Non ho scelto io di innamorarmi di lei: Kodoku. 
Con questa frase potreste pensare ad una disgrazia, o a qualcosa del genere, ma incominciare a raccontarvi così la mia storia mi fa sentire potente...okay questa osservazione me la potevo anche risparmiare.
Mi presento: mi chiamo Nico Arckman, ho sedici anni e vivo in un paesino vicino Londra, in poche parole vivo in un posto dimenticato da Dio, ma senza questa mia perenne solitudine di certo non avrei incontrato Kodoku.
Sono un ragazzo che tutti reputano strano: forse perchè leggo libri, manga, vedo serie TV e cose di questo tipo, in poche parole ho interessi totalmente diversi dai miei coetanei. 
Forse vi starete chiedendo che aspetto ho...preparatevi mentalmente perchè sono una "bellezza": ho i capelli scuri e lisci sempre raccolti in un codino, con alcune ciocche che incorniciano il  mio viso e gli occhi di uno strano colore, come se fossero color oro, o qualcosa del genere; ho il naso dritto, e la pelle molto chiara. In pratica sembro un vampiro uscito da uno squallido film horror per ragazzine. E a mio discapito amo il nero, quindi spesso indosso vestiti neri,  che accentuano questa mia stranezza.
La mia storia incomincia con una tranquilla sera d'inverno, il freddo mi pungeva malemente le pelle mentre con mani tremanti ed infreddolite indossavo il pesante pigiama di lana, dopodichè tirai dolcemente l'elastico nero che teneva alzata la mia chioma scura, facendo scivolare le ciocche  sulle mie spalle. Spostai dal mio viso una ciocca ribelle di capelli, e mi sedetti sul letto, leggendo un libro. 
I miei occhi color oro si muovevano impazienti sulle pagine, il respiro batteva su di esse, ed i capelli perfettamente lisci mi coprivano viso, lasciando intravedere le labbra leggermente carnose, in poche parole nella stanza c'era una piacevole quiete, che però venne interrotta da qualcosa che vidi sott'occhio. Con lo sguardo esaminai l'ambiente, constatando che ero solo  nella stanza. 
Pensavo di esser uscito pazzo, o che gli alieni avessero invaso silenziosamente la mia stanza, ma invece no: quella "cosa" che avevo intravisto era una sagoma nello specchio. 
Sussultai, lasciando scivolare il prezioso libro dalle mie mani, che cadde a terra. Rimasi fermo, con lo sguardo terrorizzato, a guardarla. Le si vedevano solo gli occhi, ed i capelli, evidentemente mi stava esaminando di nascosto, ma quando si accorse del mio sguardo spalancò gli occhi, facendo qualche passo indietro, le tremavano le gambe, lo vedevo.
Vedendo che non ero l'unico tonto che me la stavo facendo addosso mi alzai dal letto, avvicinandomi allo specchio; lei, vedendo ciò che stavo facendo, arretrò ancora, con lo sguardo più impaurito di prima.
"Non voglio farti del male.." sussurrai, lei cambiò espressione, e questo mi fece intuire che mi aveva sentito.
"Io mi chiamo Nico, tu?" chiesi, con tono più calmo possibile, ma purtroppo lei non mi rispose, mi fissava ancora.
Ci guardammo per interminabili minuti, in cui potetti esaminarla: aveva gli occhi grigi, i capelli blu, ed una carnagione chiara, aveva uno strano abbigliamento, tutto blu, e delle orecchie a punta, come gli elfi.
Era bella, ma il sonno stava appesantendo le mie palpebre, quindi dissi:
"Io...vado a dormire" dissi, arretrando, e recuperando il libro prima di sedermi sul letto.
"Ko-Kodoku...mi-mi chiamo...Kodoku" sussurrò.
Io sorrisi, avvicinandomi nuovamente allo specchio, 
"Hai degli occhi bellissimi, Kodoku" sussurrai. 
A questa mia affermazione lei sussultò, e le sue guance si tinsero di rosso, ed improvvisamente sparì.
 "Kodoku..." sussurrai, con un sorriso.