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Autore: venusmarion    01/12/2015    2 recensioni
Dolore sopra dolore. Nero su nero. Killian non può sopportarlo. Le voci hanno ragione. Non da solo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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ALL tHE VOICES IN MY HEAD
 

"Can you stop it? Or should we all start preparing our souls? 'Cause mine's going to take some time." 
Once Upon a Time

 

Dapprima un bisbiglio. Uno soltanto. Lontano, isolato. Quasi un'eco. Poi un altro, in risposta. E poi un terzo. Sussurri. Sibili. Suoni disumani. Un quarto, un quinto, un sesto. Infine voci. Una sopra all'altra, indistinte, caotiche, confuse. Ma a tratti comprensibili. A tratti, lampanti. Non sei mai stato niente.

C'è un breve sollievo, nel chiudere gli occhi - strizzarli, per mandare via le voci. Ma più che un sollievo è un'illusione. Anche piuttosto sciocca. Dura così poco da fare più male del previsto. Le voci continuano, e sono nella testa - niente che la vista può tagliare fuori. Un capitano dovrebbe saperlo, come funzionano certe nenie. Il mondo è pieno di sirene. E tutte bisbigliano per condurre all'oblio. Non hai mai avuto il coraggio di fare quello che andava fatto.

Killian Jones stringe i pugni, costringendosi a riaprire gli occhi. Le dita, lì dove sono gli anelli, gli fanno quasi male tanta è la forza che mette in quella stretta. E gli ci vuole meno di un secondo per accorgersi che non è forza, ma qualcosa di molto più oscuro. Rabbia. Odio. Frustrazione. Nero su nero. Dolore sopra dolore. Non sai sopportarlo. Non da solo.

Solo. Killian arrovella tutta la lucidità che gli resta su quella parola. Dove sta? Sulla punta della sua lingua? O sono ancora le voci? 

Solo. Più che una parola è un colpo che va a segno. E la sensazione gli è nota. Killian l'ha sperimentata più volte, sulla propria pelle. Si porta addosso segni di ferite che non si rimarginano. Non con il tempo. Non se resti solo.

Emma. Un altro colpo che va a segno. E qui non c'è lucidità che tenga. Quel nome è subito ancorato al pensiero di prima: solo. Ma Killian non riesce a mettere a fuoco la propria voce, nel marasma di tutte quelle che ha in testa. Quelle due parole - Emmasolo - sono sinonimi o contrari? Sono ancore o zavorre? Sono appigli o sporgenze sulle quali scivolare, ferirsi, morire?

Ascoltaci, dicono le voci. Killian inclina la testa, senza riuscire ad evitare di pensare che le voci sono così suadenti, quando parlano all'unisono. Non sei mai stato niente. Non hai mai avuto il coraggio di fare quello che andava fatto. Non hai preso la tua rivincita. Non hai inseguito la tua vendetta. Credevi di essere migliore. Ma il dolore, non sai sopportarlo. Non da solo. 

Killian scuote la testa, come se le voci fossero il ronzio pulsante e vibrante di un insetto, semplice da mandar via, con un po' di impegno. E una voce che somiglia alla sua coscienza pare riuscire ad emergere dalle altre, e bisbiglia piano, in maniera appena udibile, ancora: Emma.

No, gridano di nuovo all'unisono le voci. NO! E le ginocchia cedono, i pugni continuano a stringere, e tutto fa male, in maniera indicibile, esagerata, dilaniante. Dolore sopra dolore. Nero su nero. Killian non può sopportarlo. Le voci hanno ragione. Non da solo. 

Ma lo è davvero, in fondo? Loro sono lì, nella sua testa. Le voci. E non possono tacere. Perché questa è l'oscurità. I mormorii, i bisbigli, i rantoli, le grida, le eco, i rimbombi, gli strepiti. Le insinuazioni. Le verità viste con gli occhi di una bugia. Le ossessioni. Ed è in mezzo a tutto questo che Killian sente la propria voce sparire, perdersi per sempre nei meandri tetri di una strada che non ha scelto. E' stata Emma, a intraprenderla per lui. Emma

Per un attimo, la consapevolezza di questo pensiero turba Killian, lasciandolo stordito. Ma le voci raccolgono in fretta le forze, e lo sostengono, come un'impalcatura, un'armatura, un appoggio che non cederà facilmente. Vendetta, bisbigliano. Rivincita, implorano. Oscurità, agognano.

  
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