Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Seekerofdreams_    01/12/2015    2 recensioni
[Zayn x Liam] Hello!AU
Una telefonata di Zayn a Liam sette mesi dopo aver lasciato il gruppo. Una telefonata in cui Zayn cercherà di chiedere scusa a Liam per averlo lasciato indietro, ma l'amore tra loro è più potente di ogni malinteso.
*
Dal testo:
"Sposto la schiuma per coprirmi come se potesse proteggermi e alleviare tutto quello che sento nel petto. Rimango fermo per qualche minuto a guardare attorno tutto quello che ho costruito in questi anni per poi allungarmi e scivolare sott'acqua, lascio che si bagnino anche i miei capelli, se mi concentro riesco a sentire ancora le sue mani sul mio corpo, riemergo quando mi sento bruciare la gola."
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




.Hello.

 

“Hello from the outside

At least I can say that I’ve tried”

Adele

 

*

 

Il telefono squilla, ogni suono rimbomba nella mia testa quasi come il battito del mio cuore. La gola secca, una sigaretta in bocca e il piede che non riesce a stare fermo contro lo sgabello di legno.

Mi guardo attorno, guardo le pareti piene di liquori, il piccolo tavolo ricavato da una botte, l'arco e le frecce abbandonate accanto alla porta e un sacco che aspetta solo di essere trafitto.

“Pronto?” sento dire dall'altro capo del telefono. La voce impastata dal sonno, quella che ho sentito tante notti e tante mattine. Il cuore batte forte nel petto e chiudo la chiamata prima di fare una sciocchezza.

Forse dovrei smetterla di chiamare con il numero nascosto, ogni volta che sento la sua voce finisco per ridurmi uno straccio, a bere drink di cui prima non conoscevo nemmeno l'esistenza, eppure non riesco a fare a meno di chiamare almeno una volta a settimana da sette mesi a questa parte.

Mi sento stupido e non riesco a capire come mai non ha cambiato numero di cellulare, lui che ne cambia uno come se dovesse cambiare una maglietta. Da egoista penso sia meglio così.

Mi alzo a fatica ed esco dal bar, cammino piano lungo il ponte di legno che mi divide dal giardino di casa e respiro l'aria fresca della sera. La luna splende in cielo e mi sento un po' meglio a saperlo più vicino, è una strana sensazione essere nello stesso posto della persona amata, la sola idea di essere fisicamente più vicini ti stringe lo stomaco.

Lascio una carezza sul muso di Rhino, il mio cane, che scodinzola felice di ricevere attenzioni e rientro in casa. Mi spoglio lentamente, sfilo la maglia nera e lascio cadere sul pavimento freddo e bianco, sfilo le scarpe e mi privo dei jeans prima di entrare nel bagno e aprire l'acqua calda della vasca. Sorrido mentre verso il bagnoschiuma nell'acqua che piano piano si alza fino ad arrivare qualche centimetro sotto il bordo. Sfilo i boxer e mi immergo poggiando la testa sul marmo freddo, rabbrividisco per il cambio di temperatura ma piano piano mi rilasso. Chiudo gli occhi ripensando a tutte le discussioni scherzose prima di fare un bagno, lui che ha sempre preferito una doccia veloce.

Porto le gambe al petto e le circondo con le braccia poggiando la testa sulle ginocchia bagnate. Sposto la schiuma per coprirmi come se potesse proteggermi e alleviare tutto quello che sento nel petto. Rimango fermo per qualche minuto a guardare attorno tutto quello che ho costruito in questi anni per poi allungarmi e scivolare sott'acqua, lascio che si bagnino anche i miei capelli, se mi concentro riesco a sentire ancora le sue mani sul mio corpo, riemergo quando mi sento bruciare la gola. Prendo un bel respiro prima di tossire e scoppiare a piangere cercando di sciacquarmi il più velocemente possibile. Mi alzo facendo traboccare l'acqua senza preoccuparmene, mi avvolgo nell'accappatoio caldo e friziono i capelli al meglio prima di raggiungere la camera da letto. Recupero i vestiti buttandoli nel cesto dei panni sporchi e mi siedo con il telefono tra le mani, compongo per l'ennesima volta il numero nascondendo il mio e aspetto.

La chiamata si apre e trattengo il respiro quando sento un respiro pesante dall'altro lato.

“E' diventato un gioco un po' strano questo” dice e il mio cuore accelera quasi volesse scoppiare nel petto. Rimango in silenzio ad ascoltare, sperando che continui a parlare, quanto mi è mancata la sua voce.

“Mi parlerai mai?” chiede e io mi stendo sul letto raggomitolandomi su me stesso, stringendo tra le mani la maglia che tengo segretamente nascosta sotto il cuscino. Quel logo di Batman che gli ho visto mille volte addosso.

“Non posso rimanere a parlare o meglio a sentirti respirare, devo uscire” aggiunge poco dopo e il mio stomaco si stringe, posso dargli un nome a questa sensazione, pura e semplice gelosia eppure ho perso il diritto di essere geloso tanto tempo fa.

“Ciao” sussurra piano prima di agganciare ed è la prima volta da quando lo chiamo che è lui ad interrompere una nostra conversazione, rimango a fissare lo schermo illuminato e stringo il labbro inferiore tra i denti fino a sentire il sapore ferroso del sangue.

