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Autore: MadNebula    30/11/2015    0 recensioni
.Dal Capitolo 1:
"A Seattle ci era nata: era cresciuta con la pioggia e la nebbia, gli inverni freddi, le estati non troppo calde e si era ormai affezionata ai colori plumbei dell'oceano che costeggiava il porto.
Insomma, diciamo che la California non sembrava proprio il posto adatto a lei."
Genere: Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Cassandra non ne poteva più di girare a vuoto su Internet, da ore ormai le scorrevano sotto gli occhi annunci di case in vendita a prezzi troppo alti. Era riuscita a mettersi dei soldi da parte e i suoi genitori l'avrebbero aiutata, ma di certo non poteva permettersi una mega villa. Sua zia Deborah le aveva giù promesso un lavoro nel suo bar e da quello che aveva capito i turni erano molto flessibili, quindi avrebbe avuto il tempo per occuparsi delle sue fotografie.
All'inizio il tresferirsi in California le era sembrata un'idea pazzesca e follemente bella, ma con il passare delle settimane Cassandra si stava rendendo conto che avrebbe affrontato grossi cambamenti. A Seattle ci era nata, era cresciuta con la pioggia e la nebbia, gli inverni freddi, le estati non troppo calde e si era ormai affezionata ai colori plumbei dell'oceano che costeggiava il porto.
Insomma, diciamo che la California non sembrava proprio il posto adatto a lei.
C'era però anche da pensare che in quel luogo umido e grigio la sua vita non decollava: genitori divorziati, una sola amica, amore non ne parliamo, nessuna voglia di rimettersi a studiare, per fortuna la voglia di lavorare c'era.

Nel mentre che la sua mente vagava, gli occhi della ragazza quasi per caso si imbatterono in un annuncio di quelli che nessuno è solito considerare: nessuna recensione, niente stelline, cose così. 
Le foto mostravano un appartamento non particolarmente grande, ma comunque arredato e ben tenuto e non appena vide le foto della vista sull'oceano e del famoso molo di Huntington Beach, si precipitò a scrivere una mail per avere più informazioni, ignorando tutti i suoi dubbi e le sue insicurezze.

Tre Settimane Dopo

Salutare Emily, sua amica del cuore, sorella non di sangue, anima gemella, fu come strapparsi un pezzo di anima. Era l'unica persona che le sarebbe mancata veramente e se non fosse che a differenza sua lei studiava, l'avrebbe volentieri arrotolata in una valigia e portata via con sè. Cassandra regalò all'amica un album di loro foto scattate da lei, un regalo scontato ma che veniva sempre apprezzato.

-Ma tutta la tua roba per la camera oscura?- chiese Emily.
-Arriverà sperò non più tardi di una settimana e soprattuto spero sia tutta intera o il nonno risorgerà dalla tomba e verrà a perseguitarmi per tutta la vita.-

Cassandra aveva per l'appunto ereditato l'arte di sviluppare le fotografie nella camera oscura dal nonno, che le aveva lasciato in eredità tutta l'attrezzatura quando venne a mancare. Era un procedimento lungo e da fare con precisione, ma le foto sviluppate in quel modo erano completamente diverse, sembravano prendere vita e comunicare direttamente con chi le guardasse.
Dopo due ore e quaranta di volo, finalmente Cassandra atterrò a Los Angeles e quando zia Deborah la vide, per poco non svenne, ritrovandosi una nipote con la pelle più bianca del latte, magra, completamente vestita di nero e i capelli biondo platino degni di una ragazza nordica.
Dall'altro lato Cassandra ammutolì trovandosi davanti una zia con delle enormi tette rifatte, la pelle che più che abbronzata sembrava color zucca e i capelli meschati come se non ci fosse un domani.

-Ciao zia.- Disse timidamente la ragazza per spezzare il silenzio imbarazzante che si stava creando.
-Cassandra! Quanto sei cresciuta! Quanti anni sono passati? Dieci? Undici? Vieni qui fatti abbracciare!-

Per poco Cassandra non affogò tra le tette della zia. Dall'ultima volta che l'aveva vista erano passati 12 anni e la bambina decenne di allora si ricordava una zia eccentrica, ma dolce allo stesso tempo.

-Allora bambina mia! Ti do un passaggio fino alla tua nuova casetta, così avrai tempo di riposarti e mettere a posto le tue cose ok?-
-Va bene zia Deb, grazie mille! Non vedo l'ora di stendermi un po' e cambiarmi i vestiti, sto morendo di caldo!-
-Oh Los Angeles inizia ad essere un inferno di questa stagione! Ad Huntington c'era un bellissimo vento stamattina!-

Zia Deb si mise a ridere e arrivata in macchina accese l'aria condizionata. Dalla radio uscirono le note di Diamonds On The Inside di Ben Harper e in pochi minuti la ragazza si addormentò, per poi risvegliarsi un'oretta dopo con la magnifica vista dell'oceano.
In effetti nonostante fosse maggio il maglioncino che Cassandra indossava si rivelò un ottimo riparo dalle folate di vento che facevano alzare le onde di Huntington Beach (per l'immensa felicità dei surfisti).

