Fumetti/Cartoni americani > X-men
Segui la storia  |       
Autore: Kia_do87    03/03/2009    7 recensioni
Sono passati tre anni dalla morte del professor Xavier, di Jean e di Ciclope e Wolverine decide di tornare alla Xavier's School per rivedere la facce amiche che aveva abbandonato senza una spiegazione dopo la tragedia. Ad accompagnarlo c'è un nuovo mutante: Gambit che Wolverine intende presentare ai suoi vecchi amici nella speranza che possano aiutarlo come hanno fatto con lui tempo prima. Nuove amicizie, amori e relazioni vi attendono in questa nuova avventura.
Genere: Drammatico, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa storia è ispirata ai tre film sugli X-men ed ai relativi avvenimenti quindi personaggi come Jean Gray, il professore Charles Xavier e Ciclope non saranno presenti se non in ricordi. L'idea mi è venuta vedendo il trailer del nuovo film "X-men le origini: Wolverine", ovviamente tutta la storia è frutto della mia fantasia e nessun personaggio mi appartiene. Gradirei ricevere qualche commento per sapere che ne pensate. Grazie a tutti!


Disillusion road





CAPITOLO 1



Gambit POV


"Remy" Una voce, una donna … qualcuno mi sta chiamando, ma io non la vedo, non vedo nulla … è tutto buio, tremendamente buio … buio … buio!
Mi sveglio improvvisamente facendo un salto non indifferente sul sedile, mi guardo attorno, il panorama fuori dal finestrino non è cambiato rispetto all'ultima volta che ci ho buttato l'occhio: montagne, montagne e montagne oltre alla strada dritta e apparentemente infinita che stiamo percorrendo ormai da più di due giorni. Mi passo il braccio destro sulla fronte asciugando il sudore mentre il respiro riprende il ritmo normale. Sbatto ripetutamente le palpebre per assicurarmi di essere sveglio, infine mi decido ad abbassare un po' il finestrino, chissà che l'aria fresca di montagna non mi faccia bene.
"Un altro incubo, ragazzino?".
Ed ecco che il mio simpaticissimo compagno di viaggio ha sentito il bisogno, o meglio, la necessità di ricordarmi della sua immancabile presenza. Non fraintendiamo, voglio molto bene a Logan, ma tra noi funziona un po' così, amiamo tirarci frecciatine a vicenda o prenderci bonariamente per il culo, fa parte del nostro rapporto e forse è per questo che tutto sommato non stiamo poi così male insieme.
"Affatto" rispondo con spavalderia, entrambi sappiamo che è una balla ma di solito Wolverine rispetta la mia privacy, a nessuno dei due piace rivangare il passato ed è forse questo aspetto ad accomunarci più di qualsiasi altra cosa. Io non chiedo a lui e lui non chiede a me anche perché entrambi sappiamo a sufficienza sull'altro, non servono chiarimenti e spiegazioni, tra di noi funziona così.
Sospiro e appoggio la testa al vetro del finestrino che "qualcuno" mi ha obbligato a rialzare, strano che ad un lupo non piaccia l'aria fredda di montagna. Il cielo è nuvoloso, tanto per cambiare, probabilmente evitare di riaddomentarsi sarà più difficile del previsto; ovviamente non mi azzardo nemmeno a proporgli un cambio di guida, non mi lascerebbe guidare neanche se lo pregassi in svedese quindi tanto vale starmene zitto. Davvero non capisco che diavolo ci trovi di bello in questo scassone, è solo un furgone arrugginito e puzzolente eppure lui sembra adorarlo, probabilmente gli ricorda qualcosa, ma a causa del tacito patto non ho il diritto di chiedergli ulteriori delucidazioni, non che me ne importi granchè ma piuttosto che continuare a dormire anche un discorso con Wolverine diventa una piacevole prospettiva.
"Quanto pensi che ci mancherà ancora?" domando appoggiando i piedi sul vano prima del cruscotto il quale, ovviamente, ospita una quantità anormale di cartacce, scatolette e mappe ridotte a brandelli. Ovviamente questa mia piccola libertà spaziale non passa inosservata agli occhi del padrone del furgone.