Mi metto in piedi trascinandomi verso la cassettiera della biancheria pulita, infilo un boxer e un paio di pantaloni della tuta prima di tornare ad allungarmi sul letto, la pancia a contatto con la stoffa fresca delle lenzuola e la guancia premuta contro il cuscino.

Passo una mano sull'altro lato del letto, stringo la stoffa sotto le mie dita, non posso incolpare nessun altro se non me stesso se è vuoto e freddo.

 

*

 

Ho sempre odiato fare le valigie, sia per partire, sia per tornare. Con quella sensazione opprimente di voler andare mista al voler restare che ti accompagna per giorni. Eppure questa volta è diverso, Los Angeles mi mancava sul serio e restare a Londra non mi ha fatto bene quanto speravo.

Atterro nella città degli angeli che è ormai mattina, faccio i conti con il fuso orario immediatamente sperando di poter toccare un letto e dormire invece di andare in studio di registrazione ma va bene così, anche questo è qualcosa che ho scelto di fare io.

Lascio il borsone al centro del salotto della mia nuova casa, mi guardo attorno uscendo poi in giardino per respirare l'aria calda e frizzante di questa città. Le mura che contornano le scale fino alla piscina sono sporche di colori, qualche forma spunta per farsi sentire, delle scritte prendono vita dai colori brillanti, altre semplicemente sono scatti di solitudine e rabbia.

Mi siedo su uno dei gradini, gli scarponcini slacciati e i jeans strappati sulle ginocchia, passo una mano tra i capelli colorati e respiro forte. Non ho tempo per i pensieri. Mi alzo tornando in casa in fretta, recupero il cellulare e il computer per poi chiudermi la porta alle spalle ed entrare nella macchina dai vetri oscurati che mi condurrà senza intralci nello studio.

Fisso fuori dal finestrino, non mi abituerò mai a queste strada, all'America. E' tutto così diverso qui, le macchine scorrono al nostro fianco e abbasso la testa quando un cartellone pubblicitario mi fa tremare il cuore.

Tre giorni. Ho solo tre giorni per sistemare tutto e non so se sarò in grado di riuscirci.

“Signor Malik siamo arrivati”. Osservo l'uomo alla guida e annuisco ringraziando e uscendo velocemente dall'auto. A grandi passi raggiungo lo studio e saluto tutta la squadra. E' strano mettere piede in questo posto senza di loro, senza di lui, ma sono riuscito a superarlo in parte concentrandomi solo ed esclusivamente sulla mia musica.

Cammino davanti ad una porta chiusa e il ricordo dei nostri corpi insieme mi fa voltare la testa dall'altro lato, mi stampo in faccia un sorriso e spingo la porta della sala a me affidata e rimango lì fino a quando riesco a portare a termine tre tracce intere del mio album di debutto.

Tolgo le cuffie e allontano il microfono, mi sento soffocare, mi manca l'aria e non ne capisco il motivo. Senza dire niente esco dalla stanza percorrendo il corridoio fino al piccolo balcone.

Respiro aria pulita e mi copro il viso con le mani, che mi sta succedendo?

“Tutto bene?”

Mi volto trovando il volto preoccupato della mia manager ad osservarmi.

“Si, si va tutto bene, torno dentro e riprendiamo” dico provando a respirare a pieni polmoni.

“Vai a casa, riprendiamo domani se ti senti meglio, siamo a buon punto e hai lavorato tanto in questi mesi, puoi prendere dei giorni di riposo se ne hai bisogno” dice calma e comprensiva.

Vorrei negare e dirle che è solo colpa del fuso orario ma sento il bisogno di riposare e prendermi del tempo per fare quello che devo fare così “Grazie, mi dispiace... possiamo riprendere lunedì?” chiedo guardandola attentamente negli occhi per cogliere il suo stato d'animo.

“Certo, vai, riposati e passa un bel fine settimana” dice e sembra sincera.

Annuisco in risposta e ripercorro la strada al contrario stando al suo fianco, recupero il computer e dopo aver salutato tutti mi faccio riaccompagnare tra le mura di casa.

 

*

 

I due giorni che seguono sembrano ripetersi, sveglia, corsa mattutina intorno alla mia proprietà, doccia e colazione abbondante per immagazzinare le energie giuste per affrontare la giornata, qualche disegno sui muri di casa per liberare l'ansia, due tiri al sacco un po' per lo stesso motivo ma anche per mantenere allenate le braccia, poi pranzo cercando di evitare cibi pesanti, riposino tra le coperte e le coccole del mio cane, qualche ora seduto al pianoforte o con una chitarra in mano per scrivere e comporre qualche nuova traccia poi cena mentre sullo schermo gigante si susseguono le immagini di un film di supereroi, una birra per scacciare i pensieri e infine si torna a dormire per ripetere tutto dall'inizio nel giro di qualche ora. La costante fissa, il suo pensiero.

Mi tremano le mani, perché manca un giorno e io sono punto a capo, non sono arrivato ad una conclusione, non ho studiato le parole da dire, ho semplicemente immaginato tutti i modi catastrofici con cui potrebbe finire tutto, perché sono stato uno stronzo e fossi in lui non mi perdonerei mai.

