano, così, prima di andare a dormire insieme agli altri, esse avevano deciso che, nel caso fossero sopravvissute alla spedizione, tornate a Namsteria, avrebbero intrapreso un'indagine riguardo il Sommo Sacerdote e le sue attività.

  
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