Storie originali > Storico
Ricorda la storia  |      
Autore: TotalEclipseOfTheHeart    04/12/2015    2 recensioni
Napoleone non è che lo spettro di ciò che era un tempo.
Un'ombra sbiadita, una fiamma spenta.
Un drago, incapace di volare.
Quando guarda dentro lo Specchio, il suo vero Io non fa che ricordargli chi era.
Chi sarebbe dovuto essere.
Un Drago.
Il Re del mondo che cinge l'universo con le sua ali immense...
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Napoleonico
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NAPOLEONE ATTRAVERSO LO SPECCHIO

È la fine.
La fiamma si è spenta.
L’imperatore è stato sconfitto, esiliato a Sant’Elena.
Napoleone, fiero e impavido come un tempo, osservava immobile lo specchio.
Indossava un prezioso soprabito con complessi disegni in oro, nero come l’inchiostro dei suoi capelli, che ingestibili e ingarbugliati gli cadevano sulla fronte ampia a spaziosa, mentre gli occhi, due fosse cioccolato, fissavano malinconiche la superficie di vetro.
Sorrise, ripensando al giorno in cui l’aveva trovato. O in cui lui si era fatto trovare, quale fosse la verità, poco importava.
L’aveva scoperto quasi per caso, durante il saccheggio di una città, nei suoi tempi di gloria. Uno specchio che, se un amante dell’arte come lui non l’avesse preso, molto probabilmente sarebbe andato perduto per sempre.
Quando lo aveva visto, tra il bottino raccolto da una delle case depredate, non era che un relitto del passato, pieno di polvere e crepe. Eppure, aveva capito subito che quel semplice oggetto nascondeva qualcosa di particolare, cosa fosse, a quel tempo non poteva certo immaginarlo.
Vi si avvicinò, quasi con cautela, sfiorandone la superficie liscia e perfetta.
Era un oggetto di mirabile bellezza. Alto quanto lui, era decorato da una complessa cornice dorata raffigurante un intrico di draghi che, avvinghiandosi tra loro in un caotico ammasso di membra e fiamme, circondava tutta la sua perfetta superficie riflettente.
Vi posò appena la mano sopra, e subito una familiare sensazione di calore gli avvolse il corpo, mentre la superficie in vetro tremolava per un istante.
Ecco, il miracolo.
Come uno specchio d’acqua, ora che era stato risvegliato dal suo sonno l’oggetto tremolava, riflettendo una versione sempre più sfocata e sbiadita della stanza in cui si trovava, fino a sparire per lasciare spazio a una figura immensa, enorme.
Il Drago giaceva fiero e composto su un fianco, contraccambiando il suo sguardo con i suoi occhi profondi quanto l’oceano.
Lo Specchio delle Anime.
Così lo chiamavano gli antichi.
Un oggetto raro e potentissimo, in grado di riflettere le vere sembianze dell’animo umano. Alcuni impazzivano, vedendo il loro vero Io. Altri dimenticavano sé stessi. Altri ancora, come lui, parevano trarre forza dalla quella nuova consapevolezza di sé, e si fortificavano di giorno in giorno.
Doveva ammetterlo, la prima volta che lo aveva visto all’opera, era rimasto talmente scioccato che la febbre lo aveva tenuto a letto per una settimana intera.
Poi però era tornato, e la visione del suo vero Io non aveva potuto non scuoterlo nel profondo.
Il Drago era una creatura immensa, le squame dorate che scintillavano di luce propria, dure come placche di metallo eppure calde e ardenti, perfettamente incastrate a formare un’armatura indistruttibile. Le corna decoravano il capo della bestia come una corona naturale, mentre i caldi occhi color lapislazzuli riflettevano tutta la voglia di vivere e vincere della creatura. E poi vi erano le ali. Magnifiche, immense, tanto grandi da parere in grado di abbracciare il mondo intero.
Ali che non potevano più volare.
La consapevolezza della sua prigionia gli cadde addosso come una doccia di acqua fredda in piena estate.
Già, perché non era più quello di un tempo.
Il mondo non si inginocchiava più ai suoi piedi.
Le sue ali non governavano più sul cosmo e sull’ordine.
Osservò malinconico Lui.
Che ne era di tutta la sua potenza? Di tutto il suo ardore? Di tutto quel fuoco che ardeva notte e giorno in quegli occhi così simili alla volta celeste a cui apparteneva?
Ormai, il Drago pareva solo l’ombra di un tempo.
Un riflesso sbiadito, sbagliato.
Le squame parevano quasi aver perso il loro splendore.
Gli occhi non brillavano più di luce propria.
Le ali giacevano inutilizzate sui fianchi.
“Forse…” tentò di dire “…potremmo abituarci. Dopotutto, è passato così poco tempo, con gli anni non ci faremmo più caso”
Gli occhi del Drago incontrarono i suoi, perforandolo da parte a parte seri e impassibili: “La libertà è il diritto dell’anima di respirare. Non raccontarti frottole, sai bene che questa condizione non fa per te” le parole del Drago lo trapassarono come una pugnalata in pieno petto, sbattendogli in faccia una verità dura e ineluttabile.
Sospirò, spostando lo sguardo fuori dalla finestra, dove gli uccelli volavano liberi, godendo di una libertà che lui non aveva più.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: TotalEclipseOfTheHeart