Scorro la rubrica fino ad arrivare al suo numero e resto a fissare la fotografia che ho associato al suo profilo, passo il pollice lungo il contorno delle sue labbra chiudendo gli occhi, posso sentire la loro consistenza sulle mie, il suo profumo fresco e la testa gira per qualche secondo. Mi costringo a riaprire gli occhi mentre mi siedo a gambe incrociate sul letto della mia stanza, il sole caldo di Los Angeles a farmi compagnia. Posso farcela, devo farcela.

Appoggio il cellulare contro l'orecchio con mani tremanti e aspetto, questa volta il numero è ben visibile. Inizio a contare, uno, due, tre, quattro, cinque squilli. La paura di un rifiuto mi attanaglia il cuore e la mente, circondo le gambe sottili con un braccio tenendole strette al petto e sto per chiudere la chiamata sconfitto quando “Zayn?” sento dire ed è come se il mondo si fermasse perché il mio nome pronunciato da lui, con quel suo accento particolare e quel modo di marcare le lettere iniziali, mi scombussola come la prima volta.

 

Hello, it’s me

I was wondering if after all these years

you’d like to meet to go over everything

They say that time’s supposed to heal ya,

but I ain’t done much healing”

 

Prendo un bel respiro, devo rispondergli, questa volta non posso restare in silenzio così “Ciao” sussurro piano. Il cuore minaccia di scoppiare, tengo una mano premuta sullo sterno per cercare di calmarmi ma con scarso risultato, riparte a battere più forte di prima alla sua risposta:

“Ce ne hai messo di tempo per togliere l'anonimo”.

Spalanco la bocca e trattengo il fiato, balbetto qualcosa di incomprensibile perfino a me stesso, vorrei sentirlo ridere per la mia figuraccia e invece resta in silenzio.

“I-io io, mi dispiace... non pensavo, come...” provo a formulare una frase di senso compiuto ma questa rivelazione mi ha stravolto, è ancora in attesa, è un buon segno se non ha chiuso la chiamata, giusto?

Sta aspettando una spiegazione e io non so se sono in grado di fargli capire il mio punto di vista.

“Mi dispiace Liam” sussurro, lo sento trattenere il fiato e forse, forse ha avuto la mia stessa reazione al sentir pronunciare il suo nome dalla mia bocca, è sempre stato così, fin dall'inizio. Avevamo questo strano modo di pronunciare il nome dell'altro che ci faceva rabbrividire, ho in mente mille situazioni diverse in cui ci siamo amati continuando a chiamarci per nome.

Forse questo non è il momento di ripensare a queste cose, prendo un bel respiro e distendo le gambe sul letto prima di schiarirmi la voce “Scusa se ti chiamo solo adesso, pensavo avessi bisogno di un po' di spazio per parlare, per chiarire” dico con voce tremante.

Non risponde, scosto il cellulare per controllare ma la chiamata è ancora in corso, beh me lo merito il suo silenzio. Mi allungo e chiudo gli occhi appoggiando il telefono in bilico accanto all'orecchio sinistro, forse va bene anche così, sentirlo semplicemente respirare. La consapevolezza che potrebbe essere l'ultima volta, l'ultima chiamata mi attraversa la mente e non posso, non voglio rinunciare a lui, devo essere sincero, parlargli e scusarmi come non ho mai fatto nei mesi passati.

“Lo so che sei arrabbiato con me” dico e lo sento sospirare “Anche io sarei arrabbiato al posto tuo, ti capisco, sono partito lasciando tutto e lasciando te ma... Lee” continuo ricevendo in risposta un sospiro più pesante “...dovevo farlo, non stavo bene e lo sai anche tu, la soluzione più semplice era lasciare tutto immediatamente e lo so che dovevo parlarne con te, ma come avrei fatto a dirti addio? Non riuscivo a guardarti negli occhi per poi chiudermi tutto alle spalle, dovevo farmi sentire prima, ho combinato un sacco di casini in questi mesi ma non ce la facevo più, l'unica cosa che andava bene era la nostra relazione, mi sentivo oppresso, messo da parte e non potevo agganciarmi solo a te” ammetto sincero. Ed è la verità, sono riuscito a far passare giorni, mesi in più per paura di perderlo, per paura di non farcela ma non potevo più continuare.

“Non ti bastavo?” sussurra piano e i miei occhi si velano di lacrime, li chiudo e mi giro su un fianco rannicchiandomi e immaginando le sue braccia attorno al mio corpo.

“Tu mi basti sempre Liam” dico sincero “Ma non volevo vivere con la paura che ti avrei rinfacciato tutto tra un paio di anni, ti avrei voluto chiamare il secondo dopo aver messo piede sull'aereo ma non ce l'avrei mai fatta, mi sei mancato ogni singolo giorno e mi manchi anche adesso, ho iniziato a chiamarti per questo...” prendo una pausa e “...quando hai capito che ero io?” chiedo trattenendo il fiato.

“La prima volta” risponde dopo qualche secondo “Hai dormito accanto a me per notti intere, per anni, riconoscerei i tuoi respiri tra quelli di altri mille” aggiunge e sono costretto a mordermi un labbro per trattenere le lacrime.

