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Autore: Mhapy_    30/11/2015    1 recensioni
"Abbandoniamo questo cortile rovinato, questi sguardi di troppo. A me bastano i tuoi occhi per questa vita e per altre cento ancora."
Genere: Malinconico, Poesia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Col tempo si scordano i luoghi e le persone conosciute e tu non puoi farci nulla. Puoi solo fingere di rincorrerle, ma saranno sempre troppo lontane. 
E allora corro loro dietro con la penna, per amare quello che potrebbero essere e non quello che sono, per innamorarmi della carta e non di una persona che mi possa spezzare come una foglia.
il rimpianto resta ma lo ignoro. 
Il rimpianto di averti vissuto, di aver potuto accarezzare il tuo viso, aver assaporato il tuo collo, aver visto il mondo con i tuoi bellissimi occhi verdi. 
Ed anche se non lo avessimo girato, il mondo, mi saresti bastato tu per vivere un'avventura. Perché ogni volta che ci cado, nei tuoi mari, è un'avventura.
Vago tra i corridoi delle tue sofferenze, ben nascoste tre le iridi, e rinasco in ogni tua risata.
Ed è dopo scuola, sulle scale del teatro mentre aspetto mio padre che sento di più la tua assenza. Quando il freddo mi congela le dita ma non posso stringerle intorno alle tue, quando non posso più sentire il tuo viso sul mio collo e il tuo respiro che mi riscalda dentro. Facciamolo così, come degli stolti, degli igenui e immaturi sognatori. Inseguiamoci tra i vicoli di Londra, giochiamo a nascondino tra le ramblas di Barcellona, accarezziamo la fredda brezza parigina e respiriamo l'aria fresca di Amsterdam che ci libera le narici e il cuore. Gridiamo a squarciagola dalla Tour Effeil alle quattro del mattino, mangiamo latte e cereali a pranzo e a cena, chiudiamoci nelle librerie più grandi per ore, osserviamoci tra i libri, cantiamo per strada, viviamo.
Abbandoniamo questo cortile rovinato, questi sguardi di troppo. A me bastano i tuoi occhi per questa vita e per altre cento ancora. Nascondi le sofferenze come nascondi i foglietti passati durante il compito di greco, come nascondi le sigarette nelle tasche del giubbino e i tuoi spartiti sotto il letto. 
Facciamo crollare questi muri, che gli squarci non bastano a guarirci. 
Alla fine siamo uguali solo che tu prendi la rincorsa e cadi, e ci riprovi fino a farti male mentre io ti guardo crollare e tremo all'idea di volare.
Sei come una pianta rigogliosa d'estate, un bimbo insicuro nascosto in un corpo adulto che rinneghi. 
Io sono come carta ingiallita, vissuta, rovinata, bagnata dalle lacrime. Tu invece sei come un foglio nuovo, bianco accecante, vuoto, di quelli che la prima volta che li sfogli ti tagli e li sporchi con il sangue. 
Ed io non voglio sporcarti con il mio sangue, Giulio. 
Perciò sto ferma, non corro, non volo, mi nascondo dietro gli altri, soffocando sogni. 
Tramonterò come il sole dietro le righe di un amore che ho conosciuto solo nei libri e fingerò di non aver mai avuto rimpianti guardando le tue labbra. 


   
 
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