Caro Jason,
mio piccolo biondo supereroe.
Di solito non sono così sdolcinato, mi conosci bene, come sai bene che con le parole sono una frana.
Parlare è complicato, per me lo è sempre stato. Tranne per scherzare o improvvisare stupidi discorsi per alleggerire situazioni imbarazzanti.
Ammettilo, in quello ero davvero forte.
Quando però il mostro mi ha preso, mi ha abbracciato da dentro e si è impossessato del mio corpo, strisciando nel sangue e lasciando una macchia nera ovunque si fermasse, una parte di me ha smesso di vivere; la voglia di fare, la voglia di scherzare, la voglia di vivere in mezzo a tutti quelli che mi volevano bene. Si è rintanata in un angolo della testa, schiacciata da un pensiero sempre più gravoso:
"non farti vedere così, chi ti vorrebbe, tu, inutile piccola persona intrappolata per sempre in un corpo malato e condannato al niente più totale."
Sempre più grande, sempre più schiacciante.
Quando però sei venuto a trovarmi, quando ho sentito di nuovo la tua voce, quanto mi era mancata, ho sentito quel peso alleggerirsi.
E più passavi del tempo con me, più mi rendevo conto del madornale errore che avevo fatto allontanandomi da tutto e tutti.
L'ho sentito sgretolarsi quello schifo di pensiero che mi attanagliava il cervello.
Non sono mai riuscito a ringraziarti abbastanza per avermi letteralmente riportato in vita.
È stato il più grande regalo che tu mi abbia mai fatto, e sapere che non potrò mai sdebitarmi abbastanza mi fa impazzire.
Perdonami amore, sono stato un idiota. Ero davvero convinto di poter fare tutto da solo, di poter morire e abbandonare la vita che mi ero lasciato alle spalle.
Dio, quanto mi sbagliavo.
Ci è voluto il tuo sguardo azzurro come il cielo di Manhattan ad aprirmi gli occhi.
Ho sentito la barriera di silenzio che mi ero costruito intorno al cuore sgretolarsi non appena ho sentito due braccia calde e dolci stringermi forte, le tue braccia, non più quelle del mostro schifoso che occupa il mio corpo.
Il cancro può anche avermi mangiato gli organi, ormai neri come il carbone. Può impedirmi di non reggermi più in piedi. Può farmi vomitare tutto quello che mangio. Può avermi stravolto la vita, questo nessuno poteva fermarlo. Ma se c'è una cosa che non ha potuto fare, è stato strapparmi l'amore.
Sono innamorato di te, grande e grosso biondino dalle guance rosse. Ecco, l'ho detto. Lo urlerò talmente tanto forte una volta davanti alla grande distesa del Paradiso che gli angioletti lassù nel cielo dovranno tapparmi la bocca.
Ti amo Super Jason, più delle torte blu di mia madre.
Tuo

Percy

P.S. Ho nascosto questa lettera dentro la maglietta arancio del Campus per due motivi: primo, era la maglietta che indossavi al nostro primo bacio.
Secondo, anche se ti vergogni a metterla perché ti va un poco stretta, io trovo che ti stia maledettamente bene. Hai idea di quanto tu sia super sexy?
E un'altra cosa. Dí a mia madre che le voglio bene. E di portarmi qualche biscotto, quando sarò morto. La mia foto sulla lapide apprezzerà.