Ama, ama follemente, ama più che puoi. E se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente.
Non c’era luce ma non ero sicura che quello davanti a me fosse buio. No, non lo era. Oscurità. Ero nel nulla.
Una voce continuò ad echeggiare nel vuoto, ma non distinguevo quello che diceva. Provai a parlare, ma nessun suono uscì dalla mia bocca aperta. Ammesso che l’avessi aperta. Ammesso che ce l’avessi ancora.
“Ricordare, devi ricordare”
Ricordare? Io non avevo bisogno di ricordare. L’unico ricordo che avevo era lui, e questo mi bastava. Ricordo il modo in cui gli ho urlato contro di lasciarmi stare, che lo odiavo. Quanto avrei voluto tornare indietro e dire invece che lo amavo, e tanto. Ricordo l’espressione che aveva prima che me ne andassi. Aveva il cuore spezzato. Quanto avrei voluto abbracciarlo e dirgli che era tutto apposto. E invece non potevo.
Rimanevo nel nulla.
Non volevo ricordare tutto il male che gli avevo provocato. Non volevo e non lo avrei mai voluto. Sapevo che avrebbe fatto solo più male di quanto già non facesse la sua lontananza. Mossi la mano ma non c’era nessuna mano. Provai a chiudere gli occhi ma non ci riuscii, e non credo che sarebbe cambiato qualcosa.
Me la immaginavo diversa, la morte. Immaginavo qualcosa come una caduta senza fine in un baratro, o qualcosa come correre nel buio senza partenza e senza arrivo.
Ma non era così. Semplicemente ero lì, nel nulla. Impotente e immobile.
“Non vuoi conoscere la verità?”
Verità? Non volevo conoscere nessuna verità. Era lui la mia unica verità.
Mi mancava tutto di lui. Le sue braccia, il suo sorriso, le sue labbra. Mi mancava il modo in cui i suoi occhi diventavano più scuri, prima di baciarmi. Mi mancava il suo sguardo su di me, il calore che mi trasmetteva. Mi mancava il suo modo di farmi ridere anche quando ero sul punto di piangere. Mi mancava il modo in cui i suoi capelli ricci mi solleticavano le guancie. Mi mancava la profondità dei suoi occhi verdi.
Mi mancava lui.
Volevo solo riabbracciarlo. Volevo far scomparire con un bacio il piccolo solco che si formava tra le sopracciglia quando era preoccupato. Volevo baciare le sue labbra imbronciate fino a sentire le labbra intorpidite, fino a perdere ogni cognizione del tempo. Volevo solo dirgli che mi dispiaceva per tutto quello che avevo fatto. Volevo fargli capire che quello che avevo detto non lo pensavo davvero.
Ma non potevo, e chissà se mai avrei potuto..
“Ricorderai”
E sapevo che era vero. Sapevo che avrei ricordato tutto. Ma non credevo di volerlo davvero. Anzi, non lo volevo affatto.
Eppure rimasi lì, impotente, a guardare la mia vita passare davanti a me come la pellicola di un vecchio film.
Se avessi potuto sentire il mio corpo avrei giurato di star piangendo.
Lui non avrebbe mai voluto vedermi piangere.