"Ci tieni alle tue gambe, vero?" chiede con sottile e sadica ironia. Vorrei controbattere dicendo che sicuramente non potrei incrementare il livello di sporcizia nemmeno se mi fossi precedentemente rotolato nel fango, ma il mio istinto di sopravvivenza mi dice che è meglio tenere la bocca chiusa ed eseguire in silenzio gli ordini impartiti dall'autorità superiore. Con estrema svaccatezza eccomi quindi togliere le gambe da quel premio Oscar della pulizia ed allungarle lungo il tappetino logoro, così come vuole il buoncostume.
"Comunque non hai risposto" lo stuzzico incrociando le braccia al petto e guardando fisso davanti a me, non che il in questo quarto d'ora il panorama sia diventato di gran lunga più interessante, il fatto è che non mi va di osservarlo fremente di ottenere la sua risposta come un cucciolo eccitato o un bambino curioso. Ho anch'io il mio orgoglio maschile e la domanda non aveva altri scopi se non quello di scambiare quattro parole in croce, d'accordo che sono un tipo che non ama troppo parlare giusto per il gusto di fare conversazione, sono sempre stato uno che si faceva gli affari suoi e poco interessato ai racconti o alle vicende altrui; ma dopo quattro giorni di viaggio in assoluto silenzio mi sembra di impazzire.
"Stai diventando peggio dell'asino di quel cartone animato" mi risponde lui con finta serietà. Non che io abbia una grande esperienza di cartoni animati, non sono esattamente i miei programmi preferiti, ma non ci vuole una scienza per capire che si sta riferendo al celebre Ciuchino di Shrek. La cosa mi offende non poco, evidentemente Logan non ha mai conosciuto una persona logorroica in tutta la sua vita, per fortuna di quest'ultima. Se le mie saltuarie ed innocenti domande sono sufficienti a farmi diventare un chiacchierone allora siamo veramente arrivati alla frutta.
"Per una volta che ti chiedo una cosa" dico facendo il finto offeso o comunque quello che ci è rimasto male. Volto definitivamente la testa verso il finestrino e mi perdo nuovamente ad osservare il panorama. Mi bruciano gli occhi ma non me li posso grattare, sarà la luce mattutina a farmi questo effetto. Mi chino in avanti con la schiena ed appoggi i gomiti sulle gambe toccandomi con le dita la zona intorno agli occhi, ma al mio vigile autista non sfugge nulla.
"Non te li toccare" mi dice lui con gentile fermezza, ma io odio quando qualcuno mi dice cosa devo o non devo fare e soprattutto detesto Logan quando si adibisce a padre improvvisato, lo sa che non lo sopporto. So anche io che non mi devo toccare gli occhi altrimenti le lenti a contatto scure andrebbero a farsi fottere e mostrerebbero il vero colore dei miei occhi: cornea nera ed iride rosso. Non è esattamente normale come colore ed è proprio per non dare nell'occhio e non farci notare che mi sottopongo ogni santo giorno a questo supplizio. Tanto varrebbe andare in giro con la scritta -mutante- sulla fronte.
"Non me li sto toccando!" rispondo quindi infuriato per poi appoggiarmi nuovamente allo schienale del sedile. C'è da dire che perlomeno i sedili sono comodi anche se un po' smangiucchiati qua e là. Incrocio le mani in una morsa e riprendo a guardare fuori, ormai il sole è sorto da una mezz'ora buona e i miei occhi si sono abituati alla luce nonostante quel fastidioso prurito fatichi comunque ad abbandonarmi. Appoggio la testa lasciandomi andare a quella scia di sonnolenza che ancora permane nelle membra e nella mente, i lunghi capelli biondi mi scivolano lungo il collo provocandomi un piacevole solletichio. Ricordo che Logan mi prese in giro una volta per i capelli, diceva che portandoli a quella lunghezza sembravo una ragazza, ma a me sono sempre piaciuti così e anche alle ragazze con cui uscivano piacevano, quindi non sono mai sussistite ragioni plausibili per le quali avrei dovuto tagliarli.
