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Autore: NonTiScordarDiMe4    01/12/2015    2 recensioni
Un momento rubato dalla vita dei quattro fratelli Lightwood all’istituto, ambientato pochi anni prima dell’inizio di Città di ossa
"Anni dopo Jace, Alec e Isabelle non sarebbero mai riusciti a spiegarsi come avessero fatto tutte quelle sere a starsene in quattro comodamente spaparanzati su un letto destinato ad una persona sola. E quando si dice comodamente… Bè, Alec ricordava benissimo che i piedi di Jace tendevano sempre a trovarsi fastidiosamente vicino al suo naso."
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alec Lightwood, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Maryse Lightwood, Max Lightwood
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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INFANZIA

Anni dopo Jace, Alec e Isabelle non sarebbero mai riusciti a spiegarsi come avessero fatto tutte quelle sere a starsene in quattro comodamente spaparanzati su un letto destinato ad una persona sola. E quando si dice comodamente… Bè, Alec ricordava benissimo che i piedi di Jace tendevano sempre a trovarsi fastidiosamente vicino al suo naso.

Era sera tardi all’istituto e i Lightwood erano tutti a casa: Maryse e Robert si erano ritirati nella biblioteca con Hodge da tempo e i quattro ragazzi erano sgattaiolati tutti in camera di Isabelle invece di andare a dormire come era stato loro raccomandato. La ragazzina stava leggendo un libro a Max che, dall’alto dei suoi sei anni d’età ascoltava attentamente, sbirciando le pagine da sopra il braccio della sorella. Jace era letteralmente stravaccato su Alec, che fingeva di sonnecchiare, e stava facendo sfoggio delle sue capacità di ironizzare criticando le azioni dei personaggi e lo stile di scrittura dell’autore.
Isabelle gli lanciava occhiate bieche da sopra il libro, ma per il resto lo ignorava ostentatamente.
“Se non la smetti di blaterare ti faccio ingoiare il cuscino” lo minacciò Alec aprendo gli occhi. Jace si girò verso di lui e si esibì in un sorriso angelico che gli andava da orecchio a orecchio declamando:

“non supplicarmi di lasciarti, o di allontanarmi da te perché dove andrai tu andrò io, e dove starai tu starò io. Le tue genti saranno le mie, e il tuo Dio il mio. Dove morirai, morirò io, e lì mi si seppellirà. L’angelo mi faccia questo, e anche di peggio, se altra cosa che la morte mi separerà da te”

Isabelle alzò gli occhi al cielo “ Il giuramento parabatai è una cosa seria, quante volte ti devo dire di non citarlo per svicolare alle minacce? Non lo sopporto.” Lo redarguì “Che poi tra l’altro” aggiunse Alec prima che Jace potesse replicare “ il giuramento non mi impedisce affatto di nuocerti fisicamente, basta solo che poi io muoia subito dopo di te” e qui sorrise con un’aria furba che gli era piuttosto insolita.
Jace aprì la bocca come per dire qualcosa, sicuramente qualcosa molto tagliente ed esageratamente sarcastica, quando da un punto imprecisato ai piedi del letto giunse un indistinto mugugnio che suonava come un soffocato “ mhmhmrmffmm”. I tre si guardarono con aria interrogativa e si sporsero oltre la trapunta rosa. Immerso nelle pieghe del  tappeto vaporoso che ricopriva il pavimento c’era Max, addormentato scompostamente e con tutta l’aria di essere caduto dal letto. Alec e Jace scoppiarono in una fragorosa risata ma Izzy li zittì immediatamente con un gesto della mano. Con grande delicatezza e cercando di non svegliarlo, lo raccolse e lo distese con la testa sulle sue gambe. Dopo un attimo di pausa Jace aggiunse, guardando Max con una tenerezza che raramente gli si leggeva in viso: “In effetti mi chiedevo chi sarebbe stato il primo a capitolare, se per voi non è un problema credo che lo imiterò, la conversazione sta prendendo una piega poco stimolante”, allungò le lunghe gambe sul letto riducendo ulteriormente lo spazio a disposizione e appoggiò meglio la testa sulla spalla di Alec, ignorando le sue deboli proteste. Nel giro di un minuto russava già placidamente. “ incredibile” bofonchiò il parabatai con tono bonario prima di chiudere gli occhi.

Quando Maryse entrò nella stanza la scena che le si parò di fronte, anche se non del tutto inaspettata le impedì di trattenere un sorriso:  i suoi quattro bambini dormivano tutti ammonticchiati, uno più in bilico dell’altro: Isabelle di traverso sul fondo del letto, Max accanto a lei e Alec addormentato mezzo fuori dal materasso con Jace appisolato sulla spalla. Scosse la testa e rinunciò all’idea di farli spostare nei loro letti: trasportarli era impensabile, a parte Max infatti, erano tutti di poco più bassi di lei e non aveva nessunissima intenzione di svegliarli. Erano così pacifici, così soddisfatti e felici di condividere un letto per piccolo che fosse… “ Domani avranno un torcicollo tremendo” pensò mentre spegneva la luce e, quatta quatta usciva dalla stanza.
 

Angolo dell’autrice: Salve a tutti! Dopo la mia lunga assenza eccomi tornare con una storia che in realtà ho scritto mesi fa e che è rimasta tutto questo tempo nascosta in un angolino del mio pc. Strano, perché non la trovo neanche così brutta! Bha, misteri.
Mi farebbe molto piacere sentire cosa ne pensate ^^
Grazie già in anticipo!

   
 
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