2. Poche utili informazioni
“Martina
Lorez,
è questo il nome che risulta dai documenti ritrovati sul
corpo della vittima.
Purtroppo, rispetto ai database, risulta
anche che il nome sia falso,
come quello della ragazzina di cui
era in compagnia durante la sparatoria.
Le autorità pregano
quindi, chiunque abbia delle informazioni o riconosca le due
vittime,
di presentarsi nell'ufficio dello sceriffo il più presto
possibile”
I
notiziari trasmettevano oramai le stesse notizie da ore, ma nessuno
pareva dare segni di utili informazioni.
Oramai erano le 22.30 e
l'ufficio dello sceriffo era un via vai di cialtroni o passanti, che
presupponevano di avere visto qualcuno sparare, qualcuno scappare,
ecc ma senza mai arrivare ha un dettaglio interessante. Papà stava
per dare di matto, e io finché rimanevo bloccata ovviamente non
potevo dargli una mano.
Non ero una testimone chiave che poteva
dare dettagli, ma quando ero rientrata nella Hall dell'aeroporto e mi
ero avvicinata alla ragazzina sporca di sangue, la piccola come se mi
conoscesse, aveva deciso di aggrapparsi a me e non volersi più
staccare. Non aveva ancora versato una lacrima e nemmeno proferito
parola. Io e Logan una volta arrivata l'ambulanza e i vari agenti,
decidemmo di accompagnare noi stessi la ragazzina al commissariato e
da quel momento non ero più uscita da quei uffici.
Avevo lasciato
andare il mio fidanzato a casa, dopo ore di viaggio e di jet leg
aveva decisamente bisogno di riposarsi, mentre io ero rimasta a
tenermi cura della bambina.
- Tesoro cosa ci fai ancora qui.??
pensavo fossi andata via da ore – Mi domandò mio padre uscendo dal
suo ufficio, notandomi ancora seduta davanti alla reception.
- E
come facevo.?? la piccola non si è voluta staccare da me nemmeno
quando sono arrivati i servizi sociali. Non ha detto una parola,
nemmeno come si chiama. Si è aggrappata a me e non mi ha più
lasciato – gli raccontai mostrandogli la ragazzina che dormiva
sulle mie ginocchia.
- Immagino che non era così che avevi
programmato la giornata per il ritorno di Logan – commentò
sarcastico sedendosi accanto a me.
- Decisamente no. Ma oltre a
questo avrei preferito rendermi utile in qualche modo – constati
iniziando ad accarezzare la piccola testolina bionda che dormiva
beata – Avete scoperto qualcosa di utile.? - domandai infine.
-
Niente. La donna che accompagnava la bambina aveva dei documenti
falsi, e la piccola pure. Infatti avrei bisogno di te e Mac una volta
che riuscirai a uscire da qui. Avevano due passaporti falsi, e dovete
rintracciare quanto meno da dove provengano, io da qui non ho gli
accessi giusti – constatò lo sceriffo.
- Domani mattina ci
penso io, non ti preoccupare. Piuttosto con lei adesso come
facciamo.?? - chiesi perplessa. Papà la prese in braccio, e la
bambina oramai in un sonno profondo non fece finalmente resistenza.
-
Vai, adesso mi invento qualcosa – mi rispose baciandomi in fronte.
Annuì stancamente e mi diressi finalmente verso l'uscita, quando mio
padre richiamò nuovamente la mia attenzione – Ah, e salutami Logan
– concluse con fare di rimprovero ma allo stesso tempo malizioso.
Sorrisi come una ragazzina e finalmente mi avviai fuori.
Quando
entrai nella casa, il silenzio regnava sovrano, e trovai Logan
addormentato sul divano. Sembrava così stanco, che non ebbi le forze
di fare l'egoista e svegliarlo. Andai a prendere una coperta dalla
camera da letto, ma quando iniziai a coprirlo, l'uomo diede
finalmente dei segni di vita.
- Non avrai veramente pensato di
lasciarmi dormire sul divano.? - Domandò lui ancora mezzo
addormentato tirandomi a se.
- Sembrava che dormissi così bene,
non volevo disturbare – dissi con una tenerezza decisamente non da
me.
- Oh come siamo dolci mio piccolo Marshmallow – constatò
divertito il ragazzo baciandomi. Un bacio dolce, all'inizio,
passionale a seguire, che ci portò in men che non si dica a
spostarci in camera da letto, e a colmare le distanze di quei 180
giorni.
La mattina seguente fu il forte odore di caffè a
risvegliarmi. Trovai infatti Logan in cucina intento a preparare la
colazione ancora in boxer. Ultra sexy, non posso aggiungere altro.
-
Teoricamente sarebbe stato carino che mi alzassi io a preparare
qualcosa di buono per darti il bentornato – commentai avvicinandomi
al bancone.
- Concordo in pieno Veronica. Ma essendo che non ho
fatto in tempo a metter piede fuori dall'aeroporto, per vederti già
coinvolta sulla risoluzione di un misterioso caso d'omicidio e
sapendo che passerai tutta la giornata chiusa in ufficio a lavorarci,
mentre io bighellonerò in giro per la città, ho immaginato che ne
avessi bisogno tu più di me di una gustosa ed energetica colazione
fatta con amore dal uomo – rispose divertito lui posandomi davanti
agli occhi un piatto pieno di deliziosi pancake.
