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Autore: Tiblis    05/12/2015    0 recensioni
Un uomo incappucciato stava seduto su uno sgabello in una locanda della repubblica di Svevia, ovviamente il posto era malsano e pieno di vapori e le poche luci erano quelle delle lanterne poste sul soffitto che al contatto dei vapori della cucina sembravano uno spettacolo di angeli volanti. L’uomo stava ammirando quel meraviglioso spettacolo quando una cameriera lo fece ricondurre alla realtà
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Diversi anni dopo Un uomo incappucciato stava seduto su uno sgabello in una locanda della repubblica di Svevia, ovviamente il posto era malsano e pieno di vapori e le poche luci erano quelle delle lanterne poste sul soffitto che al contatto dei vapori della cucina sembravano uno spettacolo di angeli volanti. L’uomo stava ammirando quel meraviglioso spettacolo quando una cameriera lo fece ricondurre alla realtà «viandante» disse la donna con voce timida« è da una candela che state li seduto, qui la gente può stare seduta solo se ordina». Il misterioso uomo volse lo sguardo a quella donna con un rapido scatto del collo, la donna si era spaventata da quel movimento. Era una ragazza bassa con i capelli di un qualche tipo di colore scuro, indossava la tunica dei popolani e a completare tutto c’era un grembiule con vistose macchie d’olio e di sugo. Il viandante noto i suoi occhi, scuri e bovini. L’uomo , notando lo spavento, sorrise «scusa ragazza, ero sovrappensiero» disse l’uomo con tono pacato« che cosa avete?» La ragazza rimase in silenzio per qualche secondo, con le mani in mano. Poi disse « scusatemi signore, ehm….» si mise a pensare« abbiamo solo carne e zuppa, sinceramente non so che tipo di ingredienti hanno… è arrivato tutto pasticciato» si mise la mano sulla bocca, ma il viandante sembrava divertito e sorrise. « se vuole abbiamo del formaggio, quello sono sicura che sia buono… cioè…. Più c’è muffa più è commestibile, no?» disse nel tentativo di rimediare la figuraccia. “ che cara ragazza” pensò l’individuo« portami della carne, del vino della peggiore qualità che avete e dell’acqua calda, meglio ancora se bollente» rispose alla ragazza sorridendo, il bianco del suo sorriso si vedeva anche nella penombra dell’angolo, la ragazza era stranita dal suo comportamento. Un uomo normale la avrebbe mandata a cagare già dall’inizio o probabilmente l’avrebbe scambiata per una avance mal fatta e le avrebbe messo le mani sul culo. Ma lui la stava trattando in una maniera talmente gentile che ne rimase quasi spaventata. «arriva subito» disse sorridendo anche lei ma appena si voltò l’uomo disse « è la prima volta che in una locanda non mi chiedono i soldi appena ordino» la ragazza si voltò di scatto e vide un paio di monete d’argento sulla sua mano «signore grazie» disse la ragazza « ma si tratta di troppi soldi, la cena da noi costa solo un paio di pezzi di rame» «lo so » disse l’uomo «ma quelle monete servono anche a farmi passare la notte qui» «ah» disse la ragazza« vuole passare la notte assieme alle nostre ragazze?» chiese. « può sembrare strano ma … no, vorrei solo dormire nella vostra stalla se non vi dispiace» disse l’uomo mentre rimetteva nella sua borsa il suo borsellino. La ragazza però aggiunse che erano troppe anche per dormire nella stalla. « posso chiedere a mio fratello se potete dormire nelle camere…. Di solito lo permettiamo solo ai loro clienti» disse indicando una ragazza con l’ampia scollatura in fondo alla sala, era seduta in braccio ad un ragazzo con la faccia completamente rossa in mezzo ai suoi amici che ridevano e lo acclamavano. A giudicare dalla faccia terrorizzata del ragazzo, doveva essere la sua prima volta. “ la sta affrontando come se stesse andando sul patibolo, almeno lui ne serberà un bel ricordo alla fine. Inserisci l’arnese lì in quel