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Autore: silvia93    30/11/2015    2 recensioni
Quando Arthur ritorna finalmente da Avalon, ritrova un Merlin un po’ scoraggiato a causa di tutti gli anni passati ad aspettare da solo.
Lentamente, Arthur lo aiuta a rimettere insieme i pezzi e Merlin comincia a credere che Arthur sia davvero lì per restare. Poi ritrovano Gwen e Merlin si prepara a lasciarlo andare, ma la decisione di Arthur non è quella che si aspetta.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Elyan, Gwen, Merlino, Principe Artù, Sir Leon | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Ndt: ho semplicemente adorato questa storia (anche se mi ha fatto versare fiumi e fiumi di lacrime, consideratevi avvertiti) e l'autrice è stata così gentile da darmi il permesso di tradurla.
Se avete dimestichezza con l'inglese vi consiglio vivamente di andarla a leggere in originale qui: http://archiveofourown.org/works/748376/chapters/1396102
 
Ah, piccola nota di servizio: ho deciso di lasciare i nomi in originale..non riesco proprio a sentire Merlino e Artù, senza contare che mi vengono i brividi quando sento/leggo “Galvano”
 
 
 
 
PROLOGO
 
Merlin sedeva sulla piccola sedia di legno e fissava in lontananza quello che una volta era il lago. L’acqua era scomparsa molto tempo prima e Merlin si era chiesto se ormai ci fosse qualche scopo nel rimanere lì considerato che Avalon era scomparsa. Ma due giorni prima aveva ricevuto una lettera dal Consiglio di Somerset che lo avvisava che ci sarebbero stati dei lavori nelle vicinanze del suo cottage perché avevano intenzione di riempire di nuovo parte del lago. Qualcosa a proposito della promozione dell’atteggiamento ambientalista della città e sull’effetto del turismo sull’economia, Merlin non ne aveva idea. Non sapeva neanche che si potesse ri-riempire un lago ma questo era il ventunesimo secolo e il mago supponeva che molte cose, che quarant’anni prima non si potevano neanche immaginare,  ora fossero possibili.
Merlin rimaneva lontano dal resto del mondo, aveva fatto i suoi viaggi e visto quello che voleva vedere molto tempo prima, ma alla fine era sempre tornato ad Avalon, o Glastonbury Tor come veniva chiamata adesso. Qualcosa lì lo aveva sempre richiamato.
In più, con il passare del tempo trovava sempre più difficile stare intorno alle persone: il problema dell’immortalità è che alla fine tutti gli altri muoiono.
Settecento anni prima, quando aveva realizzato che era troppo vecchio per esplorare, si era scelto una piccola radura sul limitare della foresta e si era costruito la sua casetta. Era partito con un cottage con due stanze delle stesse dimensioni della sua casa d’infanzia ma nel corso degli anni aveva aggiunto qualcosa. Una biblioteca/studio quando la sua collezione di libri era diventata troppo grande, una cucina vera e propria, un bagno quando erano state  inventate le tubature e una volta, quando si era sentito particolarmente speranzoso che Arthur sarebbe tornato, anche una camera per gli ospiti.
Aveva anche iniziato a coltivare un piccolo orto sul retro, con erbe e piante che avrebbero reso Gaius orgoglioso. Il suo boschetto di alberi era l’unica cosa che rimaneva di quella che una volta era una ricca foresta rimpiazzata, molto tempo prima che la gente cominciasse a preoccuparsi dell’ambiente, dallo squallido mondo di cemento dell’era moderna.
Possedeva quella terra punto e basta e il resto del mondo lo lasciava in pace. Non si lasciava intimidire facilmente come pensavano i vari uomini d’affari che ogni tanto lo andavano a trovare per costruire centri commerciali e cinema. Sia che si trovassero di fronte il vecchio Emrys che il giovane Merlin.
Il Consiglio tendeva sempre ad intervenire quando i manager diventavano troppo insistenti, sembrava che capissero quanto il luogo fosse già stato rovinato e fossero propensi a preservare il piccolo angolo di natura di Merlin.
 
Merlin attualmente appariva come Emrys, trovava che le persone facessero meno domande se appariva anziano. Ma questo corpo andava bene per l’estate. Aveva intenzione di ritornare giovane prima che l’autunno cominciasse. Non avrebbe trascorso un altro inverno come un vecchio.
Si abbandonò ai pensieri, mentre fissava la piccola collina, su cosa significasse avere di nuovo acqua nel lago, ma non si permise di sperare ancora. Non dopo tutta la paura all’inizio del nuovo millennio. No, Merlin non si permetteva più di sperare, ma continuava ad aspettare pazientemente.
Quando gli operai si furono allontanati sui loro furgoni e la sua casa era tornata silenziosa, Merlin si sedette sulla riva e vi rimase tutta la notte, per ogni eventualità.
Fu tutto inutile, ma si godette la vista dell’acqua, non era stato doloroso come lo aveva immaginato.
Quella notte abbandonò l’aspetto di Emrys e ritornò al suo cottage pensando che un nuovo inizio sembrava opportuno, anche se si trattava del suo dodicesimo.
  
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