Film > Thor
Ricorda la storia  |      
Autore: Angel27    04/12/2015    2 recensioni
E se la storia non fosse andata come vogliono far credere? Se il nostro antagonista si fosse ribellato, mettendo fine ad un noioso circolo vizioso? Un incontro decisivo per Loki che si pone tra la fine di Avengers e l'inizio di Dark World.
È possibile ricominciare dopo tanti errori? Abbandonare i rimpianti e i dolori per aprirsi alla vita? Potrà mai Loki perdonare e perdonarsi? E può il dolore di una madre mondare l'anima nera di un figlio?
Sarà chiesto un sacrificio...e un prezzo alto dovrà essere pagato.
Dal testo: Giorno di festa ad Asgard, il popolo è in fermento e il palazzo brulica di persone, vi è grande gioia, oggi avverrà l'incoronazione dell'erede tanto attesa.
Tutto è pronto i drappelli rossi ornano la sala del trono, tutta la navata centrale è percorsa da un tappeto rosso fiammeggiante.
A passi lenti e decisi l'erede brucia la distanza che lo separa dal trono, accompagnato dalle grida di gioia e gli applausi dei presenti.
Salì gli ultimi scalini stringendo il Mjolnir e, una volta raggiunto il trono, si voltò verso la folla alzando il martello scatenando così applausi e osanna dei sudditi.
"Loki! Loki!" Inneggiarono tutti insieme.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frigga, Loki, Odino, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
E’ partita come una sensazione
Che poi è cresciuta diventando una speranza
Che poi si è trasformato in un pensiero silenzioso
Che poi si è trasformato in una parola silenziosa

E poi quella parola è diventata sempre più forte
Fino a diventare un grido di battaglia
Tornerò Quando mi chiamerai
Non c'è bisogno di dirsi addio"


Odiava Midgard con tutto il suo essere , quel mondo di selvaggi rivoluzionari non l'aveva accettato come re ed ora marciava in catene verso la sala del trono.
Thor l'aveva accompagnato, poteva chiaramente sentire la presenza del biondo alle sue spalle, digrignò i denti furioso. Cosa voleva ancora? Non aveva già fatto abbastanza? Gli anni dell'infanzia rubati dalle cattiverie di suo fratello e dei quattro guerrieri, l'adolescenza tormentata dalle più logoranti umiliazioni ed infine l'incoronazione del dio del tuono che aveva sotterrato la sua autostima nell'Hell.
"Cosa c'è fratello? Desideri condurmi al patibolo per uccidermi dinanzi Odino in persona?" lo schernì con tetro sarcasmo.
"Non ho mai desiderato la tua morte, Loki." rispose ammonendolo con lo sguardo.
"Oh non essere banale Thor, io e te sappiamo la verità. Ricordi? Mentire è il mio mestiere non il tuo." concluse voltandosi di sbieco ghignando.
Nell’incrociare il suo sguardo, il dio del tuono sentì una morsa allo stomaco. Lesse sul viso del fratello profonda angoscia e solitudine che in pochi istanti contagiò anche lui.
Pensò alla solitudine che l'opprimeva, alla delusione per essere stato ingannato dalla sua stessa famiglia ed ora veniva accusato da colui che un tempo chiamava "padre".
Non si chiese se fosse o meno opera del seidr, Loki non era solito mostrare la sua debolezza, e nonostante tutto credeva ancora in quel legame speciale che hanno i fratelli, e si sa che un fratello vede ciò che altri non possono.
Capì solo in quel momento, o forse si arrese finalmente alla realtà, che qualcosa si era spezzato da tempo in Loki e niente e nessuno avrebbe potuto porvi rimedio.
Tanto era preso da quei pensieri che non si accorse di Loki già ai piedi del trono dorato di Odino.
"Davvero non comprendi la gravità delle tue azioni?" ruggì il padre degli dei.
Loki sogghignò fintamente ingenuo, scoccando una fugace occhiata alla regina.
"Un umano in più uno in meno, che differenza fa tanto moriranno ugualmente. Ho solo anticipato una fine già decisa." continuò deciso nella sua impertinenza, tentando di celare il vortice di emozioni che lo logorava agli occhi della regina.
"Anche noi moriremo Loki, non siamo immortali." padre di tutto stava chiaramente perdendo la pazienza, parlare con Loki era come discutere con un bambino capriccioso…inutile.
"Devo annotare un'altra menzogna alla mia lista dunque. Peccato che qui non ci siano testimoni, immaginate lo scandalo e le rivoluzioni?" lo beffeggiò ancora soddisfatto nell'aver passato il limite.
"Adesso basta!-tuonò il re scattando in piedi adirato-Sarai rinchiuso nelle prigioni fino alla fine di Asgard." decretò fissando il suo occhio sul dio delle malefatte.
"E Thor, incoronerete quello zotico re?" chiese disgustato.
"Thor ristabilirà la pace nei nove regni...e poi si, diventerà re." rispose osservandolo con sufficienza.
"Era un mio diritto!" sputò velenoso, e Frigga lesse la disperazione che si celava dietro quel grido.
"Il tuo diritto di nascita era morire da bambino tra lande di ghiaccio!" ruggì il sovrano con tanta veemenza e cattiveria che Loki sentì le lacrime bruciare gli occhi, ma non pianse...non davanti a lui.
"Portatelo via" ordinò poi il re prendendo un profondo respiro e lasciandosi cadere pesantemente sul trono.
Si odiava per ciò che aveva fatto, ma non poteva e non voleva abbandonare alla follia Loki, suo figlio. Un bambino che, nonostante le sue origini, aveva cresciuto come suo e che ora desiderava stringere a sé, come quando l’aveva trovato su Jotunheim.
Non era mai stato un sentimentalista, ma amava i suoi figli più di ogni altra cosa e vedere Loki preda della follia lo feriva terribilmente.