condotto umido e dopo due minuti finisce tutto con lei che gli dirà «la miglior scopata di sempre» per invogliarlo a ritornare” pensò l’uomo assumendo una espressione amara in viso “ nel mio caso fu una esperienza terribile”. «no» rispose pacatamente volgendo lo sguardo alla ragazza« cerco solo di dormire» «le risulterà difficile messere» disse sorridendo mettendosi le mani dietro alla schiena dondolandosi« le camere fra di loro è come se le pareti non esistessero. E purtroppo, hanno l’orribile abitudine di lavorare fino a tardi » «mi hai chiamato messere?» domandò il viandante ignorando apparentemente il discorso «è molto strano chiamare uno così appena conosciuto» «lei è…. Molto gentile, basta questo a renderla importante…. Almeno per me» rispose titubante la ragazza, temendo di aver fatto l’ennesima figuraccia « sembra l’inizio di una storia, una ragazza che incontra uno gentile sconosciuto e poi chi sa cosa potrebbe accadere?» «non hai timore» domandò sorridendo in maniera simpatica il viandante «che possa farti del male? Ehm…. Magari col la scusa del classico uomo gentile posso portarti fuori con l’inganno e farti fessa» La ragazza rimase in silenzio per qualche secondo, era rimasta letteralmente spaventata dal discorso….. Ma poi lo straniero portò la mano sulla bocca coprendosela facendo poi un occhiolino con i suoi occhi azzurri. «lei è proprio uno stronzo» disse la giovane ragazza« prendere in giro una ragazza così» «chiedo venia mia signora» disse alzandosi dallo sgabello «cosa posso fare per rimediare?? In fondo le ho solo dato una triste lezione di vita» detto questo si mise a fare un inchino davanti a lei. La ragazza arrossì completamente sorridendo. « CRETINA!!» urlò una figura dall’altro lato della sala, proprio davanti al balcone dove si serviva da bere « il tuo fottuto compito non è quello di provarci con i vecchi ma quello di chiedere cosa vogliono da mangiare» La ragazza si voltò , e notò che tutti gli uomini accanto a lei stavano ridendo. Chiuse gli occhi per un secondo prendendo un sospiro mentre sentiva le risate attorno a lei. Ormai si era abituata alle sfuriate di suo fratello. «taglia corto giovane mastro» riprese a parlare l’uomo « le sembra il modo di comportarsi?» disse questo rivolgendosi all’uomo che c’era dietro al balcone. L’uomo era un giovane ragazzo, avrà avuto un paio di anni in più di sua sorella. Dalla luce delle lanterne e dei focolari poteva notare i capelli castani del giovane e la sua pelle di un colore biancastro e il suo volto mascolino e completamente glabro, nonostante ciò aveva delle sopracciglia folte ma che a prima vista sembravano ben curate. Attorno a lui c’erano dei ragazzi che con il volto nella penombra ricordavano oscure parodie di uomini. «cazzo vuoi vecchio?» fu l’unica risposta che uscì dalla sua bocca dal colore di rose. “ che bello “ pensò l’uomo anziano “ mi faccio già dei nuovi amici” «sei molto gentile a trattare la giovane in questo modo, posso presumere che tu sia geloso per il semplice fatto che lei rimorchi più uomini di quanto vorresti approcciarne te» rispose calmo. L’uomo divenne paonazzo mentre le persone che erano accanto a lui ( presumibilmente i suoi amici) avevano cominciato a ridere mentre sorseggiavano in boccali di legno. “ meraviglioso” pensò alla fine” non riesco mai a tenere la bocca chiusa”. Non riuscì a finire il discorso che il ragazzo , ripresosi , gli lanciò contro un boccale di ferro che teneva sul banco a piena velocità verso il volto del viandante, gli fu istintivo andare parzialmente giù evitando così il colpo. Ma l’uomo dietro di lui non fu altrettanto veloce, e fu colpito in pieno sulla nuca e capitolò giù come un macinio tirando uno strozzato lamento. “ Ales” gridò la ragazza intimorita” fermati, per l’amore degli spiriti non fare più cazzate” Il grido della ragazza fece emettere altre risate , il tentativo da parte