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Autore: MerlinAndCharming    05/12/2015    4 recensioni
Un romanzo breve, cross-over tra le due serie televisive “Merlin” e “Once Upon a Time”.
La storia di questa particolare fan-fiction racconta eventi successivi all'ultimo episodio di “Merlin”, e alla puntata numero 12 della quarta stagione di “Once Upon a Time”, “Eroi e Cattivi” (Heroes and Villains).
Un’opera scritta da Valerio Brandi.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Merlino, Morgana, Principe Artù, Sir Leon | Coppie: Gwen/Artù, Merlino/Artù
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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  1. L’incontro 
(Capitolo completato il 26 febbraio 2015)
 Il ricongiungimento con quelle che erano state un tempo le sue avversarie, e che pensava poter trasformare in alleate, non aveva dato buoni frutti: nessuna era in grado di farlo rientrare a Storybrooke.
Serviva una magia decisamente più potente, ma chi ne era in possesso?
Aveva sempre creduto di essere lui, l’Oscuro Signore, il più grande mago di tutti i tempi.
Ma poi si rese conto che era già nato un uomo destinato ad essere più grande di tutti, perfino di lui.
E il suo nome era Merlino.
Sapeva che si trovava a Camelot, nella lontana Albion.
Aveva fatto credere di esserci stato, ma aveva mentito.
Il guanto che secoli prima aveva messo in pericolo la vita della sua amata Belle, poiché oggetto del desiderio delle tre malvage signore del male, era stato portato nel bosco incantato da Lancillotto.
Il cavaliere di Camelot, dalla pelle scura, che aveva aiutato Biancaneve e il Principe Azzurro ad avere Emma, si sapeva che era morto per mano di Cora.
Ma la madre di Regina aveva mentito, perché era stato lui ad incontrarlo, e poi ad ucciderlo. Il perché il Cavaliere si trovasse dalle sue parti non lo sapeva, anzi, non aveva voluto saperlo. Una volta scoperta l’aurea della potenza magica avvicinarsi a lui, non aveva esitato ad incontrarlo per “chiedergli” di consegnargli il prezioso oggetto.
Lancillotto non era riuscito neanche ad opporgli una vera resistenza. Troppa la magia per un uomo normale, seppur di nobili origini e valore.
Ma ora il guanto era al sicuro tra le case di Storybrooke, e lui non poteva usarlo verso Merlino.
Poteva solo recarsi ad Albion e tentare di scoprire come ottenere da lui quello che voleva.
Perché si sa, Tremotino è sempre stato un mago negli accordi, anche senza dover ricorrere alla magia.
Ma come arrivarci, senza pugnale e poteri magici?
Missione dura, se non impossibile, anche perché nessuno sapeva dove era Camelot.
Gli ignari esseri umani, chiamati anche babbani in altre culture, ritenevano quel luogo una semplice leggenda, seppur con qualche briciolo di verità.
Merlino, essendo descritto come un mago, non veniva certo giudicato un personaggio storico dal mondo contemporaneo e, a dir loro, razionale, ma Artù si.
E uno dei posti dove Artù poteva essere stato in passato era il lago di Avalon, più precisamente a Glastonbury.
Così si mise in viaggio, e raggiunse presto l’Inghilterra.
Una volta arrivato, si accorse subito che c’era qualcosa di strano nell’aria. Non si era mai sentito così da quando aveva lasciato Storybrooke, unico luogo in cui aveva trovato la magia oltre al Bosco Incantato.
Eppure, intorno a quel lago, che aveva al centro un isolotto da cui emergeva una grande e antica costruzione, sentiva che la magia era di nuovo nel mondo, e quindi di essere vicino alla meta.
Finché non si accorse che qualcuno lo stava osservando.
Un vecchio dalla barba lunga e bianca come il latte, vestito con un impermeabile un po’ rovinato, e un berretto ancor più malandato, che si sorreggeva con un lungo bastone, lo fissava dall’altro lato della strada urbana che passava vicino al lago.