"Dunque è questa la sorte che gli spetta?" Frigga entrò nelle sue stanze decisa a porre fine alla sofferenza del figlio.
"È un traditore." rispose semplicemente Odino osservando il sole che con i suoi ultimi raggi illuminava la città d'oro.
"È tuo figlio!" gridò la regina.
"Ti sbagli, Frigga, non è mai stato nostro figlio!" tuonò,  era al limite non poteva tollerare altre discussioni.
"Sei tu che non riesci a comprendere. C'ero quel giorno su Jotunheim, il ricordo è ancora vivo nel mio cuore. Lo accolsi come fosse cresciuto nel mio grembo, l'ho amato esattamente come Thor, gli ho insegnato ad essere un principe di Asgard...ma come te non gli ho mai detto la verità. Porto sulle mie spalle il peso di aver cresciuto un figlio negli inganni! Guarda a cosa ha portato il nostro orgoglio! Allora chi di noi è più bugiardo? Non importa perché, una menzogna è sempre una menzogna, lui ha chiesto solo la verità ..." concluse uscendo in fretta dalla stanza preda del senso di colpa e lasciando il re solo con i suoi rimorsi.

Giorno di festa ad Asgard, il popolo è in fermento, il palazzo brulica di persone è giunto il giorno tanto atteso, l'incoronazione dell'erede.
Tutto è pronto drappelli porpora ed oro ornano la sala del trono, tutta la navata centrale è percorsa da un tappeto rosso fiammeggiante.
A passi lenti e decisi l'erede brucia la distanza che lo separa dal trono, accompagnato dalle grida di gioia e gli applausi dei presenti.
Salì gli ultimi scalini stringendo il Mjolnir e, una volta raggiunto il trono, si voltò verso la folla alzando il martello scatenando così applausi e osanna dei sudditi.
"Loki! Loki!" Inneggiarono tutti insieme.