"Un paio di giorni" disse improvvisamente costringendomi a voltare il capo verso di lui, giusto per accertarmi che avesse realmente parlato e che non si fosse trattata di una mia allucinazione uditiva dovuta all'eccessiva dose di noia.
"Cosa?" domandai incitandolo a sprecare un paio di parole in più. Sicuramente era la risposta alla mia domanda, ma per farmi contento doveva fare le cose fatte bene. Ci era rimasto a causa della mia rispostaccia ed ora cercava di farsi perdonare dandomi la risposta alla domanda che aveva taciuto poco prima. Caro Wolverine, fingi solo di essere un leone, in realtà sei solo un agnellino un po' stupidotto.
"Tra un paio di giorni o poco più arriveremo alla scuola" questa sì che era una risposta. Mi risistemai sul sedile e ripresi a guardare davanti con un ghigno compiaciuto stampato in faccia; senza che me ne rendessi conto mi ritrovai a fantasticare su come sarebbe stata questa fantomatica scuola della quale tanto avevo sentito parlare. La Xavier's School. Stando a quanto mi aveva raccontato Logan il professor Charles Xavier preside nonché fondatore dell'istituto era morto tre anni fa insieme ad alcuni suoi amici e lui, dopo quei dolorsi avvenimenti, aveva deciso di cambiare aria, Wolverine è sempre stato un nomade, fermarsi troppo a lungo in un posto era tabù per uno come lui, si sentiva soffocare. Eppure diceva sempre che è bello anche se si viaggia parecchio, avere un posto dove tornare e dove sai che verrai sempre accolto da persone che ti vogliono bene. Io un posto del genere non l'ho mai trovato e sospetto che sia questo il motivo per il quale Logan abbia deciso di portarmi con sé. Ovviamente ho già messo in chiaro che lungi da me l'intenzione di mettermi a studiare o roba simile, ho accettato unicamente perché non avevo nulla di meglio in programma e anche perché, lo devo ammettere, i racconti su questa scuola mi hanno incuriosito non poco. Ma come mi avrebbero accolto sapendo quello che ho fatto in passato? Davvero avrebbero permesso ad un assassino di restare? Tempesta, lei da quanto ho sentito è colei che ha preso il posto del professore dopo la sua morte, ora si è assunta l'incarico di preside della scuola, riuscirò ad avere la sua fiducia? Chissà … Mi mancano i combattimenti, sono passate due settimane da quando io e Logan abbiamo affrontato un paio di mutanti che avevano alzato troppo la cresta, due galletti idioti incontrati di notte in un vicolo, hanno capito chi comandava nel giro di cinque minuti e uno di loro è tornato a casa senza un braccio, che gli serva da lezione. Vorrei poter usare il mio potere ma non posso, Logan mi ucciderebbe all'istante, regola numero uno: mai farsi notare a meno che non ne vada della nostra vita. Sbuffo sonoramente e mi abbandono nuovamente sul sedile perdendo lo sguardo nel panorama che corre veloce lungo il finestrino.


