L’uomo,
comodamente seduto in poltrona, fece scorrere un’occhiata d’approvazione
attorno a sé.
Bien, tutto era perfettamente in
ordine. Il suo sguardo indugiò lungo i due divanetti di pelle accanto,
approvando la perfetta geometria che scaturiva da essi,
proseguendo poi sugli scaffali di vetro lucidati perfettamente e senza un solo
granello di polvere. Con un sospiro di compiacimento tornò a fissare il fuoco
che scoppiettava nel camino davanti a lui. Si prospettava proprio una bella
serata! Tra poco il suo caro amico sarebbe arrivato, non appena avesse finito
di cenare con…bah, non ricordava esattamente il nome,
ma sicuramente si trattava di qualche aristocratica o cosiddetta aristocratica,
appartenente al gran mondo londinese. Quanto a lui, era da circa un’ora riuscito a congedarsi dalla sua ospite, lady Willard, adducendo
come pretesto qualche misterioso
malessere. Era stato costretto a fuggire, perché la donna, nel corso della
cena, aveva accennato ai suoi ultimi grandi successi, e un paio degli invitati
avevano preso a fissarlo con troppo interesse per i suoi gusti. Meglio andarsene, prima di ritrovarsi a dover gestire casi come
cagnolini smarriti o portasigarette perduti. Ultimamente, sembrava che i
suoi clienti non facessero altro che proporgli casi di nessuna
importanza per un detective del suo livello, oppure anche quelli che
aveva accettato e che lo avevano incuriosito si erano rivelati di una facilità
disarmante. Ma non esistevano più i grandi furti o
delitti complicati, messi in scena in maniera grandiosa, da geni criminali,
quelli che davano sale alla vita. Sospirò sconsolato. Forse lui era
semplicemente troppo intelligente per la maggior parte dei comuni delinquenti.
I suoi pensieri vennero interrotti da una sonora
scampanellata, e pochi secondi dopo un uomo entrò nell’appartamento:
-Felice
di rivedervi, Poirot!-
-cher Hastings, che piacere! Sono contento
che vi siate precipitato qui, ma non era affatto il
caso di correre.-
-Come
sapete che ho corso?-
-perché il collo del vostro soprabito è completamente fuori
posto.
Non dà l’impressione di ordine che dovrebbe, vi fa
apparire come un uomo trascurato-
-No!
Non vi è ancora passata questa mania per l’ordine?-
-Mon amie,
quante volte devo ripetervi che non si tratta affatto
di una mania, per nulla. Ma tenere ordine e metodo in tutte le proprie azioni è l’unico modo per far sì che questi regnino anche nel
nostro cervello, e…-
-Si,
Poirot, avete ragione, ma a volte siete
veramente seccante! Piuttosto, chiedetemi chi ho incontrato stasera a
cena.-
-Non
saprei, ma sono propenso a credere che la persona in questione sia di sesso femminile-
-In effetti si. Ma miss Pace è veramente una donna
straordinaria, e pensare che ha perso il marito da
poco…è ammirevole come sopporti il dolore!-
-Sempre
che ne abbia, di dolore-
-Poirot! Cosa vorreste insinuare?!-
-Nulla,
nulla…andate pure avanti con la vostra descrizione-
-Beh,
dicevo, è anche veramente intelligente. Abbiamo conversato un poco, stasera, e
alcune sue affermazioni sono state veramente
illuminanti. Mi hanno dato da riflettere.-
-E
fisicamente com’è, questa signorina? Attraente?- domandò l’altro, ansioso di
scoprire il motivo di tanto interesse da parte dell’amico.
-Ehm…-esitò
l’altro, arrossendo-si, molto. Deve essere circa sui venticinque anni, occhi
azzurri, capelli color oro con bellissime sfumature rossastre…ehm, credo sia tutto-
- è
affascinante il modo in cui descrivete le persone, cher Hastings.