“Perché non hai cambiato numero?” chiedo stringendo le lenzuola tra le mani.

“L'ho cambiato numero” ammette.

“Ma...” provo a dire ma lo sento ridacchiare “Ma ho lasciato questo, perché speravo che ti saresti fatto sentire senza anonimo e perché quelle tue chiamate mi hanno distrutto e ricompattato allo stesso tempo” dice, parla veloce, è agitato ma sincero come sempre.

“Liam...” non so bene cosa dire ma lui sorride sarcastico “L'ho capito” dice “Ho capito perché l'hai fatto, in sette mesi sono riuscito a darmi delle risposte. Ero arrabbiato, furioso con te ma ho capito cosa hai fatto e perché l'hai fatto...” aggiunge.

“Grazie” riesco a rispondere, il tono basso e le lacrime agli occhi.

“Potevi dirmelo però, potevamo ragionare insieme e non ti avrei mai costretto a rimanere se tu avessi parlato a cuore aperto, dovevi dirmi tutto senza filtri e ti avrei supportato e cazzo Zayn, mi sei mancato ogni secondo della giornata, come pensi che mi sia sentito senza di te? Ho pianto tutte le notti nella tua stupida cuccetta del tour bus perché per i primi mesi c'era ancora il tuo profumo e tu eri a Los Angeles come se nulla fosse” urla quasi prima di scoppiare a piangere e io sento il cuore frantumarsi all'idea del male che gli ho fatto provare.

 

Hello, can you hear me?

I’m in California dreaming about who we used to be

When we were younger and free

I’ve forgotten how it felt before

the world fell at our feet”

 

“Pensi io sia stato qui come se nulla fosse? Ho sognato di te, di noi costantemente, mentre dormivo e ad occhi aperti... mi addormento ancora immaginando le tue braccia intorno a me, se chiudo gli occhi posso sentire ancora le tue carezze, non è stato facile nemmeno per me Liam, per niente, mi sono dedicato a tutto il resto per tenere la mente occupata ma non ho perso una tua foto, un tuo video, un tuo tweet, non ho perso niente e ho perso tutto...” respiro a fatica anche io e i suoi singhiozzi non aiutano “...non piangere” sussurro.

“Nemmeno io mi sono perso una foto” dice qualche minuto dopo “Mi addormentavo o salivo sul palco, a seconda del fuso orario, sperando di trovare una tua nuova foto su Instagram e tu eri lì, bello come sempre eppure irraggiungibile come poche volte” continua, non capisco se ora ride o piange, ma lo immagino benissimo a fare entrambe le cose contemporaneamente. Ripercorro le sue parole nella mente e “Quindi le tue foto erano una risposta alle mie?” chiedo.

“Tutto quello che ho fatto da quando ti conosco è per te Zayn, tutto, dalle cose più stupide alle altre più serie, pensavo di avertelo già detto ma evidentemente non hai capito quanto ti amo” risponde e il mondo attorno a me si ferma per qualche minuto. Quanto ti amo. Ha usato il presente.

 

Hello from the other side

I must’ve called a thousand times

To tell you I’m sorry for everything that I’ve done”

 

“Perché ci hai messo così tanto per parlarmi?” chiede, la voce tremante “Pensavo ti fossi dimenticato di me, mi chiamavi di nascosto ma uscivi con delle ragazze dalle gambe chilometriche, anche ora, non stai uscendo con qualcuno?” chiede, il tono geloso mi fa sorridere un po' ma mi ricompongo perché non sono nella posizione giusta per fare una battuta.

“Non sono stato con nessuna di loro, mi dispiace per tutto quello che ho fatto, per averti fatto stare male e non aver avuto il coraggio di chiederti scusa prima ma togliti dalla testa che io mi sia dimenticato di te, non potrebbe succedere nemmeno se lo volessi” dico serio alzandomi dal letto e camminando a piedi scalzi verso la finestra. Guardo la città, sembra infinita e piena di vita, prendo un bel respiro e “Domani a che ora arrivi?” chiedo, mi mordo il labbro per essere stato così diretto e spero che non mi mandi a quel paese.

“Sei informato eh?” si prende gioco di me, poi sospira e “Arriviamo di notte, alle quattro, partiamo tra pochissimo... mi mandi una macchina tu a prendermi?” chiede e sento il battito accelerare perché non mancano poi così tante ore per organizzare qualcosa.

“Si certo che ti mando una macchina” dico in fretta “Grazie Liam”.

“Mi sono abituato a non averti sul palco o in studio di registrazione ma non credo mi abituerò mai a non averti nella mia vita, ho bisogno di vederti” ribatte serio e le sue parole mi fanno rabbrividire, non so se al suo posto avrei reagito allo stesso modo e quando chiudo la chiamata per lasciarlo partire tranquillo poggio la schiena contro il muro, non so cosa aspettarmi dalla sua visita, mi urlerà addosso? No, non è da Liam ma non credo che non toccheremo l'argomento. Abbiamo bisogno di chiarire tutto eppure sento quell'eccitazione bella, di quelle che provi quando sai di dover vedere la persona che ami e allora mi affretto a scendere le scale.