-Bene cara, ti lascio alle tue cose. Sono davvero contenta che tu sia qui! Vedrai che ti innamorerai della California e di questa città. Ci sentiamo domani mattina e per qualsiasi evenienza hai il mio numero!-

La zia Deb la salutò con due super abbracci e almeno quattro baci spacca-mascella sulle guance. 
Cassandra si era messa d'accordo con la signora Sullivan che si sarebbero viste alle due di quel pomeriggio davanti all'appartamento per la consegna delle chiavi. Erano le due meno cinque e mentre Cassandra si guardava in giro, un pick-up nero si fermò rumorosamente davanti a lei. Per istinto indietreggò leggermente quando un ragazzo sicuramente più alto del metro e novanta e ricoperto di tatuaggi scese dal mezzo e si diresse verso di lei.

-Sei Cassandra Black?- chiese lui, squadrandola da capo a piedi.
-Ehm.. si..-
-Oh meno male che sei già qui! Sono James Sullivan, il figlio della proprietaria della casa con cui hai parlato. Mia madre ha avuto un imprevisto e ha chiesto a me di darti le chiavi.-

Il ragazzo parlò tutto d'un fiato, progendole la mano e facendole un sorriso che avrebbe fatto sciogliere chiunque. Riprendendo coraggio, strinse forte la mano al ragazzo.

-Ciao James, dì a tua madre di non preoccuparsi!- rispose lei ricambiando il sorriso.
-Bene qui ci sono le chiavi, entriamo che ti faccio vedere dove sono le stanze e poi ti lascio alla tua nuova casa.-

-Rev testa di cazzo siamo in ritardo! Muoviti!-

Un ragazzo aveva appena abbassato il finestrino imprecando contro il povero James.

-Brian ci metto un attimo!- rispose James esasperato e chiedendo scusa a Cassandra.
-Ehi, posso cavarmela da sola ad esplorare la casa, vai pure prima che il tuo amico metta in moto e ti lasci a piedi.-
-Sei sicura?-

Cassandra annuì sorridendo.

-Oddio grazie, sei un angelo! Ah una delle due camere è ancora da smantellare, ma non preoccuparti, verrò Lunedì, tanto è tutta roba mia, questo era casa mia fino a due settimane fa! Prenditene cura! Ci si vede fiocco di neve!- e corse sul pick-up sgommando via verso la strada principale.

Che ragazzo strano.

Cassandra trascinò dentro casa le valigie, mollandole nella sala da pranzo-soggiorno e promettendo a se stessa che l'indomani avrebbe messo tutto a posto. Fece un giro della casa, che vista dal vivo era effettivamente ben arredata e delle dimensioni giuste. Giunta a quelle che dovevano essere le camere da letto, aprì la prima: una stanza quadrata, con le pareti grigio chiaro e i dettagli bordeaux. Era sicuramente la stanza già svuotata e messa a nuovo e già solo per i colori la sentì subito sua e il letto matrimoniale tutto per sè fu la ciliegina sulla torta.
Si chiese se entrare o no nella stanza con ancora le cose di James.. e alla fine la curiosità vinse.
Aprì la porta e si ritrovò in una stanza con le pareti nere, tappezzate di poster di band quali Metallica, Megadeth, Slayer e compagnia bella. Qua e là vi erano attaccate alcune foto di James con quelli che dovevano essere i suoi amici,tra cui Cassandra riconobbe quello che era nel pick-up. Erano tutti grossi, tatuati e dall'aspetto poco raccomandabile se li si prendeva singolarmente, ma visti in quelle foto tutti insieme sembravano un gruppo di ragazzi qualunque che si godevano la loro gioventù.
Cassandra decise che aveva ficcanasato abbastanza e nell'uscire dalla stanza per poco non si uccise scivolando su quelle che dovevano essere un paio di bacchette da batteria abbandonate per terra. Massaggiandosi un fianco, uscì e richiuse la porta.
Con calma si fece una doccia e mise dei vestiti comunque più leggeri e cominciò a mettere a posto le sue cose. Per cena mangiò i panini che le aveva portato la zia Deborah e rimase incantata a vedere il meraviglioso tramonto sull'oceano.
Trascorse la sua prima serata in California sdraiata sul divano, guardando serie tv a raffica su Netflix e messaggiando con Emily, che volle sapere tutto per filo e per segno.
Si addormentò ripensando a James e chiedendosi se l'avrebbe incontrato di nuovo.

 

So follow, follow the sun
The direction of the birds
The direction of love
Breathe, breathe in the air
Cherish this moment
Cherish this breath
Tomorrow's a new day day for everyone
A brand new moon, brand new sun

Follow The Sun – Xavier Rudd
 





Note:

Ciao a tutti! Questa FanFiction mi è esplosa in testa come un fuoco d'artificio. Sono anni che leggo storie su questo sito, ma non avevo mai pubblicato. Ho scritto questo capitolo di fretta e chiedo quindi venia per eventuali errori (se ce ne fossero, fatemelo notare e provvederò a correggere in men che non si dica).
Detto ciò, corro a pubblicare il secondo capitolo e a vedere se riesco a finire il terzo.
Spero vi piaccia e qualsiasi critica per migliorarla e più che ben accetta.

 

MadNebula

 
   
 
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