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Autore: andreaicardi91    04/12/2015    0 recensioni
Se Dolores Umbridge fosse diventata buona? Se fosse stata un personaggio di Charles Dickens?
Genere: Avventura, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dolores Umbridge
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Dolores Jane Umbridge era sottosegretario anziano al Ministero della Magia e membro del Wizengamot, il tribunale dei maghi e delle streghe. Una donna fredda e tutta d'un pezzo, ossessionata dall'ordine e dalla disciplina. Quando non aveva udienze passava buona parte della sua giornata nel suo “roseo” ufficio situato nei sotterranei del Ministero della Magia.

Tutto era rosa in quell'angusta stanza; pareti, oggetti, soprammobili. Tutto, ad eccezione dei quadri, che ritraevano quasi esclusivamente gatti, il cui sguardo perso nel vuoto, animato da un fastidioso miagolio, rendeva terrificante quell'ambiente agli occhi dei visitatori, che erano veramente pochi.

Nelle rare volte in cui Dolores Umbridge metteva il muso fuori dal suo ufficio e la si vedeva camminare in qualche corridoio, non c'era persona che la avvicinava o che osava rivolgerle la parola. Il suo naso adunco e il suo stridulo ghigno terrorizzavano chiunque, ma la donna non sembrava preoccupata di questo, anzi, tutto ciò sembrava essere per lei una sadica forma di piacere ed un incitamento ad apparire sempre più sgradevole agli occhi altrui.

Le giornate tutte uguali. Non esistevano feste, ferie, distrazioni. Non c'era cosa che riusciva a distogliere Dolores dal suo lavoro, non c'era avvenimento o fatto che urtasse la sua sensibilità.

Le ore erano scandite dallo stridulo verso dei dolci felini che affollavano i quadri animati, tra le pareti color confetto. In un freddo ed angusto angolo in fondo alla stanza, adagiata sulla sedia di una scricchiolante scrivania, sedeva Mary Cattermole, una strega minuta che arrotondava il precario stipendio del marito Reginald, anch'esso dipendente del Ministero, prestando servizio come segretaria personale di Dolores Umbridge, in cambio di qualche moneta che la aiutava a rendere il più possibile dignitosa l'umile e povera vita dei tre figli.

Era una fredda giornata invernale, la data segnata sul calendario riportava come data il 24 dicembre l'orologio puntava le sei, segno quindi che la giornata lavorativa di Mary era terminata, e quindi poteva tornare a casa a preparare la cena al marito ed ai loro tre bambini.

«Arrivederci Signora! Le auguro un Buon Natale»

«Ci vediamo domani mattina Cattermole, puntuale come sempre!»

«... ma domani è Natale, Signora... io credevo che... »

«ehm... ehm...» dopo un acuto colpo di tosse sghignazzante, con aria seccata ed infastidita la Umbridge tuonò: «Se credeva che una festività babbana potesse essere una scusa per rimandare di un giorno il suo lavoro, si sbaglia di grosso. A domani Mary.»

Ormai al Ministero non era rimasto più nessuno, e anche per Dolores era giunta l'ora di lasciare il suo ufficio. Ma causa la stanchezza, o non si sa per quale insano motivo, la donna perse la cognizione del tempo ed il fato volle che si addormentò seduta sulla poltrona del suo ufficio sulla quale passava buona parte della sua giornata. Non era raro che ciò accadesse. Ma il suo sonno venne disturbato da un rumore infernale, non si trattava del miagolio dei gatti nei ritratti, ma era un rumore di catene che piano piano si avvicinò sempre di più fino a quando Dolores Umbridge non si svegliò di soprassalto.  

   
 
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