Arrivo in cucina e apro tutti gli sportelli, il frigo, la credenza... sono quasi vuoti e so quanto a Liam piaccia vedere tutte queste cose piene in modo da poter soddisfare le sue voglie notturne, sorrido digitando velocemente qualche numero per farmi recapitare a casa la spesa, faccio una lista approssimativa e poi concludo il messaggio con un “Prendi tutto quello che potrebbe servire” lo invio e aspetto che la mia manager contatti chi di dovere.

E' sciocco e un po' limitante non poter girare per gli scaffali di un supermercato ma ora sono felice di non doverlo farlo almeno posso dedicarmi ad altro.

Cerco di sistemare tutto, recupero tutte le riviste e le impilo accanto al televisore, piego le coperte, sistemo i cuscini, recupero i vestiti sul pavimento buttandoli nel cesto dei panni sporchi. Apro le finestre della mia stanza e cerco di cancellare le tracce della mia solitudine. Liam che è più disordinato di me ma che odia vedermi trasandato, beh a parte quando a stropicciarmi i vestiti è lui. Mi fermo ripensando ai nostri momenti di intimità, resto con un paio di jeans tra le mani al centro della stanza tornando finalmente a sorridere dopo mesi.

 

*

 

Le ore passano in fretta, riesco a fare una doccia veloce, sistemo i capelli e mi chiedo cosa ne penserà di questo nuovo colore, infilo gli occhiali da vista perché sento gli occhi bruciare leggermente a causa del sonno mancato e raggiungo la cucina. Guardo l'orologio, sono passate le tre di notte ormai e non ho nemmeno mangiato, facendo qualche calcolo sarà affamato a causa del fuso orario e io voglio passare del tempo con lui.

Sistemo la tavola con le candele profumate che ho espressamente richiesto, sistemo i due calici per il vino e posiziono la bottiglia accanto alle rose rosse. Mi sento stupido, un ragazzino, eppure Liam ama la mia parte romantica e io so di dovermi far perdonare.

Mi improvviso cuoco, provo a preparare qualcosa leggendo una ricetta su internet mentre le lancette dell'orologio mi fanno compagnia scandendo i minuti che mi separano da lui. Lascio che la carne si insaporisca con le spezie, condisco l'insalata, taglio il pane.

Strofino le mani tra loro per far andare via la farina e metto la carne in padella quando dalla videocamera vedo una macchina fermarsi davanti al cancello di ferro. Lascio scattare la serratura e Liam scende dall'auto con un borsone in spalla, fa il giro per prendere una valigia dal baule e saluta con una mano l'autista che fa retromarcia per andare via. Lo vedo fermarsi prima di entrare, alza lo sguardo verso la telecamera e sono sicuro sia consapevole che sono qui, a guardarlo. Prende un respiro prima di chiudersi il cancello alle spalle e io abbasso la fiamma per non rischiare di bruciare tutto e corro ad aprire la porta finestra. Faccio qualche passo verso l'esterno mentre lui si ferma accanto alla piscina appena mi vede. Lascia andare le borse, respira pesantemente e non mi accorgo di star facendo lo stesso fino a quando mi ritrovo stretto tra le sue braccia, non so chi dei due si sia mosso prima, è tutto confuso e offuscato. Lego le braccia attorno al suo collo mentre lui mi stringe più forte e riesco a sentire i singhiozzi di entrambi scuoterci.

“Zayn” sussurra baciandomi i capelli più volte. Si stacca da me e ci sorridiamo in imbarazzo, so che non abbiamo chiarito niente ma questo mi sembra un ottimo modo di cominciare le cose.

Vorrei solo baciarlo o magari allungarlo sui lettini bianchi accanto alla piscina e fare l'amore con lui ma devo guadagnarmi ogni singolo sguardo e sono intenzionato a farlo. Mi allungo ad afferrare una delle sue borse e “Dopo di te” dico facendolo passare. Entra in casa guardandosi attorno e sorride, l'odore del cibo gli fa chiudere gli occhi e io mi affretto a tornare in cucina, dopo aver lasciato la valigia all'ingresso, per controllare tutto.

“Mi piace questa casa” dice seguendomi, toglie la giacca appoggiandola su una delle sedie attorno al tavolo di marmo e si siede in uno dei due posti apparecchiati.

“Grazie” dico solo, controllo la cottura della carne lasciandola rosolare per qualche altro minuto nel vino.

Sento il suo sguardo addosso e mi sento nudo ed esposto, chiudo gli occhi prima di voltarmi e lo raggiungo. Apro la bottiglia di vino rosso e ne verso un po' in entrambi i bicchieri prima di passarne uno a lui e innalzare il mio per farli scontrare.

“A cosa brindiamo?” chiede guardandomi negli occhi.

Vorrei dirgli tante cose, di brindare a noi come abbiamo fatto tante volte, di brindare alla felicità, all'amore ma nessuna di queste cose mi sembra adatta, mi sembra troppo tranquillo e non vorrei oltrepassare il limite.

“Tu a cosa vuoi brindare?” chiedo cercando di salvarmi in calcio d'angolo.