Wolverine POV

Il ragazzino si è riaddormentato con la testa appoggiata contro al finestrino, per il momento sembra tranquillo ma chissà che i suoi incubi non tornino ad importunarlo. Mi ricorda tanto me qualche anno fa, anche io ero perseguitato dagli incubi prima di ricordare chi ero e che cosa avevo fatto, col tempo poi sono diminuiti fino a scomparire e così accadrà anche a lui. Non è un cattivo ragazzo, è solo una persona che è stata risucchiata dagli eventi che a loro volta ne hanno fatto quello che è ora: un essere umano tormentato dai rimorsi, senza fissa dimora e che continua a scappare da qualcosa che nemmeno lui sa cos'è, da sé stesso forse. Già, mi ricorda proprio qualcuno. Non che sia cambiato chissà quanto, ma il professore e tutti gli X-men mi hanno dato qualcosa che non pensavo avrei mai trovato o avuto: una casa e delle persone da amare e a cui voler bene. Rogue prima di tutti, abbiamo intrapreso questo viaggio assieme, due fuggiaschi alla ricerca di chissà che cosa e abbiamo trovato loro anche se forse sarebbe più giusto dire che loro hanno trovato noi. Questo furgone l'ho comprato in memoria di quello che avevo quando l'ho incontrata, il modello è lo stesso e me lo ricordava troppo per lasciarlo dov'era. Gambit si lamenta della ruggine, del motore che fa fumo, dei cigolii, ma io non ci faccio caso, a mio parere i giovani d'oggi sono troppo rammolliti, per loro esistono solo le Mercedes, le BMW e le Ferrari, non sanno apprezzare le finezze di questo vecchio gioiellino ancora perfettamente funzionante; e poi come già detto mi ricorda troppo il prologo di quello che è stato un nuovo capitolo della mia vita, il migliore forse. Ed ecco che, giusto per ricordarmi della sua presenza, il tipo qui affianco comincia ad agitarsi, la cintura lo tiene fermo e ancorato al sedile ma dalla sua bocca escono parole sconnesse e secondo me prive di significato. Certe ferite sono dure a rimarginarsi.
E' circa da un quarto d'ora che il bell'addormentato nel bosco si è svegliato e già non lo sopporto più, sempre con queste domande idiote. Per caso vede scritto da qualche parte - Westchester County, NY-? No. E allora cosa continua a stressarmi? Arriveremo quando arriveremo. Sembra proprio l'asino di quel cartone animato e io sto per esaurire la pazienza proprio come l'orco. Alla fine sono io quello che si deve arrendere, cosa per me assolutamente disdicevole e rara, ma chissà perché con Gambit non è di alcuna utilità il mio carattere burbero da duro, mi conosce troppo bene e non si fa intimorire. Sa che quando lo minaccio di morte faccio apposta e non dico mai sul serio, lui è come un fratellino piccolo e, anche se per uno come me è dura ammetterlo, gli voglio bene. Mi dispiace che soffra così tanto a causa del suo passato e di ciò che ha fatto ma purtroppo non posso fare altro che evitare di parlarne, non sono esattamente il tipo da consolare le persone, non perché sia indifferente al loro dolore ma semplicemente non saprei da che parte iniziare e finirei per risultare ridicolo.
Spero che il ragazzo si trovi bene alla scuola, nessuno meglio di Tempesta, Palla di Pelo e gli altri può aiutarlo a risolvere i suoi problemi, sicuramente gli saranno molto più d'aiuto rispetto a me. Da parte mia potrei approfittare dell'occasione per fermarmi un po' di tempo all'istituto, chissà che abbiano ancora bisogno di un baby-sitter. Dalla morte del professore, di Jean e di Ciclope non mi sono più fatto sentire, ho preso e me ne sono andato perché avevo bisogno di un po' di tempo per me, per chiudere un capitolo particolarmente doloroso della mia vita e cercare un nuovo inizio. A Parigi ho incontrato lo sbruffoncello che mi siede accanto e tra una storia e l'altra ho deciso di portarlo con me. Forse ho commesso un errore o forse no, non sono mai stato uno che amasse particolarmente la compagnia, sono sempre stato un lupo solitario che ama starsene da solo senza obblighi o costrizioni ma in questo caso ho fatto un'eccezione, la seconda eccezione per essere precisi. Prima Rogue e poi lui, due ragazzini smarriti, la prima fragile ed insicura ma nello stesso tempo decisa e il secondo sbruffone, impulsivo ma nello stesso tempo fragile e sperduto. Sarà che mi sto rammollendo, comunque sia tutti i miei dubbi troveranno risposta una volta arrivati nello stato di New York, nella piccola comunità di Westchester County dove sorge la Xavier School, l'istituto per giovani dotati.
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > X-men / Vai alla pagina dell'autore: Kia_do87