Spagna
era tornato a casa, dopo
due anni nelle Americhe. E il suo re voleva che partisse subito per una
nuova
spedizione, con più uomini a sua disposizione, per esplorare
i nuovi territori
e, all’occorrenza, togliere di mezzo la concorrenza. Inglesi,
francesi o portoghesi aveva poca importanza: chiunque li avesse ostacolati, andava eliminato.
Anche se ne aveva poca voglia, la Nazione spagnola doveva obbedire al
suo
sovrano. Di tempo ne aveva poco, ma Belgio sapeva perfettamente come lo
doveva
impiegare.
‘’ Parlagli ‘’ gli
intimò, severa. Quando aveva quello sguardo, era difficile
capire chi era il vero Impero.
‘’ Ma, Emma… Romano mi odia! Sono
convinto che gli farebbe molto più piacere
sapere che me ne sono andato di nuovo via.’’
‘’ Oh, Antonio… si vede che non lo
conosci bene quanto me. Ti sta aspettando in
cortile. Non sarebbe maleducato farlo aspettare di
più?’’
Alla fine, aveva ceduto. Belgio conosceva tutti i suoi punti deboli.
Era sempre
così quando si trattava dell’italiano. E stare
lontano da casa proprio mentre
stava crescendo, era la parte più dolorosa. Stava perdendo
una parte della sua
vita, e lo odiava.
‘’ Lovi… sono
tornato…’’
Gli tese la mano, aspettandosi che gliela respingesse.
D’altra parte, Romano
non si lasciava mai andare ad eclatanti dimostrazioni di affetto.
Neppure con
suo fratello Feliciano. Grande fu la sua sorpresa, quando il giovane
gli
strinse con forza la mano, le guance rosse per l’imbarazzo e
gli disse:’’ Ora
non andrai più via… vero
bastardo?’’
‘’ Como?’’
‘’ Non farmelo ripetere! Hai capito quello che ho
detto! Vuoi… vuoi andartene
via di nuovo? Vuoi lasciarmi di nuovo da solo?’’
Di fronte a quell’espressione così triste
Spagna non ebbe il coraggio di
rispondergli. Sarebbe stato troppo crudele. Si limitò a
stringere la presa e ad
avvicinare il viso al suo.
‘’ Lovinito, non importa quanti
metri ci separeranno. Io e te saremo
sempre legati. Non dimenticartelo mai, querido.’’
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