Sorride prima di alzarsi e avvicinarsi a me “Io brinderei alle occasioni perse e alle seconde possibilità” dice facendo tintinnare i bicchieri. Ne beve un sorso prima di poggiarlo sul tavolo e spegnere il fuoco sotto la padella. Mi sorride e io rimango imbambolato a fissarlo, il bicchiere intatto tra le mani “Che significa?” chiedo.

Sistema il cibo nei piatti e poggia la padella nel lavabo prima di voltarsi “Significa che ho capito perché sei andato via e rispetto la tua decisione e non ho voglia di discutere, ho avuto mesi per capire e l'ho fatto, ora non mi va di litigare. Sono stato male senza di te e non come collega, come compagno ma sei stato male anche tu, ti mancavo e mi hai chiamato per mesi solo per sentire la mia voce, hai avuto il coraggio di prendere il telefono e chiedermi scusa e per me la questione è chiusa, ti ho perdonato già” dice stupendomi e io lo guardo boccheggiando.

“E' tutto qui?” chiedo, perché sono felice ma allo stesso tempo ho paura che le cose non siano sul serio chiarite.

“Non è qualcosa che ho deciso in un giorno, ti ripeto che ho scelto di perdonarti già da un paio di mesi, aspettavo una tua chiamata per fartelo sapere!” dice scrollando le spalle e io mi giro per non fargli notare le lacrime, perché al mondo non esistono più persone con il cuore grande come quello di Liam?

“Mi sei mancato Zayn e non vale la pena discutere su qualcosa che ho già compreso se questo significa sacrificare un minuto in più dei tuoi baci” sussurra stringendo le braccia attorno alla mia vita e mi sento sciocco, mi viene quasi da vomitare perché Liam mi ama con ogni parte di se stesso e io ci ho messo quasi otto mesi per chiamarlo, per chiarire.

“Urlami contro Lee, me lo merito” dico voltandomi a fronteggiarlo ma lui piega la testa di lato e sfiora la mia guancia “Dimmi qualcosa Liam” sbatto un pugno chiuso contro il suo petto facendolo indietreggiare e continuo a battere a palmi aperti sul suo sterno “Sono stato uno stronzo, arrabbiati” continuo fino a quando le sue mani non si appoggiano sulle mie braccia bloccandole.

“Zayn” sussurra piano e io scoppio a piangere aggrappandomi a lui, stringo la stoffa della sua maglia grigia tra le mani mentre il mio corpo trema tra le sue braccia.

“Non piangere Zay, ehi, sono qui... noi siamo più forti del resto, è tutto ok” sussurra fra i miei capelli ma io non riesco a smettere, mi è mancato così tanto che l'idea di aver perso del tempo con lui a causa mia, mi logora dall'interno.

“Mi dispiace così tanto Lee, non ho smesso di amarti nemmeno un secondo” dico spostandomi per guardarlo, le mani ancora arpionate ai lati della camicia che tiene aperta sopra la maglia.

“Lo so” sussurra piano e lo tiro più vicino a me per poggiare le labbra sulle sue, ritrovando ossigeno dopo mesi d'apnea. Muove la bocca sentendo il sapore salato delle mie stesse lacrime, lo stringo per paura che possa sfuggire e sorrido quando una delle sue mani finisce tra i miei capelli tirando leggermente in basso in modo che lui possa approfondire il bacio.

“Mi piaci così tanto con questo colore di capelli” confessa staccandosi per osservarmi e io sorrido dolcemente “Ho cambiato un po' look” dico scrollando le spalle.

“Me ne sono accorto, ma sei sempre il mio Zayn” dice dolcemente. Annuisco e mi asciugo gli occhi mentre Liam si mette a sedere a tavola.

“Grazie per la cena, per le candele, le rose... grazie per aver chiamato” dice piano guardandomi negli occhi e io annuisco incapace di rispondere. Mangiamo con i piedi intrecciati sotto il tavolo e le mani ad accarezzarsi e ricercarsi.

“Domani abbiamo un'intervista presto, restiamo qualche giorno e poi partiamo per il Messico” mi fa sapere e io annuisco mandando giù un boccone.

“Cosa ti hanno detto gli altri?” chiedo curioso.

Scrolla le spalle “Niente di che, non preoccuparti, non ti odiano come i media vogliono far pensare ma dovresti parlare anche con loro” dice serio e io annuisco. So che ha ragione ma mi limito ad accantonare tutto almeno per un'altra sera.

Finiamo di cenare bevendo vino e cercando di aggiornare l'altro sulla maggior parte delle cose perse, sistemo i piatti in lavastoviglie e butto giù l'ultimo sorso di vino mentre sento già il corpo rilassarsi.

“Comunque mi è piaciuto il nuovo album” dico poggiando la schiena contro il marmo.

“Si? Sono contento” dice orgoglioso e io annuisco per confermare quanto detto.

Lo guardo girare per casa, togliersi le scarpe e appoggiarle all'entrata accanto alle mie, come ho fatto a stare senza di lui?

“Che c'è?” chiede guardandomi. Poggio il bicchiere sul tavolo prima di avvicinarmi a lui e passare una mano lungo il suo petto “Lo sai cosa mi è mancato Liam?” chiedo passando le mani sotto la stoffa della camicia sfilandogliela.

“Cosa?” chiede con gli occhi già liquidi.