della ragazza di dare ordini al fratello fu visto come l’abbaio di un cucciolo quando vede un lupo ringhiante. E in effetti il lupo scavalcò il balcone, mentre i suoi amici lo incitavano. Ma lui , come ignorandoli, continuava ad emettere dalla sua bocca imprecazioni velenose. Nel frattempo il viandante lo osservava impazientemente. «giovincello» disse, con un tono di voce tranquillo« ho ricevuto più volte quelli insulti addosso a me che te in tutte le risse da taverna in tutta la tua vita» Il ragazzo si avvicinava, con la luce delle candele a raschiare il suo viso incazzoso ,a lui e si fermò ringhiante , il viandante si rese conto che lui lo sovrastava di almeno una ventina di centimetri, la cosa lo intimorì un poco ma non si scompose. «forse è meglio se abbassi quelle mani» disse il viandante. Un pugno sulla guancia fu la risposta, il corpo del viandante che cadeva a terra ansimando «ora non fai più tanto il gradasso ,eh??» urlò Ales, mentre il viandante si rialzava dolorante mentre si teneva le mani alle cosce . “ ho fatto un errore a sottovalutarlo” pensò” se non fosse per la malat…” Non fece tempo a finire il pensiero che il ragazzo lo prese per le spalle e lo sollevò ansimante mettendolo in ginocchio. Poi lo prese per il collo e … E poi Ales sentì un forte dolore alla bocca dello stomaco , il viandante aveva tirato una ginocchiata lì. Cercò di non scomporsi ma non poté fare a meno di indietreggiare cercando sempre di tenere la mano destra attorno al collo dell’avversario . Gli occhi di Ales lacrimavano per la rabbia. I suoi amici lo stavano esultando fino a poco prima ma ora lo incitavano ad ammazzarlo. Ales si riprese, il suo volto assunse una espressione felina. E urlò con tutte le sue forze. Ma facendo questo perse tempo; Ales si prese un calcio al pomo d’Adamo, che quasi lo fece soffocare Mollò la presa al vecchio che si allontanò di qualche passo da lui, Ales era inginocchiato e in preda a dei forti rigurgiti. La folla che si era creata attorno a quei due aveva diverse reazioni, alcuni ridevano o bestemmiavano, altri semplicemente stavano zitti ma osservando con sguardo divertito. «Basta così!! Basta!!» urlò una voce maschile, che non fu difficile da riconoscere Ales stava ancora ansimando, quasi sembrava di soffocare. Il viandante era tentato di avvicinarsi per il resto ma la sua esperienza gli consigliò di non perseguire il suo obbiettivo. Si voltò e vide la persona che aveva urlato, sorrise . “ buona sera Ezio” fece un inchino, tenendo sempre una mano che premeva sullo stomaco. Il suo amico era un giovane vestito con un ampio mantello nero come lui, occhi gialli e sguardo dritto all’amico. “ mi aspettavo di vederti domani al porto” disse ad Ezio “ hai messo meno tempo del previsto” “ la nave ha incontrato bonaccia, hanno fatto prima” poi volse lo sguardo alla persona a terra “ e questo chi è?” fece un cenno verso di lui. “ sarebbe l’oste” rispose” o uno che gestisce il banco. Un tipo a posto” “ cazzo…. Per poco non frantumavi l’osso del collo a questo ragazzo” affermò Ezio , si tolse il cappello portandoselo al petto” chiedo scusa a nome suo” “ va-va a farti fott-ere” disse Ales, col le mani attorno al collo. Si stava rialzando. Mentre tutta la locanda era in silenzio a guardare loro. “ non è educato uccidere l’oste nella sua osteria, sempre tu sia l’oste” Ales continuò a guardarlo ferocemente mentre i suoi amici lo aiutavano a rialzarsi. Fu la cameriera di prima a rispondere. “ è in co-gestione. Io sono sua sorella” la sua voce voleva essere autoritaria “ messeri, per favore andate via” il vecchio viandante fece dei gesti da sornione “ ragazza protettiva eh?? Chiedo scusa, ma non mi pento di averti protetta” la ragazza chiuse la bocca “ protetta ?