"Ancora non abbandoni le tue manie di grandezza figlio mio?" fu un attimo e tutto svanì.
Loki si voltò lentamente verso la sua disturbatrice.
"Non mi sono rimaste che quelle." sibilò velenoso.
"Sei tu che l'hai voluto Loki." rispose severa e il dio trovò che avesse ragione almeno in parte.
"Perché siete qui?" chiese poi, il tono era gelido, tagliente ma non destinato a ferire.
"Sono preoccupata per te." rispose la regina con dolcezza.
"Ma davvero? E Thor? Oh certamente starà piangendo disperandosi per la mia sorte, mentre Odino lo consola...patetico." continuò disgustato.
"Se avessi ascoltato la ragione, invece di agire come un folle preda di malsani desideri certamente non saresti qui!" lo riprese Frigga.
"Mi avete mentito..." sussurrò e la regina lesse in quelle tre parole l'ira che lo logorava.
"Io e tuo padre..." Loki perse la pazienza, lui che mai alzava il tono della voce se non quando portato all'esasperazione, ora aveva deciso di liberarsi di quei tormenti.
"Non è mio padre! Non lo è mai stato! Mi ha mentito! Mi ha usato come merce di scambio, riempiendo la mia mente di illusioni, di sogni e infrangendoli, poi, uno ad uno davanti ai miei occhi. Ha sempre ignorato i miei tormenti, i dolori, i pianti, mai una volta ha fermato chi mi feriva ed ora capisco il perché...ha atteso il momento adatto per trafiggermi lui stesso, lasciando scoperta la più dolorosa delle ferite! Ho preso a vagare come un disperato per l'universo, annientando il mio onore e il mio essere, sono sceso a vili patti vendendo la mia vita a un mostro. Ogni vita che ho mietuto è un fantasma che mi tormenta e non posso liberarmene, sento le loro voci che mi chiamano, ogni volta che chiudo gli occhi li vedo e provo un disgusto tale da sentire lo stomaco stretto da una morsa ferrea. E allora come osate chiamare me traditore? Come potete accusarmi? Voi avete voluto il mostro!" gridò con tutto il fiato che possedeva, tutta la rabbia e la frustrazione che lo perseguitavano giorno e notte.
Frigga sentiva le lacrime bagnarle le gote conosceva i tormenti che gravavano sul cuore del dio, ma sentirli prendere vita sulle sue labbra era straziante.
Loki cadde in ginocchio stremato, le lacrime che per troppo tempo aveva imprigionato scesero brucianti e prepotenti scavando solchi sul viso stanco e provato.
Frigga s’inginocchiò accanto al figlio stringendolo tra le sue braccia e Loki, che fino a quel momento aveva creduto di stare parlando con un’illusione, la strinse a sè spasmodicamente, come quando era bambino e si andava a rintanare tra le sue braccia.
"Madre-sospirò-uccidetemi..." concluse porgendole uno dei suoi pugnali.
Frigga rabbrividì, era davvero arrivato a quel punto? Loki, che da piccolo aveva tanti sogni e tanta voglia di vivere era arrivato a chiedere a lei di porre fine alla sua vita.
"No..."rispose in un sussurro, lui le strinse il manico del pugnale tra le mani puntandolo all'altezza del cuore
"Madre, sapete benissimo che sono una minaccia per la pace e i nove regni, non sarò mai come Thor e mai recupererò una lucidità tale che mi permetta di costruirmi una vita nuova. Ora è il mio turno." le rispose baciandole la guancia.
Poi fu un attimo la strinse a sè e il pugnale compì il suo dovere lacerandogli il cuore in un istante.
"Tornerò quando mi chiamerai..." sussurrò, l'ultima cosa che vide fu Frigga che gridava aiuto stringendolo a lei.
Mentre l’anima abbandonava il corpo, pensò a quanto fosse dolce quel dolore e a quanto il sapore del suo stesso sangue non lo disgustasse affatto.
Frigga gridava, incurante del sangue che macchiava l'abito color cielo e la pelle candida. Continuò a stringere il figlio urlando il suo nome, macchiandosi di sangue impuro, le guardie dopo pochi attimi di esitazione accorsero ad aiutare la regina...ma era troppo tardi.


"Morte, Morte!
Vieni Morte, fammi compagnia..

E' finita, Morte vieni!
Questa volta è la volta mia!

Quest'uomo che ti chiama,
Che si è creduto Dio
Lo hai visto cento volte
ma non così..
Eppure sono io!

"Loki..." una voce risvegliò il suo animo assopito.

Un uomo niente,
Un uomo disperato,
Niente, io!
Che annega dentro al fango
Quanto fango ho seminato!
Che si credeva re potente, Dio!
Ed era... ed era..
ed era niente!
Quello lì ero io, pazzo di potere
Che ammazza, strazia e schiaccia
Che pensa di godere
E vive disgraziato
Un uomo niente
Un uomo disperato!

"Ti aspettavo." era una donna dai lunghi capelli corvini e gli occhi color smeraldo, avvolta in una veste color latte.