“Mi è mancato fare l'amore con te” dico serio “E non per questione fisica, non mi è mancato il sesso... mi è mancato unirmi a te con la mente Liam, sentirmi male a contatto con la tua pelle, mi è mancata la tua voce nell'orecchio, la tua dolcezza di quei momenti” continuo mentre lascio cadere a terra anche la mia maglia. Lo aiuto a sfilare anche la sua facendola cadere sul pavimento bianco. Lo prendo per mano spegnendo dietro di noi tutte le luci fino alla camera da letto.

“Stai dicendo che non ti è mancato fare l'amore con me in modo brusco? Qualche mese fa ti piaceva” dice facendomi ridere e io lo spingo sul letto scherzando.

Faccio cadere tutti i cuscini sul tappeto scuro e “Idiota” dico poggiando le ginocchia lungo i suoi fianchi.

“Sto scherzando” dice ribaltando le posizioni “E' mancato anche a me sentire quella sensazione di completa unione tra di noi” confessa prima di baciarmi lentamente.

Ci spogliamo a vicenda, ci sfioriamo il petto, l'addome. Ci muoviamo con estrema lentezza in modo da sentire tutto, dal semplice sfioramento di pelle al contatto più intimo.

Mi bacia il collo con estrema lentezza, lasciando una scia di baci bollenti lungo la pelle. Dentro di me immagazzino ogni sensazione, ogni emozione per custodirla gelosamente tra i miei ricordi.

Mi prepara stando attento a non farmi troppo male, muove le dita delicatamente catturando tra le labbra uno dei miei capezzoli, mi lascio andare inarcando la schiena per fargli sapere che sono pronto, che il mio corpo è ancora creta tra le sue mani. Mi bacia prima di unirsi a me con la delicatezza e la virilità che lo caratterizzano e lo rendono unico. Ci guardiamo negli occhi per tutto il tempo, con le mani unite accanto ai nostri volti e mi sento rinascere, mi sento pieno di lui.

“Mi sei mancato così tanto in questi mesi” sussurra tra i miei capelli spingendosi dentro il mio corpo, mi lascio sfuggire un gemito e mi aggrappo a lui con ogni fibra del mio essere. Lascio che sia lui a dettare il ritmo boccheggiando in cerca d'aria e godendomi i suoi tocchi esperti.

Inarco la schiena e ansimo provando a dire il suo nome mentre la sensazione di benessere e calore mi invade da capo a piedi.

Mi sorride prima di chiudere gli occhi e dare spinte ben calcolate che lo portano a riversarsi in me, lo sento dentro il corpo, dentro l'anima e butto la testa indietro rilassato e appagato.

Mi metto seduto mentre lui si sposta delicatamente, gli catturo le labbra tra le mie prima che possa dire qualsiasi altra cosa, gli mordo il mento affondando il naso tra la sua barba, strofino fino a sentirlo pizzicare e poi risalgo la mandibola piano piano fino a catturare il lobo destro tra i denti e tirare leggermente “Ti amo” sussurro passando la lingua lungo il bordo.

Lo sento rabbrividire e trattenere il fiato e non ha importanza se siamo sporchi e se dovremmo dormire, non ho intenzione di lasciarlo andare.

“Cosa hai intenzione di fare?” chiede mentre salgo a cavalcioni su di lui.

Affondo le dita tra i suoi capelli e premo le labbra sul suo collo, sopra la voglia, succhiando per farla risaltare ancora di più. Geme e approfondisco il contatto tra i nostri corpi quando le sue mani si chiudono sulle mie natiche.

“Hai presente il sesso brusco di cui parlavi prima?” riesco a dire alternando le parole a dei gemiti dovuti allo sfregare delle nostre pelli.

“Si” sussurra vittorioso e mi sposto a guardarlo prima di allargare le braccia e offrirmi a lui.

“Mi puoi prendere come preferisci ma fallo Liam, fallo perché non ne ho mai abbastanza di te” dico e lui che mi conosce bene sa che non mi espongo mai così tanto, lo vedo osservarmi con occhi attenti prima di passare un braccio dietro la mia schiena per sorreggermi e alzarsi.

“Allaccia le gambe alla mia vita” dice e io rabbrividisco per il suo tono autoritario.

Quante cose insieme sei Liam, la dolcezza e la brutalità, la delicatezza e la forza.

Si siede sul tappeto, la schiena poggiata contro il letto e non capisco cosa vuol fare fino a quando non mi fa voltare e vedo il nostro riflesso sullo specchio posto pochi metri più in là.

Mi vedo arrossire e lui poggia la testa sulla mia spalla “Guarda quanto sei bello” sussurra, sfiora il mio petto e io rimango ammaliato dalle nostre figure insieme. Fisso la sua mano scendere e accarezzarmi, butto la testa indietro quando raggiunge la mia intimità e la risveglia piano piano. Mi tiene stretto e posso sentire quanto anche lui si stia eccitando.

“Quante notti ti ho sognato e mi sono svegliato con un problema da risolvere, non c'eri e mi mancavi” dice aumentando il ritmo, quasi volesse torturarmi, ma è una tortura dolce e appagante.