Anche se dovrete ammettere che, quando si tratta di signore,
site molto indulgente con queste.- Hastings
fissò l’amico, cercando di capire se la frase era ironica, ma venne distratto
da una seconda scampanellata alla porta. Poirot fece
cenno d’alzarsi, ma l’altro lo precedette:-No, no,
lasciate fare a me-. Nel vano della porta apparve un fattorino. Poirot riuscì a vedere, per quello che glielo permetteva
l’ostacolo delle spalle di Hastings, che il ragazzo
era decisamente divertito e anche un po’ sconcertato
da qualcosa, che l’altro stava fissando, ma non riuscì a capire quale fosse
l’oggetto del loro interesse. Dopo qualche secondo di parlottio, il fattorino
ricevette la dovuta mancia e fu congedato.
-Allora?
Di che si tratta-
Hastings stava tornando lentamente al divanetto fissando qualcosa che
teneva tra le mani.
-è
una lettera, indirizzata a me. Il ragazzo, sapendo che ero qui, e poiché
dall’aspetto sembrava urgente, ha ritenuto opportuno consegnarmela in gran fretta-
-Sembrava
urgente? Perché?-
Il
destinatario la mostrò, e Poirot dovette fare uno
sforzo per non scoppiare a ridere. La lettera era TUTTA coperta di francobolli,
a parte un minuscolo spazio sul davanti dove qualcuno aveva vergato l’indirizzo
con una scrittura molto piccola.
-Di
sicuro ha messo abbastanza francobolli- scherzò l’investigatore.L’altro annuì distrattamente, aprendo la lettera . Pochi minuti dopo, assunse un’aria completamente
sbalordita.
-Di che si tratta?-
-è una lettera di…sono alcuni miei parenti alla lontana, cugini di secondo
grado di mio padre. Giusto, non avete mai conosciuto mio padre. Era ragioniere.
Non aveva più rapporti con la famiglia da molto tempo, ma non ne conosco il motivo. L’unica volta che osai chiederglielo, mi
rispose enigmatico che era meglio così, meglio evitare di frequentare gente
strana, ma non capisco in che senso.-
-E…se
no sono indiscreto, cosa vogliono da lei, dopo tutto
questo tempo?-
-Loro…manderanno
da me la figlia minore, per circa un mese, per riallacciare i rapporti.- Lesse Hastings dal foglio che aveva estratto
dalla busta.
-Come,
senza neppure chiedere il permesso?-
-No,
chiedono una sorta di permesso, ma non indicano l’indirizzo a cui io potrei
rispondere, quindi in pratica non ho altra scelta. E…arriverà
stasera! Tra dieci minuti!-
L’uomo
era sconvolto. Ciò andava contro tutti i principi dell’etichetta inglese. Non ci
si comporta in questo modo! L’amico invece, essendo straniero, era più libero,
e in quel momento rideva sotto i baffi osservando il suo sconvolgimento. Prese
il foglio che era stato abbandonato sul tavolino di mogano e lo lesse.
Caro
Harold, non ci siamo mai visti. Permettimi di
presentarmi. Sono la cugina di secondo grado di tuo padre, William. Penso che
lui ti abbia parlato di noi, anche se ho l’impressione che non nutrisse una
grande stima della mia famiglia. Sarebbe bello però che dopo tutto questo tempo
riallacciassimo i nostri rapporti. Per ciò, spero che
ci permetterai di mandare da te mia figlia minore, Ginevra. È veramente una
ragazzina educata, e sono certa che non ti disturberà affatto;
inoltre, è molto più sveglia dei suoi 15 anni. Lei ha sempre desiderato
conoscere la vita di Londra. Ringraziandoti ancora per la tua disponibilità
Molly Weasley
PS- Arriverà alle 11 pm del giorno 15
luglio.
Ed ecco la mia prima fanfic!!! Spero di essermela cavata degnamente. Mi raccomando,
aspetto commenti!!!