Giselle osservava i piedi delle sue compagne.
Su e giù, su e giù.
Lo facevano senza dire niente: era una cosa automatica. Così come lo era per lei muovere le braccia su e giù, tenendo i piedi fissi su quella sedia a rotelle.
Erano tutte delle splendide bambine di all'incirca nove anni, le compagne di Giselle, fasciate dal loro Tutù rosa e dallo Chignon alto.
Erano tutte uguali, pensava Giselle, come se fossero state fotocopiate... Eppure, alcuni sguardi, alcune risatine delle compagne, avevano suscitato nella piccola un senso di diversità; come se lei sbagliasse a fare ciò che faceva.
Il perché di questo Giselle non lo capiva: la danza era libertà, per lei, la musica, doveva scorrere nelle vene per poi potersi muovere: nessuno poteva dirle che fare o come fare. Erano le note a dover guidare ogni movimento. Ma quella sala della palestra era gremita di pregiudizi, forse anche dettati dalla giovane età delle ballerine; ma era davvero una scusa plausibile, quella? In fondo, Giselle ballava per passione, la stessa che avevano le altre; ella lo faceva a modo suo, con i suoi movimenti... E in fin dei conti, Gieselle si vedeva proprio come le bambine disperse nella sala che si esercitavano per conto loro; anche lei si sentiva parte di quel qualcosa che si era creato in palestra ed era contenta, per questo a non le importava degli sguardi curiosi e divertiti delle sue compagne, lei si stava divertendo a muoversi grazie alla sua sedia a rotelle, perché lo aveva sentito fin dentro le vene quel richiamo: la musica le stava dicendo cosa fare. E Giselle l'aveva ascoltata, l'aveva capita. Così lei continuava a ballare come poteva, sentendosi libera e soddisfatta di se stessa... Era ciò che voleva fare e lo stava facendo; inutili sarebbero stati i rimproveri e gli sguardi delle compagne: lei era una piccola ballerina che voleva sentirsi un tutt'uno con la musica, il resto non le interessava perché, a prescindere da tutto, lei era parte di un qualcosa di grande, grandissimo: la passione, pura e sconfinata, che non conosce diversità e che accomunava tutte le bambine in quella grande sala.
Note dell'Autrice:
Tre aggiornamenti in una sola sera... Secondo me è la febbre. Ahahaha,
Non odiatemi :3