- Per
bighellonare cosa intendi di preciso.??- domandai incuriosita dai
programmi del ragazzo fiondandomi sulla colazione.
- Un po' di
surf con Dick la mattina e un po' di shopping nel pomeriggio –
accennò Logan vago.
- Tu odi lo shopping marinaio – commentai
perplessa e divertita.
- Non fare l'investigatrice con me Mars.
Devo comprare un po' di cose, capita anche a noi uomini – rispose
lui tutto serio. Scrollai le spalle e mangiando l'ultimo boccone mi
alzai dallo sgabello per avvicinarmi al ragazzo.
- Va bene, vedrò solo di occuparmi dei casi di lavoro – dissi baciandolo dolcemente – Ora scappo, grazie della colazione – conclusi poi velocemente andandomi a cambiare.
Un
ora dopo ero fissa davanti allo schermo del computer a cercare di
capire qualcosa sulla misteriosa coppia, ma svariate ricerche con le
poche informazioni di cui eravamo in possesso, non portavano a nulla.
Solo verso ora di pranzo le cose finalmente iniziarono a smuoversi.
-
Cavoli, non volevano proprio esser rintracciate le ragazze – esordì
Mac entrando nel mio ufficio – ma io sono un genio del computer e
quindi sono riuscita a scoprire un po' di cose interessanti –
concluse fiera sedendosi davanti a me.
- Spara – risposi
mettendomi comoda.
- Allora il volo che è atterrato qui a Neptune
proveniva da Sidney, ma chiunque abbia avuto interesse a spedire qui
le due ragazze risiede a Melbourne. Sono riuscita a entrare nell'ID
di chi ha venduto i passaporti. Ha avuto uno scambio di mail con
questo “DL87” con il quale si accordano dove e quando la donna
con la bambina sarebbero venute a ritirare e pagare, ovviamente in
cash, i passaporti. Non si presenta mai, ma si intende che quindi è
un terza persona che ha organizzato il tutto. Purtroppo ha usato un
computer di un internet point, ma sempre dallo stesso negozio e in un
lasso di tempo che va da settimana scorsa a due addietro – iniziò
a raccontarmi la ragazza.
- Normalmente ti direi che è
fantastico, ma risalire a chi abbia usato quel computer dalla
California la vedo abbastanza surreale come cosa anche per me –
replicai perplessa.
- Infatti è qui che è entrata in scena la
mia parte geniale, cosa credi.?? Ci ho messo un po', ma la meglio
Hacker che c'è in me ha avuto la meglio. Sono riuscita ad entrare
nel softwer del computer generale di questo “Flower internet Point”
di Melbourne, che fortunatamente tiene tutto il suo database dei
clienti sul computer, ed entro domani mattina avrai il registro di
chiunque abbia usato i computer del negozio nell'ultimo mese –
disse fiera la mia amica.
- Questo è uno dei motivi per cui sei
la mia migliore amica - dissi finalmente sorridente – Direi che ora
ci possiamo permettere un bel pranzetto – conclusi entusiasta
alzandomi e dirigendomi finalmente fuori dalla stanza.
Nel
pomeriggio mi diressi diretta da mio padre, per aggiornarlo su quel
poco che avevamo scoperto e per sapere se c'erano novità riguardo le
vittime.
- Purtroppo anche qui le informazioni che abbiamo
ottenuto sono poche – iniziò a raccontarmi lo sceriffo abbattuto –
gli esami medici hanno semplicemente rilevato che la bambina e la
donna non erano imparentate, e in più anche il biglietto aereo è
stato pagato al momento in contanti -
- La piccola ha parlato.?? -
chiesi preoccupata per le sorti della ragazzina. Non sapevamo niente
di lei, nemmeno l'età era sicura, se non che fosse intorno ai dieci
anni.
-
Niente. Non parla con nessuno. Ha passato la notte in ospedale, per
accertamenti, ma gode di ottima salute e non abbiamo idea di cosa
farne. Non possiamo rimpatriarla, ne lasciarla in una casa famiglia
perché è pur sempre coinvolta in caso di omicidio. Qui non può
stare, ma bisogna in qualche modo tenerla sotto controllo. Sto
vagliando l'ipotesi di portarla a casa da noi. Non vedo molte altre
opzioni – disse l'uomo guardandomi quasi come in accettazione della
sua richiesta.
- Una scelta assurda, ma credo che effettivamente
sia la cosa migliore. È da sola qui, lontano da chiunque possa
essere la sua famiglia, l'unica persona che conosceva è morta ed è
solo una bambina. Ti darò una mano papà, puoi stare tranquillo –
gli risposi serena.
- Bhè, ti alleni a fare un po' la mamma per
un futuro – constatò divertito l'uomo, e non potei che Sgranare
gli occhi facendomi andare di traverso il caffè che stavo bevendo.
I
figli erano un futuro che effettivamente desideravo, ma adesso non
era sicuramente il momento di parlarne.