Perdo il contatto con la realtà mentre mi abbandono contro di lui, sono travolto dalle emozioni e mi sento privo di forze mentre ancora una volta si fa spazio in me. Mi accarezza il viso spostandolo gentilmente da un lato in modo da avere lo specchio davanti “Guarda” sussurra gemendo.

Lo vedo contrarre i muscoli delle braccia per lo sforzo delle spinte ed è una visione così erotica che penso di non riuscire ad arrivare al minuto successivo eppure sono vivo, sono talmente vivo da provare così tante emozioni in corpo da urlare.

“Vieni per me Zay” sussurra nel mio orecchio e le sue mani, la sua voce, le sue spinte mi portano in uno stato di trance completo e urlo il suo nome ancora una volta prima di “Ti amo anche io mon amour” sentire.

Rimaniamo fermi con i respiri mozzati a guardarci, sorridiamo entrambi e “Siamo bellissimi, vero?” dice teneramente e io annuisco perché lo siamo veramente. Mi accoccolo tra le sue braccia e mi lascio riportare sul letto, copre entrambi con un lenzuolo e mi lascia poggiare la testa sul suo petto.

Mi accarezza la schiena piano e io mi lascio sfuggire un mugolio di consenso.

“Sei il solito viziato” dice alludendo alla mia voglia di ricevere coccole.

“Sei troppo bravo” ribatto facendolo ridacchiare. Mi lascia un bacio tra i capelli e “Domani mattina esco presto” dice allungandosi verso il comodino per impostare la sveglia dal mio cellulare, sorride osservando la foto di sfondo prima di aprire la fotocamera e immortalare i nostri sorrisi.

“Poi torni?” chiedo mentre imposta la foto come sfondo. Lo guardo dal basso accarezzandogli i peli sul petto e lui sorride “Non credi che otto mesi lontani siano abbastanza?”

Annuisco e mi stendo a spegnere la luce della stanza prima di accoccolarmi a lui e addormentarci abbracciati. Per la prima volta dopo mesi il mio sogno è accesso. Niente più bianco e nero, è tutto un colore con Liam accanto.

Quando mi sveglio non ho bisogno di aprire gli occhi per sapere che non è al mio fianco, sbuffo spazientito per poi sbattere più volte le palpebre e mettermi seduto. Mi lascio sfuggire un gemito di disapprovazione prima di alzarmi ancora completamente nudo e buttarmi direttamente sotto la doccia. Non perdo più tempo del necessario anche perché il mio stomaco brontola affamato, non ho nemmeno visto che ore sono. Mi insapono e sciacquo in dieci minuti prima di avvolgermi nell'accappatoio bianco e tornare a piedi scalzi in camera. Prendo il telefono dal comodino e lo sblocco trovando un messaggio “Sei ancora più bello mentre dormi, i miei ricordi non ti rendevano giustizia” mi mordo il labbro inferiore e faccio partire la chiamata sperando di non disturbarlo durante le prove.

Mi vesto in attesa di una sua risposta e recupero gli occhiali da vista per dirigermi al piano di sotto mentre il cellulare continua a suonare.

“Buongiorno raggio di sole” sento dire poco dopo dalla sua voce allegra e mi blocco in salotto mentre la luce calda del giorno invade la stanza e “Buongiorno a te tesoro” rispondo aprendo il pianoforte e sedendomi sul piccolo sgabello nero.

“Sto ancora finendo le prove e tra un po' abbiamo l'intervista, ti mando un messaggio appena finisco e ti faccio sapere quando torno, ok?” dice velocemente e “Certo, non preoccuparti” dico serio schiacciando uno dei tasti bianchi.

“A dopo Zay” sussurra piano.

“Ti amo Lee” lo saluto dolcemente.

Chiudo la chiamata e ripongo il cellulare in tasca dopo aver osservato per qualche secondo la fotografia scattata da lui ieri sera, per concentrarmi sul pianoforte, ho una melodia in testa che non mi abbandona e sono sicuro di non averla mai sentita. Provo a buttare giù qualche accordo scrivendoli su un foglio pulito del pentagramma, provo e riprovo fino a quando non sono certo che sia uguale a quella che risuona nella mia mente. Appunto qualche parola in uno scarabocchio frettoloso e suono tutto dall'inizio emozionato e veramente felice di avere una nuova base valida su cui lavorare anche se so che il merito non spetta solo a me.

Liam è e sarà sempre la nota migliore di ogni mia composizione.

 

________________________________

Nda.

Eccomi qui con una one shot nata da un momento di pazzia, perché Hello è una canzone Ziam a tutti gli effetti e non potevo non scriverci qualcosa sopra.

Volevo dare spazio alle emozioni provate da Zayn, al suo lasciarsi andare a Liam completamente e in tutti i modi possibili perché nonostante la sua partenza senza dirgli nulla, Liam gli è mancato come l'aria.

Ovviamente è tutto frutto della mia fantasia, non posso sapere come sono andati veramente i fatti (purtroppo) ma spero vi sia piaciuta leggerla, fatemi sapere cosa ne pensate, anche su twitter se volete con #HelloZiam.

Questa cosa degli hashtag mi sta sfuggendo di mano ma mi piacciono tanto *-*

Un abbraccio,

Serena.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Seekerofdreams_