“fece Ezio” da lui?” indicò con il dito Ales il viandante mugugnò “ si può sapere perché?” Ales si sentì obbligato a rispondere“ avevo detto a mia sorella di pensare a lavorare e lui mi ha insultato “ “ poveretto, è lui la vittima” biascicò la persona tirata nel discorso “ scommetto che passi le giornate a maltrattarla” “ non sono affari suoi!” provò a parlare la ragazza “ lei non a-ve..” “ ragazza, tu mi daresti ragione se non fosse presente quell’idiota. Se proprio vuoi essere sottomessa almeno cerca di non farlo in maniera troppo celata” affermò “ e tu mio caro osticello conoscevo vostra madre, era una donna in gamba. Mi sembra si chiamasse Misha, si… se lei ha lasciato la locanda in gestione a voi due vuol dire solo una cosa. Ho visto solo lei lavorare mentre tu eri stato la tutto il tempo ad offrire roba a quegli sgorbi dei tuoi amici” a questo punto della frase loro tirarono urlando i boccali, ma lui li evitò facilmente e continuò a guardare fisso i due fratelli “ lei avrà pure il problema di essere “gentile” ma almeno riesce ad andare avanti la baracca , tu…. Tu invece sei solo un’idiota , ecco perché vostra madre ha dato anche a te la locanda. Cosicché non crepassi di fame” come se avesse risvegliato una verità atipica nella sua testa, Ales rimase scosso ed perse lo sguardo del suo interlocutore e parve scosso. Ma i suoi compagni erano ancora offesi dalla frase di prima e continuarono a lanciare oggetti e incitarlo a continuare. Sentendosi preso di contropiede parlò “ io non vengo a casa di un altro solo per rompergli le balle, questo posto è mio e voi mi avete stufato” indicò Ezio “ prendi il tuo amico e vattene, se no non garantirò di farlo uscire con il retto intero stanotte!” Ezio arricciò lo sguardo giocherellando con il mento rasato lo guardò con interesse, poi un po’ attorno. “ sono l’unico ad aver notato quell’uomo?” indicò un uomo barbuto che vestiva di stracci che stava supino, giaceva con la testa insanguinata “ qualcosa deve averlo colpito forte alla nuca ” si avvicinò e mise la mano attorno al lato destro del collo. “ ed è morto” affermò con un tono di falsa rassegnazione “ che gli spiriti lo prendano con loro” fece il gesto di protezione molti in sala risero, al che il vecchio viandante si avvicinò incuriosito e versò il corpo per poi avere una faccia stupita, aveva il tatuaggio nero . “ sei sicuro che…..” “si” disse Ezio “ il motivo della nostra permanenza è già finito. Andiamo maestro” al che viandante volse lo sguardò al pubblico esprimendo il miglior sorriso di circostanza che potesse avere “ grazie per la cena e la compagnia” si volse alle ragazze di dietro “ e mi devo scusare con voi se non ho approfittato della vostra presenza ma ho avuto scarsità di tempo” fece il segno a v con la mano ad Ales “ ed ora mi appresto a prendere commiato, saluti e Adii” “ fottiti, vattene ora!” urlò , poi strattonò il braccio della sorella “ e tu cretina vedi di pulire il sangue che dopo faccio i conti con te!” “ Ma … io ?” “ muovi il culo!! “ urlò ,per poi tossire in faccia alla sorella“ e voi” “ non ce n’è bisogno, andiamo” fece Ezio e poi guardò il suo amico “ non dovresti lasciare qualcosa?” il viandante soppesò “ ah, giusto!” prese delle monete da un borsello della giacca e le lanciò alla ragazza impaurita” queste sono per il cibo che non ho assaggiato e per l’intrattenimento , ma per lo più del trambusto che ho causato e quello che verrà dopo” la ragazza provò ad accennare qualcosa “ non c’è di che !” la anticipò per poi avviarsi verso la porta prese la spalla di Ezio “ ora andiamo, conosco qualche angolo delle piazze con cui possiamo stare con i nostri cavalli” Ezio lo seguì, poi sospirò e si voltò un’ultima volta appena prima dell’uscita verso i suoi involontari spettatori . “ non c’è di che , davvero!” parlò, tirò un’occhiata verso Ales che distolse lo sguardo. Fu l’ultima cosa che avrebbe fatto, l’ultima cosa che avrebbe sentito appena dopo sarebbe stato uno sparo.
  
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