Un uomo niente
Un uomo disperato
Un niente, io!
Vieni Morte! Sii leggera, fammi compagnia
Quante volte ti ho chiamato contro gli altri
Ed ora sono io..
Che ti sto pregando..
Prendimi per mano, portami lontano
Io lo so perchè
Ora so perchè
Portami con te!

"Era giunto il momento, madre, dopo tanto cercare finalmente la pace" disse abbracciando la donna.
"Lei cercherà di salvarti...ha la gemma dell'anima" rispose.
"Lo so." continuò.

Morte, Morte!
Vieni Morte
Vieni Morte, vieni!
Vieni morte! Sii leggera fammi compagnia
Quante volte ti ho chiamato contro gli altri
Ed ora sono io..
Che ti sto pregando..
Prendimi per mano e portami lontano
Io lo so perchè
Ora so perchè
Ora morte vieni!
Ora portami con te!"

"Non è un addio." sospirò, mentre la voce di Frigga tornava prepotente alle sue orecchie.


SETTE ANNI DOPO

"Mamma! Mamma!" una voce melodiosa riscosse la regina dai suoi pensieri.
"Cosa c'è tesoro?" chiese la donna sorridendo amabile.
"Guarda cosa so fare!" Il piccolo schiuse le mani creando mille farfalle variopinte.
"Tesoro ma è bellissimo! Che ne dici vogliamo farlo vedere a tuo padre?" disse compiaciuta dalla bravura crescente del figlio.
"Dici che gli piacerà?" chiese dubbioso.
"Ne sono certa piccolo mio." rispose sicura e il piccolo in pochi istanti raggiunse correndo la sala del trono.
"Padre! Oggi ho appreso una nuova magia." disse leggermente titubante scrutando con attenzione l'occhio buono del padre e la sua espressione impassibile.
"Mostramela dunque." lo incitò.
Dopo avergli mostrato la medesima illusione si affrettò ad aggiungere.
"Mi sono anche allenato con Sif, mi ha insegnato a far volteggiare la lancia per poi colpire il bersaglio in pieno centro... e padre ci sono riuscito!" raccontò con enfasi.
Odino sorrise intenerito, si alzò dal suo scranno e si avvicinò a piccolo che ora lo guardava stupito.
"Figlio mio qualunque sia la tua passione-disse prendendolo in braccio- sappi che sempre mi renderai fiero se la saprai utilizzare a fin di bene. " concluse.
Loki lasciò un fugace bacio sulla guancia del padre promettendogli di seguire i suoi consigli e in quel preciso istante le porte della sala del trono si aprirono lasciando entrare il possente dio del tuono.
"Fratellone!" gridò il piccolo correndogli incontro e saldandogli letteralmente addosso.
"Ehi piccola peste!" lo vezzeggiò il dio stringendolo in un abbraccio stritolatore.
"Sei tornato! Lo sai che Sif mi ha insegnato a usare la lancia e l'arco, la spada è ancora troppo pesante per me, ma la mamma in compenso mi ha insegnato a creare piccole illusioni." concluse mentre Thor lo sorreggeva tra le braccia.
"Ma quanto è in gamba il mio fratellino! Ti lascio solo un mese e già hai imparato tutte queste cose? Dopo voglio vedere tutto ciò che hai imparato. Ora devo parlare di cose noiose con nostro padre." concluse facendogli l'occhiolino e mettendolo giù.
Loki sorrise congedandosi accompagnato da una delle ancelle di Frigga.
Quando le porte furono nuovamente chiuse, Thor tornò serio.
"Era oggi vero?" chiese.
"Si" rispose il re scuro in volto.
"Madre come sta? Continua ad avere visioni?"continuò preoccupato.
"Ahimè è così. Sorride e gioca con Loki, ma non appena è sola il suo volto viene sfigurato dal dolore. Non mi perdonerà mai Thor e mai perdonerò me stesso. Una bugia ha avuto il potere di portare via Loki...una stupida bugia." disse massaggiandosi le tempie sfinito.
"Ma è come se fosse qui...la sua anima è qui… in questo bambino, in mio fratello e tuo figlio." intervenne il dio.
"Lui sa,-disse poi-abbiamo deciso di raccontargli la storia di Loki, gli abbiamo spiegato che lui è la sua reincarnazione. Non volevamo commettere lo stesso errore." spiegò, Thor attese ansioso che continuasse.
"Ha accettato la cosa senza particolari problemi, ci ha sorriso dicendo "grazie", grazie per aver avuto il coraggio di dire la verità capisci? Io che per tanto l'ho osteggiato e rimproverato, sarebbe bastato così poco per impedire tutto ciò che poi è accaduto." concluse trattenendo una lacrima.
"Padre, lui sarebbe felice di vedere il suo erede crescere come avrebbe voluto lui stesso. Tutti noi portiamo dei rimorsi, ma ora potremo rimediare e amare questo figlio e fratello come si merita e più di quanto merita." concluse poggiando una mano sulla spalla del padre.