L’anziano signore aveva un aria prudente e decise di restare fermo. Tremotino invece ormai aveva pochi dubbi: se non era lui Merlino, o al limite un essere magico dell’antica Camelot, chi altro poteva essere?
Più si avvicinava a lui, più la potenza della magia aumentava.
Così decise di farsi avanti.
«Permettete che mi presenti? Io sono Tremotino»
«Salve, io sono…io sono Gaius. Cosa vi porta da queste parti?»
«Sono alla ricerca di Camelot, e penso che voi possiate aiutarmi»
«Aiutarvi? Come potrei per una tale richiesta? Camelot è solo una leggenda, non lo sapete? Se davvero fosse esistita, e io sapessi dove trovarne i resti, oggi sarei uno degli uomini più famosi del mondo. Magari avrei vinto anche il premio Pulitzer, visto che da giovane ero anche un discreto giornalista, senza fortuna purtroppo»
«Via via, mio buon amico, non siate precipitoso. Vogliamo parlarne in un posto più comodo? Conoscete una locanda? Una taverna?»
«Posso invitarvi a casa mia. Dalle nostre parti l’ospitalità è importante. Ma anche il rispetto. Signor Tremotino, io la conosco appena. Non mi chiami “amico mio”, almeno per ora»
«Come desidera. Allora, dopo di voi»
Si incamminarono per un sentiero di campagna, finché non arrivarono ad un’umile casetta, che sorgeva su una piccola altura. Da lì si poteva vedere perfettamente tutto il lago di Avalon.
Intorno alla casa vi era un recinto con due cavalli che pascolavano.
«Vi piace cavalcare?» chiese curioso Tremotino.
«Un tempo, forse. Cavalcavo spesso al fianco di grandi amici, eravamo un bel gruppo. Ma purtroppo sono tutti morti, molti di loro troppo giovani, e ad alcuni non sono neanche riuscito a dire addio…»
«Capisco…mi dispiace…»
«Grazie, ma non perdiamo tempo in inutili ricordi. Prego, entri pure»
Entrarono in casa. Anche l’interno era umile, non vi era molta traccia di modernità al suo interno, come se il tempo si fosse fermato tra quelle quattro mura.
«Allora, cosa vorrebbe sapere? Perché è venuto da me?»
«Beh, potrei chiederle per primo io il perché mi stava fissando. Non sono cieco, sa? Anche il suo comportamento non è stato del tutto convenzionale…»
«Come darle torto? Di certo non volevo sembrare invasivo, ma ho sentito qualcosa in lei, qualcosa che non sentivo da troppo tempo. Non so se riesce a capire…»
«È una prova per caso? Vuole capire se sta parlando con qualcuno che ha le sue stesse capacità? Bene, non voglio sembrarle scortese, ma è meglio non perdere tempo in unitili chiacchiere, ogni minuto che passa è prezioso. Si, io sono un mago, e un mago decisamente potente. E ho usato il mio vero nome, non il mio pseudonimo “Gold” con il quale mi sono servito in questi anni per nascondere la mia vera identità.. E ora le sarei grato se mi dicesse il suo»
Il vecchio lo fissò con un’aria molto attenta, i suoi profondi occhi blu che illuminavano la sua faccia piena di rughe trasmettevano a Tremotino diverse emozioni: sorpresa, dubbio, curiosità.
Ma solo una mente brillante come quella del Signore Oscuro poteva accorgersene, perché agli occhi di chiunque altro sarebbe apparso come un uomo glaciale, fermo come una roccia.
Tremotino era fiducioso che presto avrebbe parlato, e si lasciò sfuggire uno dei suoi soliti sorrisi.
E ci aveva visto giusto. Il proprietario di casa si rizzò la schiena, e poi aprì bocca.
«Il mio nome è Emrys, ma molti mi hanno sempre conosciuto con il nome che mi diede mia madre: Merlino»
   
 
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