"Figlio mio...sono passati sette anni. Avrà mai fine il mio tormento?" Frigga, stringendo l'elmo del figlio, prese a singhiozzare era ancora vivo nel suo cuore il dolore per la morte del dio.
Si trovava nel giardino del palazzo, il luogo dove lei e Loki passavano il tempo, discorrendo di libri e magia.
"Madre, il vostro tormento può avere fine. Io vivo in questa nuova vita finalmente sereno, imparando l'amore… ora è giunto il momento di dirci addio. Non si può vivere nel presente guardando al passato, madre lasciatemi andare..." la voce di Loki era soave, angelica, non vi era più rabbia o dolore solo serenità.
Frigga sorrise guardò l'ultima volta il viso di suo figlio, ora sereno, e lo lasciò andare...lo vide svanire in un fascio di luce e quando fu sola sorrise nel sentire la voce di Loki che la chiamava.
"Madre! State bene?" chiese preoccupato vedendo il volto della madre rigato dalle lacrime.
"Certo piccolo mio,-si affrettò a dire asciugando il volto-guarda questo era di tuo fratello." disse sorridendo dolcemente e Loki senza chiedere capì che non si riferiva a Thor.
"Mi ha chiesto di dartelo prima di andare via." concluse porgendogli l'elmo che il piccolo prese sorridente.
"Doveva essere proprio bello mio fratello." disse rigirandosi l'oggetto tra le manine.
"Tu gli somigli molto." rispose Frigga sorridendo, Loki a quell'affermazione sorrise compiaciuto, era felice di essere simile a quell'uomo che la regina tanto amava e allo stesso tempo di poter seguire l'esempio di Thor.
"Ora andiamo si sta facendo tardi." detto ciò lo prese per mano tornando al palazzo finalmente serena.

Da qualche parte nel Valhalla due occhi smeraldini osservavano la scena felici mentre un sorriso dipingeva il volto albino del principe di Asgard.
"Siamo tornati all’'inizio. È solo una sensazione e nessuno la conosce ancora
Ma solo perché non possono sentirla anche loro, non significa che tu debba dimenticare. Ora scegli una stella e segui la luce..."

NDA
Ciao a tutti!
Come state?
Insomma che ne dite? Troppo triste? Serve qualche chiarimento?
Probabilmente si, anche se ho cercato di rendere tutto il più comprensibile possibile.
Ho voluto insistere sul binomio Frigga-Loki non penso sia data molta giustizia al rapporto che il dio ha con la regina.
Ho provato a riprodurre forse in chiave troppo malinconica un possibile finale "sereno" ovvero un modo per Loki di riscattarsi e un modo per Frigga e Odino di rimediare alla bugia che ha causato tanti disastri. Insomma io sotto tutti gli inganni di Loki vedo un'anima che grida aiuto e come non potrebbe essere così?
La brama di potere è solo una scusa per nascondere la delusione che per orgoglio ha tenuto nel cuore fino a quel momento.
Ok la smetto con spiegazioni altrimenti qui ci viene la pressione bassa a tutti e poi dobbiamo mangiare chili di cioccolato piangendo sul divano con canzoni tristi in sottofondo. XD
Sarebbe fantastico sapere cosa ne pensate, accetto di buon grado consigli vi prego solo di usare un po' di tatto. 
vorrei precisare che i testi delle due canzoni appartengono a Regina Spektor intitolata “The Call”  e al musical Promessi sposi opera moderna intitolata “Un uomo niente”. In più la scena di Loki che viene incoronato è una clip extra in Thor the dark world. ;)
Un abbraccio
Angel27
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Thor / Vai alla pagina dell'autore: Angel27